Conoscere il Natale
Perché una festa antica nel tempo riesce ancora a commuoverci? Forse perché in quella notte magica ritroviamo la nostra fanciullezza, la vita semplice di quando aspettavamo davanti al presepio e sotto l’albero con stupore senza età la realizzazione dei nostri sogni? Crescendo si perde la dimensione del sogno, attanagliati dalla realtà di tutti i giorni, ma per miracolo in quei giorni, pieni di luce e di speranza, molte delle nostre preoccupazioni si dissolvono come la neve al sole.
Forse perché in questo mondo che va a rotoli e ci appare senza futuro, in quella notte magica una luce di speranza si riaccende facendoci sognare ancora. Un abbraccio a tutti coloro che, in questo triste periodo sono soli o impegnati in servizio per noi per assicuraci aiuto e sicurezza. Ai medici e agli infermieri negli ospedali, che combattono a denti stretti contro questa maledetta epidemia che ahimè non è la sola nostra preoccupazione. Penso ai malati oncologici ed a quelli che necessitano cure continue che non possono essere dimenticati o messi in seconda linea. Penso a coloro che prestano servizio nelle caserme, ai vigili del fuoco, alle forze di polizia ed ai militari che operano sul territorio e nelle basi lontane per assicurare la nostra sicurezza. Non ultimi coloro che sono soli, ancor più soli a causa di questa situazione aberrante e della vita … un messaggio anche per loro … non siete soli <3 A tutti Buon Natale.
Raccontiamo oggi il Natale, la sua tradizione, i suoi canti con un pensiero affettuoso anche a coloro che sono lontani nei mari del mondo e che in quel momento, scandito dall’orologio di bordo, pensano alle famiglie e agli affetti lontani.
Indietro nei secoli
Le origini storiche della festa non sono note. Probabilmente la tradizione cristiana si intrecciò con quella pagana che celebrava in quel periodo una serie di ricorrenze e riti legati al mondo rurale in onore di Saturno, dio dell’agricoltura, durante i quali avvenivano scambi di doni e sontuosi banchetti. La prima menzione certa della Natività di Cristo alla data del 25 dicembre risale invece al 336 dopo Cristo nel Chronographus del letterato romano Furio Dionisio Filocalo. Probabilmente la sua data venne fissata nel 354 d. C. al 25 dicembre quando Papa Liberio decise di fissare la data del 25 dicembre per sostituire la festa pagana del Natalis Solis Invicti, legata anche al solstizio di inverno, con la celebrazione della nascita di Cristo, che veniva indicato nel Libro di Malachia come nuovo “sole di Giustizia”.
Il Natale nel mondo
Per i Cristiani il 25 dicembre divenne quindi una data cardine in cui il Salvatore nasce sulla Terra. Per i Cattolici il Natale incomincia la mezzanotte del 24 dicembre, al termine della Santa Messa, quando il Santo bambino viene posato nella culla. In quella notte le famiglie si ritrovano e scambiano gioia, affetto e doni nella atmosfera della nascita. La festa prosegue per tutto il giorno ed apre un lungo periodo di festività. Le chiese ortodosse in Russia, Serbia, Gerusalemme, Ucraina, Etiopia e alcune chiese greco ortodosse usano il vecchio calendario “giuliano” per cui il Natale viene celebrato il 7 gennaio. In Armenia, la Chiesa apostolica di Gerusalemme, che segue anch’essa il calendario giuliano, lo celebra invece il 19 gennaio.
Prima di Natale, molti cristiani seguono il tempo dell’Avvento per prepararsi a celebrare la gioia del Natale. L’Avvento è un periodo di quattro domeniche prima del Natale in cui ogni domenica si usa accendere una candela. In molte chiese cattoliche ortodosse e orientali, l’Avvento dura 40 giorni, e parte dal 15 novembre, o, nel caso delle chiese ortodosse che celebrano il Natale il 7 gennaio, il 28 novembre. Dopo l’Avvento, tradizionalmente, le celebrazioni natalizie iniziano il giorno di Natale e durano 12 giorni concludendosi la notte del 5 gennaio quando con il 6 gennaio, ovvero l’Epifania, viene ricordato l’arrivo dei tre Magi.
Sebbene questa data viene spesso ricordata come la fine delle feste (Epifania tutte le feste si porta via) la fine delle celebrazioni natalizie dovrebbe arrivare il 2 febbraio, 40 giorni dopo Natale, con la Candelora, conosciuta anche come “Presentazione di Gesù al Tempio” o “Festa della Purificazione della Vergine”. Il nome Candelora deriva dalla “Candela Messa” perché in molti servizi di Candelora, le candele sono benedette per essere utilizzate nelle chiese durante l’anno successivo o vengono distribuite a persone che possono usarle nelle loro case.
La tradizione del Presepe
Tornando al periodo natalizio è tradizione cristiana approntare il presepe, una rappresentazione sacra della nascita di Gesù con personaggi reali o statuine di vari materiali. San Francesco d’Assisi ed i suoi seguaci crearono il primo presepio a Greccio nel 1223, per ricordare alla popolazione che Gesù era nato in una famiglia povera. San Francesco impiegò pastori e contadini del luogo inseriti in un contesto centrato intorno alla capanna con il Bambinello, Maria e San Giuseppe.
Questa usanza si diffuse dappertutto e si crearono rappresentazioni con persone reali che interpretavano le parti dei personaggi della storia cantando inni al Signore. Questi furono forse i primi canti popolari natalizi. In alcuni paesi come l’Italia e Malta, e in molti paesi sudamericani, il presepe è la decorazione natalizia più importante.
La città di Napoli, Italia, ha una antica tradizione di presepi. I presepi chiamati “Pessebres” sono famosi anche nella regione della Catalogna, Spagna.
Canti natalizi
Andiamo ai canti natalizi. Sebbene si ascoltino spesso canti di recente scrittura, la loro storia si perde nel tempo. Parliamo delle Carole che venivano cantate durante le celebrazioni del Solstizio d’Inverno mentre la gente ballava intorno a cerchi di pietre. Il solstizio d’inverno è il giorno più corto dell’anno, di solito il 22 dicembre. La parola Carol in realtà significa danza o canto di lode e gioia e, sebbene le carole fossero cantate in tutte le stagioni, la tradizione è rimasta solo nel periodo natalizio. Probabilmente, nel nord dell’Europa, i primi cristiani sostituirono le celebrazioni pagane del solstizio con il Natale ed i canti divennero natalizi, ovviamente con testi diversi.
Nel 129, sembra che un canto intitolato “L’inno degli angeli” fu cantato durante un servizio di Natale a Roma. Un altro famoso inno natalizio fu scritto nel 760 da Comas di Gerusalemme per la Chiesa greco-ortodossa. Poco dopo, molti compositori di tutta Europa iniziarono a scrivere “canti natalizi”. Tuttavia, vi era una barriera spesso insormontabile per il popolo: la maggior parte dei canti era in Latino. Ancora una volta il cambiamento fu grazie a San Francesco d’Assisi quando, nel 1223, iniziò la sua Natività in Italia. I personaggi intonavano canti che raccontavano la storia nella lingua del popolo in modo che tutti potessero comprendere e partecipare. Inutile dire che i nuovi canti si diffusero in Francia, Spagna, Germania e in tutti i paesi europei.
Il pezzo che segue è una carola inglese natalizia del XIII secolo, The little Babe.
Sembra che uno dei primi fu scritto in Inghilterra nel 1410. Purtroppo solo un piccolissimo frammento di esso esiste ancora. Il canto era dedicato a Maria e Gesù che incontravano persone diverse a Betlemme. Di solito venivano cantati nelle case piuttosto che nelle funzioni religiose. Quando Oliver Cromwell e i Puritani salirono al potere in Inghilterra nel 1647, la celebrazione del Natale e la tradizione dei canti fu interrotta. Tuttavia, essi sopravvissero in segreto. Le Carole rimasero ufficialmente sconosciute fino all’epoca vittoriana, quando William Sandys e Davis Gilbert raccolsero molte antiche musiche natalizie dai villaggi inglesi.
In Germania, va menzionato il Veni veni Emmanuel, pubblicato per la prima volta a Colonia, nel 1710. Un canto, questo, di cui non si conosce l’autore della melodia, che provenne probabilmente da un inno processionale di monache francesi del XV secolo ma divenne poi un canto natalizio, soprattutto nei paesi anglosassoni, dove fu stato tradotto in O come o come Emmanuel nel 1800 dall’inglese John Mason Neale.
Sempre nel XV-XVI secolo troviamo un altro canto di Natale molto famoso dal titolo God Rest Ye merry, gentlemen, pubblicato per la prima volta nel 1833 a Londra, nel volume Christmas Carols Ancient and Modern, una raccolta di canti natalizi curata da William Sandys, un avvocato londinese membro della Percy Society. Questo canto lo troviamo presente anche nel secondo movimento della Carol Symphony di Victor Hely-Hutchinson del 1927 oltre che citato nel famosissimo libro Il Canto di Natale di Charles Dickens.
In Italia i primi canti del Natale sono seicenteschi ed erano in pratica delle ninne-nanne in ode al Gesù bambino; nell’Italia settentrionale le più conosciute sono le nenie veneziane e bergamasche. Nel meridione i pastori delle campagne intonavano canti ispirati sonoramente alle laudi cantate durante le processioni liturgiche svolte nel centro Italia intorno al XIII secolo dedicate al Gesù Bambino, in lingua napoletana, sarda e siciliana. Ma non fu solo tradizione popolare. In ambientie colti vennero scritte “Pastorali”, come l’“Oratorio di Natale” di Bach, musicalmente molto più complesse rispetto ai canti del popolo. La musica di repertorio natalizia italiana, tra i cantici più importanti, ricordo “Tu scendi dalle stelle”, “Adeste Fideles”, di cui esistono diversi arrangiamenti.
Tu scendi dalle stelle fu composta nel 1754 dal Vescovo napoletano e compositore, Alfonso Maria de’ Liguori. Pare che Tu Scendi dalle Stelle, derivi dal modello melodico di un altro canto napoletano, scritto dallo stesso compositore, chiamato “Quanno nascette Ninno”; la scelta della lingua napoletana fu dettata dalla necessità di estendere questo canto alla comprensione generale del popolo, benché questo venne pubblicato in lingua italiana “Per la nascita di Gesù”.
Diversamente dal Tu scendi dalle Stelle, Adeste Fideles è invece un cantico natalizio la cui paternità rimane ignota. Dalle ricerche storiografiche, emerge soltanto il nome del trascrittore che si occupo di trascrivere manualmente sia il testo che la partitura. Costui è Sir John Francis Wade, che avrebbe trascritto la melodia da un tema popolare irlandese commissionato per un coro cattolico francese provenzale.
Spiritualità e secolarizzazione
Nel corso dell’ultimo secolo, con il progressivo secolarizzarsi dell’Occidente, e in particolar modo dell’Europa Settentrionale, il Natale ha continuato a rappresentare un giorno di festa anche per i non cristiani, assumendo significati sempre più materialistici con una significativa rilevanza in termini commerciali ed economici, legata all’usanza dello scambio di doni.
In questo ambito, il Natale è generalmente vissuto come festa legata all’incontro tra parenti ed amici ed allo scambio di regali portati da Babbo Natale.
Nel contempo la festa del Natale, si è diffusa in maniera crescente in molte aree del mondo, estendendosi anche in Paesi dove i cristiani sono piccole minoranze, come in India, Pakistan, Cina, Taiwan, Giappone e Malaysia.
Per coloro che pensano che il Natale sia un’offesa alle altre religioni, va detto che il Corano, alla sura 9, racconta che Maria, dopo aver ricevuto l’annuncio da parte di un angelo avrà un bambino «puro» come “segno per gli uomini di misericordia“. Maria si ritira nel deserto e, al suo ritorno, i compaesani la offendono pensando che abbia perso il suo onore. Poco dopo aver partorito, suo figlio, Gesù, inizia a parlare alle genti e così Maria può spiegare a tutti che suo figlio è un profeta. Sebbene la natività sia quindi riportata in maniera similare, i musulmani non festeggiano il Natale in quanto negano che Gesù sia l’incarnazione di Dio e perciò, secondo il loro credo, non è necessario celebrarne la nascita. Questo comporta che in alcuni Paesi musulmani è vietato festeggiare la festività, anche se, in Paesi come gli Emirati non è raro vedere piccoli presepi esposti nelle strade e nei grandi magazzini. Fanno eccezione l’Iran, dove i cristiani sono numerosi, e si può pregare nelle Chiese e porre addobbi natalizi nelle strade.
Anche in Irak, dove i cristiani curdi sono molto presenti, a Dubai e nei Paesi del Golfo non ci sono problemi a festeggiare pubblicamente il Natale (ho visto presepi esposti nelle vetrine dei negozi) ma esso viene considerato una festività pagana e “commerciale”.
Comunque la pensiate, il Natale con la sua atmosfera di serenità mette insieme tutti, avvolgendoci in un abbraccio di amore che richiama la nostra fanciullezza … un presepe con un bambinello, con il bue e l’asinello, Maria e San Giuseppe sotto un cielo di stelle di carta … avvolti nella musica del Natale.
Un sereno Natale a tutti
Un idea regalo?
Sarebbe bello poter girare per le strade piene di luci, e ricercare nei negozi un pensiero per le persone più care … quest’anno sarà però un Natale diverso … Fate attenzione, pensate che il regalo più bello che potete fare e non apportare male agli altri … gli altri che non sono solo amici e conoscenti ma anche le vostre stesse famiglie. Purtroppo, come avviene in tutte le epidemie, l’arma più potente è il distanziamento dagli altri … triste, doloroso ma necessario. Ancora un ultimo pensiero a chi è solo, chi vive questo momento con tanta pena nel cuore … vorremmo avere una bacchetta magica per starvi ancora più vicini … ma purtroppo esiste solo nelle favole. Vi staremo vicini con le nostre pagine quotidiane per farvi compagnia e darvi speranza. Presto tutto finirà. Buon Natale a tutti.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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