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livello elementare
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ARGOMENTO: ARCHEOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: ITALIA
parole chiave: Claudio Mocchegiani Carpano, STAS
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Nell’ambito della 1a Conferenza Mediterranea del Turismo Archeologico Subacqueo sarà conferito il Premio alla memoria di “Claudio Mocchegiani Carpano” riservato agli studenti universitari, che avranno svolto la migliore tesi di laurea sull’archeologia subacquea o sul turismo archeologico subacqueo, a favore della tutela, della valorizzazione e dello sviluppo delle destinazioni nelle quali insistono i siti. Il riconoscimento vuole ricordare Claudio Mocchegiani Carpano, decano della archeologia subacquea italiana, e artefice nel 1986 della creazione dello STAS Servizio Tecnico Archeologia Subacquea (Ministero per i Beni e le Attività Culturali).
Ricordiamolo in breve
Claudio Carpano Mocchegiani nasce il 13 aprile 1942 a Roma. Da giovane assistente archeologo inizia a studiare gli strati geologici che formano il colle Palatino. Nella sua ricerca ebbe l’intuizione geniale di esplorarne i pozzi allagati, profondi anche 40 metri, una tecnica di lavoro che si prospettava ora possibile grazie allo sviluppo delle tecniche di immersione che consentivano agli archeologi di studiare i manufatti antichi negli abissi dei mari e nelle acque interne.

esplorando la Cloaca maxima
Nel 1986, su proposta di Claudio Carpano Mocchegiani, fu creato nell’ambito del Ministero dei Beni Culturali lo STAS, ovvero il Servizio Tecnico di Archeologia Subacquea, un servizio che diresse fino al suo pensionamento. Di fatto, era una struttura operativa di tecnici e archeologi che lavorava per e con le Soprintendenze in collaborazione con i reparti subacquei dello Stato e, non ultimi, quelli della Marina Militare italiana. A tal riguardo, all’inizio degli anni ’90, iniziò una corrispondenza con lo Stato Maggiore della Marina Militare italiana che portò ad un accordo che permise di iniziare una fattiva collaborazione nel campo dell’archeologia subacquea, in particolare con l’impiego delle unità cacciamine. La collaborazione continuò negli anni e si estese all’uso di unità con palombari di alta profondità su relitti come il Polluce e, attività recentissima, sui cannoni della battaglia di Noli.
Tutto questo non si sarebbe mai potuto realizzare senza la visione di Claudio Carpano Mocchegiani.
Insieme al collega Luigi Fozzati, realizzò Archeomar, un progetto che è ancora ancora in corso ed è finalizzato ad inventariare i siti archeologici sommersi nel mari, nei laghi e nei fiumi italiani. Forse, nella sua lunga carriera, la ricerca che più gli rimase nel cuore fu effettuata nel 1974, esplorando i collettori allagati degli ipogei del Colosseo (che oggi sono visitabili). Al loro interno fu ritrovata l’antica “spazzatura” prodotta degli spettatori insieme alle ossa di animali feroci. Analizzando i resti del tempo, come moderni profiler, gli archeologi riuscirono a documentare la vita e le attività dell’Anfiteatro Flavio, da tutto il mondo conosciuto come Colosseo.
Mocchegiani amava raccontare che le sue prime esperienze subacquee furono decisamente avventurose. Aveva personalmente effettuato numerose immersioni sul Tevere, esplorato la Cloaca Maxima di Roma per poi iniziare la perlustrazione metodica di tutti i laghi del Lazio, fino al mare. Il suo capolavoro, realizzato insieme a Luigi Fozzati, fu una carta archeologica subacquea dei beni archeologici sommersi d’Italia: mari, laghi, fiumi, lagune, ipogei. Nel tempo fu nominato Soprintendente a Roma e molti ricordano ancora che si recava a controllare personalmente, anche nelle ore notturne, gli impiegati per assicurarsi che svolgessero adeguatamente il loro compito di sorveglianza al Palatino, ai Fori Imperiali e negli altri monumenti di Roma.
Per la sua correttezza umana e professionale, che non accettava compromessi, non fu una persona facile con cui lavorare e si scontrò a volte con colleghi che, per competizione o invidia, tentavano di ostacolarlo. Nel 1977-78, alla prima riunione di Archeologia Subacquea, effettuata in quella fucina di pensiero che è ancora oggi la Libreria Internazionale Il Mare, non fu invitato, perché alcuni giovanissimi archeologi subacquei non approvavano le sue idee politiche viste come troppo conservatrici. La politica era entrata nei Palazzi e condizionava cariche e attività, impedendo a chi non era allineato di portare avanti i propri progetti.
Ciò nonostante, nel 1979, grazie al lavoro di operai, restauratori e custodi della Soprintendenza Archeologica di Roma, riuscì a riaprire gli ipogei e ad inaugurare il piccolo antiquarium nei sotterranei di Roma. La sua visione ed impegno vinsero sulla inerzia e burocratizzazione del Ministero … ma non per molto. Nonostante tutto lo STAS fu cancellato per “… una perversa, non so quanto intenzionale, volontà “. Solo la Regione Sicilia creò una Soprintendenza del Mare, diretta dal compianto Sebastiano Tusa, altro grande archeologo subacqueo, che ne ha proseguito gli intenti fino alla sua prematura scomparsa. Mocchegiani diceva amaramente che “col vuoto creato dal ministero siamo tornati agli anni sessanta, quando però esisteva la struttura creata dal pioniere prof. Lamboglia“.
Un uomo corretto, d’altri tempi al quale nessuno poteva obbiettare la sua professionalità, sempre scevra da ogni condizionamento politico o di palazzo.
Questo premio è quindi un giusto richiamo alla memoria di questo grande archeologo italiano, un Uomo di altri tempi, dotato di uno spirito visionario, un pioniere che aprì una nuova Era per la ricerca scientifica archeologica delle acque. Gli studenti interessati a candidarsi dovranno inviare entro il 30 marzo 2021 una copia della tesi in PDF alla e-mail info@bmta.it o per posta a Leader srl via Roma, 226 – 84121 Salerno. Inoltre, in collaborazione con il mensile ArcheoNews, la Tesi di Laurea vincitrice sarà pubblicata da parte di AMG Press.
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