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livello elementare
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ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: OCEANO INDIANO – GOLFO PERSICO
parole chiave: Iran, traffico mercantile, petrolio

HMS Montrose durante un’operazione di scorta, fonte UK Min. DeF. – foto di repertorio AP
C’era da aspettarselo. L’incidente è avvenuto solo un giorno dopo che il presidente iraniano, Hassan Rouhani, aveva tuonato sui media, avvertendo la Gran Bretagna di “ripercussioni” non specificate per il sequestro avvenuto la settimana scorsa da parte britannica di una superpetroliera iraniana. Come ricorderete, giovedì 4 luglio 2019, la marina reale britannica ha fermato e sequestrato la petroliera iraniana Grace 1 in transito nello Stretto di Gibilterra. Secondo le autorità britanniche, la nave stava trasportando 300.000 tonnellate di greggio in Siria, violando le sanzioni europee contro la Siria. Rouhani ha condannato il sequestro e Zarif, ministro degli Esteri iraniano, ha negato che la superpetroliera appartenesse all’Iran, affermando che chiunque fosse proprietario della spedizione petrolifera e della nave potesse perseguire il caso attraverso vie legali. Di fatto l’Iran ha convocato l’ambasciatore britannico per quella che ha definito una “intercettazione illegale” della nave da parte della Marina britannica, quindi un atto di pirateria.
Il fatto
Vediamo di capire che cosa è successo ad Hormuz. Giovedì 11 luglio tre unità navali iraniane hanno tentato, senza successo, “di impedire il passaggio” di una nave commerciale britannica, la British Heritage, in transito nello Stretto di Hormuz.

la petrolifera della BP British Heritage
La British Heritage appartiene al gigante petrolchimico britannico British Petroleum, comunemente noto come BP. La sua flotta comprende la petroliera Century Class, una delle più grandi petroliere di petrolio greggio in grado di trasportare fino a un milione di barili di petrolio alla volta. Il ministero della Difesa britannico (UKMOD) ha riferito che una nave da guerra della Royal Navy, la fregata HMS Montrose “è stata costretta a posizionarsi” tra le navi iraniane e la petroliera per evitare comportamenti aggressivi da parte dei pasdaran.

fregata HMS Montrose
Secondo quanto comunicato, l’HMS Montrose, che stava scortando la British Heritage, ha emesso “avvertimenti verbali alle imbarcazioni armate iraniane, che poi si sono allontanate“, aggiungendo che Londra è “preoccupata per questa azione e continua a sollecitare le autorità iraniane” al fine di mitigare la tensione nella regione. L’azione della HMS Montrose è stata quindi sufficiente, evitando di ricorrere alla forza, ed il mercantile ha proseguito il suo cammino attraverso lo Stretto di Hormuz, una via d’acqua vitale che collega il Golfo Persico con il resto del mondo attraverso il Golfo di Oman.
Ovviamente, il Governo britannico, che mantiene una forza navale nel Golfo Persico, è molto preoccupato per questa azione e continua a sollecitare le autorità iraniane a mitigare la situazione nella regione.

Le autostrade del mare, rappresentazione del traffico mercantile che, inevitabilmente, si concentra in aree marittime ristrette, definite choke point. Queste aree sono estremamente sensibili perché una loro chiusura porterebbe a sconvolgimenti significativi delle economie dei Paesi industrializzati
Come spesso abbiamo raccontato sulle nostre pagine, ben un terzo delle forniture petrolifere mondiali passa attraverso lo stretto ogni anno. Un choke point sensibile che vede coinvolti interessi occidentali e delle grandi potenze economiche orientali. Un area sensibile e estremamente semplice da interdire sia direttamente attraverso mezzi navali sia con l’utilizzo occulto di mine ed ordigni navali. La delicatissima situazione di confronto con l’Iran per il nucleare ha spesso spinto Teheran a minacciare il blocco del traffico mercantile, fattore che causerebbe danni di miliardi di dollari per le compagnie petrolifere.
Sembrerebbe che la British Heritage sia stata intercettata da “navi veloci” iraniane, piccole imbarcazioni armate in dotazione alla Guardia Rivoluzionaria per controllo delle acque territoriali ma anche per azioni discutibili di interdizione o disturbo della navigazione di navi commerciali provenienti dal Golfo Persico, in transito nello Stretto di Hormuz.
La Guardia rivoluzionaria iraniana ha ovviamente negato le accuse, affermando che se avesse ricevuto ordini di sequestrare le navi in transito lo avrebbe fatto immediatamente. L’agenzia di stampa semi-governativa Fars ha rilasciato una dichiarazione della Guardia rivoluzionaria iraniana sottolineando che “non ci sono stati scontri con navi aliene“, specialmente battenti bandiera britannica. Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha respinto le accuse britanniche come “inutili“, affermando che le affermazioni “sono state fatte per creare tensione“, ha riferito l’agenzia.
La Russia, nel frattempo, che ha appoggiato l’Iran nella situazione di stallo con l’Occidente per il suo programma nucleare, ha accusato gli Stati Uniti dell’incidente. Secondo i media russi, “la situazione è molto preoccupante“, ha detto il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov. “Le ragioni sono chiare: questo è il corso intenzionale e premeditato di Washington per esacerbare le tensioni“.
Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha dichiarato ai giornalisti di essere a conoscenza del fatto che “si presume che si sia verificato un simile incidente“, ma anche della posizione di Teheran che nega che sia avvenuto. Secondo Peskov è quindi necessario assumere una maggiore moderazione nel Golfo Persico, al fine di non esacerbare la situazione che è già molto complessa. In sintesi, quest’incidente ha di fatto segnato l’ultima escalation di tensioni continue nel Golfo Persico a seguito del ritiro unilaterale del presidente Trump degli Stati Uniti dall’accordo nucleare del 2015 tra l’Iran e le potenze mondiali. La prudenza è d’obbligo e la diplomazia deve fare il suo corso per evitare che la situazione degeneri.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. E’ docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione scientifica.
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