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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: III SECOLO a.C.
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Caio Duilio, corvi, cartaginesi
Gaio o Caio Duilio (Gaius Duilius; 260 – 258 a.C.) fu un politico e militare romano che ricoprì un ruolo militare di grande rilievo nella Repubblica romana del III secolo a.C.
Gaio Duilio
Si sa poco sulla sua famiglia e gli esordi della sua carriera. Caio Duilio non apparteneva all’aristocrazia romana e fu proclamato console nel 260 a.C. allo scoppio della guerra con Cartagine. Inizialmente Caio Duilio diede al suo collega, il patrizio Gneo Cornelio Scipione, il comando della flotta. Decisione che si rivelò pessima. Scipione cadde ingenuamente in un imboscata e venne catturato dai Cartaginesi nella battaglia delle Lipari.
Le fonti narrano che Gneo Cornelio Scipione, dopo aver ordinato ai capitani delle sue navi di partire per Messina appena pronti, non li aspettò e si diresse in anticipo con diciassette navi verso lo Stretto di Messina. Nel tragitto passò nei pressi dell’isola di Lipari, controllata da Cartagine e dotata di una piccola guarnigione. Gneo Cornelio Scipione decise quindi di occupare le isole Eolie, pensando di poter ottenere una facile e rapida vittoria. Ma le comunicazioni dei Cartaginesi erano certamente migliori di quanto lui pensasse e la notizia arrivò velocemente a Palermo da dove il comandante cartaginese Annibale di Giscone fece partire immediatamente venti navi al comando di un membro del Senato cartaginese, Boode, che ebbero gioco facile sul poco accorto Scipione.
« Questi, compiuta la navigazione di notte, bloccò nel porto Gneo e i suoi. Quando sopraggiunse il giorno, gli equipaggi si dettero alla fuga nella terraferma e Gneo, che era terrorizzato e non poteva fare nulla, alla fine si arrese ai nemici. » |
(Polibio, Storie, I, 21, BUR. Milano, 2001. trad.: M. Mari.) |
Le navi cartaginesi, dopo aver catturato la flottiglia romana con il suo comandante Gneo Cornelio Scipione, ritornarono a Palermo. Una curiosità, Gneo Cornelio Scipione dopo questa battaglia venne soprannominato Asina. Il curioso soprannome derivò da un credenza dell’epoca che le femmine dell’asino soffrissero di aquarum tedium (paura dell’acqua). Evidentemente Gneo doveva avere, oltre che l’ingenuità, anche questa pecca. Di fatto la sua carriera politica e militare non ne risentì molto e ritornato a Roma (probabilmente con uno scambio di prigionieri o col pagamento di un riscatto) venne nuovamente eletto console nel 254 a.C. Non fu il primo e l’ultimo nella storia …
Nel frattempo Duilio, rimasto solo al comando delle forze romane, per riuscire a contrastare la potente flotta nemica fece costruire una flotta di 120 navi. Rendendosi conto che i soldati romani erano invincibili nel combattimento terrestre ebbe la geniale idea di rendere solidali le navi durante l”arrembaggio. Questo poteva essere ottenuto bloccando la nave avversaria con un attrezzo simile ad un grosso e pesante picco di carico, munito di un robusto uncino, che veniva lasciato sulla coperta della nave nemica prima nell’abbordaggio per agganciarla e assalirla con le truppe imbarcate. Ogni trireme romana fu dotata quindi di queste attrezzature che vennero chiamate corvi. Fu un’invenzione geniale che cambiò la strategia della guerra sul mare.
Il battesimo del fuoco, per modo di dire, avvenne quello stesso anno nei pressi di Milazzo nel 260 a. C.; quando le navi avversarie furono abbastanza vicine, i corvi furono calati contro gli ignari vascelli nemici, ancorandovisi saldamente. Le navi cartaginesi non furono così più in grado di manovrare per speronare le navi romane e questi, grazie alla piattaforma, furono in grado di riversarsi sulle navi nemiche, vincendo facilmente lo scontro. Fu probabilmente in quel tempo che Roma si rese conto della necessità di diversificare i marinai, responsabili delle manovre marinaresche e della navigazione, dai fanti di marina necessari per il combattimento. Persa la superiorità tattica, i Cartaginesi furono duramente sconfitti.
Con questa vittoria i Romani divennero i padroni del Mediterraneo orientale. Gaio Duilio catturò trentuno navi nemiche e ne affondò quattordici, facendo settemila prigionieri e uccidendone tremila. Al suo rientro a Roma, Caio Duilio fu onorato con un trionfo militare e con l’erezione nel Foro di una colonna rostrata, addobbata con i rostri delle navi nemiche. In seguito, nel 258 a.C., fu nominato censore con L. Cornelio Scipione, e nel 231 dictator comitiorum habendorum causa. Morì molto vecchio.
Andrea Mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).