livello elementare
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ARGOMENTO: CARTOGRAFIA
PERIODO: XVII SECOLO
AREA: NAUTICA
parole chiave: Portolani, carte
L’editoria cartografica francese crebbe lentamente e in modo esitante dal 1470 fino all’inizio del 1600. I tentativi di pubblicare mappe erano rari a fronte di altri paesi. Ma il mondo stava cambiando e la necessità per la Francia di nuove mappe per i suoi capitani diventò impellente.
L’opera di Alexis Hubert Jaillot
Nel 1650, un’attività relativamente prospera e concentrata esisteva a Parigi, animata da una piccola rete di geografi specializzati ed editori che avevano gli strumenti e competenze necessari per pubblicare mappe.
Alexis Hubert Jaillot, incisione Konrad Westermayr, 1802 – fonte: A.C. Gaspari, C. G. Reichard (1802) Allgemeine geographische Ephemeriden, Band 2010Alexis Hubert Jaillot …1802.jpg – Wikimedia Commons
In quel periodo si affacciò sul mercato Alexis Hubert Jaillot, un abile uomo d’affari nato verso il 1632 ad Avignon-lès-Saint-Claude, che dall’infanzia aveva mostrato un buon talento per l’arte e il design, apprendendo dal fratello Pierre-Simón anche la scultura. A seguito dei conflitti franco-spagnoli, la loro città natale fu devastata e i due fratelli si trasferirono a Parigi nel 1657. Lì acquisirono presto una certa reputazione ed il prestigioso titolo di Sculpteur du Roy. Nel 1665, Jaillot si sposò con Jeanne Berey, figlia del famoso incisore ed editore di carte geografiche Nicolas I Berey (1610-1665).
Berey, nel 1644, insieme con un altro tipografo, Antoine de Fer, acquistò per 3500 lire le lastre di rame del grande cartografo Christophe Tassin, conosciuto per i suoi atlanti della France, della Spagna, della Germania e della Svizzera. L’inventario delle carte in possesso di Berey, redatto dopo la sua morte, indica la natura del suo stock che comprendeva diversi libri illustrati (geografia, prospetti, architettura e fortificazioni), e in particolare un insieme di mappe e viste topografiche. I soggetti geografici costituivano la parte principale degli inventari: mappe e viste topografiche (lastre e stampe), atlanti di Tassin, Beaulieu, Sanson e autori olandesi come Ortelieus, Mercator, Braun e Hogenberg.
Dopo la morte di suo cognato Nicolas II Berey, Jaillot acquistò la collezione di carte di Berey, in pratica ottenendo un catalogo di materiale cartografico che poteva essere venduto immediatamente in tutta Europa, senza aver mai di fatto disegnato una sua mappa.

da Le Neptune Francois … una bella immagine del Bucintoro di Venezia File:Le neptune françois 04.jpg – Wikimedia Commons
La fortuna di Jaillot fu di entrare nel mondo degli stampatori di carte in un momento particolarmente favorevole
All’inizio del 1668, sotto Luigi XIV, la Francia iniziò un periodo particolarmente fecondo; la Francia espandeva costantemente il suo territorio e c’era una grande richiesta di mappe che rappresentassero i trionfi francesi e le nuove frontiere, così come i prossimi piani di espansione. La collezione di Jaillot comprendeva anche i piani nautici realizzati da Pierre Duval (1619-1683) che erano stati venduti originariamente a Nicolas Berey. Dopo la morte di Berey nacque una disputa feroce con Duval ma, nel 1670, Jaillot vinse la causa grazie all’aiuto dei figli di Nicolas Sanson (un altro famoso cartografo dell’epoca) che, in cambio del supporto, divennero produttori di carte e soci in affari con Jaillot. Grazie a loro, fu in grado di commercializzare nuove carte con il prestigioso nome Sansons. Il suo Atlante del 1681, l’Atlas Nouveau, divenne un tale successo commerciale che fu anche copiato illegalmente da altri editori.
Sebbene Jaillot non possa essere annoverato tra i cartografi dell’epoca come i Sanson ed Duval fu però un abile uomo di affari ed incisore che seppe intelligentemente sfruttare le risorse che aveva ereditato facendone delle opere mirabili.
La sua fama crebbe al punto che fu nominato, il 20 luglio 1686, Géographe du Roy e gli fu assegnata una pensione annuale cospicua. Questo titolo gli permise di difendersi con successo contro i suoi numerosi plagiatori. Dall’inizio del diciottesimo secolo Jaillot diminuì la produzione di carte. Mappe sempre più aggiornate erano richieste e lui era sempre meno in grado di reagire alle richieste del mercato. Daltronde i concorrenti più giovani erano geografi del calibro di Guillaume Delisle, che poteva disegnare lui stesso le mappe. Nel tempo, Jaillot cedette quindi la prospera azienda a suo figlio Bernard Jean-Hyacinthe.
Frontespizio inciso in rame pubblicato nel 1693 da Hubert Jaillot, Parigi per “Le Neptune Francois, ou Atlas Nouveau des Cartes Marines” con illustrazione incisa di una nave a vela francese. formato: 24.5 x 20 inch (63 x 51cm) – fonte: www.raremaps.com/gallery/detail/ vedi il seguentelinkLe Neptune Francois ou Atlas Nouveau.jpg – Wikimedia Commons
Una delle sue opere più belle fu Le Neptune Francois, ou Atlas Nouveau des Cartes Marines. Levees et Gravees par ordre expres du Roy. Pour l’usage de ses armees de Mer. L’opera era suddivisa in tre parti contenute in un volume di grande formato (625 x 505 mm). La prima parte riporta 19 tavole di navi, numerati 1-18 e una piastra non ombreggiata), 12 tavole di bandiere e 30 doppie pagine colorate a mano dell’Europa settentrionale e occidentale (soprattutto le coste francesi e comprendente la mappa del mondo in proiezione di Mercatore “Carte generale de toutes les Costes du Monde“, nella seconda parte si ritrovano le mappe marine per l’uso delle armate reali della Gran Bretagna con 9 grafici incisi, di cui 5 in doppia pagina, delle coste francesi e del canale della Manica ed un disegno pieghevole del Mar Mediterraneo. Nella terza parte, si ritrova un inciso della bussola dei venti, 33 carte (21 doppie e una pagina pieghevole) di Africa, Asia e nelle Americhe (10 grafici, tra cui l’Atlantico con le coste nord-orientali del Sud America e Africa, l’America centrale, il Nord America, la costa orientale da Hudson a Labrador e il Canada).
Nel 1751, Rouillé, ministro della Marina, acquistò le tavole del “Nettuno” che erano rimaste per quasi quarant’anni “sepolte tra gli effetti di una successione”. Li fece depositare presso il Deposito dei piani e dei piani navali, in modo che potessero essere riacquisiti, corretti e completati per la ristampa. Le due carte mancanti, “Ingressi della Mosa e della Schelda” e della “costa occidentale dell’Irlanda” furono ricostruite sui modelli precedenti.

estratto da Le Neptune Francois, ou Atlas Nouveau des Cartes Marines. Levees et Gravees par ordre expres du Roy. Pour l’usage de ses armees de MerFile:Pavillons de diverse nations.jpg – Wikimedia Commons
La correzione principale delle mappe riguardava la graduazione della longitudine. Le longitudini dell’edizione originale erano state calcolate sul meridiano di Fer, come previsto dalla ordinanza di Luigi XIII del 1634.
L’istituto idrografico della Marina francese scelse di riferirsi alle coordinate del meridiano di Parigi, mentre mostrava i meridiani di Londra, l’isola di Fer, il picco di Tenerife e Cape Lézard. Questa nuova edizione fu accompagnata da una “recensione critica” scritta dal famoso idrografo Jacques-Nicolas Bellin e approvata dall’Accademia della Marina. Alexis Hubert Jaillot morì il 2 novembre 1712 a Parigi, all’età di 80 anni, e fu sepolto nel Convent des Grands-Augustins. L’opera che pubblicò, gli Atlas Nouveau des Cartes Marine, passò alla storia del tempo per la sua raffinatezza.
Migliaia di navigatori usarono quelle carte per navigare nell’oceano e nel Mediterraneo e ne fu fatto, nel 1700, anche un seguito, in cui possiamo ammirare una descrizione esatta di tutte le coste del mondo conosciuto, lo Stretto di Gibilterra, il Mare dell’Oceano Meridionale, l’Etiopia, il Mare delle Indie, dei mari Orientali e Occidentali. In esso si ritrovano belle immagini di navi dell’epoca e e mappe che riportano le rotte da mantenere, i banchi di sabbia, rocce e le profondità dell’acqua, in pratica dei splendidi portolani.
Per gli amanti della nautica e delle mappe antiche, questi atlanti sono opere rare e costose ma .., ci possiamo accontentare di osservarle scaricandole tramite questi link dell’opera principale.

dal Neptune FrancoisFile:Le neptune françois 02.jpg – Wikimedia Commons
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).