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ARGOMENTO: METEOROLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: INDO PACIFICO
parole chiave: ENSO, clima, oceano
Abbiamo introdotto l’argomento in un precedente articolo ed abbiamo ricevuto molte domande interessanti. Tra le tante, perché dobbiamo preoccuparci dell’andamento del tempo meteorologico dall’altra parte del mondo?
Sebbene le regioni geografiche che risentono maggiormente degli effetti del El Niño sono quelle dell’oceano Pacifico tropicale si è osservato che il riscaldamento delle acque provoca uno scompenso della normale circolazione atmosferica anche in altre aree con una maggiore attività dei cicloni extra-tropicali che portano il maltempo anche sull’Europa. In particolare, durante gli episodi di “El Niño“, si ha un incremento delle precipitazioni sulla area geografica che va dalla Francia alla Germania (nord europa), passando per le regioni settentrionali del Nord Italia fino al comparto Balcanico. Ovviamente queste influenze sul clima valgono anche con il fenomeno opposto della Nina che, come vedremo, si riaffaccia per il prossimo autunno ed inverno.
Ma perchè fenomeni tropicali come il Nino e la Nina possano essere così importanti da influenzare il clima invernale in tutto l’emisfero settentrionale?
Per rendere l’argomento il più semplice possibile, partiamo dall’ENSO, abbreviazione di “El Niño Southern Oscillation“, una regione dell’oceano nel Pacifico tropicale, che alterna fasi calde e fredde, chiamate rispettivamente El Nino e La Nina. ENSO ha un impatto importante sui modelli di convezione tropicale e sulla complessa interazione del sistema oceano-atmosfera. Una dettagliata analisi della situazione è stata fornita da www.severe-weather.eu.
L’immagine sotto mostra le regioni ENSO nel Pacifico tropicale. Le regioni principali sono 3 e 4 e insieme coprono gran parte del Pacifico tropicale. La maggior parte delle previsioni e delle analisi si basa su una combinazione di entrambe le regioni, 3 e 4, viste nell’immagine come regione Nino 3.4. La regione 3 copre il Pacifico tropicale orientale, mentre la regione 4 copre le parti centrale e occidentale.
Ogni fase dell’ENSO ha un effetto diverso sul tempo ai tropici e sulla circolazione generale e quindi ha un impatto diverso sul tempo in tutto il mondo. Una fase specifica (freddo/caldo) si sviluppa solitamente nella tarda estate e nell’autunno e può durare fino all’estate successiva, o anche fino a due anni in alcuni casi. Come avrete capito la fase ENSO fredda viene chiamata La Nina e la fase calda El Nino.

2016 con temperature superficiali maggiori della media
L’immagine qui sotto del NOAA Climate mostra la circolazione tipica durante una fase ENSO fredda. L’aria scende nel Pacifico orientale, causando un clima stabile e secco, mentre l’aria sale nel Pacifico occidentale, causando frequenti temporali e abbondanti precipitazioni.

2021 con temperature superficiali minori della media
In questo modo, l’ENSO ha un impatto importante sulle precipitazioni tropicali e sui modelli di pressione e ha un impatto sul sistema di feedback oceano-atmosfera. Attraverso questo sistema oceano-atmosfera, l’influenza dell’ENSO è distribuita a livello globale. Di solito osserviamo un cambiamento globale nei modelli di pressione durante l’emergenza e la durata delle fasi ENSO.
L’attuale analisi delle anomalie oceaniche globali rivela un raffreddamento nel Pacifico tropicale. Questo è esattamente nella regione ENSO 3.4. La forma “ondeggiante” delle anomalie fredde indica che questo raffreddamento è nelle sue fasi iniziali. Alcune delle anomalie del freddo sono in realtà gli avanzi della forte Nina che è durata dallo scorso autunno e durante l’inverno 2020-2021, finendo questa primavera. L’immagine sotto mostra l’andamento della temperatura nelle regioni ENSO, dove è possibile vedere la fase La Nina nel 2020/2021, che si concluderà questa primavera.
Ciò che è interessante notare nell’immagine sopra, è che spesso fenomeni di Nina del primo anno continuano ad evolversi in una seconda Nina la stagione seguente. Questo è esattamente ciò che ci aspettiamo di vedere quest’anno, poiché sta emergendo un nuovo raffreddamento nella regione dell’ENSO. L’attuale raffreddamento è stato abbastanza consistente e persistente nelle ultime settimane.
L’immagine sotto mostra le temperature della superficie del mare nella regione principale di ENSO 3.4. Possiamo vedere un calo costante della temperatura dall’inizio di luglio, che dovrebbe continuare con un certo riscaldamento intermittente nel mezzo.
Di seguito l’andamento nei vari mesi delle regioni ENSO che mostrano le anomalie in via di sviluppo, legate ai modelli di pressione che stanno nuovamente cambiando, contribuendo al raffreddamento dell’oceano a causa del vento. Guardando indietro all’autunno del 2020 si osservano le anomalie del freddo attraverso l’Oceano Pacifico equatoriale che hanno raggiunto un apice tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre 2020.
Se osserviamo le attuali temperature, si osserva una “lingua fredda” che si estende dal Sud America verso ovest, direttamente attraverso l’equatore. In questa regione le acque superficiali sono sempre più fredde delle regioni circostanti, ma durante un evento della Nina possono essere fino a 4°C più fredde del normale.
L’immagine successiva in basso mostra una sezione trasversale per profondità lungo l’equatore nell’Oceano Pacifico, dal lato asiatico a sinistra al Sud America a destra. Il profilo verticale completo sulle regioni ENSO rivela l’anomalia della temperatura dell’oceano in base alla profondità dove si notano che le anomalie più forti si trovano tra 50 e 150 metri sotto la superficie.
È abbastanza evidente come ci fossero effettivamente temperature oceaniche più calde del normale sotto la superficie questa primavera. Questo fino a quando si incominciò a osservare il raffreddamento a circa 50-100 metri sotto la superficie dell’oceano. L’ultima analisi mostra che il raffreddamento sta continuando costantemente. La grande massa fredda si estende ora più a ovest e si spinge più in profondità, raggiungendo la fascia tra i 50 ei 150 metri di profondità.
Questo fa prevedere un forte sistema di alta pressione nel Pacifico settentrionale che influenzerà le correnti a getto, creando un sistema di bassa pressione sul Canada occidentale e sugli Stati Uniti nordoccidentali ed un sistema di alta pressione sulla Siberia nordoccidentale. Ciò può avere un ruolo importante nel modello invernale europeo, poiché potrebbe portare una pressione inferiore del normale su gran parte dell’Europa nord continentale, il che significherebbe un inverno più freddo. Nell’Europa meridionale l’influenza dell’ENSO potrebbe essere però modificata dai modelli di pressione nel Nord Atlantico e nelle regioni polari.
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