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ARGOMENTO: BIOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Area dello Stretto, Calabria, Velella velella (Barchetta di San Pietro), Janthina pallida, pomice delle isole Eolie, Odissea.
Nell’area dello Stretto esiste un fenomeno biologico marino singolare: lo spiaggiamento delle Barchette di San Pietro. Un esempio di selezione naturale, di strategia evolutiva, giร citato in tempi storici, in cui avviene un incontro singolare tra due organismi marini che vivono sulla superficie marina e si accompagnano con piccoli ciottoli vulcanici galleggianti di pietra pomice porosa proveniente dalle cave delle non lontane isole Eolie.

Spiaggia Blu di Cannitello, spiaggiamento di Velella velella e Janthina pallida
Questo incontro avviene sulla distesa marina nel Tirreno Meridionale e si manifesta con il loro spiaggiamento sulle spiagge dellโArea dello Stretto di Messina. Prima di terminare questo percorso si verifica infatti un’unione tra due organismi marini che condividono il tempo del proprio ciclo vitale e lo concludono insieme sulle spiagge.
A questo punto รจ opportuno presentare gli attori di questo unico fenomeno naturale che si osserva periodicamente al centro del Mediterraneo. Iniziamo con la barchetta di San Pietro, nome comune che si dร ad un organismo marino, un sinoforo, vicino alle meduse il cui nome scientifico รจ Velella velella. La V. velella vive sulla superficie marina in una colonia di individui differenziati che si comportano come fosse un singolo individuo. La Velella ha la forma di una piccola barchetta ovale che misura in fase adulta 5-7 cm ed รจ di colore blu intenso.

Velella velella
Essa รจ sostenuta da una struttura laminare trasparente formata da una parte di forma ovale, piana, denominata โzatteraโ, collegata a una lamina verticale a forma di vela triangolare isoscele, simmetrica dal baricentro della zattera. La vela si distende in direzione angolata rispetto allโasse lungo dellโovale stesso e termina al bordo della zattera distante dalle estremitร di tale asse. Il profilo verticale della vela si sviluppa a forma di โSโ stretta o allungata. Questo carattere evolutivo risponde allโesigenza della colonia/barchetta di tenere lโandatura contro vento e mantenersi sempre al largo. Si hanno cosรฌ due forme di Velella: con vela destrorsa e vela sinistrorsa a seconda se la vela vista in lunghezza abbia una distensione da sn-centro-dx (sinistrorsa) oppure dal lato dx-centro-sn (destrorsa).
Una curiositร
Nel Mar Mediterraneo, la V. velella ha la vela sinistrorsa mentre negli altri mari e negli oceani puรฒ avere anche vela destrorsa qualora la costa del continente bagnato da quei mari sia dalla parte occidentale o viceversa.

Grafico dei polipi di Velella: A colonia idroide-zattera e vela dx, B dattilozoide, C gonozoide, D gastrozoide, E stadio medusoide, F morfotipo sinistrorso mediterraneo, G morfotipo destrorso (da Schuchert, 1966 mod.)
Per viaggiare in galleggiamento questi sifonofori hanno, tra le due lamine, delle cellette di aria e gli organi interni. Al di sotto della vela verticale, sono presenti vari zoidi che svolgono diverse funzioni: gastrozoidi con funzioni nutritizie, dattilozoidi con funzioni difensive e gonozoidi con funzioni riproduttive. Tutti questi piccoli organismi differenziati pendono dalla lamina orizzontale.

Schema di ciclo riproduttivo di Velella v. (da Di Camillo C.G., 2011 mod.)
Tutti i polipi e la cresta della vela contengono quel particolare pigmento blu intenso denominato astaxantina che ha una funzione antiossidante quando la Velella subisce situazioni critiche di sopravvivenza (massima insolazione, vento intenso o elevata concentrazione salina) che tendono ad asciugare la parte emergente e superficiale della colonia. Il ciclo riproduttivo si sviluppa nella colonna dโacqua da due individui di forma medusoide con sessi separati. Essi danno vita ad una forma larvale detta conaria che, sviluppandosi, matura nelle forme giovanili della colonia in galleggiamento.
La Velella, per la sua alimentazione, intercetta piccoli organismi animali nel plancton piรน vicino alla superficie che i dattilozoidi, periferici sotto la zattera, convogliano allโapertura del gastrozoo centrale. A loro volta, le Velella sono preda delle Janthina pallida e sono gradite anche da pesci come boghe (Boops boops), occhiate (Oblada melanura) e altri sparidi.

Barchetta di San Pietro con Janthina pallida adulta
Janthina pallida W. Thompson, 1840 รจ un particolare mollusco gasteropode pelagico che vive in mare aperto associato solitamente a banchi di Velella delle quali si nutre o a cui sottrae parte dellโalimentazione. La Janthina pallida ha una conchiglia fragile e relativamente piccola, lunga tra il 1 e 1,5 centimetri, con 4/5 spire. Ha una forma globosa e relativamente allungata rispetto a quella di altre specie simili dalla conchiglia piรน compressa. La stessa conchiglia non mostra particolari sculture, ma numerose strie sottili di accrescimento, ben visibili e in leggero rilievo. La conchiglia appare biancastra o con sfumature azzurre. Il piede di questo mollusco mostra un colore azzurro chiaro o biancastro e un aspetto lattescente; appare sempre ben sviluppato e con evidenti pliche. In esso sono presenti ghiandole che riescono a produrre una sostanza che racchiude bolle dโaria che si amalgamano e si fondono tra loro formando una sorta di zattera galleggiante.
In questa specie, e in quelle simili, la zattera di bolle dโaria รจ fondamentale perchรฉ impediscono allโanimale di affondare. Durante la navigazione in mare aperto, J. pallida mantiene il guscio capovolto con lo stoma rivolto verso lโalto. La conchiglia appare biancastra o con sfumature azzurre mostrando un certo mimetismo: colore molto chiaro come il cielo vista dal basso, blu come il mare se vista dallโalto. J. pallida non fa parte del necton e la sua riproduzione si compie esclusivamente sulla superfice marina insieme alla colonia della V. velella. Per mantenere questa unione in superficie la Janthina produce a sua volta una zattera di bolle dโaria che aumenta la galleggiabilitร del sistema โbarchettaโ.

Janthina pallida con capsule ovigere rosa e zattera di bolle per il galleggiamento
Nel periodo della maturitร sessuale, J. pallida emette delle capsule ovigere rosee che aggancia alla zattera di bolle. Solo in questo momento il mollusco e la sua zattera si possono dividere dalle Velella ma non si allontano di molto perchรฉ le larve, allo stadio di veliger, troveranno sotto le Velella numerosi altri stadi giovanili di J. pallida di sesso maschile. Infatti, contrariamente a molte altre specie simili, in J. pallida i nuovi nati sono tutti di sesso maschile e solo ad un certo punto della loro vita possono diventare femmine che, di solito, mostrano maggiori dimensioni. Si tratta quindi di organismi ermafroditi proterandrici.

Velella v. con Janthina p. in diverse fasi di crescita, giovanili maschi di piccole dimensioni; adulte femmine con bolle proprie.
Come le Velella, le Janthina p. hanno un movimento molto lento, non si possono opporre alle correnti marine. ร pertanto possibile che siano le correnti stesse ad unire questi due organismi; e la Janthina produce e puรฒ liberare in acqua libera un liquido violetto (astaxanthina) o rossastro simile alla porpora, un antico colorante.
La barchetta di San Pietro veleggia molto meglio di unโimbarcazione a vela, considerando che trasporta organismi che effettuano lโintero ciclo vitale sulla superfice del mare aperto, muovendosi in spirali concentriche lontano dalle coste. Solo il vento e le maree possono fare spiaggiare questi organismi marini sulle coste. Nelle Velella, oltre alla forma della vela, sinistrorsa o destrorsa, possiamo anche osservare una simmetria bilaterale o radiale delle due metร di queste vele che hanno un โalberoโ in comune verticale al baricentro della zattera ellissoidale. Ciรฒ permette alla barchetta, se venisse temporaneamente spostata o girata dalla sua rotta, per un colpo dโonda o di vento, di rimettersi in rotta controvento ruotata di 180ยฐ.

Velella velella con โvelaโ sinistrorsa angolata per lโandatura di bolina della colonia
In presenza di brezze giornaliere vicino alla costa, la barchetta non deve girarsi ma solamente alternare lโandatura largo-costa e viceversa. Se si considerassero le andature adottate dalle imbarcazioni a vela, si noterebbe come ci sia una sola modalitร di rotta contro vento che รจ quella denominata di โbolinaโ con due variabili: bolina stretta e bolina larga. Queste dipendono dallโangolazione della vela rispetto alla prua o da dove arriva il vento da rimontare. Questa angolazione varia nelle Velella dai 55ยฐ ai 15ยฐ circa. Le sue โveleโ sono piรน ampiamente angolate vicino al baricentro per assumere una concavitร centrale e marginalmente rastremarsi al bordo della zattera distante dalla prua della Velella tale da mantenere quรฌ la minima angolazione. Si suppone, inoltre, che la vela biologica sia suscettibile di โsentireโ la forza del vento che fa irrigidire a โSโ piรน o meno stretta la vela adattandola alle necessitร di andare contro vento e quindi lontano dalle coste.
Lo spiaggiamento
Tra i fenomeni di biologia marina che si manifestano nellโArea dello Stretto tra la Sicilia e la Calabria vi รจ anche il regolare e annuale spiaggiamento o โbloomโ di Velella in associazione a Janthina p. Le continue ricerche effettuate dal 2014 ai nostri giorni ha permesso di osservare meglio la biologia e lโinterazione tra le Velella e Janthina p. Questi spiaggiamenti avvengono puntualmente in un ben preciso periodo dellโanno e con una quantitร enorme di individui lungo la fascia costiera che va da nord dellโArea, dalla Spiaggia degli Abissi di Cannitello-Pezzo verso sud da Reggio Calabria a Punta Pellaro.
Questo periodo corrisponde alla settimana intorno al Plenilunio della prima metร di aprile di ogni anno e in questo giorno si verifica la maggiore quantitร delle specie in arrivo sulle spiagge dellโArea dello Stretto. Nel periodo della seconda metร dal mese di marzo arrivano ripetutamente nel Mar Tirreno Meridionale i rinforzi dei venti che spirano dal IV quadrante, Ponente e Maestrale, che per il moto ondoso prodotto, tendono a concentrare tutto ciรฒ che รจ in galleggiamento nel Mar Tirreno verso lโarea piรน meridionale, comprese le Velella-Janthina che solitamente rimangono al largo, nella area tirrenica centrale. Nei giorni di Novilunio (senza luna) e Plenilunio (luna piena), tra il mese di marzo e quello di aprile, si sviluppano anche le piรน alte differenze di maree tra il Mar Tirreno e il Mar Jonio e, di conseguenza, le massime velocitร di scorrimento delle correnti marine nello Stretto. Nella fase di massima corrente verso sud, di riflusso o Scendente, la moltitudine di Velella-Janthina viene trascinata dallโarea marina intorno alle isole Eolie e al Mar Tirreno Meridionale verso lโingresso nord dello Stretto. Lo scorrimento delle acque lungo la fascia costiera, favorito dal senso della corrente, dai venti e dal moto ondoso, porta sulla Spiaggia degli Abissi di Pezzo-Cannitello (Calabria) una moltitudine di questi organismi marini coprendo questa stretta spiaggia che, per il colore blu intenso di questi organismi, รจ stata denominata โSpiaggia Bluโ. Lo spiaggiamento va oltre verso sud della costa calabra dellโArea dello Stretto, sempre favorito dalle correnti di Scendente e dal Vento di Canale-Boria che ha la direzione da NNO verso SSE.

Area dello Stretto, in alto costa siciliana; al centro Punta Pezzo in Calabria; in basso Spiaggia degli Abissi di Cannitello
Questo avviene almeno sino alla spiaggia della localitร di Pellaro a sud di Reggio Calabria dove, essendo la costa di fronte alla direzione del vento, si ha un’ulteriore massiva presenza di Velella-Janthina. Inoltre, dai fenomeni vulcanici che si verificano nelle Isole Eolie si versa in mare la pietra pomice che viene trasportata dai venti come il Maestrale verso lo Stretto. Questi ciottoli di pomice galleggiante si uniscono con le barchette Velella-Janthina p. che le forti correnti di Scendente finiscono per fare spiaggiare nellโArea dello Stretto determinando un triplice fenomeno unico nel suo genere. Riferimenti su questo fenomeno sono indicati intorno al 527 a. C. nellโOdissea. Infatti, nel XII libro viene descritto lโattraversamento da parte di Odisseo dellโArea dello Stretto, tra la mostruositร di Skylla, le vorticositร delle correnti della Cariddi e delle Sirene alate (oggi tra Scilla e Punta Pezzo-Cannitello in Calabria).
Nel verso 45 del XII libro, si nota: โโฆ le Sirene adagiate sul prato: intorno รจ un gran mucchio di ossa di uomini putridi, con la pelle che si raggrinza.โ. Interpretando lโallegoria di questo quadro si identifica che vicino al sito dove si vedono/sentono le Sirene alate vicino alla Cariddi (la Spiaggia di Cannitello, il suono delle forti correnti e dei vortici di Punta Pezzo); รจ un gran mucchio di ossa di uomini putridi = il mucchio spiaggiato dei ciottoli porosi di pietra pomice simile alle ossa umane nella parte trabecolare o midollare interna; โฆ putridiโฆ = lโodore putrescente delle Velella e Janthina spiaggiate; โฆ con la pelle che si raggrinza = riferite alle sole lamine rimaste (sostegno alla zattera e vela delle Velella secche, trasparenti e contorte).
Questo collettivo e particolare spiaggiamento รจ stato documentato durante i โVelella Dayโ nei mesi di Aprile in particolare quello massivo del 2017.
Angelo Vazzana
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Bibliografia di riferimento
– Vazzana A., 2011. Biodiversitร marina lungo le coste della provincia di Reggio Calabria. Laruffa Ed. RC, p 72, fig 120, ISBN 9788872215432.
– Vazzana A., 2016. Fenomeni Naturali e Miti nellโArea dello Stretto–Skylla e Cariddi negli Autori reggini dellโOdissea. Gangemi Ed. Roma, p 1-96, fig 220, ISBN 9788849232769
– Vazzana A., 2018. odissea dellโODISSEA–ODYSSEYโs odyssey. Gangemi Ed. Roma, p 112, fig 52, ISBN 9788849235845.
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