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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XVIII SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: USN, Reggenze di Algeri
Il 18 gennaio 1798 salpò dal porto di Portsmouth nel New Hampshire diretta ad Algeri la fregata Crescent da 36 cannoni, recentemente costruita nel cantiere di James Ackett.
La Crescent non era un bastimento della Marina statunitense diretta ad Algeri per qualche operazione contro i corsari di quella reggenza: faceva invece parte di un gruppo di quattro bastimenti da guerra “donati” al Dey di Algeri dal governo degli Stati Uniti in forza di un trattato di pace recentemente negoziato con quella reggenza per salvaguardare i bastimenti mercantili statunitensi dagli attacchi e cattura da parte dei suoi corsari. Come ha più volte sottolineato il prof. Beri, nella seconda metà del Settecento e nei primi tre decenni dell’800 i metodi a disposizione degli stati marittimi europei e degli Stati Uniti per proteggere la propria marina mercantile dagli attacchi dei corsari barbareschi erano due: disporre di una potente Marina da guerra capace di esprimere una forza di deterrenza di tale grandezza da intimorire i governanti delle Reggenze, accompagnata da una chiara volontà di utilizzarla nel caso si fosse reso necessario farvi ricorso, oppure stipulare con essi dei “trattati di pace” che, a fronte di pagamenti di onerosi tributi e di sostanziosi “doni” ai loro Bey e Dey, avrebbero assicurato ai propri mercantili il libero transito. Anche in questo secondo caso era però preferibile poter disporre di una forza navale tale da ricordare ai governanti barbareschi l’opportunità di mantener fede ai trattati sottoscritti. Per quanto riguarda i tributi previsti dai trattati, molte nazioni europee, e in particolare la Danimarca e la Svezia, fecero ricorso alla pratica di sostituire in tutto o in parte il pagamento in moneta contante con la fornitura di materiali da guerra, cannoni e polvere da sparo, e di materiali per la costruzione ed equipaggiamento dei bastimenti da guerra e anche di bastimenti completi.
A questa pratica fecero ricorso anche gli Stati Uniti negli anni successivi alla fine della Guerra di Indipendenza, quando erano quasi del tutto privi di una marina da guerra; non essendo in grado di opporsi con la forza alle Reggenze furono costretti a stipulare dei trattati di pace che prevedevano il versamento di cospicui tributi annui. Il trattato con la reggenza di Algeri fu stipulato nel 1795.
A causa del ritardo con il quale il governo statunitense ratificò il trattato e il versamento dei primi tributi, il Dey di Algeri minacciò la ripresa della guerra di corsa contro le navi americane; per mantenere la pace il governo statunitense accettò di concedere al Dey, oltre al denaro dovutogli, una grande quantità di materiali per le costruzioni navali e quattro nuovi bastimenti da guerra che avrebbero dovuto “… essere costruiti in forme e dimensioni tali da risultare molto veloci…”, oltre ad essere realizzati con i migliori materiali. I costi di costruzione, equipaggiamento ed armamento sarebbero stati completamente a carico del governo statunitense.
Piano del brigantino Hassan Bashaw. Fonte: Chapelle, The Story of the American Sailing Navy.
I quattro bastimenti furono la fregata Crescent da 36 cannoni, 24 da 9 libbre e 12 da 6, il brigantino Hassan Bashaw da 18 cannoni da 6 libbre e le golette Skjoldebrand da 20 cannoni da 4 libbre e Lelah Eisha da 18 cannoni da 4 libbre; oltre a questi bastimenti, al Dey di Algeri fu anche donata la goletta Hamdullah, un bastimento armato privato recentemente costruito a Baltimora e acquistato dal governo statunitense per trasportare alla Reggenza parte dei materiali da consegnare.
La Crescent fu costruita su progetto di Josiah Fox, il progettista delle fregate da 44 cannoni della US Navy Constitution, United States e President che facevano parte del gruppo di sei fregate la cui costruzione fu autorizzata dal Congresso proprio per costituire una forza navale in grado di esercitare una deterrenza contro le reggenze; la costruzione di alcune di esse fu ritardata o addirittura sospesa proprio in conseguenza della firma del trattato di pace con Algeri, perché ritenute non più necessarie.
Josiah Fox (1763 – 1847), architetto navale inglese, noto per il suo coinvolgimento nella progettazione e costruzione delle prime navi da guerra significative della Marina degli Stati Uniti tra cui il USS Constellation e U.S.S. Congress, 1795. Josiah Fox fu responsabile della messa su carta dei progetti del costruttore navale Joshua Humphreys al Philadelphia Naval Shipyard
La Crescent era lunga 37 m sul ponte di coperta, larga 9,7 ed aveva una profondità di stiva di 3 m; la stazza era di 538 t. Fu varata il 29 giugno 1797 ma a causa del ritardo nella fusione dei cannoni fu pronta a salpare solamente alla fine dell’anno. Un quotidiano di Portsmouth la definì “…uno dei migliori esemplari di elegante architettura navale che mai sia stata costruita nelle acque del Piscataqua …”. Il costo complessivo fu variamente stimato tra 90.000 e 150.000 dollari.
A bordo della Crescent si imbarcò anche il nuovo console designato ad Algeri, Richard O’ Brien, che era stato schiavo ad Algeri per dieci anni; anche il capitano e molti dei marinai dell’equipaggio erano stati schiavi ad Algeri ed erano stati liberati, insieme ad O’ Brien, dietro pagamento di un riscatto, grazie alla firma del trattato di pace. Oltre a materiali vari la Crescent aveva a bordo 26 barili pieni di dollari, presumibilmente spagnoli, per un valore totale di 180.000 $ USA, destinati alla Reggenza, una notizia imprudentemente pubblicata dal quotidiano di Portsmouth. La Crescent arrivò ad Algeri insieme alla goletta Hamdullah il 26 febbraio 1798 e i due bastimenti furono immediatamente consegnati al Dey. La Hamdullah stazzava 125 t ed era armata con 14 cannoni da 3 libbre. Gli altri tre bastimenti furono completati nel corso del 1798.
Il brigantino Hassan Bashaw fu progettato e costruito a Filadelfia da Samuel Humphreys. Era lungo 28,3 m tra le pp, largo 8 ed aveva una profondità di stiva di 3,5 m; la stazza era di 287 t; era dotato di 22 remi i cui portelli erano intervallati a quelli dei cannoni. Risultò un bastimento particolarmente veloce. O’ Brien lo definì “… il bastimento più bello e più completo visto fino ad allora”.
La goletta Skjoldebrand, così battezzata in onore di un diplomatico scandinavo che nel Mediterraneo si rese molto utile agli americani, fu costruita a Filadelfia; era lunga 23,6 m tra le pp, larga 7 m, profonda in stiva 3,2 m; era anch’essa dotata di remi e risultò dotata di eccellenti qualità nautiche sia sottovela che alla voga. Della goletta Lelah Eisha non si hanno le dimensioni, ma era più piccola della Skjoldebrand. L’Hassan Bashaw e la Skjoldebrand salparono insieme alla goletta Sophia, la quale era destinata ad essere donata al Bey di Tripoli, sulla quale era imbarcato il commodoro comandante della piccola squadra, il 7 e l’8 gennaio 1799 e giunsero ad Algeri rispettivamente l’8 e il 4 febbraio. La goletta Lelah Eisha era invece salpata il precedente 17 dicembre insieme al bastimento mercantile Hero carico di materiali navali destinati sempre alla reggenza, ed era giunta ad Algeri il 23 gennaio.
Piano velico della goletta Skjoldebrand. Fonte Chapelle, The Story of the American Sailing Navy
I quattro bastimenti furono molto ammirati dalla marineria algerina. Mentre i bastimenti erano in costruzione, la consapevolezza di quanto fosse assurdo fornire ai barbareschi ottime navi, per alcuni versi superiori a quelle che ottenevano dagli stati europei, che avrebbero potuto in futuro essere utilizzate contro la marineria statunitense cominciò a farsi largo nel governo statunitense. Nel dicembre 1797, il Segretario di Stato, scrivendo al console O’ Brien, ammise che il governo avrebbe volentieri evitato di fornire bastimenti armati al Dey ma che la situazione critica in cui si trovava il paese per il momento non aveva lasciato altra scelta. In futuro il governo sarebbe stato molto lieto di poter evitare il ripetersi di una situazione analoga, qualora fosse stato possibile.
Pochi mesi prima era stato concluso un “trattato di pace ed amicizia” con il Bey di Tripoli dopo il pagamento di 40.000 dollari spagnoli, 13 orologi d’oro, d’argento e di princisbecco, anelli con pietre preziose e tessuti. Una delle clausole prevedeva che all’arrivo del nuovo console statunitense a Tripoli al Bey sarebbero stati pagati 12.000 dollari spagnoli e sarebbero stati consegnati i seguenti materiali navali: 5 gomene da 8 pollici, 3 da 10 pollici, 50 barili di catrame, 10 di pece, 500 tavole di pino e altrettante di quercia, 10 alberi da nave, 12 pennoni, 50 pezze di tela e 4 ancore. Anche in questo caso, se non si fornirono bastimenti completi, furono comunque consegnati materiali essenziali per l’armamento e il mantenimento dei bastimenti corsari.
L’episodio della fornitura dei quattro bastimenti, poco conosciuto, fu certamente poco dignitoso per gli Stati Uniti. Forse proprio per questo motivo il pur autorevole “Dictionary of the American Naval Fighting Ships” alla voce “Hassan Bashaw” riporta che il brigantino e la goletta Skjoldebrand furono costruiti negli Stati Uniti dietro richiesta del Dey di Algeri e “a sue spese”, e che la richiesta del Dey fu accolta dal presidente Adams in quanto il Dey era stato utile agli Usa nei loro negoziati con le altre reggenze, fatti tutti smentiti anche dagli stessi resoconti governativi dell’epoca. Nel 1801 il Bey di Tripoli avanzò nuove pretese, riprendendo la guerra di corsa contro il naviglio statunitense. La risposta americana questa volta fu l’invio di diverse unità della US Navy la cui azione fu però poco decisa a causa delle restrizioni politiche messe sul loro operato. La guerra “guerreggiata” della US Navy contro le reggenze barbaresche del Mediterraneo continuerà con alterni e spesso non decisivi risultati fino al 1815.
Aldo Antonicelli
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FONTI
Chapelle, The Story of the American Sailing Navy, 1949.
Dictionary of the American Naval Fighting Ship.
Fairburn, Merchant Sail, vol. I, 1897.
Cooper, History of the Navy of the United States of America, 1853.
Naval Documents Related to the Quasi-war between the United States and France, Naval operations, 1935.
Collections of the Massachusetts Historical Society, 6° serie, vol. III, 1896.
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appassionato e studioso di storia navale del Laboratorio di Storia marittima e navale – Università di Genova