livello elementare
ARGOMENTO: BIOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: polpo, cefalopodi, octopus
Intelligente, robusto, adattabile, mimetico … ma di chi stiamo parlando?
Non si tratta di un super eroe dei fumetti, stiamo parlando di sua maestà il polpo. Il suo comportamento e le sue caratteristiche sono tali che nel tempo hanno conquistato il cuore di molti subacquei al punto che sono nati numerosi club nel mondo che lo hanno eletto come mascotte.
Il mio rapporto con i polpi, da pescatore ad amico, cambiò un estate di trent’anni fa a Punta Izzo, Augusta. Stavo facendo una passeggiata subacquea lungo costa quando vidi in una cavità della roccia una pallina gialla, delle dimensioni dei pallini usati nel gioco delle bocce. Per curiosità, allungai il braccio per prenderla quando un tentacolo di un piccolo polpo si allungò verso la pallina afferrandola per poi stringersela a se … iniziò così un gioco “di prendi e togli” che durò fino alla fine dell’aria della mia bombola. Non so se il polpetto si divertì ma di certo cambiò il mio modo di vedere questo intelligente animale capace, come vedremo, di fare cose straordinarie. Vi ho incuriosito? Scopriamo allora insieme alcuni dei suoi incredibili super poteri.
Un sistema nervoso straordinario
Il polpo possiede un sistema nervoso ben sviluppato così come complessi organi sensoriali. I suoi occhi, per esempio, sono simili ai nostri e possiedono un’iride, pupilla, lente e retina. Il polpo ha un’eccellente vista che gli consente di avvistare la preda e raggiungere il punto giusto per afferrarla. Il suo cervello è proporzionalmente grande quanto il cervello di alcuni uccelli e mammiferi. Mostra un alto livello di organizzazione che gli consente di coordinare i suoi incredibili movimenti e di modificare il suo aspetto grazie alla sua capacità mimetica ottenuta con rapidi cambiamenti di colore dei cromatopori. Una funzionalità incredibile che è erroneamente attribuita al suo cervello. In realtà i tre quinti del sistema nervoso del polipo sono distribuiti tra le sue otto forti e flessibili “braccia” che gli possono consentire di eseguire complesse operazioni come l’apertura del tappo di un barattolo ma anche di combattere efficacemente contro gli altri predatori.
E tutto questo grazie alla mancanza delle ossa e delle articolazioni che, in un ambiente scabro come il fondo marino sarebbero solo di impaccio. Grazie a questa sua illimitata capacità si allunga, si stringe per poi scattare in avanti con una gamma di movimento quasi infinita. Secondo alcuni studiosi ogni tentacolo possiede un proprio sistema nervoso indipendente. Sembra che ci avvenga con una forma di delega da parte del cervello mentre il tentacolo possa essere in grado di decidere esattamente come eseguire l’ordine.
Gli scienziati hanno testato questo separando i nervi nelle braccia da quelli nel corpo e nel cervello e poi dando degli stimoli. Sorprendentemente, le braccia hanno risposto al “solletico” proprio come avrebbero fatto in un polpo sano. I polpi usano i loro tentacoli per tutto: dalla caccia all’accoppiamento. Non fatevi ingannare dal suo movimento strisciante e lento sul fondo. Il nostro amico se necessario può raggiungere velocità di 40 chilometri all’ora.
Parliamo del suo magico occhio
Abbiamo detto che è molto simile al nostro ma c’è qualcosa di più da sapere … la sua struttura è talmente complessa che i produttori di fotocamere li hanno studiati come modello per migliorare i loro obiettivi. Un esempio? Fino a poco tempo fa, a causa della curvatura dell’obiettivo di una fotocamera, l’immagine poteva risultare fuori fuoco ai bordi. Per correggere questo problema, le fotocamere con diversi obiettivi a seconda delle esigenze. I fotografi sanno quanto questo incida nelle loro tasche. Studiando la struttura del suo occhio gli scienziati hanno scoperto che è composto da diversi strati sottili di densità multiple per meglio focalizzare la luce. Grazie a questa scoperta è stato possibile creare un obiettivo fotografico in grado di produrre immagini chiare e a basso costo.
Nuova casa? No Problem
Il polpo trascorre gran parte della sua vita solitaria in una tana che abbandona in genere nelle ore notturne per cacciare. Per ragioni non chiaramente comprese, sembrerebbe che periodicamente, ogni settimana o due, il polpo cerchi una nuova tana.
Se questo avviene per necessità di nuovi territori di caccia o per la sua sicurezza non è chiaro; di fatto il polpo ricerca una fessura sotto una roccia o all’interno di oggetti abbandonati sul fondo del mare da adattare per le sue necessità. In particolare, nella stagione dell’accoppiamento, mostra un certo senso … estetico, disponendo all’ingresso un piccolo giardinetto di conchiglie e sassi colorati per attirare l’attenzione della femmina. D’altronde anche per loro vale il principio che l’occhio vuole la sua parte.
Quando si avventurano fuori dalla tana, in genere i polpi camminano spostandosi grazie ai lunghi e potenti tentacoli le cui file di ventose, poste sul lato inferiore, gli consentono di scivolare rapidamente, facendo presa sul fondo del mare. Una cosa straordianria è che la loro funzione non è solo di facilitare il movimento dell’animale ma anche di scoperta. Sembra che ognuna possieda fino a 10.000 neuroni che gli consentono di saggiare il terreno alla ricerca di nuove fonti di nutrimento. In caso di pericolo, il polpo può scattare in avanti a velocità molto elevate, risucchiando acqua attraverso il suo mantello e, successivamente, espellendola dal suo sifone con forza. Per confondere l’avversario può spruzzare dal sifone dell’inchiostro nero, usato in funzione difensiva come una cortina fumogena. Usando questo metodo “a reazione” il polpo può anche cambiare direzione puntando l’imbuto in un modo diverso per evitare ostacoli o altri predatori.
Un predatore intelligente
Il polpo è un predatore astuto ed utilizza tecniche differenti per catturare e poi consumare le sue prede. I tentacoli lunghi e flessibili sono ideali per raggiungere e catturare nelle fessure del fondale gamberi e granchi. La sua capacità di adattarsi (non avendo ossa) a qualsiasi forma gli consente di infilarsi in piccoli spazi per catturare piccoli pesci e molluschi. Una volta catturati li porta al suo apparato boccale dove riesce a spaccare anche i gusci delle conchiglie, utilizzando un becco duro e retrattile simile a quello di un pappagallo. Questo becco è particolarmente utile sia per rompere gusci dei molluschi sia per lacerare la carne dei pesci. Accanto al becco si trova la radula, un organo simile ad una lingua che il polpo usa per raschiare l’animale dal guscio una volta che il guscio viene aperto.
Ma non è finita. Qualora necessario ha anche un organo coperto di denti, chiamato papilla salivare, che può usare per perforare il guscio delle conchiglie. La secrezione corporea della papilla erode fino a bucare il guscio e quindi indebolisce la preda in modo che possa essere poi consumata più facilmente. Non ultimo, uno dei metodi preferiti dai polpi per catturare le prede nel volume è quello di avvolgerle tra i suoi tentacoli, come se li catturasse con una rete.
Come per il suo straordinario occhio, i tentacoli del polpo sono un buon modello tecnologico per gli ingegneri per come creare un braccio robotico forte ma flessibile, estremamente utile in quelle situazioni di emergenza che richiedano di poter operare con decisione ma anche con estrema delicatezza.
In sintesi, il polpo, questo animale straordinario, non è solo un amico con cui giocare sul fondo ma anche un modello biologico per nuovi sviluppi tecnologici. Non a caso chi lo scopre … non lo evita.
Andrea Mucedola
photo credit andrea mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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