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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: OCEANO PACIFICO
parole chiave: relitto
Stephen King direbbe che qualche volta ritornano … noi possiamo dire che … si ritrovano. La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e la US Navy hanno annunciato di aver risolto un mistero di oltre un secolo, la scomparsa della USS Conestoga, un rimorchiatore d’alto mare svanito misteriosamente nell’Oceano Pacifico nel 1921.
Il rimorchiatore fu costruito nel 1904 dalla Maryland Steel Company, Sparrows Point, Maryland, ed acquistato dalla Marina statunitense il 14 settembre 1917, durante la prima guerra mondiale (SP-1128).
La nave fu consegnata alla USN il 10 novembre 1917, che assegnò il comando al sottotenente di vascello C. Olsen, USNRF. Assegnato alla forza sottomarina, il USS Conestoga svolse funzioni di rimorchiatore lungo la costa atlantica, per il trasporto di merci e munizioni e scorta dei convogli diretti alle Bermuda, talvolta fino alle Azzorre. Alla fine della guerra fu assegnata alla base navale No. 13, nelle Azzorre, sempre con compiti di supporto convoglio, incarico che svolse fino al suo arrivo a New York il 26 settembre 1919 quando fu riassegnata al 5° Naval District di Norfolk, in Virginia.
La USS Conestoga nel luglio 1920 fu trasferita nel Pacifico, prima alla base di San Diego e poi, nel primi tre mesi del 1921, a quella di Mare Island, California, non lontana da San Francisco. Il 25 marzo dello stesso anno partì da Mare Island rimorchiando una chiatta con un carico di carbone, con rotta verso Pearl Harbor e con destinazione finale la base di Tutuila nelle Samoa americane. La nave aveva un equipaggio di 56 persone a bordo.
Una scomparsa misteriosa
Al comando del tenente Ernest Larkin Jones, dopo circa 24 ore dalla sua partenza, della USS Conestoga si persero le tracce e, mistero nel mistero, nessun superstite fu mai ritrovato. Unico ritrovamento fu un giubbotto di salvataggio su una spiaggia a circa trenta miglia a sud di San Francisco insieme ad alcune scatole e fusti. Stranamente la Marina statunitense respinse questi potenziali indizi, concludendo che il salvagente avrebbe potuto essere stato perso in mare prima della partenza da Mare Island. Seguendo una altra segnalazione, la USN esaminò una scialuppa di salvataggio ritrovata 650 miglia ad ovest di Manzanillo, Messico, che riportava una grossa C in bronzo che poteva, con un pò di fantasia, far risalire alla USS Conestoga. Ed il mistero si infittì. I giornali dell’epoca ipotizzarono cause misteriose come un attacco da parte dei pirati, un ammutinamento o anche un dirottamento da parte di un rinnegato bolscevico verso le miniere d’oro siberiane. Il 30 giugno 1921, la USN Marina dichiarò che la USS Conestoga era affondata in mare per cause non note. Un altro cold case da archiviare negli archivi della marina americana.
Il ritrovamento
Nel 2009, per la pace delle famiglie di quello sfortunato equipaggio, dopo quasi un secolo dalla sua sparizione, il relitto del rimorchiatore fu scoperto tramite il sonar multibeam di una nave di ricerca nelle acque del Farallones National Marine Sanctuary, a poche miglia da sud-est Farallon Island, San Francisco.
Proprio in quell’area dove, subito dopo la scomparsa della nave, era stato ritrovato il salvagente. Al momento del contatto sonar, i ricercatori non erano sicuri che sul fondo vi fosse un relitto ma, analizzando le immagini video raccolte nel 2014 e nel 2015 dai veicoli filoguidati (ROV), fu possibile esaminare il contatto subacqueo più da vicino. I video confermavano chiaramente che si trattava di un relitto, in gran parte intatto a parte il ponte di coperta in legno e le tughe superiori che erano collassate sullo scafo a causa della corrosione e dell’età.
Di quale nave si trattava?
Durante le ispezioni vennero analizzate le caratteristiche del relitto che risultarono coerenti con la descrizione ed i piani di costruzione dell’USS Conestoga. In particolare la dimensione del relitto, la presenza di un’elica a quattro pale, la tipologia della macchina a vapore e delle caldaie, il numero e la posizione dei oblò, le bitte e le posizioni delle prese d’aria ed un grande argano da rimorchio che mostrava un cavo ancora avvolto sul tamburo. Ora si ha quindi la certezza della sorte dello sfortunato rimorchiatore. Il 23 marzo 2016, la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e la US Navy hanno concluso questa ricerca durata, tra un interruzione e l’altra, ben 95 anni.
Nella conferenza stampa Jim Delgado, direttore del NOAA per il patrimonio marittimo, che aveva lavorato alla ricerca del Conestoga, alla luce della sua sua esperienza di oltre 40 anni di ricerche su navi perdute in tutto il mondo, dichiarò che ancora oggi in tutto il mondo sono segnalate navi che scompaiono misteriosamente senza lasciare tracce in mare. L’UNESCO ha stimato che ci sono oltre tre milioni di navi sul fondo dell’oceano, della maggior parte di esse non si ha alcuna idea di cosa sia effettivamente successo e, di almeno un milione di loro, non sappiamo esattamente dove siano. Il mare nasconde ma non ruba e la ricerca continua.
in anteprima in September 2009, a NOAA/Fugro multibeam sonar survey of the area around Farallon Islands documented a probable shipwreck with an estimated length of 52m (170ft) at a depth of 56.5m (185ft) Credit: NOAA / Fugro
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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