.
livello elementare
.
ARGOMENTO: MARINE COMMERCIALI
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: RELITTI
parole chiave: uso commerciale, relitti, recupero, ISU
La maggior parte degli Stati costieri richiede che vengano rimossi i relitti delle navi in mare e che l’armatore e le compagnie di assicurazione debbano pagare gli alti costi per la loro rimozione in sicurezza..
Questo è certamente il caso quando il relitto diventa, per forza di cose, una possibile sensibile minaccia per l’ambiente o diviene un pericolo per la navigazione per altre navi o imbarcazioni. Le ditte responsabili devono ovviamente essere in possesso delle giuste competenze e delle attrezzature necessarie per intraprendere queste operazioni complesse di rimozione del relitto. Questi essenziali servizi di recupero comprendono la capacità di affrontare le conseguenze di tali eventi, rimuovendo in tempi rapidi le cause di inquinamento ed i pericoli alla navigazione.
Le rimozioni dei relitti di solito richiedono la mobilitazione di alcune unità pesanti, compresi bacini galleggianti dotati di gru ed una vasta gamma di attrezzature specializzate. Durante il periodo 2000-2015, i salvataggi effettuati dalle società affiliate all’ISU hanno eseguito oltre 1.200 operazioni di rimozione di relitti, tra cui 564 operazioni nel 2005 a seguito di uragani Katrina e Rita nel Golfo degli Stati Uniti. Le entrate di rimozione dei relitti sono diventate la principale fonte di reddito per i membri ISU che hanno superato le entrate LOF (Lloyd’s Open Form) negli ultimi anni.
Tra le società in grado di svolgere questo impegnativo ruolo abbiamo l’International Salvage Union (ISU), un’organizzazione rappresentativa dell’industria del recupero marino internazionale, con un’incidenza di sessanta società di salvataggio marino provenienti da trentaquattro Paesi diversi. Per far parte dell’ISU le aziende debbono aver registrato attività di salvataggio e di prevenzione dell’inquinamento. I membri sono tenuti a dimostrare costantemente un alto livello di competenza e svolgere le proprie attività eticamente e in conformità con il codice di condotta dell’ISU.
Negli ultimi dieci anni, 2006-2015, c’è stata una tendenza in salita dei costi per le operazioni di rimozione dei relitti. Ad esempio, nel 2004 i ricavi totali per i membri dell’ISU fu di 32 milioni di dollari USA. Il reddito medio per i tre anni 2013-2015 è stato superiore a 400 milioni di dollari USA. Ciò ha portato ad uno studio condotto dal Gruppo internazionale dei P & I Club che ha concluso che la causa principale dell’aumento del costo è la crescente richiesta delle autorità nazionali. Queste richieste furono evidenziate dalla rimozione della “Costa Concordia“, che è costato 1,3 miliardi di dollari e la rimozione dei resti del ‘Rena‘ in Nuova Zelanda, per 450 milioni di dollari USA.
Il relitto della Costa Concordia: un impresa ai limiti del possibile
La Costa Concordia salpata dal porto di Civitavecchia, Italia, e diretta a Savona per l’ultima tappa della sua crociera «Profumo d’agrumi», nelle acque antistanti l’isola del Giglio urtava uno scoglio facente parte degli scogli delle scole, a circa 100 metri dalla riva, tra l’altro noto sulle carte nautiche, riportando l’apertura di una falla lunga circa 70 metri sul lato di sinistra dell’opera viva; l’impatto provocava la brusca interruzione della navigazione, un forte sbandamento e il conseguente incaglio sullo scalino roccioso del basso fondale prospiciente Punta Gabbianara, a nord di Giglio Porto, seguito dalla parziale sommersione della nave. Il grave sinistro, causato da una errata valutazione della manovra, ha prodotto 32 morti tra i passeggeri e l’equipaggio. La Costa Concordia è stata la nave passeggeri di maggior tonnellaggio naufragata nella storia. La rimozione del relitto di Costa Concordia, 2012-2014, è stata la rimozione più grande e più costosa del relitto mai intrapresa. Ha aumentato significativamente il profilo dell’industria del recupero marino internazionale e ha fissato nuovi standard per la competenza tecnica nelle operazioni di rimozione dei relitti.
Fra i sei progetti presentati per la rimozione del relitto in un unico pezzo, il 21 aprile 2012 fu prescelto quello del consorzio composto dalla Titan Salvage, società statunitense appartenente a Crowley Group, leader mondiale nel settore del recupero di relitti, e dalla Micoperi, società italiana con una lunga esperienza nell’ingegneria e installazione di strutture offshore e tubazioni sottomarine. I lavori di rimozione del relitto dall’isola del Giglio iniziarono a fine maggio 2012, dopo il via libera delle operazioni da parte della Conferenza dei Servizi decisoria convocata dal Commissario delegato dal Governo Italiano, Franco Gabrielli. Il progetto di recupero fu diviso in cinque fasi: stabilizzazione, falso fondale e cassoni lato mare, Parbuckling (raddrizzamento della nave), verifica relitto e installazione dei 15 cassoni lato terra e dei 4 rimanenti lato mare e, ultima fase, il ri-galleggiamento necessario per il successivo trasferimento in altra sede. Il relitto della Concordia fu poi trasportato nel porto di Genova Voltri. La scelta del porto ligure da parte di Costa Crociere, non senza lunghe polemiche per la candidatura di altri porti italiani ed esteri, fu motivata dalla necessita’ di effettuare i lavori in un porto con caratteristiche e infrastrutture adatte a ricevere un relitto di tali dimensioni nonché con attrezzature adeguate per la demolizione e il riciclo della nave in accordo con la normativa e nel rispetto dei più elevati standard di tutela ambientale e di salvaguardia della sicurezza.
Contratti standard per la rimozione dei relitti
In collaborazione con gli armatori, il gruppo internazionale dei P & I Club e sotto la direzione di BIMCO, l’ISU è stata fortemente coinvolta nello sviluppo di una serie di contratti standard per la prestazione di servizi di rimozione dei relitti. Inizialmente introdotti nel 1999, i contratti BIMCO WRECKFIXED, WRECKSTAGE e WRECKHIRE sono stati rivisti e aggiornati nel 2010. Questi contratti sono in comune e forniscono un modello per la negoziazione di contratti che bilancino gli interessi di tutte le parti coinvolte in un’operazione di rimozione dei relitti .
Codice di pratica di rimozione del relitto
L’ISU e il gruppo internazionale di P & I Club sono parti di un Codice di Pratica per le operazioni di rimozione dei relitti o operazioni di recupero di merci. I club P & I (Protection & Indemnity) sono responsabili degli obblighi di rimozione dei relitti e di eventuali rivendicazioni legate all’inquinamento. Questo Codice prevede, tra l’altro, procedure formali per la gara d’appalto per i progetti di rimozione dei relitti.
Convenzione di rimozione dei relitti di Nairobi 2007
L’ISU ha partecipato al lavoro dell’IMO (Organizzazione Marittima Internazionale) per sviluppare una nuova convenzione internazionale sulla rimozione dei relitti. L’IMO è l’agenzia dell’ONU a Londra responsabile della sicurezza marittima e della prevenzione dell’inquinamento marino. La Convenzione sulla rimozione del relitto è stata adottata dai governi degli Stati membri dell’IMO in occasione di una conferenza diplomatica a Nairobi nel maggio 2007 ed è entrata in vigore nell’aprile 2015. La Convenzione estenderà i poteri degli Stati costieri ad adottare misure per rimuovere i relitti che presentano rischi ambientali e di navigazione nel loro esclusivo Zona economica con l’opzione di includere le loro acque territoriali che di solito si estendono al limite di 3 miglia. Non è chiaro se la ratifica della Convenzione di Rimozione del Relitti comporterà un aumento dei contratti di rimozione. L’ISU ritiene che non ci saranno cambiamenti a breve termine, ma a lungo termine essa potrà sviluppare un aumento dei contratti di rimozione dei relitti.
PER CONTATTARE ISU per maggiori informazioni :
- autore
- ultimi articoli
ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.