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livello elementare
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ARGOMENTO: EMERGENZA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: SUPPORTO IPERBARICO
parole chiave: Camere di decompressione, COM.SUB.IN.
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Recentemente è stato pubblicato su www.marina.difesa.it un articolo del comandante Gianpaolo Trucco, ufficiale palombaro del COM.SUB.IN. su un’importante e meritoria iniziativa nata nell’ambito degli operatori dell’Ufficio Tecnico Subacqueo del Gruppo Operativo Subacqueo (G.O.S.) del Comando Subacquei ed Incursori (COM.SUB.IN) della Marina Militare.
a sinistra in alto sul sedile, le maschere impiegate per i trattamenti iperbarici e fornite all’ospedale civile di La Spezia – Photo credit Marina Militare Italiana
Uno dei compiti del COM.SUB.IN. è il supporto sanitario di emergenza con le proprie camere di decompressione sia al personale dei sommergibili sinistrati sia ai propri operatori subacquei. In situazioni di emergenza questi assetti sono messi a disposizione della collettività, mediante interventi di ossigeno terapia iperbarica che ogni anno hanno salvato tantissime persone. Sebbene ogni Forza Armata sia predisposta per il supporto sanitario ai propri membri, al suo interno esistono centri di eccellenza che, tramite le direttive dei rispettivi Ispettorati Centrali di Sanità, conducono anche studi e ricerche. Il dottor Ruffino, Capitano di Vascello Medico del COMSUBIN, e Consulente del Consiglio SIMSI per la Marina Militare italiana, ha sottolineato come “Quello che però caratterizza (… il COM.SUB.IN. …) rispetto alla Sanità delle altre Forze Armate è … la Medicina Subacquea che trova la sua massima espressione proprio al Varignano presso il Comando Subacquei ed Incursori“.
Camera di decompressione del COM.SUB.IN. – Photo credit Marina Militare Italiana
Le attività sanitarie svolte presso il COM.SUB.IN includono il supporto a tutte le attività subacquee del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) e del Gruppo Operativo Incursori (GOI). Tra queste l’importante supporto anche alle immersioni profonde eseguite sia in intervento che in saturazione. Nei limiti delle risorse disponibili si eseguono presso l’Ufficio Studi ricerche di fisiologia subacquea volte ad apportare nuove conoscenze nel campo della biologia cellulare, cardiologia ed elettroencefalografia, e sperimentazioni per il trattamento delle patologie legate all’immersione.
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Camere multiposto iperbariche . la formazione prevede anche l’abilitazione del personale al loro uso – Photo credit Marina Militare Italiana
Questo viene fatto in collaborazione con Università e Centri di ricerca nazionali ed internazionali con i quali la Marina Militare ha firmato accordi di studio e formazione. Nel contempo vengono formati medici ed infermieri di tutte le Forze Armate con corsi avanzati di Medicina Subacquea ed Iperbarica. Presso il COM.SUB.IN. è attivato uno dei due Servizi di Medicina Iperbarica (l’altro è presso il Centro Ospedaliero Militare di Taranto) della Marina Militare, per trattamenti di Ossigeno Terapia Iperbarica in convenzione le ASL locali. In particolare, grazie a queste Camere di Decompressione possono essere trattate malattie da decompressione conseguenti ad attività subacquee anche avvelenamenti da monossido di carbonio, gangrene gassose, lesioni da schiacciamento o fratture a rischio e molte altre patologie.
Il comandante Bisaglia del COM.SUB.IN consegna le maschere al direttore del Reparto Rianimazione dell’Ospedale S. Andrea della Spezia, Dott.ssa Cinzia Sani – Photo credit Marina Militare Italiana
Come risposta all’emergenza COVID 19, il Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.) ha suggerito al Comando del COM.SUB.IN. l’opportunità di utilizzare le maschere oronasali, impiegate negli impianti iperbarici nell’ambito delle attività di rianimazione condotte negli ospedali. L’idea è nata proprio dagli operatori tecnici iperbarici dell’Ufficio Tecnico Subacqueo del G.O.S. che hanno riscontrato le analogie d’impiego di questi sistemi con quelli del personale sanitario in servizio nei reparti di rianimazione. Queste maschere, realizzate per essere impiegate in ambienti iper-ossigenati, sono già dotate di valvole di non ritorno per il gas in ingresso e in uscita, e possono essere collegate ai filtri antivirali già in uso negli ospedali.
Grazie al coordinamento con l’Assessore alla Sanità della Spezia, dott. Gianmarco Medusei, il primo aprile sono state consegnate 15 maschere oronasali al direttore del Reparto Rianimazione dell’Ospedale S. Andrea della Spezia, Dott.ssa Cinzia Sani. Le prime impressioni nelle prove d’uso di questi dispositivi sanitari sono state positive. Le maschere sono confortevoli, con un alto potere filtrante e riutilizzabili infinitamente, in quanto lavabili e sterilizzabili.
Un’intuizione, quella dei palombari del G.O.S., che testimonia ancora una volta la vicinanza sostanziale della Marina Militare verso la difficile e straordinaria opera di medici e infermieri che sono in prima linea nella lotta contro il virus. E’ del 1 aprile la notizia dell’ospedale da campo della Marina Militare in prossimità dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi. Sul luogo, per la realizzazione della struttura, stanno operando i Fucilieri del San Marco provenienti dalla Caserma “Carlotto” di Brindisi. Tutto il materiale necessario per l’allestimento è giunto da Brindisi con una nave. Arrivato anche il personale sanitario della Marina Militare, composto da settanta unità, e venti tecnici incaricati del montaggio. Un’attività che medici e infermieri della Marina stanno già effettuando in rinforzo alle componenti civili in altre aree italiane e che fa parte del supporto che la Forza Armata, da sempre impegnata in compiti strettamente connessi anche con il mondo civile, effettua a favore della collettività nell’ambito del cosiddetto “impiego duale e complementare” che include anche il sostegno sanitario, umanitario e sociale, integrandosi con enti e associazioni statuali e non governative, in caso di emergenze sanitarie.
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Eccellente,
con la grave pandemia in atto, stiamo sperimentando (come vado sostenendo da tempo ) il ruolo e legame profondo fra paese reale e istituzioni militari e la novità è nel supporto alla vita civile e alla democrazia. Questa è per me la chiave del rapporto moderno Stato-Istituzioni, bene. Il contributo mi pare importante e da sviluppare in tema di efficacia dei DPI nella protezione degli operatori sanitari. In questo momento studio la protezione ambientale applicabile. …