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livello elementare.
ARGOMENTO: REPORTAGE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: ISOLA DEL GIGLIO
parole chiave: arcipelago toscano, immersioni
Dalle ultime immersioni nello splendido mare di Bosa erano passati quasi due anni. Abituato ormai da anni a sfruttare tutto l’anno per immergermi, mai mi sarei immaginato di dover affrontare una prova così dura e inaspettata in un momento in cui tutto il mondo cominciava una dura lotta contro un nemico invisibile e mortale. L’estate del 2020 non credo che la dimenticherò mai: al termine come tutti di un duro lockdown tra mille incertezze a causa di un tumore scoperto per caso, ero riuscito a trovare spazio in un ospedale romano dove uno staff mi aveva accolto, rassicurandomi su un intervento inaspettato che però non era certo una passeggiata. Vi risparmio tutti i particolari, tutto andò bene e iniziai la mia fase di recupero; quello fisico fu piuttosto rapido, ma non posso dire lo stesso di quello psicologico. Costretto come tutti da restrizioni dovute alla pandemia, mi dedicai anima e corpo al lavoro fino a quando, all’ennesimo urlo di dolore della bilancia, mi resi conto che stavo buttando al vento la mia vita. Poi, all’inizio dell’estate, in concomitanza con l’anniversario dell’operazione, decisi che dovevo tornare a combattere: visita medica di controllo, visita specialistica subacquea, e via con un programma di allenamento crescente ma implacabile… macinando chilometri di corsa crescenti ogni giorno, stringendo i denti come avevo appreso da ragazzo, con il supporto costante ed affettuoso di Tiziana. Se fosse vero l’antico proverbio giapponese, reso celebre da Ian Fleming, potremmo dire che “si vive solo due volte, la prima quando si nasce e poi quando si guarda la morte in faccia“. Mai mollare.
Ed eccomi ora su un traghetto verso l’isola del Giglio. In una giornata ancora calda di settembre, con il vento che taglia il viso e la pelle, non più abituata al sole, che brucia sotto gli ultimi raggi d’estate.

arrivo al Giglio
Per questo mio ritorno al mare, ho scelto l’isola del Giglio, un cono di granito che fa parte delle isole dell’Arcipelago toscano, un parco nazionale composto da sette isole: Elba, Giglio, Capraia, Montecristo, Pianosa, Giannutri e Gorgona. Isole antiche, frequentate dall’epoca preistorica e poi da Etruschi e Romani che hanno lasciato tracce della loro presenza.
Vere perle marine del Mar Tirreno, battute dal vento e dal mare, dove leggende e storia si fondono insieme in un mare cristallino tra blu intensi e verde smeraldo. Il Giglio, per dimensioni la seconda isola dell’arcipelago, offre una costa spesso impervia dove si aprono baie sabbiose e piccole insenature lungo le quali fuoriescono dal mare faraglioni imponenti che proseguono negli abissi. La scelta non è stata casuale: i racconti di tanti amici e colleghi, tra cui un vecchio e indimenticabile amico, Giorgio Sciubba, ammiraglio pilota della Marina Militare, che aveva fatto dei fondali del Giglio una seconda casa, mi hanno guidato nella scelta.

International Diving, Giglio Porto – photo credit International diving
Mi sono appoggiato al International Diving di Gianmaria Vettore e Claudia Di Giuseppe, collocato a Giglio Porto, nei pressi di cala Saracena. Un supporto a 360 gradi che ci ha permesso di trovare un’eccellente sistemazione presso la Casa Rosada, un piccolo ma efficiente B&B. Partiti presto da Roma, dopo un viaggio di circa due ore, arriviamo a Porto Santo Stefano in tarda mattinata e prendiamo il traghetto per il Giglio, portando con noi la macchina.
Con il senno del poi l’abbiamo usata pochissimo ma essendo la prima volta abbiamo pensato di usarla per esplorare l’isola con maggior libertà. Il viaggio in traghetto dura circa un ora e, all’arrivo, ci rechiamo al diving per lasciare l’attrezzatura; come me è restata asciutta per due anni e, nonostante le manutenzioni di base, le sorprese possono essere sempre dietro l’angolo.

Cala del Saraceno
Mi immergo subito a Cala del Saraceno per verificare che tutto funzioni a dovere. L’ingresso in acqua è semplice; si cammina da riva trasportando gav e bombola e ci si veste comodamente in acqua … dopo una piana di ciottoli e materiali sfusi, si arriva ai limiti della piccola baia, un’antica pescera romana, e si scende dolcemente alla profondità di quattro metri, tra strisce di sabbia ed il limite superiore di una prateria di posidonia … sulla sinistra un grande masso liscio scende verso il basso quasi ad indicare la strada. Alla sua sommità una bella torre, detta torre del saraceno, domina la costa, ricordando i tempi in cui gli isolani dovettero difendersi dai feroci pirati che imperversavano il Mediterraneo.

Gorgonie rosse alle Scole
Arrivato in una zona pianeggiante, mi fermo in ginocchio sul fondo mentre controllo le fruste e gli erogatori da eventuali perdite … mi sembra un eccellente posto per l’addestramento dei futuri subacquei e penso possa essere interessante farci un’immersione, spingendosi più nelle profondità, magari per fare delle belle immersioni notturne. Soddisfatto, esco dall’acqua e prendo accordi per la prima immersione che effettueremo nel pomeriggio. Claudia prende in consegna tutto il mio materiale che troverò direttamente a bordo della Ladybird, la loro barca appoggio. La prima impressione del centro immersioni è di grande efficienza e disponibilità.

Pancratium maritimum o giglio di mare
Efficienza e professionalità
Dopo uno spuntino ci rechiamo a bordo, dove le prime impressioni vengono confermate. Lo staff è molto attento alle procedure per la prevenzione sicurezza e, in particolare, del COVID 19… non ci sono assembramenti e tutte le rubinetterie delle bombole sono protette da un sacchetto … il materiale personale è mantenuto in una sacca personale e vengono forniti dei sacchetti per proteggere gli erogatori. Anche le vestizioni sono effettuate in maniera alternata, per evitare contatti ravvicinati. Non ultimo i protocolli sono quelli approvati sulla base delle linee guida di Pasquale Longobardi, Presidente dell’Accademia Internazionale delle Scienze e Tecniche Subacquee.

si riparte, Giglio 2021
Immergersi alle Scole
La prima immersione è alle Scole, a soli cinque minuti di navigazione, nel luogo tristemente famoso per la tragedia della Costa Concordia. Fu proprio l’urto contro gli scogli delle Scole a causare la falla sullo scavo che provocò il naufragio. Claudia mi racconta che questa immersione, in realtà, non è la sola immersione: è possibile effettuare almeno 7-8 percorsi differenti e tutti offrono la particolarità di fornire ottimi spunti per fotografi, grazie alla ricca biodiversità presente. Grazie ad un termoclino abbastanza superficiale le prime gorgonie rosse (Paramuricea clavata), si trovano a 18 metri di profondità, un lusso per i subacquei meno esperti e per i fotografi.

Eunicella cavolinii o gorgonia gialla
Dopo aver ancorato proprio di fronte allo scoglio più grande, si scende su un fondale di circa 15 metri, ricoperto di massi che fungono da tana, da cui si parte per visitare la parete che si snoda sulla sinistra, dove si possono incontrare gorgonie rosse spesso completamente ricoperte di bouquet di Claveline. Sulla parete un bell’esemplare di Pancratium maritimum o giglio di mare.

Parazoanthus axinellae o margherite di mare su coralligeno
Si incontra il Cristo con l’ancora in ricordo dei marinai deceduti in mare, posizionato sui 25 metri, proprio accanto ad un enorme masso che, poggiando sullo scoglio sottostante, forma un tettuccio ricoperto di splendide piccole margherite di mare (Parazoanthus axinellae), il cui giallo acceso è intervallato qua e là dal rosso brillante delle stelle marine: al riparo del tettuccio si incontrano grossi scorfani, corvine, cernie e musdee.

Paramuricea clavata o gorgonia rossa
Scendiamo poi verso destra, puntando l’esterno del sito per incontrare dapprima delle guglie molto alte, e subito dopo, le immancabili gorgonie rosse, che dai 30 metri ospitano numerosissimi esemplari di stella gorgone (Astrospartus), ormai diffusissima in tutto il Giglio anche a profondità ricreative.

Astrospartus o stella gorgone
Entrambi i percorsi hanno la particolarità di svilupparsi in parete ma vicino a scogli di grandi dimensioni, che diventano facili tane per cernie, murene, musdee e gronghi. Felicissimi anche gli incontri con numerosi nudibranchi, di dimensioni molto ridotte come flabelline, cratene, vacchette di mare, janolus ma anche i più grandi umbraculum.

sul punto di immersione si trova dove si arenò la Costa Concordia, di lei nessuna traccia se non una targa a perenne memoria di questo dramma del mare . foto dal web
Non ultimo, alla profondità di otto metri, si trova una targa commemorativa per i 32 deceduti nel tragico naufragio della Costa Concordia. Il ricordo va a quella notte in cui la grande nave da crociera andò incontro al suo destino, a seguito della scellerata decisione del Comandante di eseguire quell’inchino che avvicinò pericolosamente la Costa Concordia all’isola, facendola urtare sugli scogli delle Scole. Non fu un caso fortuito e sarebbe potuto essere peggio se la cinematica della nave, obbligata dal blocco di un timone, non la avesse riportata vicino al Giglio, facendola adagiare su un fondale poco profondo. La targa è stata posta proprio sulla porzione di scoglio che era rimasta all’interno dello scafo della nave; una volta rimosso lo scoglio è stato riposizionato nello stesso punto in cui avvenne l’impatto a perpetua memoria. Una bella prima immersione ricca di suggestione.
Immersione alle Scole profondità minima 5 metri profondità massima oltre i 60 metri |
Torniamo in porto, ci aspetta una bella serata in un ristorante sul mare, naturalmente a base di pesce. La luna splende grande sul mare e l’aria è ancora gradevole … non potrebbe essere meglio. A domani … torneremo in mare per scoprire nuove immersioni all’isola del Giglio … restate con me.
Fine prima parte – continua
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Se non diversamente attribuite, le foto appartengono all’autore, Andrea Mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. E’ docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione scientifica.
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