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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XIX SECOLO
AREA: OCEANO ATLANTICO
parole chiave: artiglieria, USN, cannoni, USS Vesuvius
Il 2 giugno 1890 la US Navy mise ufficialmente in servizio lo USS Vesuvius, un bastimento unico nel suo genere sia per la sua linea molto più simile a quella di uno yacht privato che a quella di una nave da guerra, che per l’armamento che era costituito da un’arma molto singolare: il “cannone torpediniere pneumatico a dinamite”, ideato dal capitano dell’esercito statunitense Edmund Louis Gray Zalinsky (o Zalinski come alle volte il suo cognome è reso).
I suoi cannoni del calibro di 15 pollici lanciavano proietti, o torpedini aeree come erano anche denominati, del peso di 500 libbre la cui carica di scoppio era costituita da un derivato della dinamite, composto da nitrocellulosa e nitroglicerina, un esplosivo molto più potente della comune polvere da sparo.
Il cannone pneumatico ebbe origine dalla constatazione che con i cannoni normali era impossibile utilizzare come cariche di scoppio delle granate esplosivi più potenti della polvere nera, quali la dinamite, in quanto erano molto sensibili e la concussione provocata dalla deflagrazione della carica di lancio avrebbe quasi certamente provocato l’esplosione della granata all’interno dell’anima.
Lo statunitense D. M. Medford fu il primo, o uno dei primi, a pensare di utilizzare come carica di lancio l’aria compressa al posto della polvere nera, e ideò un piccolo cannoncino pneumatico del calibro di 5 cm che fu provato con successo nel 1883 sotto la supervisione dell’allora tenente Zalinsky, che in seguitò perfezionò il progetto e realizzò quello che battezzò “pneumatic dynamite torpedo gun“, che impiegava aria compressa ad alta pressione. Se l’impiego dell’aria compressa permetteva di utilizzare canne molto più sottili di quelle di un cannone, e quindi di realizzare armi di calibro molto superiore a quello di un cannone di pari peso, la pressione massima utilizzabile imprimeva al proietto una velocità molto inferiore a quella dei proietti dei cannoni che si traduceva in una traiettoria parabolica, più simile a quella di un obice che a quella di un cannone. Convinta dai risultati degli esperimenti eseguiti contro bersagli all’ancora, la USN ordinò la costruzione del Vesuvius che venne classificato come “Dynamite cruiser” e che, come si espresse in modo colorito un membro del Congresso americano, avrebbe potuto sventrare le corazzate britanniche, francesi ed italiane “… come la dinamite nelle mani dei banditi del West faceva con i vagoni ferroviari …”.
Il USS Vesuvius fu costruito dal cantiere William Cramp and Sons Ships and Engine Building Co. di Philadelphia. Era lungo 77 m e dislocava 845 tm (fig. 5); lo scafo era molto basso sull’acqua, il ponte di coperta si trovava a soli 1,5 metri di altezza sulla linea di galleggiamento. L’apparato motore, costituito da due macchine a triplice espansione a cilindri verticali sviluppava una potenza di 3.200 HP; la velocità era di 20 nodi che già nel 1893 era ritenuta troppo bassa alla luce dei più recenti sviluppi nel campo delle macchine navali. L’equipaggio era di 70 uomini.
L’armamento era composto da tre cannoni pneumatici, o per meglio dire tre tubi di lancio, del calibro di 381 mm, affiancati, lunghi 16 m che erano collocati per chiglia a prua del bastimento; in un bastimento piccolo come il Vesuvius la loro lunghezza rendeva impossibile installarli in un impianto brandeggiabile e quindi erano in posizione fissa sia in brandeggio che in elevazione, quest’ultima era fissata ad un angolo di 18°. La gittata dei proietti veniva regolata modificando la quantità di aria compressa immessa nel tubo di lancio; il brandeggio era invece effettuato manovrando l’intero bastimento. Per la maggior parte della loro lunghezza i cannoni erano collocati nel ponte di corridoio, insieme agli apparati di caricamento, ai serbatoi e ai compressori dell’aria; dal ponte di coperta sporgeva solamente la parte terminale dei tubi di lancio. I tubi di lancio erano ad anima liscia e i proietti erano stabilizzati in volo da alette inclinate che impartivano il moto di rotazione; un proietto carico pesava circa 400 kg e conteneva una carica esplosiva pesante 226 kg, più della metà del peso complessivo. La gittata massima dei cannoni pneumatici del Vesuvius era di circa 1.800 m.
I tre cannoni riuscivano a lanciare cinque proietti ciascuno in un tempo compreso tra 4 e 6 minuti. La dotazione di proietti era di 10 per ciascun cannone. L’armamento dell’incrociatore era completato da 3 cannoncini a tiro rapido da 3 lb. Fin dal momento della sua entrata in servizio, dubbi furono avanzati sulla sua reale possibilità di sopravvivenza in caso di attacco ad una nave avversaria; l’incrociatore, come d’altronde le torpediniere dell’epoca, era completamente privo di protezione e per sfuggire al tiro avversario poteva far affidamento sulla sua velocità, peraltro già ritenuta insufficiente come si è già ricordato, e sul fatto che presentando al nemico la sola prua offrisse un bersaglio molto difficile da colpire. La corta gittata dei suoi cannoni e la difficoltà di puntarli correttamente manovrando il bastimento furono altri elementi di dubbio sull’effettiva validità del bastimento.
Il Vesuvius prestò servizio con la squadra del Nord Atlantico fino al 1895, anno in cui fu posto in disarmo per grandi lavori di raddobbo, e rientrò in servizio nel 1897; nel 1898 allo scoppio della guerra ispano-americana, fu inviato nelle acque di Cuba e all’inizio delle ostilità, si unì alla squadra del contrammiraglio Sampson che bloccava il porto di Santiago di Cuba, nel quale si era rifugiata la squadra dell’ammiraglio Cervera.
Il Vesuvius eseguì una serie di otto bombardamenti notturni contro il porto di Santiago, tirando praticamente alla cieca; circa la loro efficacia il contrammiraglio Sampson in un rapporto si limitò a scrivere che “il Vesuvius ha effettuato bombardamenti quasi ogni notte da quando è arrivato. Non vi è dubbio che l’esplosione delle granate di questo tipo abbia un effetto molto importante.”.
I danni provocati furono insignificanti, anche se l’azione del Vesuvius ebbe un certo effetto psicologico, dal momento che i proietti lanciati dai suoi silenziosi cannoni, esplodevano all’improvviso. Il Vesuvius non prese parte alcuna alla successiva battaglia del 3 luglio nella quale la squadra spagnola venne distrutta, né venne utilizzato in altre azioni belliche, dimostrando così come ormai la US Navy non ponesse più alcuna fiducia nella sua capacità di affrontare navi da guerra in mare aperto. Alla fine della guerra il Vesuvius fu posto nuovamente in disarmo. Lo sviluppo di nuovi esplosivi d’artiglieria ad alto potenziale rese rapidamente obsoleti i cannoni pneumatici e nel 1904 il Vesuvius fu trasformato in nave per la sperimentazione dei siluri. I tre cannoni pneumatici furono sbarcati e furono installati quattro tubi di lancio per siluri. Fu venduta per la demolizione nel 1822.
Il USS Vesuvius non fu l’unica unità della US Navy ad essere armata con un cannone pneumatico. Il sommergibile Holland SS 1, il primo sommergibile moderno statunitense progettato da John Philllip Holland, fu dotato, oltre che di un tubo lanciasiluri da 18 pollici con una dotazione di tre siluri, anche di un cannone pneumatico da 8 pollici, collocato a prua e da utilizzare in superficie.
Anche la US Army adottò il cannone pneumatico Zalinsky. Nel 1894 due cannoni (uno da 15 e l’altro da 8 pollici) furono installati a Fort Hancock, nel New Yersey.
Tre cannoni da 15 pollici furono installati nella cosiddetta “Dynamite battery” a Fort Winfield Scott a San Francisco, per proteggere il Golden Gate. Anche questi furono demoliti molto prima dello scoppio della I Guerra Mondiale.
L’unica altra nave ad essere armata con un cannone pneumatico Zalinsky fu l’incrociatore ausiliario brasiliano Nitheroy (reso anche come Nictheroy), un piroscafo mercantile trasformato in nave da guerra nel 1893, del quale si tratterà in un prossimo articolo.
Aldo Antonicelli
Laboratorio di storia marittima e navale
Università di Genova
Fonti
Dictionary of American Naval Fighting ship, vol. VII, p. 499.
Rivista Marittima, Anno XXII, quarto trimestre 1889, Roma.
Scientific American, 1° ottobre 1887, vol. LVII, n° 14, New York.
Scientific American, 11 febbraio 1893, vol. LXVIII, n° 6, New York.
M. Wright, “Wright’s Official History of the Spanish-American War”, War Records Office, Washington, 1900.
Fonti internet
http://dawlishchronicles.blogspot.com/…/dynamite-guns-brill…
https://www.history.navy.mil/…/…/uss-vesuvius-1890-1922.html
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