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livello elementare
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ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: BRICS
parole chiave: equilibri mondiali
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In questi giorni si sta svolgendo a Kazan (Russia), una città sulle rive del Volga, il BRICS summit 2024, un foro internazionale popolato dai Paesi del precedente BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) con l’aggiunta di Sudafrica (dal 2010) e di Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti (dal 2024). Oltre ai membri vi è la partecipazione di altri Paesi che mostrato di avere interessi comuni nella futura gestione delle risorse naturali strategiche. L’obiettivo dei Paesi BRICS è di trovare piattaforme comuni in alternativa agli equilibri economici attuali guidati in gran parte dal mondo occidentale.
Foto di gruppo al BRICS, Kazan, Repubblica di Tatarstan, Russia – autore Sergey Bobylev – Fonte Photohost agency brics-russia2024.ru
Al di là degli aspetti economici questo foro, sotto la presidenza russa, si sta trasformando in un’occasione di confronto politico militare tra le nuove potenze emergenti. La Russia, che ha la Presidenza, ha affermato di volersi concentrare sulla “promozione dell’intera gamma di partnership e cooperazione nel quadro dell’associazione su tre binari chiave: politica e sicurezza, economia e finanza e legami culturali e umanitari“. Un’occasione per il Presidente russo Vladimir Putin di ricercare consenso nella sua politica estera dai Paesi membri che rappresentano il 41,1% della popolazione del pianeta e il 37,3% del prodotto interno lordo mondiale. Il sogno del premier russo è quindi di creare un fronte unico per controbilanciare politicamente le alleanze occidentali.
Sebbene non sia ancora disponibile la dichiarazione finale, sono interessanti alcune posizioni dei Paesi partecipanti che mostrano come si stia lentamente formando un nuovo asse politico che presenta però ancora ampie divisioni di vedute interne. In particolare dal Paese più popolato al mondo, l’India, che sta confermando la sua politica di equidistanza politica. In merito al conflitto russo-ucraino, il premier indiano Narendra Modi ha dichiarato alla vigilia del vertice la volontà del suo Paese ad un raggiungimento quanto più rapido di una cessazione della guerra in Ucraina … ma in maniera pacifica. Un’affermazione che forse raffredda la speranza di Putin di avere un supporto politico forte da parte dell’India in un conflitto considerato dal mondo occidentale un’aggressione alla sovranità di uno Stato indipendente. Una difficoltà che si somma al fatto che il gigante indiano ed il Dragone, i principali acquirenti di petrolio russo, hanno fra di loro interessi contrastanti, analogamente come le nazioni arabe e l’Iran, che di fatto appoggia la Russia fornendo armi e munizioni. La distanza fra il mondo arabo e l’Iran quindi permane, resa ancora più critica dalla situazione in Medio Oriente che vede l’Iran un attore destabilizzante. Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, che non partecipa al vertice di Kazan, ha dichiarato tramite il proprio rappresentante di essere pronti a fare qualsiasi sforzo per risolvere le crisi nell’interesse di entrambe le parti. Lo sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan, vice primo ministro e ministro degli esteri degli Emirati Arabi Uniti, ha dichiarato in una dichiarazione al NBC News che il suo paese è “impegnato a promuovere il dialogo e la cooperazione internazionale attraverso piattaforme multilaterali, compresi i BRICS“, di fatto non escludendo però anche altre vie. Veniamo al Paese forse più al centro dell’attenzione: la Cina. Il Presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato il suo interesse ad avere una discussione sostanziale con i colleghi dei Paesi BRICS per consolidare ed espandere l’interazione strategica su larga scala e la cooperazione pratica all’interno del gruppo, aprendo così ulteriori opportunità per i paesi del Sud del mondo per costruire un destino comune per l’umanità.
Altro argomento di attualità è la dolorosa situazione in Medio Oriente. Di fatto l’Iran sostiene Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano e gli Houthi nello Yemen, tutti in lotta contro Israele (il cosiddetto “asse della resistenza” creato da Teheran per unire le forze disponibili con l’obiettivo di distruggere lo stato ebraico), mentre Cina e Russia si limitano a criticare le azioni militari israeliane nel Libano meridionale e a Gaza, chiedendo un immediato cessate il fuoco, né più né meno di quanto prospettato da molti Paesi Europei.
Foto di gruppo al BRICS, Kazan, Repubblica di Tatarstan, Russia – autore Sergey Bobylev – Fonte Photohost agency brics-russia2024.ru
Tra i leader di Stati non membri che hanno partecipato al vertice, va menzionato il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, presidente di un Paese membro della NATO, che ha fatto recentemente domanda per entrare a far parte dei BRICS. Una iniziativa delicata che non nasconde i forti interessi di Erdoğan nella Regione euro asiatica.
Non ultimo, nella sua ricerca di consenso, la Russia sta cercando di convincere i paesi BRICS a costruire una piattaforma alternativa per i pagamenti internazionali che sarebbe immune dalle sanzioni occidentali che colpiscono particolarmente Paesi come la Russia. Una richiesta che potrebbe essere di gradimento di altri Paesi (come la Cina) che vorrebbero trovare un’alternativa all’egemonia finanziaria americana, fornendo alternative monetarie al dollaro americano. Si parla di “petro-yuan” che si appoggerebbe alla valuta cinese per le transazioni di petrolio a livello internazionale. Il meeting ha affrontato diversi aspetti economici e di sicurezza i cui documenti di riferimento possono essere consultati a questo link Documents.
In sintesi, sebbene si resti in attesa della dichiarazione finale, l’evento si presenta come uno scambio di opinioni tra Paesi che di fatto condividono un mix di opinioni talvolta contraddittorie, con profonde divisioni ideologiche e alleanze che non sembrano avere un fil rouge comune. La auspicata funzione moderatrice dei BRICS per i conflitti in corso sembra quindi essere viziata dai troppi interessi regionali e le soluzioni appaiono ancora lontane. Non ci resta che aspettare le prossime elezioni americane per comprendere quale sarà la nuova politica estera statunitense.
Andrea Mucedola
foto in anteprima da The BRICS Summit photo gallery is now live
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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