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livello elementare.
ARGOMENTO: PROTAGONISTI DEL MARE
PERIODO: XI SECOLO
AREA: OCEANO PACIFICO
parole chiave: Isabela Barreto
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Come si diventa comandante di una nave? “La motivazione è fondamentale, per entrare e soprattutto per restare in questo ambiente. Ma contano anche l’attitudine, la professionalità, l’orgoglio per il proprio Paese: in ogni porto in cui attracchiamo, noi rappresentiamo l’Italia“. Chi parla è Catia Pellegrino, corso Accademia Navale 2000, il primo ad includere personale femminile. Un servizio a bordo della portaerei Garibaldi, partecipando a diverse missioni per conto dell’ONU. Non ultimo, il comando del pattugliatore Libra, durante il quale ha guidato con competenza un equipaggio di 60 solo uomini durante l’operazione Mare Nostrum ed è stata nominata dal presidente Mattarella Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana “per la competenza e la sensibilità con le quali ha coordinato numerosi drammatici salvataggi in alto mare nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum”. Un bel traguardo per questo giovane Comandante che si aggiunge alle tante donne che, in tutto il mondo, occupano con professionalità e competenza incarichi di prestigio in ambito navale militare, anche con il grado di ammiraglio come nel caso di Lisa Franchetti, prescelta dal Presidente Biden come comandante della Marina militare statunitense. Nonostante ci siano state molte donne che ricoprirono compiti di comando in mare, molte di esse guidarono con capacità le loro navi in attività di pirateria. Non fu il caso del personaggio di cui parleremo oggi, la galiziana Isabel Barreto de Castro che, oltre 4 secoli fa, fu il primo ammiraglio di sesso femminile assegnato ad una flotta regolare nella storia della navigazione.
Isabel Barreto nacque probabilmente a Pontevedra circa 450 anni fa (1567), figlia di Francisco Barreto 1, un navigatore portoghese da cui ereditò la passione per la vela. Alcuni storici la riportano figlia di Nuño Rodríguez Barreto, uno dei conquistatori del Perù. Di fatto da bambina si trasferì con la famiglia nel Vicereame del Perù, dove all’età di 18 anni sposò a Lima Álvaro de Mendaña, un navigatore, esploratore e cartografo spagnolo, più anziano di lei, i cui viaggi portarono alla scoperta delle Marchesi, delle Isole Cook e delle Salomone. Álvaro de Mendaña era nipote di Lope García de Castro, viceré del Perù, e questo gli aveva favorito il comando di una missione esplorativa nel Pacifico al comando di due navi, la Los Reyes (la Capitana) da 200 tonnellate e la Todos Santos (l’Almiranta o nave secondaria) da 140 tonnellate. Il risultato principale della spedizione fu la scoperta delle Isole Salomone e di Tuvalu.
Álvaro de Mendaña – wikipedia
Una preziosa esperienza di navigazione per la Spagna, soprattutto attraversando il vasto Pacifico meridionale dal Perù. Dieci anni dopo il loro matrimonio, il 16 giugno 1595, fu organizzata una nuova spedizione, molto più grande e costosa; quattro navi e 378 uomini, donne e bambini avrebbero fondato una colonia spagnola nelle Isole Salomone. Mendaña fu posto nuovamente al comando, accompagnato dalla giovane moglie Isabel Barreto, dai suoi tre fratelli e da una sorella. Le quattro navi, la San Gerónimo (la Capitana), la Santa Ysabel (l’Almiranta), la fregata più piccola Santa Catalina e la galeotta San Felipe lasciarono Callao il 9 aprile 1595 e il 21 luglio le navi raggiunsero le Isole Marchesi (dal nome della moglie dell’allora viceré del Perù, García Hurtado de Mendoza, quinto marchese di Cañete) dove furono accolte da quattrocento persone in canoa. Una curiosità, dai diari di bordo risulta che al loro arrivo alle isole gli Spagnoli furono colpiti dalla “forma aggraziata” e la carnagione “quasi bianca” degli indigeni. Anche il primo approccio fu cordiale al punto che i locali li aiutarono nel loro primo insediamento ma gli Spagnoli incominciarono presto ad approfittarsi della situazione, forse perché delusi dalla mancanza di ricchezze locali, ed avvennero presto degli scontri e, quando la spedizione ripartì due settimane dopo, si stimò che fossero stati uccisi 200 indigeni.
l’isla de Nendö che chiamarono “Santa Cruz”
Solo l’8 settembre avvistarono una nuova terra, l’isola di Nendö, che chiamarono “Santa Cruz“, arrivando a quella che oggi è la Baia di Graciosa, dove fu avviato un nuovo insediamento. Sebbene i primi rapporti con gli indigeni furono nuovamente amichevoli, ancora una volta agli avidi colonizzatori l’isola non dava prospettive di ricchezza. Dilaniato da divisioni interne e da un numero crescente di morti a causa dello scoppio di un’epidemia (di malaria o di tifo) l’insediamento iniziò a sgretolarsi e lo stesso Mendaña morì il 18 ottobre 1595, lasciando la moglie Isabel Barreto come erede e governatrice e il fratello di lei, Lorenzo Barreto, come capitano generale.
Pochi giorni dopo, il 30 ottobre, a seguito della morte di quarantasette persone nel giro di un mese e del peggioramento dei rapporti con gli isolani, fu presa la decisione di abbandonare l’insediamento. Fattore determinante fu sicuramente la morte dello stesso Mendaña che prima di morire nominò in una sua disposizione la moglie come erede e governatore della colonia ed il fratello Lorenzo come capitano generale. Pedro Fernández de Quirós 2, un portoghese al servizio degli Spagnoli come navigatore e cronista della spedizione, riportò nel suo resoconto della missione gli ultimi drammatici momenti, specificando che Mendaña “Lasciò Doña Isabel de Barreto, sua moglie, come erede universale, nominata governatrice, perché da Sua Maestà aveva un documento privato con il potere di nominare la persona che voleva“.
Fu così che Isabela Barreto decise di abbandonare la colonia con le tre restanti navi (la Santa Ysabel era scomparsa nella tratta marittima precedente) ed iniziò un periglioso viaggio verso le Filippine dove solo la San Gerónimo arrivò grazie all’abilità di Pedro Fernández de Quirós che riuscì ad arrivare nella baia di Manila l’11 febbraio 1596 senza l’aiuto di carte nautiche. La fregata (che trasportava il corpo di Mendaña) scomparve durante il viaggio, mentre la Galiotta San Felipe arrivò all’estremità meridionale di Mindanao solo diversi giorni dopo. Le cronache di Pedro Fernández de Quirós riportano che l’apparente esile Isabel Barreto si dimostrò crudele e spietata nel suo incarico al comando della flotta, ordinando l’impiccagione dei marinai che non erano d’accordo con i suoi ordini, come accadde quando un membro dell’equipaggio era sceso a terra per raccogliere alcune noci di cocco, violando le sue istruzioni di non abbandonare la nave.
Il primo viaggio di Mendaña del 1568 attraverso il Pacifico (colore chiaro), che scoprì le Isole Salomone. La linea scura è il viaggio di Quirós del 1606, che scoprì le Vanuatu; la linea tratteggiata rappresenta il viaggio compiuto da Torres dopo la separazione da Quirós, che attraversò lo stretto che oggi porta il suo nome arrivando molto vicino dall’Australia Expediciones Españolas.jpg – Wikimedia Commons
Un giudizio severo, che potrebbe però essere stato viziato da un pregiudizio maschile verso una donna che seppe comunque condurre con capacità quello che restava della sua piccola flotta. Voglio ricordare che Isabela Barreto de Castro lo fece a pieno titolo, dovendo spesso fronteggiare rivalità interne ed interessi personali. Si sa che Pedro Fernández de Quirós non amava Isabela Barreto, cercando in ogni modo di screditarla a causa della sua stessa condizione di donna, descrivendola nel suo diario come una donna «dal carattere virile, autoritaria, indomito e che “impone la sua volontà dispotica“. L’accusò addirittura, durante il viaggio, di “rubare la poca acqua che avevano per lavare i vestiti” e di passeggiare sul ponte “con le sue perle bianche e i suoi merletti immacolati“. Nonostante fosse a circa 200 miglia dalle Isole Salomone, Isabel decise di dirigersi verso le Filippine: di fatto erano quasi senza cibo e l’acqua era inquinata, inoltre i marinai erano in un tale stato di debolezza che er quasi impossibile per loro trasportare i cadaveri per gettarli in mare. Superò anche un tentativo di ammutinamento da parte di Pedro Marino Manrique, il maestro di campo (oggi lo definiremmo il capo di stato maggiore della sua flotta) che, vista la drammatica situazione in cui si trovavano sia per la mancanza di cibo e acqua sia perché non avevano trovato l’oro e le perle promesse, cercò di defenestrarla dal suo incarico. Di fatto, il 10 gennaio 1598 Isabela Barreto arrivò a destinazione nelle Filippine con una sola nave (su quattro iniziali) e circa cento degli iniziali 378 uomini e donne, accolta come un’eroina. Doña Isabel fu onorata a Manila e de Quirós, nonostante tutto, fu elogiato per il suo servizio; di fatto entrambi furono assolti da ogni responsabilità per gli scarsi risultati della spedizione.
Isabel Barreto era senza dubbio una persona determinata e, poco dopo si risposò con il generale Fernando de Castro, partecipando ad un’altra spedizione che la portò ad Acapulco e Guanaco. Al suo ritorno a Lima, alcune fonti dicono che morì, altre riportano che l’indomita e volitiva Isabela tornò in Spagna, per rivendicare (senza successo) i suoi diritti sulle Isole Salomone quando il re aveva concesso il diritto di colonizzare quelle isole proprio a Pedro Fernández de Quirós. Isabel Barreto morì a Castrovirreyna (Perù) il 3 settembre 1612 e il suo corpo fu deposto nella chiesa principale. Nel suo testamento chiese che i suoi resti fossero trasferiti nel convento di Santa Clara a Lima, dove sua sorella Petronila Barreto de Castro era monaca professa. Attualmente non si sa se la sua richiesta fu portata a termine per cui i suoi resti potrebbero riposare ancora nella chiesa di Castrovirreyna. Un ultima riflessione: strano che di questa donna così importante non esiste un ritratto certo.
Andrea Mucedola
in anteprima la nave capitana San Gerónimo della spedizione di Álvaro de Mendaña che transitò il 7 settembre 1595 accanto al vulcano Tinakula, in piena eruzione, nell’arcipelago di Santa Cruz a sud-est delle Isole Salomone. (Dipinto di Carlos Parrilla)
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1 Francisco Barreto nacque in una famiglia importante di Faro. Nel 1555 fu nominato diciottesimo governatore dell’India portoghese, succedendo a Pedro de Mascarenhas. Mantenne la carica fino al suo ritorno in Portogallo nel 1558, quando fu sostituito da Costantino di Braganza. Fu nominato generale delle galere del regno e nel 1569 fu inviato in Mozambico come governatore provvisorio di Monomotapa, regno africano ricco di oro che i portoghesi intendevano conquistare. Arrivò in Mozambico nel 1570 con un esercito di circa mille uomini, ma la conquista fallì e l’esploratore morì durante la campagna sostituito da Vasco Fernandes Homem.
2 Pedro Fernandes de Queirós (in spagnolo: Pedro Fernández de Quirós) (1563–1614) fu un navigatore portoghese al servizio della Spagna, noto per aver guidato diversi viaggi di scoperta spagnoli nell’Oceano Pacifico, in particolare il viaggio del 1595–1596 di Álvaro de Mendaña y Neira, e per la spedizione del 1605–1606 che attraversò il Pacifico alla ricerca della Terra Australis. Dopo il suo arrivo nelle Filippine con Isabela Barreto Queirós tornò in Spagna nel 1598 e chiese al re Filippo III di sostenere un altro viaggio nel Pacifico, sperando di trovare un grande continente meridionale da rivendicare per la Spagna. Devoto cattolico, Queirós visitò anche Roma nel 1600, dove ottenne il sostegno del papa, Clemente VIII, per ulteriori esplorazioni. Mentre era a Roma, Queirós scrisse anche il suo Trattato sulla navigazione sotto forma di una lettera indirizzata al re per rafforzare ulteriormente la sua reputazione di navigatore. Nel marzo del 1603, Queirós fu finalmente autorizzato a tornare in Perù per organizzare un’altra spedizione, con l’intenzione di trovare la Terra Australis, l’Australia, la mitica “grande terra del sud”, e rivendicarla per la Spagna e la Chiesa. Morì in povertà. Dopo sei settimane le navi di Queirós salparono per esplorare la costa. La notte dell’11 giugno 1606, Queirós sulla San Pedro y San Pablo si separò dalle altre navi a causa del maltempo e non fu in grado di tornare all’ancoraggio sicuro a Espiritu Santo perché l’equipaggio si ammutinò. Tra l’altro, il capitano della San Pedro y San Pablo, Diego de Prado, a conoscenza dei piani dell’equipaggio, si era già trasferito sulla nave di Torres, come il chirurgo della spedizione. La nave di Queirós, con Queirós imprigionato nella sua cabina, salpò quindi per Acapulco, dove arrivò nel novembre 1606. Nel resoconto di Diego de Prado, l’ammutinamento fu dovuto alla scarsa capacità di leadership di Queirós. Per ironia, due settimane dopo, il suo secondo in comando, Luis Váez de Torres, dopo aver cercato invano Queirós, lasciò Espiritu Santo e raggiunse Manila nel maggio 1607 dopo aver tracciato la mappa della costa meridionale della Nuova Guinea (navigando attraverso lo stretto che ora porta il suo nome, tra l’Australia e la Nuova Guinea). Torres non era a conoscenza di aver navigato nei pressi della costa settentrionale dell’Australia, appena oltre l’orizzonte rispetto alla sua rotta.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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