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Titolo : Impariamo a ridurre le plastiche in mare

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  Address: OCEAN4FUTURE

La Difesa italiana ha annunciato un accordo per il finanziamento di 220 milioni di euro dalla BEI per costruire tre nuove navi oceanografiche

Reading Time: 5 minutes

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livello elementare
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ARGOMENTO: MARINA MILITARE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MATERIALI 
parole chiave: Marina militare italiana, navi idrografiche, BEI, MEF
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Dopo anni di onorato servizio, le navi idrografiche della Marina Militare italiana, Magnaghi, Aretusa e Galatea, appartenenti al Comando Squadriglia navi idrografiche ed esperienze con sede a La Spezia si avviano al pensionamento dopo aver raggiunto il limite della propria vita operativa. La Marina Militare italiana ne ha comunque previsto il rimpiazzo con unitร  di nuova costruzione costruite con tecnologie allo stato dellโ€™arte.

La componente idrografica della marina militare italiana

Probabilmente le avrete viste nelle loro soste nei porti, a margine della loro intensa attivitร  operativa, caratterizzata dalla pitturazione dello scafo bianca che le distingueva dalle navi grigie della Squadra Navale. Consegnata alla Marina Militare nel 1975, Nave Magnaghi vanta oltre 45 anni di attivitร  ma, essendo stata periodicamente aggiornata nelle apparecchiature di rilievo idro-oceanografico, fornisce ancora un validissimo contributo nelle attivitร  di esplorazione dei fondali e di raccolta di dati oceanografici. In collaborazione con Enti universitari, CNR e Ministero dellโ€™Ambiente, viene infatti ancora utilizzata per il monitoraggio dellโ€™evoluzione della colonna dโ€™acqua. La capacitร  di effettuare rilievi idrografici e oceanografici in ambiente portuale e costiero รจ assicurata dalla presenza a bordo di tre imbarcazioni appositamente attrezzate, in grado di operare anche in contemporanea su piรน aree. 

Nave Aretusa, photo credit MMI

Nave Aretusa e Nave Galatea, appartenenti alla Classe Ninfe, costruite dal Cantiere Intermarine S.p.A. della Spezia, sono di piรน recente acquisizione. Realizzate nel 2002, con una architettura a catamarano, sono state concepite per condurre attivitร  idro-oceanografiche in acque portuali, costiere e dโ€™altura. Dotate di un moderno sistema di automazione della piattaforma, che consente il controllo a distanza degli impianti di bordo e di imbarcazioni per lโ€™esecuzione di rilievi idro-oceanografici in zone costiere e portuali, si sono dimostrate unitร  altamente efficaci ma si avvicinano al limite sโ€™etร  che le renderebbe non piรน costo efficaci.

un tecnico Enea a bordo di nave Aretusa – fonte MMI

Le caratteristiche principali delle unitร  della classe โ€œNinfeโ€ sono lโ€™elevata manovrabilitร  e la precisione nel mantenimento della posizione, ottenuto grazie a un sofisticato sistema di posizionamento dinamico. Mantenere una posizione precisa in mare รจ infatti essenziale quando si utilizzano apparati e sensori immersi nellโ€™acqua o nel caso di particolari operazioni batimetriche. Dotate di un moderno sistema di automazione della piattaforma, che consente il controllo a distanza degli impianti di bordo e di imbarcazioni per lโ€™esecuzione di rilievi idro-oceanografici in zone costiere e portuali, si sono dimostrate unitร  altamente efficaci ma anche loro si avvicinano al limite dโ€™etร  che le renderร  non piรน costo efficaci. In particolse Nave Aretusa รจ stata impegnata nel primo esperimento pilota nel Mediterraneo per valutare la portata di microplastiche da parte dei grandi fiumi in collaborazione con ricercatori dellโ€™Universitร  di Siena, che stanno dando vita ad un ampio piano di mappatura delle plastiche nel mar Mediterraneo, nellโ€™ambito di Med Solution e della rete ONU sullo sviluppo sostenibile Sustainable Development Solutions Network, ancora una volta in stretta collaborazione con la Marina Militare.

Un investimento pilota di grande interesse
La notizia che il Ministero della Difesa abbia ottenuto un prestito da 220 milioni di euro dalla Banca Europea per gli investimenti per il tramite del Ministero dellโ€™economia e delle finanze fa ben sperare che queste navi trovino in futuro delle degne sostitute. Il loro impiego futuro รจ necessario per continuare, in un desolato panorama di scarsi investimenti della ricerca oceanografica e scientifica in Italia, per la necessaria valutazione dei cambiamenti climatici e lโ€™aggiornamento dei sussidi idrografici necessari per la sicurezza della navigazione. In un mondo 3.0, che sarร  caratterizzato sempre piรน da sistemi agili di gestione delle informazioni, la disponibilitร  di dati รจ essenziale per poter elaborare strategie di mitigazione degli effetti climatici. Senza conoscenza non c’รจ futuro.

un disegno di progetto ipotetico dell’unitร  idrografica maggiore – Fincantieri

Ipoteticamente, le tre future navi, la cui costruzione รจ prevista nel periodo 2021-2027, ricalcheranno i compiti attuali delle navi idrografiche ma con una tecnologia piรน sofisticata. Sembrerebbe che lโ€™unitร  maggiore verrร  utilizzata soprattutto per la ricerca idrografica e oceanografica nel Mediterraneo e negli oceani, in particolare nelle regioni artiche ed antartiche, un campo in cui storicamente idrografi  e oceanografi della Marina italiana hanno da sempre operato. Grazie all’ottimizzazione degli spazi, la nave sarร  altamente flessibile in termini di configurazione, di equipaggiamenti installati e funzionalitร  e potrร  essere utilizzata inin altre funzioni come, ad esempio, interventi umanitari di evacuazione e operazioni di supporto medico, operazioni di ricerca e soccorso a mare, comprese attivitร  subacquee e come piattaforma di comando e controllo. Le unitร  navali minori due avranno invece un impiego piรน costiero per monitorare i cambiamenti chimico-fisici lungo le coste italiane, ma non solo. 

L’importante notizia, riportata da molte fonti di stampa autorevoli come il Sole 24 ore, รจ che lโ€™operazione prevede un โ€œcontratto di prestitoโ€ tra la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e il Ministero dellโ€™Economia e delle Finanze italiano (MEF) ed un โ€œcontratto di progettoโ€ tra la BEI e la Difesa con un finanziamento venticinquennale. Lโ€™utilizzo di prestiti dalla BEI ha un duplice vantaggio: durate piรน lunghe e tassi molto bassi, visto che la BEI raccoglie risorse sui mercati internazionali con lโ€™emissione di obbligazioni AAA. Il ministro della Difesa italiano, Lorenzo Guerini, ha sottolineato lโ€™importanza di questo accordo: โ€œIniziativa virtuosa che coniuga la ricerca in un settore importante per il Paese e per lโ€™intera collettivitร  internazionale, quale lโ€™ambiente e il mare, con lo sviluppo industriale grazie agli strumenti finanziari resi disponibili dallโ€™Europa. Lโ€™accordo rappresenta il primo passo per future collaborazioni finalizzate al sostegno dei programmi di innovazione della Difesaโ€.

In pratica, quando perfezionato, rappresenterร  una sorta di test in vista dell’utilizzo del Recovery Fund per la Difesa per compiti di tipo duale, ma essenzialmente civili โ€œin vista dell’utilizzo di una parte (circa 12,5 miliardi di euro) di fondi tra sovvenzioni e prestiti che il nostro Paese potrร  utilizzare per i programmi della Difesa una volta che verrร  approvato anche dal Parlamento europeo il Recovery Fund.โ€ In realtร  la firma del contratto รจ avvenuta giร  il 30 luglio scorso per cui il passo successivo รจ il perfezionamento dei dettagli tecnici che verranno discussi dal vicepresidente della BEI, Dario Scannapieco, con l’ammiraglio ispettore Capo Massimo Guma.

L’accordo, in corso di perfezionamento, rappresenta un importante passo per il sostegno dei programmi di innovazione della Difesa. Questo rientra nella visione del Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che vede l’attivitร  dual use della Marina militare italiana come un elemento importante dei ruoli della Forza Armata. Nel campo oceanografico lโ€™interazione tra Marina Militare e la comunitร  scientifica si รจ dimostrata da tempo vincente. Non ultimi vanno menzionati i risultati della recente campagna di Nave Alliance con a bordo geologi e oceanografi dell’Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale di Trieste che ha svolto ricerche nel campo ambientale nellโ€™Oceano Atlantico al largo delle isole Svalbard.

 

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