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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XVIII SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Danimarca, Algeria
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Danimarca e Algeria non sono particolarmente vicine e, parlando del XVIII secolo e della costa barbaresca, siamo portati a pensare che gli interessi danesi nella zona non fossero particolarmente alti.
Nei secoli XVI-XIX vi sono diversi conflitti tra potenze europee e stati barbareschi. Nella maggior parte dei casi, a scatenare le ostilità sono la cattura e vendita come schiavi di marinai e civili europei o la richiesta, da parte del Dey di turno, di ottenere una maggiorazione sul tributo annuo che molti stati europei pagano per evitare assalti alle loro navi. Nel XVIII secolo il Regno di Danimarca, pur non avendo uno sbocco diretto sul Mediterraneo, sta aumentando i traffici verso Oriente e ha diverse navi che incrociano tra le colonne d’Ercole e la Siria.
Ritratto del re Cristiano VII dI Danimarca in abiti di coronazione e con in mano una corona e uno scettro – consegnato dal re Cristiano VII all’ambasciatore francese, il conte Jean-François Ogier D’Vry (1703-1775) nel 1772 – Fonte Stoccolma, Museo nazionale svedese, Alexander Roslin, 2007, p. 130 No. 4 e piastra a colori, p. 174. – Autore foto Frederiksborg Slot e Christie’s, Lotfinder: voce 5277785
Christian VII 1772 by Roslin.jpg – Wikimedia Commons
Per limitare il problema della cattura dei propri marinai da parte degli schiavisti nordafricani, la Danimarca istituisce una Slavekassen (Cassa per gli Schiavi) già a metà del Seicento. Si tratta di un fondo assicurativo che consente il pagamento del riscatto dei marinai danesi senza necessità di rivolgersi alle famiglie (solitamente non abbienti) di questi ultimi). Una bozza di welfare state, se vogliamo parlare in termini moderni, calata nel contesto di 400 anni fa. Ad ogni modo, per risolvere il problema alla radice, Re Cristiano VII, salito al trono nel 1766, accetta di pagare il tributo pattuito al Dey di Algeri, ma dopo pochi mesi si insedia al governo della città nordafricana un nuovo Dey, Baba Mohammed ben-Osman.
tenuta del Dey di Algeri, 1Leynadier et Clausel, Histoire de l’Algérie française, Paris, Morel, 1846 – autore T. Guérin Dey d’alger.jpg – Wikimedia Commons
La denominazione del governatore di Algeri nel corso dell’era moderna crea spesso confusione tra chi non padroneggia la materia. In breve, Algeri (eccezione fatta per la breve dominazione di Carlo V) rimane sotto il controllo ottomano (a volte più formale che sostanziale) dal 1516 al 1830. Dal 1516 al 1577 il “governatore” prende il nome di Beylerbey (“emiro degli emiri”, diretta emanazione della Sublime Porta con grande autonomia); dal 1577 al 1659 Pasha (in linea di massima rimangono in carica 2-4 anni) ed hanno un’enorma importanza altre istituzioni: la odjak, ossia la milizia gemella dei Giannizzeri, i raïs de taifa, ossia i proprietari di vascello, e il diwan, ossia consiglieri e personaggi di corte.
Dal 1659 al 1671 si succedono quattro Agha (più governatori militari che amministratori), dal 1671 al 1830 abbiamo i Dey (fino al 1689, il Dey viene scelto dai raïs de taifa, dal 1689 al 1830 dalla odjaq). All’inizio del 1769, Baba chiede un forte incremento del tributo versato dalla Danimarca, minacciando di iniziare ad attaccare le navi danesi in caso di risposta negativa. Quando questa arriva, Baba passa subito ai fatti: cattura tre navi danesi e vende gli equipaggi al mercato degli schiavi.
Come rappresaglia, Cristiano VII manda una flotta di otto vascelli a bombardare Algeri, sperando così di far scendere il Bey a più miti consigli. Si tratta di un metodo ben collaudato, utilizzato anche da Inglesi e Francesi, ma, in questo caso, qualcosa va storto.
In realtà, vista le condizioni mentali di Cristiano, che soffre di depressione e schizofrenia, gran parte del potere viene esercitato, in quel periodo, dal suo medico Johann Friedrich Struensee. Quest’ultimo, tra l’altro, prende molto sul serio questo avvicendamento, tanto da intrecciare una relazione amorosa con la regina Carolina Matilde e da darle una figlia, Luisa Augusta. Scoperto il tradimento, nel 1772 Cristiano VII ripudia la moglie e fa condannare a morte Johann Struensee, che viene decapitato e il suo corpo squartato ed esposto al pubblico. |
Oltre a incontrare un notevole fuoco di sbarramento proveniente da Tripoli, sulle navi danesi scoppia un’epidemia di febbre tifoide. Nel giro di pochi giorni, centinaia di marinai cadono malati. In tutto, ne muoiono quasi 500. La flotta danese, dopo aver sparato solo 75 colpi, abbandona l’assalto e si limita a tentare un blocco navale della città. Il blocco non ha però grande successo, tanto che, alla firma del nuovo accordo di pace (1772), la Danimarca non ottiene alcuna condizione più favorevole.
Gabriele Campagnano
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Diplomato al Liceo Classico Francesco Vivona di Roma e laureato in Giurisprudenza (indirizzo storico comparatistico), ha esercitato la professione di legale d’azienda prima di dedicarsi alla comunicazione d’impresa e istituzionale. Ha conseguito il Master Universitario di 2° livello – CMU2 in Scienze Giuridiche presso la LUISS. La sua passione principale è sempre stata la storia. Ha letto Storia di Roma Antica, di M. Grant, a soli 7 anni, e da allora non si è più fermato. In tutto, la sua biblioteca storica digitale conta più di 4.000 titoli. È il fondatore e presidente di Zhistorica e Necrosword. Ha scritto più di 250 articoli e tre libri: Storia della Presa di Famagosta (2014), I Padroni dell’Acciaio (2017) e Zodd, Alba di Sangue (2018)
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