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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA CONTEMPORANEA
PERIODO: XX SECOLO
AREA: VIETNAM
parole chiave: reporter di guerra, USS Benewah
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In una calda e appiccicosa mattina del dicembre 1968, al JUSPAO (Joint U.S. Public Affairs Office) di Saigon, un simpatico addetto stampa della Navy mi convinse ad andare a fare un giro nel Mekong, dove avrei fotografo la flottiglia di monitori e altre imbarcazioni della Mobile Riverine Force, che operavano sul fiume, avrei alloggiato sulla USS Benewah, nave caserma della US Navy, che fungeva anche da base galleggiante per la 9° divisione di fanteria, gli Old Ironsides, che conduceva quotidiane operazioni di search & destroy per cercare di contrastare le attività dei vietcong che operavano nelle giungle e nei villaggi sparsi lungo il Delta del Mekong. Era un quadro allettante per un reporter di guerra e si prospettava ricco di soggetti da fotografare e poi … sarebbe stata la mia seconda uscita al seguito delle truppe americane.
Dopo un paio di giorni salii a bordo di un elicottero che portava la posta e tre soldati che tornavano da una licenza RR con destinazione il Delta. Appontiamo sulla Benewah; a vederla dall’alto non è molto bella, una nave tozza e lungo le sue fiancate ci sono pontoni e varie imbarcazioni. Mi sembra più una base militare terrestre sommersa da un’alluvione, ma in realtà è una formidabile piattaforma che, oltre a fare da dormitorio alle truppe di fanteria e da porticciolo alle varie imbarcazioni che pattugliano il fiume, ha sale operatorie, magazzini e altre funzioni di supporto per il personale dell’esercito e della navy presenti nel Delta.
Mi danno cinque minuti per lasciare il bagaglio superfluo nella cabina assegnatami e m’informano che, giusto il tempo di rifornire le due compagnie di fanteria con munizioni e scatolette, partiremo in pattuglia per tre giorni, quindi sarà meglio portare due paia di calze extra; il resto dell’abbigliamento rimarrà come sarà per tutta la durata della missione … del resto non andiamo ad un ballo di principesse.
Mi presentano il capitano, il tenente ed i due sergenti che comanderanno le due compagnie e mi spiegano cosa faremo e …. cosa io non devo fare. Appena pronti saliamo su due ATC (armoured troop carrier).
Ovviamente per molti io sono una curiosità e, quando dico che sono italiano, mi presentano un ragazzo di New York, che è italo americano e parla qualche parola d’italiano; a fine missione, mi dà il suo indirizzo e gli prometto che, quando andrò a NY lo chiamerò (di fatto non l’ho mai fatto).
Una volta sbarcati andiamo in una spianata tra le risaie, dove arriveranno gli elicotteri, che ci porteranno all’interno. E’ un interno fatto di risaie, con dei boschetti di giungla, sparsi qua e là; voliamo quindi per circa 20 minuti e sbarchiamo per proseguire a piedi per tre giorni interi, attraversando risaie, e percorrendo sentieri nei boschetti; mi dicono di stare dietro un sergente a circa mezza fila … l’importante, mi avevano spiegato dei colleghi veterani, è stare lontano dalla radio, perché i cecchini vietcong, di regola sparano a quelli lì vicino ed il fatto che hai le macchine fotografiche al collo, non fa differenza, perché comunque indossi una divisa statunitense. Sono tre giorni faticosi, tra lunghe camminate, bagnati sia di sudore che di risaia, dormendo profondamente per terra e mangiando scatolette scaldate con il C4, un esplosivo ricavato spaccando la plastica dalle mine clay-more.
Dal mio punto di vista è tutto fantastico, abbiamo scoperto una “scuola” vietcong con tanto di ritratto di Ho chi Minh, catturato alcuni sospetti vietcong che, una volta legati ed etichettati, verranno recuperati dagli elicotteri che li porteranno in qualche base per essere interrogati dai sudvietnamiti. La pattuglia ha scambiato colpi di fucile, e altro, con forse sei vietcong che hanno avuto in seguito la peggio (anche grazie ai jet con il napalm e agli elicotteri Cobra). Alla fine, un altro giro in elicottero nei pressi del punto d’imbarco, dove le ATC ci riporteranno sulla USS Benewah. Finì così quell’avventura, con la più bella doccia mai fatta e la bistecca più saporita mai mangiata.
Il trasporto d’attacco della Marina statunitense USS Montrose (APA-212) ancorò a Vung Tau, nel Vietnam del Sud, accanto alla nave alloggio USS Benewah (APB-35), nel maggio 1967. Tra le imbarcazioni accanto al pontone ci sono un LCM(6) e un trasporto truppe fluviale adottato da un LCM(6) USS Montrose (APA-212) and USS Benewah (APB-35) anchored at Vung Tau, Vietnam, in May 1967.jpg – Wikimedia Commons
La USS Benewah
L’unità navale fu varata nel 1945 e ha servito sia nella Seconda Guerra Mondiale che nella guerra di Corea, ma anche nel Mediterraneo, a Napoli, dove nel 1955 fu la “Flagship” per la VI flotta americana nel Mediterraneo e Atlantico Orientale. Nel 1970 fu dislocata in Vietnam ed impiegata anche come nave di supporto per le operazioni delle forze armate statunitensi in Cambogia fino a novembre dello stesso anno quando lasciò il Vietnam per la base navale di Subic Bay, nelle Filippine, dove servì fino al 1° settembre del 1973, anno in cui fu messa in riserva e passata in forza alla marina filippina.
Costruita nel cantiere Boston Navy Yard, il suo nome fu dato in onore della Benewah County, Idaho
Varata il 6 maggio 1945
Dislocamento 4,080 ton.
Lunghezza 328 piedi (99.97 m)
Larghezza 50 piedi (15.24 m)
Pescaggio 11 piedi (3.40 m)
Velocità 10 nodi
Equipaggio 141 uomini e 1.226 truppe ospitate
Armamento: 2 cannoni da 76 mm., 2 cannoni da 40mm., 2 mitragliatrici cal. 12,7, 2 mitragliatrici cal. 7,62.
Decorata con 11 battle star medal
Guido Alberto Rossi
Attenzione: se non diversamente citato, tutte le foto sono di Guido Alberto Rossi e sono protette da copyright. Chi fosse interessato alla loro riproduzione o utilizzo contatti l’autore tramite questo sito https://www.guidoalbertorossi.com/
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Milanese classe 1949, inizia giovanissimo la professione del fotografo. Il suo primo servizio fotografico fu pubblicato nel 1966 su Sport Illustrato, settimanale della Gazzetta dello Sport. Ha girato per il mondo sempre con la macchina al collo passando dai reportage di sport, guerra, natura, ma negli ultimi anni si è dedicato principalmente alla fotografia aerea. Ha lavorato per le maggiori riviste ed editori internazionali con un attivo di 36 libri fotografici pubblicati, tra cui L’Acqua Vista dal Cielo, fotografando da aerei ed elicotteri i mari e i corsi d’acqua dei cinque continenti.
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