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Le missioni della Marina Militare italiana sul Po, giugno 1972 – parte II

tempo di lettura: 7 minuti

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livello elementare
 
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: ACQUE INTERNE ITALIANE
parole chiave: Marina Militare italiana, Po
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Pochi anni dopo dalla prima missione, si volle ripetere l’iniziativa che, anche questa volta, fu presa dall’ANMI di Cremona che, di concerto con l’Associazione Amici del Po, intavolò le trattative con chi di dovere; questa volta, rispetto al 1967, si volle dare all’evento una veste più solenne facendo in modo che a Cremona, il 10 giugno, fosse inserita tra quelle in cui, con la dovuta solennità, fosse celebrata la festa della Marina. Al di là dell’aspetto promozionale evidenziato da La Stampa di Torino nel numero del 10 giugno 1972 che dedicava all’evento il titolo “Reclute cercasi” scrivendo che … è la Marina Militare che avanza nell’entroterra viene a farsi vedere … viene a cercare marinai, il momento venne accolto con favore anche dai molti che desideravano attirare l’attenzione sulla navigabilità del Po, una risorsa che, pur con i suoi limiti, aveva una potenzialità spesso scoraggiata e osteggiata da più parti per motivi diversi e in tal senso furono orientati tutti i discorsi delle autorità civili: se la Marina fu la protagonista, il Po era il tema di fondo.

Questa volta parteciparono le due motosiluranti 472 e 473 e il modernissimo hovercraft HC 9801 che la Marina Militare italiana stava sperimentando in quegli anni. Le motosiluranti, come le precedenti giunte nel 1967, erano state costruite nel periodo bellico: la Marina Militare italiana in quegli anni poteva offrire di meglio in fatto di unità leggere, ma c’era il solito vincolo delle dimensioni e le Higgins, che avevano risalito il Po la volta precedente, pur ancora in servizio, non erano più destinate a compiti operativi. Le due unità erano comandate dai sottotenenti di vascello Bonaccorsi (472) e Spanò (473) e l’hovercraft HC 9801 dal tenente di vascello Gentile; al comando dell’intera squadriglia si trovava il tenente di vascello Barbara. Già nel corso del viaggio di trasferimento per le navi fu un bagno di folla: bande musicali dei comuni, scolaresche, sindaci, gruppi di curiosi si affollavano lungo le rive e sui ponti.

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Sopra e sotto, le due motosiluranti, ormeggiate a pacchetto, e l’hovercraft a Ostiglia – per gentile concessione dalla pagina “Il sito di Maurizio” http://bat21mm.altervista.org/index.htm

Le unità partirono da Venezia martedì 6 giugno, lasciarono il mare aperto a Porto Garibaldi e per canali interni raggiunsero Ferrara dove pernottarono e ricevettero la prima accoglienza da parte delle autorità e dei rappresentanti dell’ANMI. Il giorno successivo risalirono l’ultimo tratto del Mincio, fecero bella mostra di sé a Mantova, accolte dalla marcia della marina diffusa dagli altoparlanti. Dopo i rituali saluti gli equipaggi parteciparono a un cocktail d’onore a palazzo Cavriani offerto dalla marchesa Cavriani, sorella della medaglia d’oro Alessandro, Capitano di corvetta, cui è intitolato il gruppo ANMI mantovano (3). Il giorno successivo le unità rientrarono nel Po e, dopo l’ultima tappa a Boretto, giunsero a Cremona il 9 giugno in serata. Questa volta, essendo prevista una più articolata manifestazione rispetto a cinque anni prima che avrebbe richiesto ampi spazi, le unità vennero ormeggiate all’interno del porto commerciale. Già da alcuni giorni, cominciando a sensibilizzare la popolazione, erano arrivati marinai e operai dell’Arsenale della Spezia che allestirono nel Palazzo dell’Arte una mostra sulla Marina inaugurata il 4 giugno alla presenza di tutte le Autorità.

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Messa all’inaugurazione della mostra – da pubblicazione ANMI. Per gentile concessione

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Cena a Ferrara – per gentile concessione dalla pagina “Il sito di Maurizio” http://bat21mm.altervista.org/index.htm

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la sosta a Mantova – dalla Gazzetta di Mantova

Alla manifestazione del giorno successivo, domenica 10 giugno e festa della Marina, intervennero l’ammiraglio Fiorini e il Comandante Massimo Maddalena in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore della Marina, l’ammiraglio Baslini, Presidente Nazionale dell’ANMI e il Vice Presidente De Petris. Dopo i discorsi e i saluti di rito le tre unità si esibirono in varie manovre e si assisté al lancio dei paracadutisti di COMSUBIN con l’intervento degli elicotteri di MARISTAELI Luni che, per l’occasione, furono ospiti dell’aeroporto militare di Ghedi. La manifestazione si chiuse con l’intervento dei Vigili del fuoco che, con i loro idranti, lanciarono getti d’acqua colorata tricolore.

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Autorità militari e civili assistono alla manifestazione – da pubblicazione ANMI. Per gentile concessione

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Il G.M. Iaccarino dà spiegazioni alle scolaresche – Notiziario della Marina 6/72

La campagna proseguì anche oltre Cremona dove, da tempo immemorabile, non si spingeva più la navigazione commerciale: nel pomeriggio del 12 giugno le motosiluranti raggiunsero Piacenza, ormeggiandosi al pontile del Genio Pontieri, dove furono accolte dalle autorità e da una folla, numerosa ma non troppo, a causa del maltempo. Seguì un rinfresco nella sede della società sportiva canottieri “Vittorino da Feltre”.

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Cremona, piazza Marconi – da “La vita Cattolica”

Fin dalla crociera del 1967 era prevista la risalita verso Pavia, ma i sopraluoghi avevano accertato che la navigazione era impossibile a causa dei fondali; tuttavia, questa volta, la rotta sarebbe stata percorribile dall’hovercraft grazie alle sue caratteristiche. Il programma comprendeva una sosta a San Zenone Po e poi il proseguimento fino al ponte della Becca, allo sbocco del Ticino nel Po, con l’accoglienza da parte delle autorità e dell’ANMI locale e dove il Vescovo di Tortona, avrebbe celebrato una messa al campo, ma il persistente maltempo, che stava causando danni in molte regioni, rese impossibile lo svolgimento di quanto previsto. Per le tre unità iniziò infine il viaggio di ritorno a Cremona ed infine la partenza per Venezia o Brindisi a seconda della base di provenienza. La stampa seguì costantemente tutta la crociera anche se, come accade spesso, con le immancabili imprecisioni e commenti di maniera o fantasiosi: si scrisse un fantomatico raid Pavia – Venezia – Pavia e si descrissero liricamente improbabili contadini curvi sulle zappe che al passaggio delle navi alzavano la testa interrompendo per un momento il loro lavoro (4).

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La missione si concluse con il ritorno a Venezia avvenuto il 15 giugno. Per una singolare curiosità le motosiluranti 472 e 473, pur radiate da quasi cinquant’anni, sono ancora esistenti e non sono neppure lontane dal Po dove ebbero il loro momento di notorietà. La 472, peraltro profondamente ristrutturata alterandone in parte l’aspetto originale, è conservata come monumento a Marina di Ravenna presso la sede dell’ANMI mentre la 473 si trova ricoverata al coperto nel Museo Navale di Venezia.

Guglielmo Evangelista

in anteprima l’Hovercraft HC 9801 entra nel porto di Cremona – da pubblicazione ANMI – per gentile concessione

Note

3) Alessandro Cavriani, nato a Mantova il 21 giugno 1911, fu decorato con medaglia d’oro al valor militare alla memoria per il suo eroico comportamento in occasione dell’affondamento del cacciatorpediniere Vivaldi con la seguente motivazione:

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Alessandro_Cavriani.jpgValoroso ufficiale imbarcato per la durata dell’intero conflitto su unità fra le più attive, aveva già messo in luce elette qualità militari, d’animo e professionali, meritando fra l’altro due decorazioni al valor militare. Nel corso di ardua missione di guerra nella quale la silurante su cui era imbarcato quale assistente di squadriglia affrontava il nemico in acque ristrette e fortemente insidiate da mine, cooperava con bravura e serenità alla condotta dell’azione ed, incurante di ogni pericolo, interveniva nella lotta contro i gravi incendi e le avarie che l’offesa di mezzi costieri ed aerei aveva inflitto alla unità. All’ordine di abbandonare la nave, ormai ridotta in precarie condizioni, la lasciava fra gli ultimi, dopo essersi accertato della esecuzione delle manovre per l’autoaffondamento. Raggiunta in acqua un’imbarcazione di naufraghi, con l’animo ancora proteso alla be!la nave che si inabissava con apparente eccessiva lentezza, si lanciava a nuoto, incurante del richiamo del Comandante, e tornava a bordo per maggiorarne le vie di acqua, conscio di rinunciare così ad ogni possibilità di salvezza. Ai naufraghi che seguivano l’inabissarsi della Unità, riappariva sul castello nell’imminenza dell’affondamento assieme al sottufficiale che lo aveva seguito, diritto nel saluto alla Bandiera cui offriva l’olocausto di una nobile esistenza che aveva voluto legare al destino della nave. — Acque nazionali, 9 settembre 1943.”

4) Secondo la Provincia Pavese vi sarebbero stati due casi avvenuti in precedenza di navi giunte a Pavia: il Guglielmo Pepe nel 1895 e la torpediniera 44 T nel 1909. Il primo non apparteneva alla Marina ma era un piccolo rimorchiatore dell’esercito, presumibilmente del Genio Pontieri di Piacenza, mentre la seconda, tra l’altro radiata due anni prima, aveva effettivamente risalito un fiume, ma era il Tevere.

Si ringrazia vivamente l’ANMI di Cremona per la sua collaborazione

Fonti
Notiziario della Marina. Giugno 1972
Associazione Nazionale Marinai d’Italia: “Trentennale di fondazione, 1957-1987”. Cremona 1987
Istituto del Nastro Azzurro – http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org
E. Bagnasco: I MAS e le motosiluranti italiane. Ufficio storico MM, Roma 1967
Difesa online
Giornale del Po
La Gazzetta di Mantova
La Libertà
La Provincia di Cremona
La Provincia Pavese
La Stampa
Vita Cattolica

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