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livello elementare
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ARGOMENTO: REPORTAGE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: reportage, Sicilia, Ustica
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Ustica
Paradiso dei subacquei Ustica non necessita di molte presentazioni. L’isola si trova a circa 36 miglia a nord-ovest di Palermo e a 51 miglia nautiche a nord-ovest di Alicudi, l’isola più occidentale dell’arcipelago delle Eolie, di cui non fa parte. Come vedremo, Ustica è di fatto un’isola unica, una perla nera nel Mediterraneo. Si raggiunge facilmente con un catamarano veloce (circa un’ora e mezza di navigazione ) o con una nave che può trasportare automezzi sempre dal porto di Palermo. Ustica in breve tempo ci appare all’orizzonte come un gioiello incastonato in mezzo al mare, avvolta in un mistero che dura da secoli.
photo credit andrea mucedola
Dalle coste alte e scoscese che rivelano la sua origine vulcanica, una delle caratteristiche naturali è la presenza di numerose grotte, tra scogli e secche presenti tutt’intorno all’isola. Ma sono i ricchissimi fondali a renderla unica. Tanti i siti di immersione che la hanno resa celebre tra cui lo scoglio del Medico e la secca della Colombara dove, tra un evento e l’altro, abbiamo effettuato delle immersioni.
roccia vulcanica tipica dell’isola – photo credit andrea mucedola
Una storia antica
Ustica, isola vulcanica a nord della Sicilia, crocevia di commerci conosciuta sin dall’antichità, veniva chiamata così dagli antichi Romani (da ustum, “bruciato”). Nota anche ai Greci che la chiamavano forse meno romanticamente Osteodes (Οστεώδες ovvero “ossario”) per i resti di mercenari che vi sarebbero morti per fame e sete.
Da alcuni studiosi viene ritenuta la dimora della maga Circe, citata nell’Odissea, bellissima donna che aveva il potere di trasformare gli uomini in maiali. Solo Ulisse le resistette … ma questa è un’altra storia. Durante la nostra permanenza abbiamo appreso la storia geologica dell’isola da un eminente geologo Franco Foresta Martin. Apprendiamo che i primi insediamenti umani risalgono al Paleolitico e possono essere visitati; Le presenze umane sono verificate da sepolture ed una gran quantità di reperti archeologici che ne comprovano la posizione strategica nel Tirreno, crocevia di traffici di molti popoli antichi. Certamente Fenici, Greci, Cartaginesi e Romani vi lasciarono segni del loro passaggio. In seguito divenne base dei pirati saraceni per lunghissimo tempo. Nel VI secolo dopo Cristo vi si stabilì una comunità Benedettina, ma nel Medioevo i tentativi di colonizzare stabilmente l’isola fallirono a causa delle frequenti incursioni dei corsari barbareschi.
roccia vulcanica tipica dell’isola; sullo sfondo la Torre Spalmatore un tempo baluardo di avvistamento contro i pirati barbareschi – photo credit andrea mucedola
Si dovette arrivare al XVIII secolo quando Ferdinando IV di Borbone fece edificare due torri di guardia, Torre di Santa Maria e Torre Spalmatore, cisterne per raccogliere l’acqua piovana ed un centro abitato presso la Cala Santa Maria. Vi vennero coloni palermitani, trapanesi ed eoliani, accompagnati da un centinaio di soldati. A seguito di una violenta razzia da parte dei corsari barbareschi, che rapirono molti dei coloni, si intensificarono i lavori a difesa dell’isola, ed un nuovo ripopolamento avvenne a partire dal 1763, che comprese il piano urbanistico dell’attuale abitato, difeso oltre che dalla Torre di Santa Maria, dal Rivellino di San Giuseppe e dalla connessa Fortezza della Falconiera che fu impiantata a partire dal 1800 sul rilievo omonimo. L’isola sotto i Borboni divenne luogo di confino per prigionieri politici e vi restò anche sotto i Savoia e durante il regime fascista. Nel 1961 il confino fu abolito a causa di proteste popolari e da allora incominciò a svilupparsi il turismo che ha reso Ustica un paradiso ricercato da molti amanti della natura e del mare.
La 59 rassegna dell’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee di Ustica
Siamo stati ospiti del Villaggio Spalmatore, uno splendido resort composto da bungalow integrati nella natura diretto con grande professionalità dalla direttrice, Anna Russolillo, punto focale per la rassegna e per il concomitante salotto letterario. Quest’ultimo, arrivato alla sua quarta edizione, terminerà il 1° settembre 2018 con un programma ricco di eventi: se ne contano ben 160, fra presentazioni di libri con scrittori, astronomia, archeoastronomia, vulcanologia, spettacoli teatrali di importanti attori siciliani, musica nazionale e internazionale, danza, sport, arte, scultura, moda, fotografia, documentari. Protagonista assoluto di questa edizione, dedicata all’indimenticabile Enzo Maiorca, sarà come sempre il mare, con un ricchissimo calendario di iniziative ad hoc, che spaziano dalla tutela del mare e delle coste, alla subacquea, all’archeologia subacquea, alla vita e all’ambiente marino, alla biologia marina, alla geologia delle coste, all’apnea ed al cinema subacqueo presentato da Pippo Cappellano e Marina Cappabianca.
Il villaggio di Punta Spalmatore è quindi un luogo ideale per chi vuole godersi la pace dell’isola in una struttura organizzata e moderna, ricca di eventi culturali e ricreativi. L’occasione della nostra visita è stato l’invito alla partecipazione alla 59 rassegna dell’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee di Ustica per relazionare sul problema del plastiche in mare, emergenza, come è stato sottolineato, segnalata da OCEAN4FUTURE sulle sue pagine già nel 2015.
un caratteristico bungalow all’interno del villaggio di Punta Spalmatore
Tridente d’oro
La rassegna internazionale assegna ogni anno il Tridente d’Oro, un premio creato nel 1960 considerato il “Nobel delle attività subacquee”, a personaggi che si sono distinti per attività particolarmente meritorie svolte nelle attività subacquee scientifiche, tecniche, tecnologiche ed iperbariche nonché divulgative, artistiche, sportive ed esplorative. Fra di essi Jacques Ives Cousteau (1961), Hans Hass (1960), Raimondo Bucher (1960), Luigi Ferraro (1962), Malcom Scott Carpenter (1969), Enzo Maiorca (1964), Pippo Cappellano (1983), Silva Earle (2017), Wat Disney (1960), Jacques Mayol (1972), Francesco Cinelli (1982), Paolo Colantoni (1980), Federico De strobel (1979), e molti altri grandi protagonisti del mare.
Alcuni di loro hanno partecipato alla rassegna portando un valore aggiunto a tutti gli eventi. Tra di essi anche i simpaticissimi Anna e Settimio Cipriani, pluricampioni del mondo di fotografia subacquea.
con Pippo Cappellano, a sinistra nella foto, durante la presentazione sull’impatto delle plastiche in mare
L’invito alla rassegna ci è stato particolarmente gradito perché ha permesso di presentare davanti ad un pubblico qualificato l’emergenza plastica in mare che, dal 2015, presentiamo in fori nazionali ed internazionali. Ma torniamo ai veri protagonisti di quest’anno: il tridente d’oro è stato assegnato al giornalista Leonardo D’Imporzano “per aver saputo promuovere e divulgare, con rigore scientifico e incessante passione, la Cultura del Mare contraddistinguendosi per la sua attività di giornalista e scrittore legata anche all’organizzazione di eventi, mostre e conferenze di carattere nazionale ed internazionale nonché di protagonista attivo in molti dei differenti campi che caratterizzano il Mondo Sommerso collaborando con enti e istituzioni civili e militari” e al noto giornalista Massimo De Angelis “per aver dedicato grande impegno professionale e sociale alla divulgazione delle scienze e tecniche subacquee, allo scopo di renderle fruibili e sicure al grande pubblico. Per anni capo ufficio stampa delle rassegne di Ustica e di Alghero. Collaboratore scientifico subacqueo di una istituzione universitaria, si è cimentato di persona in immersioni, scavi archeologici, speleologia e ricerca scientifica”. Non ultimo il terzo tridente è stato assegnato all’operatore subacqueo scientifico e idrogeologo professionista Giorgio Caramanna, per “aver saputo esprimere, già dalla tesi di laurea in idrogeologia realizzata su una delle cavità allagate più profonde al mondo, il suo talento integrando tecniche di immersione speleosubacquee al lavoro di ricerca accademica”.
L’assessore della regione Sicilia Sebastiano Tusa, Presidente dell’Accademia, con i neo Tridenti d’oro, partendo dal secondo da sinistra Leonardo D’imporzano, Massimo De Angelis e Giorgio Caramanna – foto ufficiale della premiazione per gentile concessione dottor Salvo Messina – Capo ufficio stampa della rassegna
Questo ci riempie di orgoglio perché Giorgio Caramanna, al di là delle sue indiscutibili capacità professionali, è anche un nostro entusiasta collaboratore sin dall’inizio della nostra avventura editoriale sul web, firmando articoli di geologia marina ed oceanografia che riscuotono grandissimo interesse tra i lettori di OCEAN4FUTURE. Un riconoscimento che ne sottolinea la sua bravura divulgativa nel rendere accessibili a tutti argomenti non facili e spesso tecnicamente poco comprensibili ai non addetti ai lavori.durante la rassegna ha organizzato una settimana fittissima d’incontri condotti da Pippo Cappellano, Vice presidente dell’Accademia, giornalista e storico operatore subacqueo, nonché tridente d’oro, una leggenda nella subacquea, e da Marina Cappabianca, nota regista e divulgatrice. Le serate non hanno riguardato solo i vari aspetti del variegato mondo della subacquea ma anche eventi letterali e culturali di grande interesse. Tutte le manifestazioni sono state rese possibili grazie all’attiva collaborazione della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana (non posso non menzionare l’encomiabile impegno di Alessandra de Caro), il Comune di Ustica, l’Area Marina Protetta e l’Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo che hanno contributo fattivamente alla manifestazione.
Sotto il mare
Come premesso, non potevamo perdere l’occasione, tra un impegno e l’altro, di effettuare alcune immersioni nello splendido mare dell’isola. Ci siamo affidati ad Alessandro Ruju, proprietario di un diving storico, Mr Jump, che ci ha condotto su due dei punti di immersione più famosi e sicuramente imperdibili per i subacquei. Scopriamoli insieme.
photo credit andrea mucedola
Iniziamo con lo Scoglio del Medico (adattamento dialettale di scoglio omerico), una protuberanza rocciosa che emerge pochi metri sul pelo dell’acqua e si inabissa lentamente sui diversi lati, offrendo diversi spunti per immersioni tutte interessanti, caratterizzate quasi sempre da acqua limpida e grande presenza di pesce. Si trova a qualche centinaio di metri dalla costa, poco distante dalla zona di riserva integrale. La ricchezza del coralligeno e di grandi pesci stanziali contribuisce, insieme alla varietà geomorfologica e ai numerosi percorsi possibili, a rendere questo sito d’immersione uno dei più interessanti dell’intero Mediterraneo.
photo credit andrea mucedola
L’aspettativa di osservare barracuda, cernie e ricciole di grossa taglia non è stata vana. Abbondanti le cernie di ogni taglia, con cernie brune, rosse, oltre a qualche esemplare di grandi dimensioni di cernia dorata. Non mancano banchi di salpe, boghe e saraghi fasciati, in un tripudio di specie marine che offrono il vero sapore di un’immersione mediterranea. L’immersione si svolge partendo da un percorso esterno in senso orario, verso il faraglione sommerso, dove si incontrano i grandi pesci.
Sempre esternamente un percorso detto degli “Archi”, tra i 30 e i 45 m, un pò più impegnativo e con meno pesce ma che offre scenari molto suggestivi tra archi di roccia e tunnel passanti ottimi per la foto ambiente. Inutile dire che a quella profondità le sorgenti luminose devono essere adeguate.
photo credit andrea mucedola
Poi alcuni percorsi in grotta, sotto lo scoglio, dove un budello taglia in due lo scoglio stesso a partire da una cavità molto ampia nota come “La Balena”. Qui è possibile fare qualche timida penetrazione in totale tranquillità fino alla quota dei 26 metri, tra pareti decorate di spugne e madrepore. Di nota, su un lato dello scoglio si osservano rocce imponenti che scendono verso la profondità, con diverse spaccature verticali tra cui, in particolare, quella chiamata “Il Canyon”, che presenta giochi di luce che si spingono verso i 30 metri di profondità.
photo credit andrea mucedola
La seconda immersione che vi voglio raccontare è quella sulla secca della Colombara, un cappello ampio come un terrazzo, che offre la possibilità di effettuare diverse immersioni in base al livello di certificazioni ed esperienza. La nostra guida ci dice che, insieme al Secchitello ed allo Scoglio del Medico, rappresenta il top delle immersioni di Ustica: un luogo incredibile tutto da vivere, con acqua limpida e tanto pesce. L’immersione classica parte dal cappello della secca, situato a soli tre metri di profondità, dove la roccia lavica è coperta da una incredibile varietà di alghe verdi e brune.
Il paesaggio marino ha un fascino arricchito dalla limpidezza dell’acqua e dalle sfumature verdi e blu su cui contrasta il nero delle nuvole di castagnole. Dal cappello ci si porta verso il ciglio, dove si formano da un lato pareti a picco e dall’altro una frana di grandi massi con qualche parete degradante verso profondità di circa 25/30 metri.
photo credit andrea mucedola
Un ampio pianoro, posto a 30 metri di profondità ed alla base delle pareti verticali, è poi costellato di scogli sparsi, di dimensioni diverse, colorati da splendide spugne. Risalendo sui 20 metri la presenza costante di banchi di barracuda, ma anche dentici, ricciole, tanute e grossi saraghi pizzuti. Le cernie, prevalentemente brune e rosse sono una presenza costante e non è raro osservarle in branchi cospicui.
photo credit andrea mucedola
Al termine dell’immersione è possibile osservare il relitto di una motonave, la ITA, arenatasi sugli scogli il 21 febbraio 2005, ormai frantumato in un ammasso di lamiere contorte sulla scogliera e divenuto habitat privilegiato per pesci e numerose specie di invertebrati. Murene, grandi stelle marine e nudibranchi possono essere fotografati su un fondale relativamente basso.
Immersioni da ripetere che fanno di Ustica una meta da non perdere per tutti i subacquei. L’estate è ancora lunga, la rassegna si è conclusa ma Ustica vi aspetta con il suo mare, la sua storia e la sua bellezza antica.
photo credit, se non diversamente quotate, di Andrea Mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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