Ocean for Future

Ultima Clock Widget

  • :
  • :

che tempo che fa

Per sapere che tempo fa

Per sapere che tempo fa clicca sull'immagine
dati costantemente aggiornati

OCEAN4FUTURE

La conoscenza ti rende libero

su Amazon puoi trovare molti libri sulla storia del mare (ma non solo) e sulla sua cultura :) clicca sull'immagine ed entra in un nuovo mondo :)

i 100 libri da non perdere

NO PLASTIC AT SEA

NO PLASTIC AT SEA

Petizione OCEAN4FUTURE

Titolo : Impariamo a ridurre le plastiche in mare

Salve a tutti. Noi crediamo che l'educazione ambientale in tutte le scuole di ogni ordine e grado sia un processo irrinunciabile e che l'esempio valga più di mille parole. Siamo arrivati a oltre 4000 firme ma continuiamo a raccoglierle con la speranza che la classe politica al di là delle promesse comprenda realmente l'emergenza che viviamo, ed agisca,speriamo, con maggiore coscienza
seguite il LINK per firmare la petizione

  Address: OCEAN4FUTURE

Fernandea, l’isola che, forse, non c’è

Reading Time: 5 minutes

.
livello elementare
.
ARGOMENTO: GEOLOGIA E VULCANOLOGIA
PERIODO: XIX SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: isola Ferdinandea, vulcani

.
L’isola che non c’è

Navigando a sud ovest di Sciacca, a circa quaranta miglia dall’isola di Pantelleria, sulle carte nautiche si trova un banco famoso per la sua pescosità, ma non solo, chiamato banco Graham. Per conoscere le ragioni della sua popolarità bisogna andare indietro di circa due secoli. Nell’estate del 1831, a seguito di una violenta eruzione sottomarina, dalle profondità del mare vi emerse una nuova isola. L’isola, chiamata con nomi diversi dai Regnanti dell’epoca (Ferdinandea dai Borboni di Napoli, Julliet dai Francesi e Graham dagli Inglesi), apparve immediatamente di grande interesse sia per gli scienziati sia per i politici che vedevano nella nuova isola un importante punto strategico al centro di rotte commerciali importanti nel Mediterraneo. Vale la pena di raccontare questa storia fantastica che assunse aspetti grotteschi nei pochi mesi di vita dell’isola Fernandea.

Sebbene fenomeni di attività vulcaniche venivano descritti già dall’epoca romana, il primo avvistamento dell’isola Ferdinandea risale al 7 luglio 1831. La nave Gustavo, in navigazione nella zona, riferì di aver avvistato un isolotto, stranamente non riportato nelle carte dell’epoca. Il comandante lo aveva descritto come un cono emerso alto circa otto metri con emissioni di ceneri e materiale lavico. La neoformazione emerse nella notte fra il 10 e l’11 luglio 1831 quando il cratere sottomarino eruttò una grande quantità di lava e lapilli che formarono una piccola isola di circa quattro chilometri di circonferenza e sessantacinque metri d’altezza. La straordinarietà dell’evento fece accorrere studiosi da tutta Europa; il primo studioso a giungere fu Karl Hoffman, docente di geologia dell’Università di Berlino. Anche Ferdinando di Borbone, re del Regno delle due Sicilie, inviò un suo valente fisico, Domenico Scinà che  compilò un accurato rapporto descrittivo, “Breve ragguaglio al novello vulcano apparso nel mare di Sciacca“.

Immagine estratta da pagina 25 di Views and Description of the late Volcanic Island off the coast of Sicily, by SMYTHE, George Walter. Originale mantenuto e digitalizzato dalla British Library. Copiata da Flickr, British Library HMNTS 10163.d.10., 1832SMYTHE(1832) 25 THE NEW VOLCANIC ISLAND OF FERNANDEA, AS SEEN AT 6TH AUGUST 1831.jpg – Wikimedia Commons

All’interesse geologico si unì presto quello politico, in particolare di quelle nazioni che cercavano nel Mediterraneo nuovi punti di interesse strategico. La prima fu l’Inghilterra, che il 24 agosto, piantando la bandiera sull’instabile isolotto, unilateralmente prese possesso ufficiale dell’isola in nome di Sua Maestà Britannica, chiamandola  “Graham“. Ovviamente questo non piacque ai Borboni dato che l’avvistamento era stato fatto il 7 luglio da F. Trifiletti, capitano della Gustavo che aveva riferito per primo di aver avvistato l’isolotto “che sputava cenere e lapilli. Tra i tanti testimoni anche un giovane ufficiale della Clorinda: Giuseppe Garibaldi. Giusto per non essere secondi a nessuno, i Francesi, il 26 settembre inviarono un brigantino, “La Fleche”, appartenente alla loro flotta dislocata nel sud del Mediterraneo. La sua missione era di recarsi sul posto per studiare l’eccezionale evento e prendere, nel contempo, possesso dell’isola denominandola Juillet (essendo emersa a luglio). A tal riguardo i Francesi piantarono anche la loro bandiera al di sopra di una targa ufficiale di presa possesso.

A dire il vero, il rapporto del capo spedizione, il geologo Constant Prévost, fu accurato e previde il possibile inabissamento a breve dell’isola perché  il fragile sedimento lavico veniva già sbriciolato dalle onde. Ciò nonostante, la disputa internazionale continuò ribattendo il principio che l’isola poteva essere assimilata ad una “Insula in mari nata“ per cui di possesso del primo scopritore. La querelle durò pochi mesi perché, come previsto dal Prevost, l’8 dicembre dello stesso anno l’isola, ormai fortemente erosa dai marosi, scomparve negli abissi. 

Ci pensò quindi madre natura a distruggere nuovamente quell’insieme di lava e scorie vulcaniche ricordando ai governanti del tempo che la natura è al di sopra delle aspirazioni e cupidigie umane.

Sebbene questa querelle sembra essersi risolta dalla sua sparizione (tra l’altro avvenuta nello stesso anno della sua nascita) oggi possiamo a maggior voce affermare che, dal punto di vista legale, l’Italia sarebbe comunque titolare di diritto sovrano su una eventuale futura nuova Ferdinandea in quanto la stessa giace de facto sulla piattaforma continentale italiana. Questo diritto è previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (articolo 77) e sull’articolo 2 della convenzione sulla Piattaforma di Ginevra del 1958.

Destinato a rimanere nelle cronache, nel 1986, il povero banco fu erroneamente scambiato per un sottomarino libico diretto a Tripoli e colpito da un missile da un aereo dell’aviazione statunitense. Avvicinandoci ai giorni nostri, nel 2002, una rinnovata attività sismica richiamò l’attenzione dei geologi di tutto il mondo. Come tutte le nine days news si rincominciò a parlare subito di sovranità ma per lo più sui giornali di gossip. In realtà il banco, pur manifestando attività sismiche evidenti, con l’aumento delle temperature superficiali delle acque, restò stabilmente nella sua posizione. Le previste eruzioni non si verificarono e, ad oggi, il cappello del banco di Ferdinandea rimane ancora a circa sette metri sotto il livello del mare. Per ora rimane sulle carte e l’isola che non c’è, che nei secoli apparve e scomparì più volte, resta per tutti una curiosità amena da leggere sotto l’ombrellone.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Ferdinandea-lisola-che-non-ce.jpg

eruzione dell’isola Ferdinandea – autore Camillo De Vito File:L’isola Ferdinandea – Camillo De Vito.jpg – Wikimedia Commons

Le coordinate del Banco Graham (lat. 37 09 48,95 N, 012 4306,85 E) sono ben conosciute ed il luogo è facilmente raggiungibile con un qualsiasi GPS. Per quanto riguarda la ricerca scientifica, fra il 17 e il 21 luglio 2012, la nave Astrea dell’ISPRA e dell’INGV svolse una campagna di monitoraggio sottomarino dei banchi del canale di Sicilia, effettuata per la prima volta con un’ecoscandaglio multibeam. L’analisi permise l’identificazione di ben nove crateri indipendenti. Inoltre, al di sopra del cappello di Graham, fu anche posizionata per una rete di  sismografi per poter monitorare la sua attività sismica. Questi studi hanno appurato che il banco è uno dei tanti coni secondari (accessori) del vulcano sottomarino Empedocle. Il vulcano si eleva a circa 500 metri dal fondo del mare. Il suo  enorme cratere, posto a circa 40 km da Capo Bianco, può essere paragonato in grandezza all’Etna. Insomma un personaggio interessante per gli scienziati. Si pensa che un’eruzione di Empedocle potrebbe avere effetti catastrofici in tutta l’area.

Non è una novità in quanto in quell’area del Mediterraneo sono sempre esistiti fenomeni sismici e vulcanici di grandi entità. Storicamente maremoti, a seguito di forti terremoti ed eruzioni sottomarine, colpirono nei secoli  il meridione dell’Italia ed in particolare la Sicilia sud occidentale. Tra di essi si ricordano quelli del 365 d.C. che ferirono profondamente le città greche di  Selinunte, Agrigento ed Eraclea Minoa. Più recentemente, negli anni ’50, un violento maremoto colpì pesantemente il porto di Sciacca. Al di là degli tsunami, i fenomeni vulcanici comportarono modifiche sostanziali al territorio generando nuove strutture geologiche. L’isola di Pantelleria, posta a sud ovest dell’area del vulcano Empedocle, con buona probabilità nacque a seguito dell’eruzione di numerosi crateri vulcanici sottomarini. La distribuzione dei vulcani nel sud dell’Italia ci fa comprendere quanto instabile sia la nostra regione e quanta attività esista ancora nelle sue profondità marine. Speriamo che le trivellazioni previste nel sud della Sicilia non ispirino nuovi fenomeni di vulcanesimo in quella zona; in questo caso sarebbe l’ennesima dimostrazione della stupidità umana.
.

In anteprima immagine estratta da pagina 29 di Views and Description of the late Volcanic Island off the coast of Sicily, by SMYTHE, George Walter. Original held and digitised by the British Library SMYTHE(1832) 29 THE NEW VOLCANIC ISLAND OF FERNANDEA, AS SEEN ON THE 6TH AUGUST 1831, DURING THE INTERVAL OF ERUPTIONS.jpg – Wikimedia Commons

 
.

Una sorpresa per te su Amazon Music unlimited Scopri i vantaggi di Amazon Prime

Alcune delle foto presenti in questo blog sono prese dal web, pur rispettando la netiquette, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o chiedere di rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo
.

PAGINA PRINCIPALE - HOME PAGE
nofollow=”true”]http:///

print

(Visited 1.126 times, 1 visits today)
Share
0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
vedi tutti i commenti

Translate:

Legenda

Legenda

livello elementare
articoli per tutti

livello medio
articoli che richiedono conoscenze avanzate

livello difficile
articoli specialistici

Chi c'é online

7 visitatori online

Ricerca multipla

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
Archeologia
Associazioni per la cultura del mare
Astronomia e Astrofisica
Biologia
Cartografia e nautica
Chi siamo
Climatologia
Conoscere il mare
Didattica
Didattica a distanza
disclaimer
Ecologia
Emergenze ambientali
Fotografia
Geologia
geopolitica
Gli uomini dei record
I protagonisti del mare
Il mondo della vela
L'immersione scientifica
La pesca
La pirateria
La subacquea ricreativa
Lavoro subacqueo - OTS
Le plastiche
Letteratura del mare
Malacologia
Marina mercantile
Marine militari
Materiali
Medicina
Medicina subacquea
Meteorologia e stato del mare
nautica e navigazione
Normative
Ocean for future
OCEANO
Oceanografia
per conoscerci
Personaggi
Pesca non compatibile
Programmi
Prove
Recensioni
Reportage
SAVE THE OCEAN BY OCEANDIVER campaign 4th edition
Scienze del mare
Sicurezza marittima
Storia della subacquea
Storia della Terra
Storia Navale
Storia navale del Medioevo (post 476 d.C. - 1492)
Storia Navale dell'età antica (3.000 a.C. - 476 d.C,)
Storia navale dell'età moderna (post 1492 - oggi)
Storia navale della prima guerra mondiale (1914-1918)
Storia navale della seconda guerra mondiale (1939 - 1945)
Storia navale Romana
Subacquea
Subacquei militari
Sviluppi della scienza
Sviluppo compatibile
Tecnica
Uomini di mare
Video
Wellness - Benessere

I più letti di oggi

 i nodi fondamentali

I nodi fanno parte della cultura dei marinai ... su Amazon puoi trovare molti libri sul mare e sulla sua cultura :) clicca sull'immagine ed entra in un nuovo mondo :)

Follow me on Twitter – Seguimi su Twitter

Tutela della privacy – Quello che dovete sapere

> Per contatti di collaborazione inviate la vostra richiesta a infoocean4future@gmail.com specificando la vostra area di interesse
Share
Translate »
0
Cosa ne pensate?x