livello elementare
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ARGOMENTO: ARCHEOLOGIA DELLE ACQUE
PERIODO: XVII SECOLO
AREA: CINA
parole chiave: Shi Cheng
Shi Cheng si trova sul fondo di un lago artificiale nella provincia costiera dello Zhejiang, nel sudest del Paese. Shi Cheng fu un antico centro politico ed economico nella provincia occidentale di Zhejiang, chiamata del leone a causa dei cinque monti che la circondavano. La città aveva una dimensione di 62 campi da calcio e fu un tempo fulcro politico ed economico della regione. Costruita ai piedi delle montagne, secondo un’antica a mappa possedeva ben cinque porte, invece delle tradizionali quattro, ognuna protetta da una imponente torre. Inoltre, comprendeva sei strade di pietra, finemente colmate da pietra di pietra e ciottoli, utilizzate per collegare ogni angolo della città. Le antiche strade erano decorate da archi commemorativi che furono mantenuti ben conservati prima di essere immersi dalle acque nel 1959 quando il governo decise di costruire una stazione idroelettrica, creando cosi un lago artificiale di grandi dimensioni. Oggigiorno migliaia di piccole isole punteggiano la superficie del lago i cui nomi ricordano le forme di animali osservabili quando viste dall’alto.
Shi Cheng rimase dimenticata per quarant’anni, fino al 2001 quando Qiu Feng, un funzionario locale responsabile del turismo locale, discusse la possibilità di creare una nuova forma di intrattenimento sul lago Qiandao con un club di immersione, chiedendo ai subacquei di immergersi nelle acque per ricercare la città. I risultati non si fecero attendere. “Durante i miei otto anni di esperienza di immersione, la visione di questa città scomparsa è stata la più bella mai avuta sott’acqua … ” sembra abbia dichiarato Qiu Jinyong, responsabile del diving. Eccitato dalla scoperta, Qiu riportò immediatamente la scoperta al governo locale che intraprese delle ricerche subacquee.
Nel 2001 gli archeologi scoprirono le rovine di questa antica città sommersa i cui imponenti resti furono costruiti oltre 1.800 anni fa e che restarono indisturbati ad una profondità compresa tra i 26 ei 40 metri per quasi quarant’anni. Quello che sorprese gli scopritori fu che la maggior parte delle sculture in pietra erano ancora in condizioni incontaminate. All’interno dell’antica città di Shi Cheng, i subacquei hanno addirittura trovato travi di legno, scale e muri in mattoni di numerose case ancora in piedi. Le pareti circostanti di alcune case più grandi erano intatte. Incredibilmente, all’interno delle case, le travi intagliate mostrano ancora la loro colorazione originale.
Nel 2002 fu effettuata un’esplorazione subacquea congiunta utilizzando dei robot subacquei, con la rilevazione sonar delle strutture. Nel 2005, il team di esplorazione ha identificato, oltre Shi Cheng, altre quattro città scomparse, He Cheng, Weipi, Gangkou e Chayuan. Gli studiosi pensano che ve ne siano altre. Da antiche mappe esisterebbero altre 22 città, 1.377 villaggi, quasi 50.000 ettari di terreno agricolo e migliaia di case residenziali che furono inondati nei lavori della centrale.
Nel novembre 2009, Wu Lixin, un fotografo subacqueo professionale cinese, per conto della rivista “Geografia Nazionale Cinese” (CNG), iniziò un lungo ed accurato lavoro di documentazione delle rovine della antica città. Il 7 gennaio 2011, il sito della città sommersa di Shi Cheng fu posto ufficialmente sotto la protezione della Provincia di Zhejiang. Ma l’area riserva sempre nuove sorprese. Oltre alla scoperta di altri agglomerati urbani, tra l’altro gia’ noti nella topografia antica ma non ancora identificati, gli archeologi hanno identificato ben 265 archi riccamente elaborati e ben conservati.
Una risorsa per il futuro
La scoperta delle città sommerse nel loro incredibile stato di conservazione hanno ispirato numerosi dibattiti a Chun’an, dove si trova il lago Qiandao, per poter identificare soluzioni percorribili da un punto di vista turistico.
Sono state proposte varie soluzioni ma poche sono risultate fattibili; alcuni hanno suggerito di autorizzare i turisti ad immergersi nei siti antichi, ma l’idea fu immediatamente rifiutata a causa dei pericoli legati alle immersioni che si dovrebbero effettuare ad una profondità oltre i 20 metri dove la visibilità potrebbe essere ridotta dal fango che copre il fondo del lago comportando un rischio potenziale per la sicurezza.
Un’altra soluzione proposta fu di spostare le antiche strutture fuori dall’acqua e ripristinare le antiche città in terra, come effettuato in alcuni progetti di protezione del patrimonio culturale in Egitto quando, alcuni siti archeologici di Assuan, come il tempio di File, vennero spostati per non essere sommersi dall’acqua del bacino che si sarebbe creato con la diga. L’ipotesi fu però scartata considerando che nelle vicinanze non ci sono terreni di dimensioni sufficienti per ospitare le città originarie.
Inoltre, gli archeologi considerarono il pericolo che edifici in legno, ancora ben conservati sotto la superficie in quelle acque dolci e con scarsa visibilità, dopo essere rimossi dall’acqua, potrebbero decomporsi inesorabilmente. Un lavoro di conservazione di così tanto materiale avrebbe avuto probabilmente un costo improponibile per le risorse locali. Si pensò quindi di organizzare delle visite subacquee, investendo ben 40 milioni di yuan (6,35 milioni di dollari) per costruire il primo sottomarino per visite turistiche nelle acque interne della Cina.
Il battello subacqueo, dotato di 48 posti, era teoricamente in grado di immergersi fino a 50 metri sotto la superficie. Un idea brillante ma che si rivelò anch’essa non percorribile; dal suo completamento, avvenuto nel 2004, il sottomarino non fece mai un immersione in quanto il suo impiego fu proibito dal governo centrale, non esistendo di fatto alcuna regolamentazione sulla gestione dei sottomarini civili.
Un progetto ambizioso
Una nuova soluzione, che sembrerebbe ora essere percorribile, è la costruzione di un tunnel galleggiante che, una volta completato, potrà essere sommerso sott’acqua. Dall’esterno, apparirà come un grande tubo ovale con all’interno una strada al centro e due binari ferroviari. Un progetto decisamente avvenieristico affidato con una cooperazione tecnica di progettazione sino-italiana sancita da un trattato, firmato nel 2004, tra l’Istituto di Meccanica dell’Accademia Cinese delle Scienze (CAS) e un consorzio italiano “Ponte di Archimede” con il coinvolgimento del Politecnico di Milano e dell’Università Federico II di Napoli; questa sinergia ha fatto si che il SIJLAB (Sino Italian Joint Laboratori Archimedes Bridge) sembra abbia finalmente aperto la strada non solo per la futura costruzione di questo tunnel ma per un progetto forse ancora più ambizioso: la costruzione di un ponte sommerso da realizzarsi nello Stretto di Jintang, (arcipelago di Zhoushan), a sud di Shanghai con una lunghezza di 3.200 metri e, forse, di un analogo tunnel subacqueo a bassissimo impatto ambientale nello stretto di Messina.
Il progetto è meno costoso, dal punto di vista costruttivo, di altre soluzioni e produce meno inquinanti. Nel luglio 2003, l’Istituto di Meccanica della CAS propose i progetti per il ponte al governo di Chun’an e fu firmato l’accordo di cooperazione. Attualmente, il modello di simulazione della struttura ha superato i test in laboratorio ed il prossimo passo è di testarla in un ambiente idrico simile a quello del lago Qiandao. La costruzione esecutiva di questo ponte, chiamato di Archimede in relazione al principio omonimo da cui prende spunto, è uno sforzo mondiale.
Attualmente, sette paesi stanno lavorando su questa tecnologia innovativa, tra cui Norvegia, Italia, Giappone, Cina, Svizzera, Brasile e Stati Uniti. Se il ponte nel lago Qiandao verrà completato con successo, sarà il primo ponte di Archimede costruito al mondo ma, soprattutto, darà la possibilità a tutti di fare un viaggio nel passato stando comodamente all’asciutto ed in perfetta sicurezza.
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