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livello elementare.
ARGOMENTO: CAMBIAMENTI DEL CLIMA GEOLOGICI
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: OCEANI
parole chiave: ere geologiche
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All’inizio la Terra non aveva affatto un’atmosfera e non aveva neppure acqua. Era più vicina al Sole, che tuttavia era una stella giovane (dalla teoria inglese del young faint sun) e inviava sul nostro pianeta il 30% in meno dell’energia radiante che riceviamo oggi. Ci vollero centinaia di milioni di anni prima che la Terra si raffreddasse e l’intensità del bombardamento di meteoriti si abbassasse di almeno mille volte. A quel bombardamento dobbiamo la gran parte dell’acqua che c’è oggi sul pianeta.
In questo periodo, chiamato Archeano, la temperatura media del pianeta non avrebbe dovuto superare i -20°C e la Terra sarebbe dovuta apparire come una “snowball”, un’enorme palla di neve. In realtà, già nel corso dei primi milioni di anni, iniziò a formarsi un’atmosfera ricca di CO2 e di CH4 e iniziò ad agire un primo effetto serra che determinò un forte rialzo della temperatura sulla superficie del pianeta, consentendo la presenza di acqua liquida e, dunque, la formazione degli oceani.
Ci vollero, poi, almeno 2 miliardi di anni affinchè i microorganismi fotosintetici imparassero a ottenere energia dalla luce solare e a generare ossigeno molecolare, O2 in gran quantità, come venefico sottoprodotto di reazione. Dal nostro punto di vista l’ossigeno è il gas più prezioso senza il quale non potremmo respirare ma, dal punto di vista chimico, è un gas molto reattivo, capace di attaccare quasi tutte le sostanze che incontra (attraverso una reazione chiamata ossidazione). Un veleno estremamente aggressivo. L’ossigeno, tra l’altro, portò alla rapida diminuzione del metano e della stessa anidride carbonica in atmosfera. Cosa che avvenne anche sul pianeta Venere trasformandolo però in una torrida serra inospitale.
Torniamo ora alla Terra, focalizzando la nostra attenzione sugli ultimissimi 2 milioni di anni, ovvero quando apparvero sulla Terra i primi rappresentanti del genere Homo; in questo periodo brevissimo di tempo (appena lo 0,04% della storia del pianeta Terra) avvennero svariati periodi glaciali, intervallati da più brevi periodi interglaciali. Nel corso di un periodo glaciale la temperatura media del pianeta scese anche di 5 o 6°C rispetto a quella attuale. Ad esempio, 130.000 anni fa, all’inizio dell’ultima glaciazione, detta di Würm, la temperatura media era più alta di 5 °C rispetto all’attuale. Le oscillazioni termiche furono molto forti, anche di 10°C, e bruschi cambiamenti climatici si verificarono anche nel volgere di pochi anni, spesso meno di una decina con una media di 5°C nel corso di 40 anni. I cicli si verificarono con una tale puntualità che furono associati a cause astronomiche, probabilmente al Sole e alle tempeste solari. Questi cicli non sempre si verificarono e il dibattito sulla loro causa è quindi ancora aperto.
Nel Paleocene-Eocene, 56 milioni di anni fa, avvenne un episodio di forte e rapido riscaldamento climatico causato dalle emissioni di gas serra dovute all’attività vulcanica nell’Atlantico settentrionale. Circa 60 milioni di anni fa alcuni cambiamenti nella circolazione profonda del nostro pianeta generarono una corrente calda di materiale roccioso che, uscendo dal cuore del mantello terrestre, crearono il “pennacchio dell’Islanda”.
Giant’s Causeway, chiamate anche il Selciato del Gigante – Autore Penelope Kan County Antrim – Giant’s Causeway – 20180930122719.jpeg – Wikimedia Commons
Quando la roccia proveniente dal mantello sbucò attraverso il fondo dell’oceano Atlantico settentrionale, la lava sgorgò in un’area che va dalla Scozia all’Irlanda e alla Groenlandia e si consolidò in spettacolari paesaggi di colonne come il Giant’s Causeway, chiamate anche il Selciato del Gigante, un promontorio formato da circa 40.000 colonne di basalto esagonali di origine vulcanica create da un flusso dalla Scozia a Staffa e all’isola di Mull.
I cambiamenti del clima non sono quindi una novità
Il clima della Terra si è modificato in continuazione nel corso dei 4,6 miliardi di anni del pianeta. Durante il il periodo caldo compreso tra l’800 e il 1200 d.C., la temperatura fu in media maggiore di circa 0,7/1°C rispetto a quella attuale, il che consentì ai Norreni di raggiungere le Groenlandia e le Americhe e di impiantare lì la coltivazione delle vite. Dopo il 1400 e fino al 1850, il pianeta subì una “piccola era glaciale”, durante la quale i ghiacciai alpini ripresero a espandersi. Oggi stiamo subendo un rialzo delle temperature legato anche all’impatto antropico dopo l’inizio dell’era industriale. Va da sé che in questo sistema così complesso e così mutevole è difficile distinguere la causa dall’effetto ma la maggior parte degli abitanti dl pianeta sono consci della necessità di una maggiore attenzione verso l’ambiente con comportamenti sostenibili per non aggravare ancora di più la situazione.
Vincenzo Popio
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Laureato in Scienze Marine presso l’Università di Pisa con un Ph. D. in Maritime Science e Master in “Environmental science and sea pollution research” presso la Pacific Western University di Los Angeles, California, il dottor Popio ha trascorso oltre 32 anni di servizio attivo nella Marina Militare. Ha ricoperto incarichi di Comando a bordo delle unità navali, come Direttore agli Studi presso Istituti di Formazione militare e come rappresentante della Marina presso l’Ufficio del Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa. Lasciato il servizio attivo, il dr. Popio, ha continuato, in campo civile, a fornire il proprio contributo per la salvaguardia dell’ambiente marino e di tutte le sue specie, collaborando in diversi progetti riguardanti l’ambiente, con le Università di Bari, Lecce, Napoli e con l’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero-CNR di Taranto. Numerosi sono gli articoli pubblicati sulla stampa locale sull’inquinamento (aria, mare, suolo) a Taranto, dovuto alla presenza delle industrie pesanti. Uno studio particolare è stato effettuato sul Mar Piccolo e il Mar Grande di Taranto.
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