livello elementare
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ARGOMENTO: MARINE MILITARI
PERIODO: XX -XXI SECOLO
AREA: MEZZI SUBACQUEI
parole chiave: SDV, DDS, USN, NAVY SEAL
Nel museo navale di Groton è possibile vedere alcuni dei mezzi di trasporto degli incursori della marina americana del dopoguerra. Considerati per lungo tempo segreti, questi mezzi di trasporto subacqueo per il trasporto clandestino di operatori subacquei delle forze speciali sono stati oggi declassificati e sono esposti in bella mostra al museo della marina della base. Durante la loro lunga e silenziosa vita operativa, questi mezzi di trasporto subacquei subirono numerose modifiche, adottando soluzioni migliorative continue per incrementarne le caratteristiche operative e la capacità di trasportare carichi sempre maggiori. Tutto iniziò nel 1952, quando la Marina statunitense decise di sviluppare, sulla base delle esperienze dei mezzi italiani durante la seconda guerra mondiale, un piccolo mezzo sommergibile adatto per trasportare nuotatori subacquei (UDT e SEAL) rilasciati da un sottomarino o da una nave nella tratta finale verso il loro obiettivo. Inizialmente UDT e SEAL utilizzarono un veicolo subacqueo chiamato MK 6 “Sea Horse”, tra l’altro costruito da una ditta italiana, che servì di base per uno sviluppo autonomo da parte della General Dynamics che costruì il primo SDV (Seal Delivery Vehicle) progettato completamente in America, il Convair Model 14.
MK 7 Mod. 2 – credit US Navy more at MK 7 Swimmer Delivery Vehicle (SDV) – U. S. Naval Undersea Museum
Successivamente il Naval Coastal Systems Center sviluppò il primo prototipo del MK 6, utilizzato inizialmente per scopi di addestramento e sperimentali. Sulla base delle esperienze acquisite si arrivò al primo MK 7 Mod 2 che entrò in servizio alla fine degli anni ’60. Questo veicolo subacqueo, che poteva ospitare quattro sommozzatori, era stato costruito con uno scafo in fibra di vetro e materiali amagnetici in modo da poter penetrare in sicurezza anche in aree con presenza di mine navali magnetiche.
Dopo le prime esperienze, il MK 7 Mod. 2 fu approvato per l’uso e messo in servizio nei reparti SEAL nel 1968. Una sua evoluzione, il MK 7 Mod. 6, del 1975, forniva capacità di missione migliorate, per soddisfare i nuovi requisiti operativi richiesti dalla USN. In pratica, lo scafo fu allungato per incrementare la capacità di carico e i contorni dello scafo furono rivisti per l’installazione di trasduttori sonar al fine di poter identificare eventuali ostacoli o pericoli sottomarini e per dirigersi con maggiore precisione verso i mezzi di recupero. Questo SDV fu utilizzato dalle forze per le operazioni speciali della Marina (SOF) e dalle squadre di demolizione subacquea (UDT) dalla fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, durante la guerra del Vietnam.
Mark 8 SEAL Delivery Vehicle (SDV) in mostra al National Navy UDT- SEAL Museum NovSEAL-053.jpg – Wikimedia Commons
Le esperienze acquisite, non sempre positive, portarono a metà degli anni ’70 allo sviluppò del MK 8 che divenne la principale piattaforma di trasporto subacquea dei SEAL per i successivi venti anni. Nel 1995, i veicoli MK 8 furono sottoposti ad un programma di estensione della vita utile che migliorarono significativamente le capacità operative di questi mezzi che continuano ad operare nella marina militare statunitense. Per completezza, nonostante gli sviluppi successivi del Mk 8, fu realizzato anche un veicolo molto diverso, progettato per attaccare le navi di superficie.
un SDV MK 9 “Little Bo Peep” con una mina LAM-5 attaccata al gruppo braccio oscillante (SAW) – autore CDR Tom Hawkins SDVmk9 LittleBoPeep.jpg – Wikimedia Commons
Questo mezzo subacqueo, sempre in dotazione ai SEAL, è denominato Mk 9 ed è funzionalmente diverso dal MK 8 (non essendo propriamente un trasportatore ma un mezzo di assalto), ma può essere anch’esso trasportato da un sottomarino e viene impiegato per attacchi contro navi nemiche impiegando due siluri Mark 31 o Mark 37 o per il rilascio di mine navali. Il sostituto del NK 8 sarà il MK 11 che dovrebbe essere full operational (FOC) nel 2024.
Il Mark 11 (SDV MK 11) è un mezzo subacqueo di nuova concezione costruito da Teledyne Brown Engineering con un contratto esclusivo di 178 milioni di dollari per dieci SDV MK 11 definiti dal US SOCOM (United States Special Operations Command) “Shallow Water Combat Submersible”, progettati per inserire ed estrarre i SEAL in ambienti ad alto rischio, in operazioni covert.
https://www.socom.mil/SOF-ATL/Documents/vSOFIC-2020/1530-1630_PEO_Maritime_Overview_CAPT_Dolloff.pdf
E’ possibile che un siluro ultraleggero Black Scorpion™ costruito da Leonardo potrebbe essere installato all’interno del SOCOM SDV MK 11 (e/o del sommergibile Dry Combat) installando dei tubi lanciasiluri da cinque pollici di diametro in grado di lanciare sei siluri da entrambi i lati, per un totale di dodici siluri.
I cilindri contenitori dei trasportatori
Un importante componente dei sistemi SDV sono i contenitori di trasporto che, come vedremo, sono indipendenti dalla piattaforma che li trasporta. Sin dagli anni ’70, al fine di poter trasportare con i sottomarini gli SDV nei trasferimenti, furono sviluppati degli appositi contenitori (Dry Deck Shelter – DDS), collocati sullo scafo dei battelli fino ad una profondità operativa di circa 500 piedi. Contenitori simili erano utilizzati dai SLC italiani durante la seconda guerra mondiale e i loro progetti erano stati acquisiti al termine della guerra, almeno concettualmente, dai tecnici della marina americana. I DDS possono trasportare e recuperare squadre di SOF compresi i Combat Rubber Raiding Crafts (CRRC) e gli SDV, il tutto senza dover riemergere; un valore aggiunto sostanziale che incrementa la flessibilità degli operatori delle forze speciali.
UDT sul ponte dell’USS Grayback imbarcano un SDV Mk 7 Mod. 6 – US Navy MK 7 Swimmer Delivery Vehicle (SDV) – U. S. Naval Undersea Museum
Tra i primi sottomarini dotati di questi contenitori trasportabili voglio ricordare l’USS Grayback (SS 574) che utilizzò questi mezzi dal 1969 al 1983. Nel giugno 1972, il sottomarino trasportò una squadra di Navy SEAL nelle acque costiere del Vietnam del Nord come parte dell’operazione Thunderhead in un ultimo tentativo di salvare dei prigionieri di guerra americani detenuti nel Vietnam del Nord. Il 16 gennaio 1982 cinque sommozzatori della Marina americana morirono in un incidente subacqueo al largo della costa di Subic Bay a seguito di un improvviso svuotamento interno. Un evento tragico che condizionò le scelte sia tecniche che addestrative negli anni seguenti. Il primo Dry Deck Shelter (denominato DDS-01S), con la capacità di ospitare, schierare e recuperare degli SDV, fu realizzato dalla General Dynamics Corporation nel 1982 e imbarcato sul sottomarino USS Cavalla.
Una curiosità La sigla dei DDS viene seguita da un numero, legato la sequenza di costruzione, e da una lettera P (Port) o S (Starboard) che identifica il lato del portellone di uscita del personale |
Un veicolo SDV MK 8 viene imbarcato a bordo del sottomarino classe Los Angeles USS Dallas (SSN 700) in preparazione per un’esercitazione di addestramento – Foto della Marina degli Stati Uniti Autore Capo Dave Fliesen (released) US Navy 060206-N-1464F-003 A SEAL Delivery Vehicle (SDV) is loaded aboard the Los Angeles-class fast attack submarine USS Dallas (SSN 700) in preparation for a Special Warfare Training exercise.jpg – Wikimedia Commons
Il Newport News Shipbuilding completò in seguito la costruzione dei DDS-02P, -03P, -04S, -05S e -06P tra il 1987 e il 1991. I primi sottomarini adattati al loro imbarco furono: USS Cavalla (SSN 684), USS John Marshall (SSN 611), USS Sam Houston (SSN 609), USS Silversides (SSN 679), USS Archerfish (SSN 678) e USS Tunny (SSN 682). Secondo Nav deck attualmente i sottomarini impiegati in questi compiti sono USS William H Bates (SSN 680), USS L Mendel Rivers (SSN 686), USS Kamehameha (SSN 642), USS James K Polk (SSN 645) e USS Dallas (SSN 700). Secondo Wikipedia, i DDS sono utilizzati da quattro ex sottomarini USN (classe Benjamin Franklin) e sei sottomarini della classe Sturgeon (SSN 637). In futuro sono previste installazioni su ulteriori sottomarini di classe Los Angeles (SSN 688) e Seawolf (SSN 21), nonché sui sottomarini d’attacco classe Virginia.
DDS e schema della struttura per un MK 9 H I Sutton – Covert Shores
In generale, i DDS hanno forma cilindrica, circa tre metri di larghezza e 3 metri di altezza, con una lunghezza di circa 13 metri per un dislocamento di 30 tonnellate. Sono costituiti da tre compartimenti realizzati in acciaio ed interconnessi fra loro tramite dei portelloni, all’interno di una carenatura in fibra di vetro; ciascuno in grado di pressurizzare l’atmosfera interna in modo indipendente fino ad una profondità di almeno 40 metri. Il primo compartimento, di forma sferica, è in realtà una camera iperbarica che può essere utilizzata per il trattamento eventuale di sommozzatori infortunati. Il compartimento centrale, detto “di trasferimento”, consente agli operatori di entrare, uscire dal sottomarino e/o da uno degli altri compartimenti. Il terzo compartimento, l’hangar vero e proprio, è di forma cilindrica con estremità ellittiche che può ospitare l’SDV e/o il personale SOF.
Il sottomarino d’attacco classe Los Angeles USS Dallas (SSN 700) lascia il porto di Suda Bay dopo una breve visita al porto. Notare il Dry Deck Shelter sul ponte che può schierare e recuperare squadre SOF da Combat Rubber Raiding Crafts (CRRC) o SEAL Delivery Vehicles (SDV), il tutto rimanendo sommersi – Autore fotografo della Marina degli Stati Uniti Paul Farley (rilasciato) US Navy 040719-N-0780F-070 The Los Angeles-class attack submarine USS Dallas (SSN 700) departs Souda Bay harbor following a brief port visit. Dallas is homported in Groton, Conn., and currently on a routine deployment.jpg – Wikimedia Commons
Il DDS è concepito per essere trasportato per mare sia da un sottomarino che da una nave, per aria da un aereo C5A o per terra da un camion appositamente progettato. Con una durata di servizio prevista di almeno 40 anni, i Dry Deck Shelter continueranno probabilmente a supportare le missioni di dispiegamento di veicoli per il trasporto dei SEAL per molti anni a venire. Secondo Naval News, US SOCOM e il Naval Special Warfare Command (NAVSPECWARCOM) hanno attualmente sei Dry Deck Shelter (DDS) obsoleti. Cinque DDS sono in fase di manutenzione continua per prolungare la loro vita utile, mentre si sta lavorando per modernizzare un DDS per ospitare sia il SDV MK 11, che il futuro sommergibile Dry Combat (che consentirà all’equipaggio e ai SEAL di rimanere all’interno di un mini-sottomarino caldo, asciutto e riscaldato durante il trasferimento), un drone sottomarino senza pilota di grande dimensione (LDUUV) o ancora un drone per operazioni di monitoraggio del campo di battaglia.
Modalità di operazione
operatori SEAL all’interno dello shelter allagato del DDS a poppa del USS Philadelphia – Fotografia ufficiale della marina statunitense – autore Andrew McKaskle, fotografo capo (subacqueo), Fleet Combat Camera, Atlantic Members of SEAL Delivery Vehicle Team Two (SDVT-2).jpg – Wikimedia Commons
In funzione del tipo di missione, i DDS possono essere impiegati in maniera diversa. Nel caso dell’impiego di un SDV questo viene alloggiato su una culla all’interno del DDS fino al momento del suo impiego. Arrivati nella zona di operazione, i sommozzatori si trasferiscono dal sottomarino alla sfera centrale e, dopo aver allagato l’hangar ed averlo equalizzato alla pressione esterna, aprono la grande porta esterna e spingono l’SDV sullo scafo esterno del sottomarino. In pratica la culla con il SDV fuoriesce dal DDS tramite un binario e, quando libero da impedimenti, imbarca gli operatori subacquei e si distacca per effettuare la sua operazione.
gommoni a scafo rigido della Special Boat Unit 4 (SBU-4) operano a fianco del sottomarino d’attacco a propulsione nucleare USS ARCHERFISH (SSN-678) durante l’esercitazione di servizio congiunto Ocean Venture ’93 – notare il DDS sul ponte – autore US Navy Camera Operator: PH2 (DV) Glen HurdUSS Archerfish (SSN-678) with DDS.jpg – Wikimedia Commons
Dopo aver condotto la missione, gli operatori dell’SDV localizzano il sottomarino mediante il sonar attivo e quindi effettuano le procedure di rientro. In caso di operazioni Mass Swimmer Lock-Out (MSLO) ovvero di trasporto di incursori senza l’ausilio di un SDV, il sottomarino si porta a profondità superficiali e i SOF fuoriescono dal shelter per dirigersi autonomamente (quindi senza l’uso di un SDV) verso il loro obiettivo che si trova ovviamente a breve distanza. A volte possono impiegare dei gommoni (conservati sgonfi all’interno dell’hangar fino al momento dell’uso) che gonfieranno ed useranno una volta in superficie.
In sintesi, questi mezzi in dotazione alla marina americana dalla fine degli anni ’60 hanno operato ed operano in tutti i mari del mondo in dotazione ai reparti delle forze speciali della marina. La loro tecnologia si è evoluta nel tempo rendendoli sempre più affidabili dal punto di vista tecnologico. Probabilmente non conosceremo mai le loro straordinarie missioni come le identità degli uomini che le hanno condotte. Le potremo solo immaginare.
Andrea Mucedola
in anteprima – personale del SEAL Delivery Team (SDV) 2 in esercitazione sul sottomarino USS Florida (SSGN 728) classe Ohio per la certificazione operativa degli SDV – autore specialista senior comunicazioni di massa Andrew McKaskle (rilasciato)
SEAL Delivery Vehicle operations.jpg – Wikimedia Commons
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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