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livello elementare.
ARGOMENTO: GEOPOLITICO
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MAR NERO
parole chiave: Flotta russa, droni, attacco asimmetrico
Dopo gli attacchi alla flotta russa in mar Nero, le sue navi sembravano ormai destinate a restare confinate in porto nella base di Sevastopoli, in Crimea, impiegate per lo più come piattaforme di lancio dei missili Kalibr sul territorio ucraino. Da parte ucraina, i successi ottenuti hanno certamente galvanizzato la marina di Kiev che, di fatto, sin dai primi giorni di guerra, aveva perso la maggior parte dei suoi assetti navali. Con un impiego intelligente di mine navali, droni e di armi superficie-superficie gli Ucraini hanno affondato la nave ammiraglia Moskva, colpito unità maggiori e costretto i Russi all’abbandono dell’isola dei serpenti.
Moskva (Mosca), ex “Slava”, che significa “gloria”, era la nave principale del progetto 1164 Atlant Class of Guided Missile Cruiser nella Marina russa. La classe Atlant del Progetto 1164 era stata sviluppata come Aircraft Carriers Killer – Autore George Chernilevsky Project 1164 Moskva 2009 G1.jpg – Wikimedia Commons
Da tempo fonti governative russe accusano il supporto diretto di consiglieri stranieri nelle operazioni navali contro la flotta del Mar Nero. In particolare, l’addestramento del personale militare del 73° centro speciale ucraino per le operazioni marittime che secondo i Russi verrebbe effettuato sotto la guida di esperti britannici nella città di Ochakov, nella regione di Mykolaiv. Questi specialisti della Royal Navy, sempre secondo Mosca, sarebbero stati coinvolti anche nella pianificazione e realizzazione dell’atto terroristico nel Mar Baltico il 26 settembre di quest’anno contro gli oleodotti Nord Stream nel Baltico.
https://twitter.com/JohnJay37499175/status/1586362641366192128?s=20&t=K3fYZNOmsvFwgslQrNnReg
Venendo alla notizia di ieri, il ministero della Difesa russa ha comunicato che nove droni aerei e sette di superficie ucraini avrebbero effettuato un attacco nella baia di Sebastopoli nel prime ore del mattino del 29 ottobre contro alcune navi della flotta del Mar Nero, impiegate nel corridoio del grano nell’ambito dell’iniziativa internazionale per il trasporto dei prodotti agricoli dai porti ucraini.
Secondo i canali di propaganda ucraini, l’attacco dei droni ha causato il danneggiamento della Admiral Makarov, divenuta nave ammiraglia della flotta del Mar Nero dopo l’affondamento dell’incrociatore missilistico Moskva. Sebbene le “autorità” locali russe abbiano assicurato che non ci siano stati danni sensibili, le notizie pervenute in rete sono di ben altro tono. Le notizie si stanno succedendo mostrando testimonianze di privati corredate da video amatoriali e della difesa ucraina che forniscono immagini molto esplicite dell’attacco.
Ma cosa è successo veramente?
L’attacco ucraino è iniziato intorno alle 4:30 e secondo fonti non ufficiali è durato almeno cinque ore. Proviamo a ricostruire. Nelle prime ore del mattino, almeno 16 droni di superficie e aerei sono partiti da Odessa in direzione di Sebastopoli, la base navale russa principale in Crimea. L’attacco consisteva nella saturazione delle difese russe per permettere l’infiltrazione dei droni navali di superficie esplosivi.
Nella notte, gli abitanti di Sebastopoli si sono svegliati da potenti esplosioni e sono stati subito messi in rete dei filmati straordinari che mostrano le unità sparare selvaggiamente contro un drone mentre punta verso la nave ammiraglia della flotta del Mar Nero, la fregata Makarov. Un evento che porta alla memoria azioni simili effettuate durante la Seconda guerra mondiale dai barchini della X MAS contro la flotta britannica.
La differenza è che questi erano guidati sul bersaglio da operatori che si proiettavano fuori bordo nell’ultima fase della corsa, mentre, in questo caso, i droni di superficie (SUV) si dirigono sul bersaglio autonomamente.
Curiosamente l’attacco ucraino è stato eseguito nella stessa data dell’affondamento del “Novorossiysk” (ex “Giulio Cesare”) probabilmente a causa di una mina da fondo tedesca nel porto di Sebastopoli nel 1955; un evento controverso che venne a lungo archiviato come uno dei tanti misteri dei tempi della Guerra fredda.
Frigata “Admiral Makarov” ancorata a San Pietroburgo – Autore Ad Meskens Saint Petersburg Baltic Fleet Admiral Makarov 03.jpg – Wikimedia Commons
Secondo Anton Gerashchenko, consigliere del ministro degli interni ucraino, l’attacco ha avuto successo ed è stata danneggiata non solo la fregata Admiral Makarov che, come ricorderete, aveva sostituto come nave ammiraglia della flotta del Mar Nero la Moskva dopo il suo affondamento, ma anche altre tre navi da guerra della Federazione Russa, tra cui una nave d’assalto anfibia. Nell’attacco sembrerebbe che anche il dragamine oceanico russo Ivan Golubets, classe Natya, ed alcune infrastrutture nella baia di Yuzhnaya abbiano riportato “danni lievi”. Il ministero della Difesa russo ha ammesso che almeno una nave russa sia stata danneggiata negli attacchi, ma “nessun danno è stato segnalato in città. La situazione è sotto controllo …”. Altre fonti parlano di una mistificazione russa per nascondere un grave incidente tecnico a bordo delle loro navi. Di fatto un secondo video pervenuto in rete ha mostrato una massiccia esplosione ed i residenti riportano che forti esplosioni hanno “scosso” le loro case e vetri delle finestre sono andati in pezzi mentre una colonna di fumo nero è stata vista salire dall’area del molo.
Un filmato drammatico mostra un elicottero russo distruggere un drone di superficie nella baia di Omega dopo averlo mitragliato furiosamente. In sintesi, un attacco in piena regola che ancora una volta porta la guerra sui nostri schermi a portata di clic. Secondo il ministero della Difesa russo, nell’operazione potrebbero essere coinvolti elementi della Royal Navy che Mosca ritiene abbia partecipato anche alla pianificazione, fornitura di armi e realizzazione dell’attacco terroristico nel Mar Baltico il 26 settembre contro le condutture del Nord Stream. La Gran Bretagna ha fortemente confutato tali affermazioni, dicendo che “il Ministero della Difesa russo sta ricorrendo a false affermazioni a livello epico … “.
Ukraine released a video from today’s attack on Sevastopol. It shows a naval drone targeting the Black Sea Fleet’s Admiral Makarov Project 11356 frigate, which Russian sources said was damaged (it replaced the Moskva as the Black Sea Fleet’s flagship). https://t.co/zdAeWUvDrb pic.twitter.com/TNnIu4OIap
— Rob Lee (@RALee85) October 29, 2022
Attenzione: il video agli infrarossi non è stato confermato
Tutti i servizi mercantili nel porto di Sevastopoli sono stati interrotti e la TASS ha comunicato che il ministero della Difesa russa ha deciso di “sospendere a tempo indeterminato” l’accordo che garantisce il passaggio di navi che trasportano grano ucraino nel Mar Nero in quanto la Russia non può garantire la sicurezza delle navi civili da carico che partecipano alla “Iniziativa del Mar Nero”. Secondo il ministro degli Esteri Tajani: “Il blocco del corridoio del grano è una grave azione contro l’Umanità … Bloccare il corridoio del grano significa togliere cibo a milioni di persone in povertà. Anche questo significa macchiarsi di gravi azioni contro l’Umanità. Mi auguro che la Russia riveda la sua posizione sulla partecipazione all’accordo per l’export di grano dal Mar Nero ucraino».
Andrea Mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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