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Mappatura delle praterie a Posidonia oceanica (L.) Delile intorno alle isole minori dell’Arcipelago Toscano di Francesco Cinelli et alii, 1995

tempo di lettura: 6 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: ECOLOGIA
PERIODO: XX SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Posidonia, mappatura

autori: Cinelli F., Pardi G. & Papi I.
Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio, Università di Pisa via A. Volta, 6   56126  PISA

Riassunto
E’ stata effettuata la mappatura delle praterie di Posidonia oceanica presenti intorno alle isole minori dell’Arcipelago Toscano. La Posidonia oceanica forma estese praterie sui fondali prospicienti l’isola di Pianosa e lo Scoglio d’Africa,  mentre la sua distribuzione è molto più limitata intorno alle altre isole indagate, forse a causa della natura prevalentemente rocciosa del substrato che non permette l’insediamento della fanerogama. Dall’analisi della densità dei fasci fogliari risulta che le praterie investigate non presentano fenomeni di degrado. 

Introduzione
Le praterie a Posidonia oceanica (L.) Delile costituiscono l’ecosistema più complesso e largamente diffuso nel sistema fitale del Mediterraneo; esse rivestono un ruolo fondamentale nel metabolismo dell’intera zona neritica, in quanto non solo producono una quantità di sostanza organica elevata e svolgono il ruolo di rifugio e “nursery” per molte specie animali, ma anche mantengono l’equilibrio abiotico attraverso la regolazione di fattori quali la sedimentazione, la concentrazione di gas disciolti e di nutrienti.

Le praterie a Posidonia oceanica stanno attualmente subendo una lenta ma progressiva regressione in tutto il Mediterraneo. Tra le cause di tale fenomeno sono da considerare l’erosione meccanica dovuta all’uso di attrezzi per la pesca a strascico (ASTIER, 1984; PÉRÈS, 1984) ed all’ancoraggio ripetuto (AUGIER & BOUDOURESQUE, 1970; PORCHER & JEUDY DE GRISSAC, 1984), le modificazioni della linea di costa causata dalla realizzazione di opere edili (dighe, porti, scogliere artificiali) (MEINESZ & LEFEVRE, 1978; JEUDY DE GRISSAC, 1979), l’immissione in mare di scarichi fognari ed industriali (CAMBRIGE et al., 1986; AUGIER et al., 1984; CRISTIANI et al., 1980). Accanto alla regressione causata dall’attività umana esiste una regressione naturale collegata a cicli “erosione-sedimentazione-erosione” pluridecennali e plurisecolari (MOLINIER & PICARD, 1952;  BLANC & JEUDY DE GRISSAC, 1978); questi fenomeni ciclici, in assenza di variazioni climatiche pronunciate e di interventi di origine antropica, permettono comunque alla prateria  di sussistere. Il primo passo da compiere, al fine di salvaguardare il patrimonio naturale rappresentato dalle praterie a Posidonia oceanica, è quello di definire le aree da essa occupate e le loro caratteristiche in un dato momento. E’ quindi in questa ottica che si inserisce il presente lavoro, con il quale è stata realizzata la mappatura delle praterie a P. oceanica presenti lungo le coste delle isole minori dell’Arcipelago Toscano. Questo lavoro è stato effettuato grazie ad un finanziamento del Ministero della Marina Mercantile.

Materiali e metodi
Lo studio ha interessato le isole di Gorgona, Capraia, Pianosa, Formiche di Grosseto, Giglio, Scoglio d’Africa Montecristo e Giannutri. La mappatura è stata effettuata mediante Side Scan Sonar tipo E.G. & G.260 (doppia frquenza 100/500 KHz) a correzione di immagine (K MAP) e Tow Fish mod.272T.

Arcipelago_Toscano
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La frequenza utilizzata nell’indagine è stata di 500 KHz e la banda laterale coperta di 150 metri. Allo scopo di verificare il tracciato ottenuto è stato impiegato un veicolo filoguidato o Remotely Operated Vehicle (R.O.V.) del tipo Achille, munito di telecamera a colori e collegato alla nave da un mono cavo di 400 metri di lunghezza. Un ecoscandaglio scientifico di precisione ad acquisizione analogica e digitale (ATLAS DESO 10 con digitalizzatore) ha fornito i dati relativi alla batimetria. In considerazione del fatto che in prossimità di estese zone costituite da bassi fondali, come nel caso di secche od in  vicinanza della costa, non è  possibile transitare con la nave è stato necessario utilizzare fotografie aeree che hanno inoltre permesso l’individuazione dei limiti superiori della prateria.

Ultimata la restituzione cartografica dei dati ottenuti con S.S.S. e con le foto aeree, è stato effettuato un confronto tra le cartografie tematiche elaborate con i due metodi; nei casi in cui i dati risultavano discrepanti è stata data maggiore credibilità all’interpretazione ed alla posizione geografica dei tematismi relativi alla fotointerpretazione. Sono state quindi ottenute carte a scala 1:10.000, nelle quali per la rappresentazione delle principali biocenosi bentoniche sono stati utilizzati i simboli proposti da MEINESZ et al. (1983). Inoltre, per ogni isola, sono state effettuate “immersioni di identificazione” da parte di operatori subacquei muniti di autorespiratore ad aria (A.R.A.) al fine di valutare la densità dei fasci fogliari su superfici di 40×40 centimetri.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è praterie-posidonia-tavolara-1024x575.jpg

Risultati e conclusioni
L’indagine cartografica condotta sulle praterie a P. oceanica ha evidenziato la loro presenza nei fondali circostanti tutte le isole investigate. Pianosa e lo Scoglio d’Africa sono caratterizzate da vaste praterie che circondano senza interruzione il perimetro della costa, mentre le altre isole (Gorgona, Formiche di Grosseto, Giglio, Montecristo e Giannutri) presentano praterie meno estese.

La situazione delle prime due isole è da correlare alla natura prevalentemente sabbiosa dei fondali che rappresentano il substrato più idoneo all’insediamento della fanerogama, ed alla topografia del fondo che, degradando dolcemente, permette alla “matte” di P. oceanica di estendersi anche fino a diverse centinaia di metri dalla costa. Nelle altre isole invece, la limitata estensione delle praterie è da mettere in relazione alla natura prevalentemente rocciosa dei fondali per cui P. oceanica  può svilupparsi solo nelle zone dove la roccia è interrotta da tratti di fondale sabbioso; nonché al loro rapido digradare a notevoli profondità. Dall’analisi della densità dei fasci fogliari risulta complessivamente che le praterie investigate non presentano fenomeni di degrado; esse infatti appartengono prevalentemente al II stadio della classificazione di GIRAUD (1977) (prateria densa). La presenza in alcune zone di canali di “intermatte” e di limiti erosi è da correlare al naturale dinamismo delle praterie a P. oceanica in relazione alle forti correnti di fondo e non ad un degrado di origine antropica. E’ infine da notare che in molte zone le praterie a P. oceanica si estendono anche fino a 40 metri, profondità che nei nostri mari raramente permette lo sviluppo di questa pianta.

photo credit andrea mucedola

 

Si ringrazia la Rivista Marittima per la concessione alla sua ripubblicazione – originariamente pubblicato nel 1995 nel supplemento “La Posidonia oceanica” contributo italiano all’Anno per la conservazione della Natura 

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Bibliografia
ASTIER, J.M., 1984: Impact des aménagements littoraux de la rade de Toulon, liés aux techniques d’endigage, sur les herbiers à Posidonia oceanica. In: Boudouresque C.F., Jeudy de Grissac A. & Olivier J. (eds.), Int. Workshop on Posidonia oceanica beds, GIS Posidonie publ., 1: 255-259.

AUGIER, H. & BOUDOURESQUE C.F., 1970: Végétation marine de l’île de Port-Cros (Parc National). La Baie de Port-Man et le problème de la régression de l’herbier de Posidonies. Bull.Mus.Hist.nat., Marseille, 30: 145-164.

AUGIER, H. MONNIER-BESOMBES G. & SIGOILLOT G., 1984: Influence des détergents sur Posidonia oceanica (L.) Delile. In: Boudouresque C.F., Jeudy de Grissac A. & Olivier J. (eds.), Int. Workshop on Posidonia oceanica beds, GIS Posidonie publ., 1: 407-418.

BLANC, J.J. & JEUDY DE GRISSAC A., 1978: Recherches de géologie sédimentaire sur les herbiers à Posidonies du littoral de la Provence occidentale. Centre National Exploitation Océans: 1-185.

CAMBRIGE, M.L., CHIFFINGS A.W., BRITTAN C., MOORE L. & McCOMB A.J., 1986: The loss of seagrass in Cockburn Sound, Western Australia. II – Possible causes of seagrass decline. Aquat.Bot., 24: 269-285.

CRISTIANI, G., GASSEND R. & AUGIER H., 1980: Étude de la contamination expérimentale de la phanérogame marine Posidonia oceanica (L.) Delile par les composées mercuriques. I. Modalités de la contamination par chlorure mercurique. Environ.Poll., 1(23): 153-162.

GIRAUD,G., 1977: Essai de classement  des herbiers de Posidonia oceanica (L.) Delile. Bot.Mar., 20: 487-491.

JEUDY DE GRISSAC, A., 1979: Impact des aménagements littoraux. Installations portuaries, plage artificielles. Quelques exemples provencaux. Contrat GEOMER: 1-46.

MEINESZ, A., BOUDOURESQUE C.F., FALCONETTI C., ASTIER J.M., BAY D., BLANC J.J., BOURCIER M. CINELLI F., CIRIK S., CRISTIANI G., DI GERONIMO I., GIACCONE G., HARMELIN J.G., LAUBIER L., LOVRIC A.Z., MOLINIER R., SOYER J. & VAMVAKAS C., 1983: Normalisation des symboles pour la représentation et la cartographie des biocénoses benthiques littorales de Méditerranée. Ann.Inst. océanogr., Paris, 59(2): 155-172.

MEINESZ, A. & LEFEVRE J.R., 1978: Destruction de l’étage infralittoral des Alpes Maritimes (France) et de Monaco par les restructurations du rivage. Bull.Ecol., 9(3): 259-276.

MOLINIER, R. & PICARD J., 1952: Recherches sur les herbiers de phanérogames marines du littoral méditerranéen français. Ann. Inst. Océanogr. Paris, 27(3): 157-234.

PÉRÈS, J.M., 1984: La régression des herbiers à Posidonia oceanica. In: Boudouresque C.F., Jeudy de Grissac A. & Olivier J. (eds.), Int. Workshop on Posidonia oceanica beds, GIS Posidonie publ., 1: 445-454.

PORCHER, M. & JEUDY DE GRISSAC A., 1984: Impact des mouillages forains sur l’herbier à Posidonia oceanica. In: Boudouresque C.F., Jeudy de Grissac A. & Olivier J. (eds.), Int. Workshop on Posidonia oceanica beds, GIS Posidonie publ., 1: 145-148.

 

 

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