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livello elementare.
ARGOMENTO: COMUNICAZIONI
PERIODO: XX SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: comunicazioni radioelettriche, Morse
Il 31 dicembre 1997 non fu semplicemente la data che indicava la fine di un anno. Quella data entrò di diritto tra le date storiche, e in futuro le nuove generazioni la troveranno solo in qualche enciclopedia o magari nei libri di storia, poiché fu la data in cui si concluse una avventura iniziata circa 150 anni fa. Il 31 dicembre 1997 andò nell’etere per l’ultima volta una trasmissione Morse sulla frequenza internazionale di soccorso in radiotelegrafia, la ormai mitica 500 kHz, la cui frequenza alternata era la 512 kHz.
Sembra che la radiotelegrafia abbia fatto il suo tempo e sia stato ritenuto opportuno mandarla in pensione, soppiantata da modernissimi e più sicuri mezzi di trasmissione satellitari. Sistemi certamente affidabili ma soggetti a disturbi atmosferici o deliberati che rappresentano ancora solo una piccola parte del potenziale tecnologico che menti geniali continuano a progettare e sperimentare per le telecomunicazioni del terzo millennio.
l’autore 2009 su Nave Cavour – foto di proprietà dell’autore
Ritengo comunque che l’orecchio allenato di un abile radiotelegrafista (RT), con la capacità di distinguere i segnali morse, è ancora indice di migliore affidabilità. Nei moltissimi anni del suo impiego fu grazie a quei capaci RT se si riusciva a comunicare con chiunque e ovunque, permettendo a molte navi di segnalare avarie o richiedere soccorsi.
E’ quindi giusto e doveroso salutare quell’ultima trasmissione radio riassumendo molto brevemente la storia e le origini delle radiocomunicazioni e di un alfabeto internazionale che non ha bisogno di traduttori, che permetteva di comunicare in ogni angolo della terra in CW (continuous wave), una sigla che indica semplicemente la modalità di “trasmissione di una portante interrotta col tasto”.
Era il lontano 1835 quando l’americano Samuel Morse, con l’aiuto del suo assistente Alfred Vail, elaborò un sistema di punti e linee che a seconda della sequenza rappresentavano ogni singola lettera dell’alfabeto, più le cifre da 0 a 9 e alcuni cosiddetti segni speciali (punto, virgola, parentesi ecc.).
Nel 1843, con l’aiuto governativo, poté costruire la prima linea sperimentale Washington-Baltimora e trasmettere il 24 maggio 1844 un primo telegramma dal seguente testo: “What hath God wrought” (inglese arcaico che si può tradurre in: Ciò che Dio ha elaborato).
Le marine da guerra delle grandi nazioni per prime compresero la grande utilità del nuovo mezzo di comunicazione; tra esse la marina italiana vanta storicamente il primo posto, poiché il primo impiego della radiotelegrafia sul mare ebbe luogo per mezzo delle esperienze compiute a bordo della pirofregata San Martino a La Spezia da parte di Guglielmo Marconi.
Tra il 17 ed il 19 luglio 1897 la pirofregata corazzata San Martino venne impiegata a La Spezia per esperimenti di radiotelegrafia senza fili condotti da Guglielmo Marconi per conto della Regia Marina: sulla nave vennero installati dei ricevitori che si dimostrarono in grado di ricevere con chiarezza il segnale trasmesso nei pressi dell’officina di San Bartolomeo sino ad oltre 16 km di distanza – da wikipedia
Marconi, al centro, esegue l’esperimento nel golfo di La Spezia – da GUGLIELMO MARCONI LO SCIENZIATO CHE HA INVENTATO LA RADIO di Giuliano Nanni, Giancarlo Morolli e Barbara Valotti
Successivamente la radiotelegrafia fu impiegata sulle navi della squadra inglese nel 1899. Il primo messaggio ufficiale della Marina statunitense, trasmesso dallo stesso Marconi come operatore, fu inviato dal Steamship Conge alla stazione di Highland sulla costa del New Jersey. La trasmissione avvenne durante una parata navale in onore di ADM George Dewey, USN, di ritorno vittorioso da Manila. La USN fu talmente entusiasta dei primi risultati che, nel 1902, nominò una commissione per determinare il tipo di radio apparato più adatto a soddisfare le esigenze navali. A seguito dei test le principali navi della flotta statunitense furono equipaggiate con apparecchiature radio senza fili tedesche Slaby-Arco. Guglielmo Marconi supervisionò l’installazione del suo sistema telegrafico nelle corazzate USS New York e la USS Massachusetts e la torpediniera USS Porter. Separati da 36 miglia di oceano, queste tre navi incominciarono a scambiarsi segnali radio.
L’USS Massachusetts. giugno 1901 USS Massachusetts (BB-2) – Wikipedia
Nello stesso tempo la Marina da guerra francese iniziò anch’essa l’uso della radio sulle proprie navi, traendo vantaggio delle esperienze fatte con apparecchi Marconi fra Vimereux, presso Boulogne, e South Foreland Lighthouse. In seguito, fu adottata dalle marine da guerra tedesca, russa e giapponese impiegando anch’esse la radiotelegrafia a scopi navali, seguite gradatamente da tutte le altre marine da guerra. La prima pratica applicazione della radiotelegrafia in guerra navale ebbe luogo nel conflitto russo-giapponese nel 1904-1905.
sintonizzatore multiplo Marconi del 1907 numero speciale su Marconi da Rivista Elettronica e Telecomunicazioni, nr. 1, ERI, 1995
Nel campo della Marina mercantile, il primo impiego della radiotelegrafia su una nave mercantile avvenne il 20 luglio 1898, quando Marconi, a bordo del piccolo piroscafo Flying Huntress, effettuò la trasmissione delle notizie relative alle regate di Kingstown in Irlanda per conto del giornale Daily Express. L’applicazione della radio nella Marina Mercantile ebbe lento sviluppo fino a quando il piroscafo italiano Conte Rosso stabilì, il 10 maggio 1932, il primo collegamento radiotelefonico fra la Cina (Shanghai) e l’Europa. Lo stesso piroscafo fece alla fine dello stesso mese il primo servizio radiotelefonico di stampa fra l’Oceano Indiano e l’Europa per iniziativa della Società Italiana Radio Marittima (S.I.R.M.). Lo sviluppo dei servizi radio per la Marina Mercantile richiese presso ogni grande nazione una speciale organizzazione tecnica e amministrativa.
Avendo un carattere essenzialmente internazionale, fu necessario disciplinarli con convenzioni internazionali, frutto di elaborati studi da parte dei governi delle principali nazioni e d’importanti conferenze radiotelegrafiche tenute a Berlino nel 1906, a Londra nel 1912, a Washington nel 1927 ed a Madrid nel 1932. L’applicazione della radiotelegrafia per il collegamento fra punti fissi si palesò particolarmente utile per le grandi distanze attraverso mari e continenti; ma, nei primi anni di vita della radio, molti ostacoli sembravano insuperabili per raggiungere tale grandioso scopo.
Nikola Tesla sviluppò il sistema a “accoppiamento smorzato” che produceva un’onda portante molto più coerente, con meno interferenze, maggiore efficienza e poteva essere impiegato in ogni condizione meteorologica. Marconi, ispirato da vari sperimentatori (principalmente da Tesla), sviluppò una telegrafia senza fili utilizzando trasmettitori ad arco ad alta potenza. Un tipo di trasmettitore a spinterometro di Nikola Tesla Fonte: H. S. Norrie, “Bobine Induttive: come farle, usarle e ripararle”. Norman H. Schneider, 1907, quarta edizione, New York.
Il primo collegamento radio dall’Europa all’America, eseguito da Guglielmo Marconi nel 1901 con un sistema a scintilla a spinterometro fisso (lunghezza d’onda di circa 2.00 metri) aprì la vita a questa nuova importante applicazione delle radiocomunicazioni.
Il primo servizio pubblico radiotelegrafico intercontinentale fu stabilito fra le stazioni radio marconiane di Clifden in Irlanda e di Glace Bay nel Canada nel 1907, con il sistema Marconi a “scintilla musicale” che adottava un disco rotante. Tale servizio intercontinentale fu seguito da quello stabilito dal governo italiano fra la stazione marconiana di Coltano (Pisa) e le stazioni analoghe di Massaua e di Mogadiscio negli anni 1910-1911. L’impiego delle radiocomunicazioni a scopo militare (oltre a quello già sopra accennato fra navi da guerra) ebbe luogo per la prima volta fra stazioni terrestri fisse e mobili durante la guerra anglo-boera. Furono allora impiegate con successo delle piccole stazioni dotate di apparati Marconi.
Nell’Esercito italiano la prima efficiente applicazione della radio con stazioni mobili ebbe luogo con apparecchi Marconi nell’anno 1905 durante le grandi manovre tra Roma e Caserta e in modo più esteso, fra le alte montagne, nelle grandi manovre presso Domodossola nel 1906. In tale occasione fu anche sperimentata la prima stazione mobile autoportata (brevetto Solari).
Durante la guerra libica (1911-1912) furono fatte dall’Esercito italiano alcune applicazioni della radio, successivamente l’esercito serbo impiegò le stazioni portatili Marconi a scintilla in Macedonia durante le guerre balcaniche. Lo sviluppo dell’aviazione fece subito pensare all’impiego della radio per collegare gli aeroplani fra loro e con la terra, ma per vario tempo si credette che il frastuono dei motori rendesse impossibile la ricezione, e che la mancanza di presa di terra rendesse assai limitata la portata di trasmissione; ad ogni modo le prime esperienze al riguardo iniziarono verso il 1912.
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Nel 1914, all’inizio della Prima Guerra Mondiale, tutti gli eserciti procurarono di valersi di questa nuova utilissima applicazione della radio sia come prezioso ausilio al servizio di esplorazione, sia per la regolazione del tiro. Le prime pratiche applicazioni della radio nell’aviazione ebbero luogo nell’autunno del 1915; ma nei primi tempi furono impiegati a bordo degli aeroplani i soli trasmettitori, data la difficoltà creata alla ricezione auricolare dal forte rumore dei motori. Si riuscì poi a superare tale difficoltà stabilendo un regolare e completo servizio radio fra aeroplani in volo e fra essi e le stazioni terrestri. Fra le più importanti applicazioni della radio nell’Aeronautica, va ricordata quella fatta dal generale Italo Balbo nelle traversate da lui compiute con le sue squadriglie fra l’Europa e l’America Meridionale nel gennaio 1932 e fra l’Europa e l’America Settentrionale nel luglio 1933.
Concludendo questo breve racconto della storia della radiotelegrafia, vorrei ricordare che la prima richiesta di soccorso ricevuta in Morse sulla frequenza di 500 kHz risale al 23 gennaio 1909, quando la nave di linea inglese “Republic”, a causa della nebbia, ebbe una collisione con il piroscafo “Florida” al largo di New York; fu grazie ai messaggi radio lanciati che tutti i passeggeri poterono essere salvati. Nel 1912, 700 passeggeri delle 2.200 persone imbarcate sul celebre “Titanic”, nella sua crociera inaugurale, furono salvati grazie ad un appello radio, ricevuto da un operatore della American Marconi, tale David Samoff. In seguito a questo clamoroso salvataggio, l’impiego della radiotelegrafia a bordo delle navi passeggeri, superiori a un dato tonnellaggio, fu reso obbligatorio per legge da parte di molti governi.
1983, radiotelegrafista su Nave Ardito – foto dell’autore
Da allora sono milioni le vite umane che sono state salvate nei mari ed oceani del mondo, grazie alla trasmissione e successiva ricezione di quella breve serie di tre punti – tre linee – tre punti ( … — … ) che indicano la richiesta di soccorso S O S (Save Our Souls).
Dario Petucco
Nota
Il segnale QRT è un segnale di servizio del codice internazionale “Q” che significa “chiudo/chiudete le trasmissioni”. Il codice Q è in poche parole un elenco di segnali che sintetizzano una domanda, nel caso sia seguito da un punto interrogativo, o una risposta dettagliata. Nato per la radiotelegrafia, è usato anche in fonia per la sua concisione e per standardizzare le comunicazioni.
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Dario Petucco, nato a Bassano del Grappa il 18 novembre 1964, da molti anni risiede a Castelnuovo Magra. Ha intrapreso appena sedicenne la carriera nella Marina Militare italiana nella categoria radiotelegrafista, prestando servizio a bordo di diverse Unità navali, nonché presso Comandi terrestri italiani e stranieri, partecipando a missioni di pace e operazioni internazionali. Nel settembre del 2018, ha lasciato il servizio attivo. Nell’arco dei suoi 37 anni di servizio effettivo, gli sono state conferite molte onorificenze: tra le più prestigiose citiamo un Encomio Solenne al rientro dalla missione in Iraq nel 2006, e il conferimento da parte del Presidente della Repubblica italiana della Medaglia Mauriziana al merito di dieci lustri di carriera militare nel 2017. La sua attività letteraria iniziata molto presto scrivendo poesie, è accresciuta negli anni con racconti e fiabe, conseguendo risultati lusinghieri a diversi concorsi letterari. A luglio del 2013 ha pubblicato il libro Il mio Iraq – Un marinaio a Baghdad, Edizioni Cinque Terre, con prefazione di Marco Buticchi, e nel febbraio del 2016 l’e-book Favole per ogni età sulla piattaforma online Streetlib. A maggio del 2021 ha pubblicato il libro 9.331 miglia, Porto Seguro Editore, vincitore della Menzione d’Onore nel 2022 al concorso letterario internazionale Lord Byron Porto Venere Golfo dei Poeti.