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livello medio livello elementare
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ARGOMENTO: CLIMATOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Calotte glaciali, Groenlandia
Secondo una recente ricerca pubblicata sulla rivista Communications Earth & Environment, Return to rapid ice loss in Greenland and record loss in 2019 detected by the GRACE-FO satellites, la riduzione della calotta glaciale della Groenlandia, dovuta all’innalzamento delle temperature, è stata la maggiore degli ultimi secoli. La ricerca ha utilizzato i dati dei satelliti Grace FO della Nasa, che effettuano misurazioni della gravità locale che consentono di valutare con precisione la massa dei ghiacci presenti in Groenlandia.
Serie temporali di cambiamento di massa dalle missioni GRACE e GRACE-FO (nero, con barre di errore 2-σ) e simulazioni utilizzando i modelli climatici regionali MARv3.1030 (A; viola chiaro) e RACMO2.3p231 (B; viola scuro) e misurazioni calibrate del deflusso dal tracciamento delle caratteristiche di immagini ottiche e radar (SMB-D *), aggiornate da 32 (sezione “Metodi”). La barra in alto indica la disponibilità delle misurazioni GRACE e GRACE-FO, le linee tratteggiate verticali inquadrano il divario di dati tra le due missioni. L’ombreggiatura blu copre il periodo biennale 2017-2018, che contiene il divario di dati GRACE / GRACE-FO (linea tratteggiata). I dati mensili SMB-D * mostrati per MARv3.10 (A *; blu scuro) sono interpolati linearmente per corrispondere ai tempi di misurazione GRACE / GRACE-FO. Entrambi i set di dati sono dotati di un trend lineare a tratti biennale (breakpoint al 1 gennaio di ogni anno), che rivela perdite di massa accelerate fino al 2012, seguite da un rallentamento e una perdita particolarmente piccola durante gli anni 2017 e 2018. I valori indicano i bilanci di massa biennali nell’anno Gt −1 Return to rapid ice loss in Greenland and record loss in 2019 detected by the GRACE-FO satellites | Communications Earth & Environment (nature.com)
Che cos’è una calotta di ghiaccio?
Una calotta di ghiaccio è una massa di ghiaccio terrestre glaciale che copre la maggior parte della Groenlandia e dell’Antartide. Durante l’ultima era glaciale, le calotte glaciali coprivano anche gran parte del Nord America e della Scandinavia ma, a seguito del riscaldamento post glaciale, le calotte si ritirarono nelle attuali regioni. Insieme, le calotte glaciali dell’Antartico e della Groenlandia, contengono oltre il 99 percento del ghiaccio d’acqua dolce sulla Terra. La calotta glaciale antartica si estende per quasi 14 milioni di chilometri quadrati (5,4 milioni di miglia quadrate), un’area enorme che potremmo immaginare come un’area grande quanto gli Stati Uniti e il Messico messi insieme. La calotta glaciale antartica contiene 30 milioni di chilometri cubi (7,2 milioni di miglia cubiche) di ghiaccio. La calotta glaciale della Groenlandia ha invece dimensioni minori e si estende per circa 1,7 milioni di chilometri quadrati (656.000 miglia quadrate), coprendo la maggior parte della Groenlandia.
Come si formarono le lastre di ghiaccio?
Le calotte glaciali si formarono a seguito della caduta delle precipitazioni nevose nelle zone in cui la neve permaneva in parte anche durante l’estate. Nel corso di decine di migliaia di anni, gli strati di neve si accumularono in spesse masse di ghiaccio, compresse man mano dal peso della neve fresca sugli strati di ghiaccio più vecchi. Per quanto possa sembrare strano, queste grandi masse non sono statiche ma si muovono lentamente in discesa sotto il loro stesso peso. Finché una calotta di ghiaccio accumula la stessa massa di neve che perde nel mare, la sua dimensione non cambia.
La mappa in alto a sinistra della calotta glaciale della Groenlandia mostra il numero totale di giorni di scioglimento superficiale dal 1 gennaio al 6 agosto 2020. La mappa in alto a destra mostra la differenza tra i giorni di scioglimento totali del 2020 e il numero di giorni di scioglimento medio dal 1981 al 2010 dal 21 giugno al 1 agosto. Il grafico inferiore mostra l’area giornaliera in chilometri quadrati di fusione superficiale nello stesso periodo del 2020, con le tendenze giornaliere dell’estensione della fusione per i quattro anni precedenti. Credito: National Snow and Ice Data Center / T. Mote, Università della Georgia
Dalle immagini satellitari è emerso che, solo nel 2019, la calotta glaciale della Groenlandia ha perso durante l’anno una quantità record di ghiaccio equivalente ad un milione di tonnellate al minuto. Al di là delle polemiche negazioniste o estremiste, è innegabile che l’Artico stia subendo un riscaldamento ad una velocità doppia rispetto alle latitudini più basse. Tenendo conto la quantità di ghiaccio presente nella calotta glaciale la minaccia è tutt’altro che trascurabile. Secondo i dati raccolti la calotta glaciale si è ridotta di 532 miliardi di tonnellate nel 2019 ed i blocchi di ghiaccio che si sono distaccati sono terminati nell’oceano con una quantità media annuale di oltre 250 miliardi di tonnellate.
Questo processo non è una novità. Gli scienziati hanno valutato che la perdita dei ghiacci della Groenlandia sta subendo un aumento sempre maggiore negli ultimi decenni, confermata dai dati satellitari che sono in grado di valutare l’impatto delle nuove nevicate e di calcolare la perdita netta.
Cosa succederebbe se le calotte glaciali della Groenlandia si sciogliessero completamente?
Le lastre di ghiaccio contengono enormi quantità di acqua ghiacciata. Se la calotta glaciale della Groenlandia si sciogliesse, gli scienziati stimano che il livello del mare aumenterebbe di circa 6 metri. Nel caso di quella antartica il livello del mare aumenterebbe di circa 60 metri. Inoltre una loro variazione influenzerebbe il tempo meteorologico e il clima. I grandi altopiani d’alta quota sulle calotte polari alterano le direzioni delle tempeste e creano venti freddi in discesa vicino alla superficie del ghiaccio. Inoltre essendo l’acqua di disgelo dolce, va a diluire il contenuto di sale degli oceani circostanti, il che contribuisce a rallentare il sistema di scambio termico della corrente del Golfo. Gli studi dimostrano che la corrente della Corrente del Golfo si trova ora al suo livello più debole negli ultimi 1.600 anni
modellizzazione della corrente del Golfo – fonte RSMAS
Nell’ultimo anno la fusione dei ghiacci della Groenlandia, durante il periodo estivo, è stata ben al di sopra della media del trentennio 1981-2010, ma al di sotto dei livelli di molte estati precedenti dell’ultimo decennio. Mentre le aree nord-est e sud-ovest della calotta glaciale si sono sciolte significativamente più della media, l’estensione dello scioglimento sulle coste sud-est e nord-ovest è stato invece inferiore alla media.
Secondo il National Snow and Ice Data center, l’estensione totale dello scioglimento della superficie fino al 1 agosto 2020 è stata infatti ben al di sopra della media 1981-2010. L’estensione totale del giorno di fusione è stata di 18,6 milioni di chilometri quadrati per il 2020 contro 14,4 milioni di chilometri quadrati per la media dal 1981 al 2010. La stagione è stata caratterizzata da una serie di picchi moderati nell’estensione della fusione, principalmente a sud-est e nord-ovest. Un attimo di crisi è avvenuto il 10 luglio quando si sciolse il 34% della superficie della calotta glaciale. Il numero massimo di giorni di scioglimento si è verificato in due aree ovvero lungo il bordo sud-ovest e l’angolo nord-est della calotta glaciale, circa 65 giorni su 123 dal 1 aprile al 1 agosto 2020.
Il grafico in alto mostra la temperatura dell’aria come differenza dalla media, relativa al 1981-2010, per il periodo dal 21 giugno al 1 agosto 2020, in gradi Celsius. Il grafico in basso mostra la differenza di pressione atmosferica dalla media, relativa al periodo 1981-2010. Questa è mostrata come la differenza di altezza dalla media del livello di pressione di 700 mb (circa 10.000 piedi), in metri. Credito: dati di rianalisi dei centri nazionali per la previsione ambientale (NCEP), centro nazionale per la ricerca atmosferica – fonte NSIDC
Quasi il 96% dei punti della calotta glaciale ha subito lo scioglimento nel 2019, rispetto a una media del 64% tra il 1981 e il 2010. Gli scienziati hanno attribuito la perdita di ghiaccio nel 2019 a “modelli di blocco” del tempo meteorologico che hanno mantenuto l’aria calda sulla Groenlandia per periodi più lunghi, con una conseguente minore quantità di nevicate. Un’ulteriore preoccupazione sono i meccanismi di feedback che aumentano la perdita di ghiaccio, inclusa l’acqua di disgelo che indebolisce la calotta glaciale e ne accelera la caduta nell’oceano. Temperature più elevate attaccano gli strati superficiali che si sciolgono rivelando il ghiaccio più scuro al suo di sotto, che assorbe più calore del sole incrementando lo scioglimento.
Una situazione senza speranza?
In realtà la calotta glaciale della Groenlandia non è necessariamente destinata a sciogliersi completamente in quanto i ghiacciai, ritirandosi, perderebbero il contatto con le acque oceaniche più calde e quindi tenderebbero a sciogliersi sempre meno. I tempi sarebbero comunque molto lunghi, dell’ordine di secoli, per cui l’aumento delle temperature globali potrebbe essere invertito dal mutare della situazione astronomica e dalla nostra capacità di ridurre i livelli di CO2 (azione necessaria quanto prima). Per i ghiacciai delle calotte parliamo sempre di tempi lunghi se raffrontati alla nostra vita umana ma trascurabili a fronte delle ere geologiche.
foto in anteprima scioglimento dei ghiacci in Groenlandia – autore Michael Studinger, NASA GSFC, 2008 – Fonte NASA
Greenland melt pond (7637725834).jpg – Wikimedia Commons
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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