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Petizione OCEAN4FUTURE

Titolo : Impariamo a ridurre le plastiche in mare

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  Address: OCEAN4FUTURE

Transplanting e prove di reclutamento di Pinna nobilis L., 1758 – Sperimentazione di trapianto e reclutamento, ai fini della conservazione di una specie marina minacciata di Andrea Spinelli

Reading Time: 4 minutes

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livello medio
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ARGOMENTO: ECOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO

AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: nacchera, Pinna nobilis
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Durante il percorso di studi in Biologia ed Ecologia Marina, presso l’Università di Messina, ho effettuato le prime indagini relative al monitoraggio della popolazione di Pinna nobilis presente all’interno del Lago di Faro, al fine di valutare la densità e i tassi di crescita e mortalità per evidenziare i rapporti di relazione fra mantenimento dello stock e pressione antropica.

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Questo lavoro, di circa due anni, supportato dal Dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia Marina, e in particolare dal Prof. Salvatore Giacobbe, nonché relatore delle mie tesi, ha permesso di evidenziare la struttura della popolazione di Pinna nobilis e le possibili soluzioni manipolative utilizzabili per il mantenimento dello stock naturale.

A tale fine sono state sperimentate due tecniche di trapianto e reclutamento naturale durante il corso della mia tesi magistrale in Biologia ed Ecologia dell’Ambiente Marino Costiero. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati in un volume, “Transplanting e prove di reclutamento di Pinna nobilis L., 1758 – Sperimentazione di trapianto e reclutamento, ai fini della conservazione di una specie marina minacciata”.

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La Pinna nobilis L., 1758, comunemente chiamata nacchera, è un mollusco bivalva che negli ultimi decenni è stata profondamente minacciata principalmente a causa del degrado dell’ ambiente naturale in cui vive. Poiché le attuali popolazioni sono in evidente declino (Centoducati et al. 2007), la stessa è soggetta a rigorosa tutela, in quanto specie in via di estinzione, sotto la Direttiva europea 92/43/CEE del Consiglio (CEE 1992). Questa specie è anche inclusa nell’Allegato IV della direttiva del Consiglio 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e della flora e fauna selvatiche (Direttiva Habitat CE).

É ormai assodato che la nacchera ha risentito fortemente dell’impatto antropico non solo in conseguenza del suo prelievo diretto (attività conosciuta sin dall’antichità per il reperimento del bisso) ma a causa della sua mortalità da stress meccanico determinata dall’attività di pescherecci, reti di fondo e manovre di ancoraggio dei natanti. Ciò ha sostanzialmente inciso sulla distribuzione delle sue popolazioni nei tratti più esposti e sulla crescita individuale degli organismi (Peharda e Vilibić, 2008).

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Ecologia
La Pinna nobilis è una specie animale endemica del Mediterraneo, dettagliatamente studiata da molti autori alla luce delle sue peculiari caratteristiche biologiche ed ecologiche. Vive parzialmente sepolta nel sedimento, tipicamente su fondi mobili, preferenzialmente associata alle praterie di fanerogame marine (Posidonia oceanica, Cymodocea nodosa e Zostera marina) ma anche in zone sabbiose prive di vegetazione.

Specie prevalentemente marina, può anche colonizzare le porzioni più prossimali di lagune e stagni costieri, in cui può costituire popolazioni ad alta densità (Katsanevakis, 2005). Proprio gli ambienti salmastri costituiscono un “mondo” singolarmente variegato e attraente, per la complessità delle problematiche bio-ecologiche emergenti e per la varietà di condizioni edafiche e climatiche (Katsanevakis, 2009).  Gli stagni costieri, in particolare, rappresentano un tipico ambiente naturale confinato che fenomeni avversi come l’eutrofizzazione possono rendere vulnerabili fino ad innescare condizioni di stress che si ripercuotono a svarianti livelli (Katsanevakis, 2007).

Sulla base di tali considerazioni, lo studio presentato nel mio libro si è incentrato sul monitoraggio della popolazione di nacchere presenti all’interno di un lago costiero sottoposto a tutela. L’intento è stato quello di effettuare un transplanting sperimentale di esemplari  per valutare l’efficacia del metodo a fini conservativi,  valutare i tassi di crescita e le mortalità e natalità ed effettuare prove di reclutamento al fine di evidenziare i rapporti di relazione fra mantenimento dello stock e pressione antropica. Inoltre ho indagato l’ecologia della specie al fine di stabilire i parametri di popolazione in condizioni ottimali durante l’intero ciclo di vita, operando un confronto con le popolazioni danneggiate e utilizzando il trapianto e il reclutamento per salvaguardare le popolazioni naturali di questa specie.

Inizialmente sono stati individuati 75 individui di P. nobilis direttamente minacciati da impatto antropico e quindi a rischio; gli esemplari, prelevati in zone in cui le condizioni sono state considerate sfavorevoli alla crescita e allo sviluppo, sono stati  trapiantati in zone con condizioni ritenute favorevoli sulla base del monitoraggio di esemplari già presenti nella zona rifugio. Sono state effettuate immersioni con cadenza settimanale per monitorare le condizioni degli individui di P. nobilis e registrare eventuali  danni, reclutamento e mortalità.  Questo tipo di operazione ha permesso la riduzione del tasso di mortalità di questa specie che, come ho premesso, èoggetto di specifica tutela, ed incrementarne la popolazione locale.

Tutte le operazioni di censimento e monitoraggio subacqueo sono state effettuate dallo scrivente con il supporto di alcuni colleghi (Sergio De Matteo e Marco Cintorino). Le determinazioni di laboratorio e l’elaborazione dei dati sono state svolte  presso l’Università di Messina sotto la responsabilità del mio relatore e primo ideatore del lavoro, Prof. Salvatore Giacobbe, docente di Ecologia Marina, che mi ha fornito un grande aiuto durante il procedimento del lavoro, con disponibilità e cortesia.

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La pubblicazione del mio libro ha quindi l’intento di ampliare le conoscenze ecologiche  e conservazioniste di questa specie marina minacciata e suggerire la sperimentazione di nuove tecniche manipolative per il ripopolamento della Pinna nobilis.

Andrea Spinelli

 

 

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