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livello elementare
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ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Zona Economica Esclusiva
A chi appartiene la Zona Economica Esclusiva davanti ad Oristano?
La domanda viene spontanea nel momento in cui viene detto che «L’Algeria…considera parte del Mar di Sardegna propria area d’influenza. Chi frequenta le dune di Oristano può godere dello spettacolo di sottomarini algerini di fabbricazione russa classe Kilo…in pattugliamento a ridosso delle rive sarde» (L. Caracciolo, Repubblica 18 febbraio 2024, p. 20).
Fig. 1: ZEE rivendicata dall’Algeria – Fonte Repubblica algerina
L’area in cui sono segnalate forze subacquee algerine ad ovest della Sardegna è pretesa, come Zona economica esclusiva (ZEE) da Algeri che, nel 2018, ha unilateralmente esteso la sua giurisdizione fino alle acque territoriali di Oristano, in sovrapposizione con Piattaforma continentale (Pc) e Zona di protezione ecologica (Zpe) italiane.
Fig. 2: Zpe italiana stabilita con Dpr 209-2011
Le ragioni di una simile iniziativa non sono ben chiare. Essa non riguarda comunque solo l’Italia dal momento che il limite esterno va anche in direzione della Spagna la cui ZEE ha un confine non concordato che, in termini di equidistanza, assegna alle Baleari un effetto pari alle coste algerine.
La zona economica esclusiva (ZEE) è un’area marina, adiacente alle acque territoriali, in cui uno Stato costiero ha diritti sovrani per la gestione delle risorse naturali, giurisdizione in materia di installazione e uso di strutture artificiali o fisse, ricerca scientifica, protezione e conservazione dell’ambiente marino. In base alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (“United Nations Convention on the Law of the Sea”, “UNCLOS”), la ZEE può estendersi fino a 200 miglia dalle linee di base (baseline) dalle quali viene misurata l’entità delle acque territoriali (territorial waters). Dove sia prevista una “zona contigua“, essa è compresa all’interno della ZEE, Va da sè che la ZEE, per essere effettiva, deve essere proclamata formalmente nei confronti della comunità internazionale. In pratica, la ZEE ha un valore funzionale e assegna solo ed in esclusiva allo Stato rivierasco il diritto di sfruttare le risorse della colonna d’acqua sovrastante il fondale marino (ittiche), non contemplando altri diritti spettanti solo al mare territoriale. La situazione mediterranea è complessa a causa della vicinanza fra le coste dei diversi Stati nel Mediterraneo che, in nessun punto, distano più di 400 miglia dalle coste opposte di un altro Stato. Ciononostante l’Unione Europea, per la gestione delle risorse marine, ha incoraggiato la costituzione delle ZEE al fine di contrastare la pesca illegale da parte della sempre maggiore presenza di pescherecci appartenenti a Paesi asiatici – nota della redazione |
Le ragioni di una simile iniziativa non sono ben chiare. Essa non riguarda comunque solo l’Italia dal momento che il limite esterno va anche in direzione della Spagna la cui ZEE ha un confine non concordato che, in termini di equidistanza, assegna alle Baleari un effetto pari alle coste algerine. Nei confronti dell’Italia, il limite della ZEE algerina ignora invece la rilevanza delle coste della Sardegna nonostante si tratti della seconda maggiore isola del Mediterraneo. Il nostro Paese – dopo aver protestato per la violazione dei principi del Diritto del mare- ha comunque avviato trattative per una delimitazione concordata. I diritti dell’Italia sulle aree di overlapping sono ben chiari: la nostra Piattaforma Continentale (v. Fig. 3) è ben delineata nella cartografia dell’ex Ministero dello sviluppo economico (ora di competenza del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) quale prolungamento marino del territorio emerso; essa, ad ovest della Sardegna, è in parte coperta dalla ZPE da noi istituita nel 2011. In sostanza, l’Italia può già esercitare diritti sulle energie fossili del fondale e può anche farlo per esigenze ambientali sulla sovrastante massa d’acqua.
Fig. 3: la Piattaforma continentale italiana; le zone colorate indicano le zone aperte alla ricerca (Fonte MASE)
E allora, quali sono le mire di un’Algeria che, da Paese amico dell’Italia, avrà senz’altro calcolato pro e contro della sua iniziativa la quale potrebbe essere in realtà diretta contro Madrid? Lo stato eccellente delle relazioni economiche italo-algerine ci impone cautela e pazienza in attesa che si individuino soluzioni concordate al contenzioso sui reciproci spazi marittimi. L’Italia, secondo quanto previsto dal Piano del mare, dovrà a breve dare concretezza all’istituzione della ZEE fissandone i confini. I due Paesi, secondo le indicazioni della Convenzione del diritto del mare, potrebbero allora stabilire forme pragmatiche di sfruttamento congiunto delle energie rinnovabili con parchi eolici in zone di overlapping. Nel frattempo non può farsi a meno di pensare che mostrare bandiera con sommergibili in emersione sia una forma di esercizio di potere navale. La gunboat diplomacy dell’Ottocento prevedeva, com’è noto, la dislocazione di navi da guerra in vicinanza della costa di un altro Paese per fare sfoggio di potenza.
Fig. 4: Fonte Limes 12, 2021 – autrice Laura Canali
Le forze navali russe hanno ripreso a farlo con questi scopi. La libertà di navigazione militare nelle zone di giurisdizione straniera risponde tuttavia ad un principio ineludibile sostenuto anche dall’Italia.
La Marina algerina possiede 6 sottomarini KILO di produzione russa (2 Progetto 877 EKM e 4 Progetto M Improved). Questi ultimi sono armati con missili anti nave Klub-S (Kalibr) – Fonte HI Sutton |
Ma il suo esercizio sistematico nelle aree di ZEE contese o ancor più il transito nelle nostre acque territoriale ad esse adiacenti può essere interpretato come rispondente a finalità politiche, forse non amichevoli. Se le notizie date dal Prof. Caracciolo fossero confermate un chiarimento si imporrebbe.
Fabio Caffio
Articolo pubblicato originariamente su Analisi Difesa
Lo strano caso della ZEE Italo-Algerina – Analisi Difesa
In anteprima un sommergibile Kilo Progetto.636.3 Improved II, Stary Oskol, in rotta verso Sebastopoli, Crimea, aprile 2023 versione migliorata rispetto alla 636 Improved acquisita dalla marina algerina e da Cina e Vietnam – Fonte HI Sutton
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Ammiraglio della Marina Militare della Riserva tra i maggiori esperti di diritto internazionale marittimo italiani. Autore di vari articoli in materia, pubblicati su numerosi siti specialistici, ha pubblicato il saggio “Elementi di diritto e geopolitica degli spazi marittimi” scritto in collaborazione con A. Leandro e N. Carnimeo e, il “Glossario del Diritto del Mare” (Rivista Marittima, IV ed., 2016) ancor oggi un riferimento per gli studiosi della materia
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