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livello elementare
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ARGOMENTO: RECENSIONE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: SICILIA
parole chiave: recensione libraria
E’ con vivo piacere che recensisco questa pregevole pubblicazione realizzata a seguito di un progetto editoriale dell’ Assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana – Regione Siciliana, Sebastiano Tusa (all’epoca Soprintendente del mare) e dalla sempre attivissima Alessandra de Caro. Una splendida opera, presentata alla rassegna internazionale di Ustica, edita dalla Sovraintendenza del mare siciliana, che si presenta ricca di contenuti e di splendide immagini. Nella prefazione Vittorio Sgarbi, allora Assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana – Regione Siciliana, ci ricorda che ci sono tanti modi per capire chi siamo stati. Il più diretto, quello che ci insegna l’archeologia, è scavare. Missioni di scavi per trovare, a diversi livelli, sottoterra, civiltà perdute, monumenti di altri tempi. Ma alcune delle scoperte più importanti non sono sottoterra ma sott’acqua, vengono dal mare, per millenni luogo di circolazione molto più ampia e frequentata delle vie di terra.

Sebastiano Tusa, Assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana – Regione Siciliana
Il professor Sebastiano Tusa ci ricorda l’importanza del mare. Al di là dell’immensa e svariata serie di risorse materiali che ci ha offerto ed offre all’Uomo ve ne sono altre che attengono alla sfera sovrastrutturale che hanno nei millenni rifornito ed animato l’immensa enciclopedia di miti, leggende e culti ad esso ispirati o, comunque, legati. Se nell’ambito delle tecniche di sfruttamento delle risorse marine il progresso è stato veloce ed impetuoso (forse troppo visto il depauperamento odierno di tali risorse), non altrettanto lo è stato in quello delle credenze e dei culti legati al mare. Premesse importanti che vengono poi evidenziate negli articoli interni.
Il perché di questa pubblicazione ci viene sottolineato dalla dottoressa Alessandra de Caro nel suo scritto, I Ricercatori silenziosi, che riporto di seguito.
“Nella nostra vita, nelle storie di ognuno di noi ci sono emozioni, fatti, che seppure all’apparenza semplici, vanno custoditi, stretti, nel nostro cuore e non si raccontano perché si ha paura che nel rivelarli possano allontanarsi da noi e “svanire” per sempre. E poi… invece… Ci sono storie, eventi, fatti, che non vanno tenuti nascosti in un cassetto ma al contrario devono essere divulgati per fare conoscere la nostra Storia, le nostre origini, la nostra identità o forse, per noi siciliani, sarebbe più giusto dire le nostre identità. Ed è solo studiando, ricercando, conoscendo, riscoprendo la nostra memoria che possiamo guardare al futuro.“
Ricordo bene quando, appena arrivata alla Soprintendenza del Mare, uno dei “ricercatori silenziosi”, accendendo il suo computer mi fece vedere le ricerche condotte negli anni per l’ufficio. Sullo schermo apparvero una serie di files relativi a una gran quantità di materiale archivistico pazientemente riprodotto. Il mio pensiero immediato fu che bisognasse portarli alla luce e pubblicarli, opinione condivisa anche dal Soprintendente del Mare, Sebastiano Tusa. Si tratta di documenti inediti, frutto dello studio meticoloso e paziente dei colleghi catalogatori, importanti elementi del variopinto mosaico di professionalità che è la Soprintendenza del Mare dell’Assessorato Regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, che da anni “silenziosamente” si dividono tra archivi e biblioteche alla ricerca di notizie, fonti, vicende. Luoghi che sono “depositi preziosi” dove scovare trame che possano raccontare e aiutare a ricostruire il passato più o meno recente. Una indagine attenta, tra le “polverose e secolari casseforti” che permette, tassello dopo tassello, di scrivere nuove pagine di storia, riportando in vita un ricco e variegato patrimonio culturale – materiale e immateriale – “afferente al mare” che contraddistingue questa nostra regione fatta di acqua e di terra e i suoi legami con altri paesi.
La scienza del mare è studio di rotte, di venti, di correnti, di mappature e di misurazione di temperature e di venti, ma è anche storia di naufragi, di galeoni affondati, di miti e di racconti leggendari. Da quelli di paleo astronautica che narrano che in tempi antichi esseri di altri mondi abbiano costruito città sottomarine per nascondersi all’Uomo. Altri ancora che lasciano immaginare come dal mare siano giunti i fondatori di tutte le civiltà (il riferimento è agli Oannes, gli uomini-pesce mesopotamici). La storia e la cultura sono incise nelle cose, nei sassi, nei volti, negli sguardi e nelle voci degli uomini, nei colori, negli odori e nei suoni dei paesaggi. Non dobbiamo mai dimenticare che dietro una testimonianza, un reperto ritrovato, c’è sempre una storia che l’uomo, nel corso dei millenni, ha lasciato dietro di sé durante il suo passaggio, nel suo “viaggio” per mare sia fatto per spirito di avventura, che per lavoro o per sfuggire a una guerra.

Alessandra de Caro
Mare, Storia e Didattica.
Il mare come museo diffuso che in questo libro viene raccontato in due sezioni. La prima, il Mare delle tradizioni, è costituita da alcuni significativi articoli che spaziano nel vasto panorama dell’etno-antropologia, toccando temi che uniscono ancestrali bisogni dell’Uomo all’elemento liquido, acqua, mare. Argomenti che, talune volte, sono stati proposti e pubblicati nel REIS (Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia) curato oggi dal Centro del Catalogo dell’Assessorato regionale dei Beni culturali, una prestigiosa vetrina che raccoglie in diversi Libri tutti i “saperi” tradizionali della nostra isola. La sezione intitolata il Mare degli Archivi invece, comprende brevi saggi di storia moderna e contemporanea che affrontano particolari vicende legate al mare. Una parte di questi contributi, realizzati a partire dal 2011 all’interno della attività di studio e di ricerca documentale promossa da questa Soprintendenza, sono stati oggetto di convegni, giornate di studio e incontri culturali organizzati presso l’Arsenale della Marina Regia.
Gli Archivi, scrigni della memoria, e lo stretto rapporto instaurato con la scuola.
Negli ultimi anni l’istituzione scolastica ha sentito sempre di più il bisogno di svolgere attività di ricerca da impiegare nella didattica, così come del resto i musei e le biblioteche si sono rivolti alla scuola considerando gli alunni i primi referenti con cui dialogare perché diventino consapevoli cittadini di domani. Per venire incontro a questo nuovo spirito di condivisione è stato dedicato un piccolo spazio ai “segreti” della Casa del Mare, l’Arsenale della Real Marina, una delle sedi della Soprintendenza del Mare, in questi anni diventato un luogo di riferimento della città di Palermo. Questa pubblicazione, dunque, è stata fortemente voluta nella convinzione che la Cultura non è settoriale e che, per essere definita tale, deve abbracciare tutte le discipline collegandole fra loro, non dimenticando mai che la conoscenza è un diritto di tutti. Operando in una struttura come la nostra, dove i compiti principali sono la ricerca, la protezione e la valorizzazione dei beni che costituiscono il patrimonio sommerso archeologico, naturalistico, storico e demo-etno-antropologico, è altresì importante che l’interesse istituzionale venga rivolto anche alla incentivazione e divulgazione delle tematiche sopra esposte che costituiscono certamente un settore determinante dei beni culturali.
Immergendomi nei documenti dei miei colleghi, ho avuto la sensazione di trovarmi con loro tra gli “scaffali” della cultura nel suo significato più ampio e subito mi è venuto in mente un pensiero di Giorgio Bergamini, riportato nella prefazione del meraviglioso Breviario del Mediterraneo di Predrag Matvejevìc, che recita:
… ogni autentico Ulisse contemporaneo deve indossare, più che la casacca del marinaio, la vestaglia della camera e avventurarsi in una biblioteca, oltre – o più – che fra isole sperdute: l’Ulisse odierno deve essere esperto della lontananza del mito e della latitanza della vita vera …
Ed è proprio quello che ho “indossato” io, viaggiando tra queste ricerche che hanno permesso di realizzare queste preziose pagine.
Il volume, pubblicato in numero limitato, può essere richiesto alla Sovraintendenza del mare siciliana.

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