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ARGOMENTO: EMERGENZE AMBIENTALI
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: NA
parole chiave: Papa Francesco, Laudato Si, protezione dell’ambiente
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Finalmente è stata pubblicata l’enciclica Laudato Sì, la lettera papale più attesa da decenni. Un grido di accusa per finire lo sfruttamento “tirannico” della natura da parte dell’Umanità. Un documento forte che potrebbe portare ad un cambiamento radicale nella battaglia degli ambientalisti contro il riscaldamento globale.
Nella sua Enciclica Laudato Sì, il cui nome deriva dal Cantico delle creature di san Francesco, lodante il Signore per le sue meravigliose creature, Papa Francesco ha chiamato una rivoluzione etica ed economica per prevenire il cambiamento climatico e la crescente disuguaglianza sociale che ne deriverà. In questa enciclica senza precedenti sul tema dell’ambiente, il pontefice sostiene che lo sfruttamento delle risorse del pianeta ha varcato i confini naturali e il mondo deve affrontarne le conseguenze cambiando l’attuale tendenza, in altre parole attuando una profonda rivoluzione nei cuori e nelle menti. Il tanto atteso messaggio, inviato ai 5.000 vescovi cattolici del mondo, è stato pubblicato il 24 maggio in cinque lingue ma reso noto solo il 18 giugno. Si prevede che questa enciclica sarà giudicata come la più radicale mai fatta da un pontefice. E’ certo che farà arrabbiare sezioni dell’opinione repubblicana negli Stati Uniti d’America, approvando di fatto gli avvertimenti degli scienziati sul clima disattesi dall’attuale Governo di Trump.
In un recente discorso, considerato come un preambolo all’enciclica, è stato detto che: “Gran parte del mondo rimane in povertà, nonostante le abbondanti risorse, mentre un’élite globale privilegiata controlla la maggior parte della ricchezza mondiale e consuma gran parte delle sue risorse. “Il pontefice di fatto ripete gli inviti a cambiare atteggiamento nei confronti della povertà e della natura. “Un sistema economico incentrato sul dio denaro ha bisogno di saccheggiare la natura per sostenere il ritmo frenetico del consumo che le è inerente“, ha detto nel 2014 ad una riunione dei movimenti sociali. “Penso che una domanda che non ci stiamo ponendo sia: l’umanità non si suicida con questo uso indiscriminato e tirannico della natura? Salvaguarda il creato perché, se lo distruggiamo, ci distruggerà. Non dimenticarlo mai.“
L’enciclica va ben oltre le preoccupazioni strettamente ambientali, affermano gli addetti ai lavori del Vaticano. “Papa Francesco ha più volte affermato che l’ambiente non è solo una questione economica o politica, ma è una questione antropologica ed etica“, ha sottolineato l’arcivescovo Pedro Barreto Jimeno al Catholic News Service. Secondo il cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga, coordinatore del consiglio cardinalizio del Vaticano, “L’enciclica affronterà la questione della disuguaglianza nella distribuzione delle risorse e temi come lo spreco di cibo e lo sfruttamento irresponsabile della natura e le conseguenze per la vita e la salute delle persone“… “L’ideologia che circonda le questioni ambientali è troppo legata a un capitalismo che non vuole smettere di rovinare l’ambiente perché non vuole rinunciare ai propri profitti“.
L’uscita pubblica dell’enciclica “Laudato Sì” è stata programmata per avere il massimo impatto pubblico in vista dell’incontro del papa con Barack Obama e del suo discorso al Congresso degli Stati Uniti e all’assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre 2015, inteso a proporre un nuovo e forte accordo globale delle Nazioni Unite per ridurre le emissioni climatiche. Aggiungendo una dimensione morale alle argomentazioni scientifiche ben provate, Francesco spera di incentivare l’attenzione globale ad operare oltre il proprio interesse personale in preparazione del prossimo vertice sul clima a Parigi previsto a novembre 2015.
“Papa Francesco è personalmente impegnato su questa questione [climatica] come nessun altro papa prima di lui. L’enciclica avrà un impatto importante. Parlerà dell’imperativo morale di affrontare il cambiamento climatico in modo tempestivo al fine di proteggere i più vulnerabili “, ha anticipato Christiana Figueres delle Nazioni Unite. Di fatto Papa Francesco è sempre più visto come la voce del sud del mondo ed un catalizzatore per un auspicato cambiamento morale ed etico a livello degli organismi globali. Le voci sono che a settembre, ai negoziati delle Nazioni Unite a New York, spingerà per adottare nuovi obiettivi di sviluppo e definire un piano globale di 15 anni per affrontare la fame, la povertà estrema e la salute nel mondo. Il suo intervento all’assemblea generale delle Nazioni Unite è previsto il 23 settembre.
Il pensiero di Francesco non è facile e presenta la resistenza delle frange più conservatrici del Vaticano, in particolare negli Stati Uniti – dove gli scettici sul clima cattolici includono anche John Boehner, un leader repubblicano della Camera dei rappresentanti. All’inizio di quest’anno Stephen Moore, un economista cattolico, definì con parole non molto gentili il Santo Padre, un “disastro totale”, dicendo che faceva parte di “un movimento verde radicale che è al suo centro anti-cristiano, anti-popolo e anti-progresso“. Moore è stato sostenuto questo mese da scienziati e ingegneri della Cornwall Alliance for the Stewardship of Creation, che hanno scritto una lettera aperta a Francesco. L’enciclica sarà sicuramente meglio accolta nei Paesi in via di sviluppo dove vive la maggior parte dei cattolici. “Francesco ha sempre messo i poveri al centro di tutto ciò che ha detto. I paesi in via di sviluppo sentiranno la loro voce nell’enciclica”, ha detto Neil Thorns, direttore dell’advocacy presso l’agenzia cattolica per lo sviluppo, Cafod.
Di fatto Papa Francesco giustamente sottolinea che non possiamo trattare la Terra solo come uno strumento di sfruttamento. Il Papa “punta a un ripensamento. Ciò che ci salverà non sarà né la tecnologia né la scienza. Ciò che ci salverà è la trasformazione etica della nostra società“, ha detto il padre carmelitano Eduardo Agosta Scarel, uno scienziato del clima che insegna alla Pontificia Università Cattolica Argentina a Buenos Aires. Sebbene Giovanni Paolo II e Benedetto XVI avessero affrontato questioni ambientali nessuno si eras mai schierato apertamente al punto di dedicare un’intera enciclica ai legami tra povertà, economia e distruzione ecologica. Un passo coraggioso che sicuramente scatenerà critiche anche nel mondo cattolico alle posizioni del Papa.
Andrea Mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).