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ARGOMENTO: BIOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: murene
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Quante volte avete visto fare capolino da una fenditura tra le rocce una grossa “anguilla” scura a macchie giallastre che ci osserva incuriosita con le fauci spalancate? Non preoccupatevi, non è assolutamente pericolosa. Tutti i subacquei sanno che ci troviamo di fronte ad una simpatica murena (Muraena helena), un pesce osseo marino appartenente alla famiglia dei Murenidi.
Le murene sono molto comuni ed hanno una distribuzione geografica pressoché globale, dal Mar Mediterraneo agli oceani di tutto il mondo. Durante le ore diurne è facile incontrarle su fondali rocciosi o corallini privi di sedimentazione, annidate in anfratti ad una profondità tra i cinque ed i cinquanta metri. Gli individui giovanili si trovano spesso rintanati in acque bassissime fra i sassi ma, con un pò di fortuna, si possono osservarle muoversi sinuosamente tra un anfratto e l’altro.
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Il corpo della murena è generalmente allungato. Spesso dotata di potenti mascelle, in alcune specie, l’interno della sua grande bocca appare quasi modellato. La maggior parte è in possesso di grossi ed aguzzi denti utilizzati per strappare la carne o afferrare le prede. Per poter respirare, le murene sono provviste di piccole branchie circolari che si trovano sui fianchi fino al posteriore della bocca. Questo è il motivo per cui, per respirare, la nostra murena ha necessità di mantenere sempre aperte le sue larghe mascelle che incorniciano il buffo muso sporgente. La narice posteriore è dotata di un tubulo che è situato davanti all’occhio.
Tra le tante specie, ve ne sono alcune come ad esempio, la murena fiocco di neve (Echidna nebulosa) e la murena zebra (Gymnomuraena zebra) che si nutrono di crostacei e di altri animali a guscio duro. Queste murene differiscono dalle altre ed hanno denti molto simili a molari, particolarmente adatti a schiacciare le prede. Generalmente la pinna dorsale delle murene si estende da subito dietro la testa lungo la schiena e si unisce perfettamente con la pinna caudale ed anale. La maggior parte delle specie dei murenidi non hanno pinne pettorali e pelviche.
I loro occhi curiosi sono piuttosto piccoli e le murene per predare (ricordiamoci che è un predatore notturno) si affidano ad un olfatto molto sviluppato. Una curiosità, le murene hanno una pelle molto più spessa di altre specie di anguilla e secernono un muco protettivo sulla loro pelle liscia e privi di squame che in alcune specie contiene una tossina.
La murena mediterranea
La comune murena mediterranea, Murena helena, ha un colore bruno scuro o quasi nero cosparso di macchie giallastre di forma, numero e dimensioni molto variabili. La taglia massima è di 150 cm ma la misura più comune è di circa 80 cm. Come la maggior parte delle murene, è carnivora e si nutre di piccoli pesci, polpi, calamari, seppie, e crostacei. I loro predatori maggiori, a parte l’Uomo, sono le Cernie, i barracuda ed i serpenti di mare. La riproduzione avviene in estate. La larva ha corpo molto appiattito a forma di foglia di salice.
Ma quanto è pericolosa?
Sfatiamo ora le leggende che la descrivono come un animale feroce, addirittura divoratore di uomini. Come i subacquei ben sanno, la murena è assolutamente innocua. Quando scorge il sub tende, se può, ad allontanarsi e reagisce solo se stuzzicata o costretta dalle circostanze. Le dicerie sulla sua aggressività sono solo leggende da ombrellone. Il terribile morso della murena è conseguenza di imprudenze dei subacquei che mettono, letteralmente, la loro mano nelle fauci del povero animale, offrendole cibo con le mani o cercando malamente di accarezzarle.
Se vogliamo trovare qualcosa, è bene sapere che il suo sangue è tossico e contiene una proteina, l’emoittiotossina che, a contatto con il sangue animale, ha un’azione emolitica in grado di rompere le membrane dei globuli rossi distruggendoli. Le conseguenze sull’organismo colpito sono paralisi sensoria e motoria, blocco della respirazione e infine morte. Anche la saliva è tossica e può provocare infezioni. Spesso la zona colpita va incontro ad infezioni per contaminazione batterica per cui, in caso di morso accidentale è sempre opportuno ricorrere ad una copertura antibiotica. Queste tossine, essendo di natura proteica, sono attive solo se introdotte nel circolo sanguigno dell’Uomo mentre sono assolutamente innocue per ingestione. Essendo la tossina termolabile viene comunque inattivata dalla cottura. Va precisato che questa caratteristica è tipica anche di altri anguilliformi come la comune anguilla (Anguilla anguilla) e il grongo (Conger conger).
Il morso della Murena è comunque doloroso e causa ampie lacerazioni che si rimarginano lentamente. Per evitarlo … basta non toccarla. Un altro problema è che le murene hanno denti controllati da nervi e nel momento del morso questi si contraggono rendendo i denti come degli uncini che afferrano la carne della preda.
Mi pare quindi che la sua pericolosità debba essere ridimensionata. Impariamo a rispettarle e ad ammirare questi splendidi animali senza disturbarli.
in anteprima Murena helena fotografata da @Mimmo Roscigno nel Parco Marino di Punta Campanella
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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