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livello elementare
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ARGOMENTO: FOTOGRAFIA SUBACQUEA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MATERIALI
parole chiave: EASYDIVE
estratto dall’articolo di Cristian Umili liberamente adattato per necessità di traduzione.
Sul mercato esistono tante ottime custodie subacquee, di tipo tradizionale, che permettono di usare ogni comando della macchina fotografica; non tutti sanno che esiste sul mercato una ditta italiana che crea custodie universali potendo sfruttare la quasi totalità dei comandi: EASYDIVE. Questa ditta, partendo dall’esperienza accumulata nella costruzione di custodie video, ha creato alcune custodie anche per le macchine fotografiche digitali usando un sistema di comando elettronico tramite pulsantiere esterne. Questo sistema permette di poter cambiare modello o marca di macchina fotografica solo caricando il software di comando della macchina specifica e cambiando la slitta di centraggio, con indubbi vantaggi sul costo.
L’ultima nata dalle menti dei progettisti di EASYDIVE è la LEO 3; questa custodia si discosta dalle altre sul mercato sia per i comandi elettronici remoti ma anche per due scelte costruttive particolari: la prima di una di incernierare il dorso alla parte anteriore della custodia così da farne un pezzo unico e la seconda di incorporare alla custodia le maniglie in alluminio come il resto della custodia, dove trovano posto i pulsanti per il controllo della macchina fotografica.
Presentazione
Esteticamente la LEO 3 è molto accattivante con linee sinuose; il colore grigio satinato con particolari e linee rosse che si staccano dal colore di fondo rendono la custodia subito riconoscibile e si nota il gusto italiano nel design; aprendo la custodia, sganciando da prima i due grossi ganci in alluminio e poi facendo pressione su di essi con i palmi delle mani si apre il dorso liscio con un’ampia finestra in plexiglass senza pulsanti o latri comandi dove campeggiano due O-Ring di tenuta radiale. Guardando all’interno c’è un bell’ordine, i cavi dei connettori flash scorrono sulle pareti della custodia per raggiungere la centralina elettronica posta sul fondo della custodia, di fianco ai connettori flash troviamo le finestre per poter usare i flash in fibra ottica alzando il flash interno della macchina; i cavi che arrivano dalle due pulsantiere si infilano subito anch’essi nella centralina posta sul fondo che occupa tutto il fondo della custodia fatta eccezione per uno spazio dove va inserita la slitta con la macchina fotografica. La centralina è alimentata da tre batterie da 1,5V di tipo stilo, si possono usare sia le alkaline sia le Sanyo Eneloop ricaricabili mentre usando le batterie al Ni-MH che hanno un voltaggio di 1,2 si riduce la durata dell’operatività della centralina, e vicino alla piccola scatola asportabile che contiene le batterie si trova un pulsante per spegnere o mettere in stand-by la centralina.
La slitta della custodia, dove va applicata la macchina fotografica, contiene una scheda elettronica con tre cavi che vi fuoriescono: uno per far scattare i flash attaccati ai connettori flash tradizionali ed è asportabile, un cavo che va inserito nella presa di scatto flessibile e uno che si collega alla presa USB della macchina. La slitta deve essere inserita con precisione (per evitare che si impunti) ma, una volta collocata correttamente, viene tenuta in posizione da una vite rossa; la spina dei contatti si collega a quella della centralina. Fatto questo non ci resta che chiudere il dorso e prenderla in mano. Si nota subito che le maniglie in alluminio sono ben sagomate ed i pulsanti sono facilmente raggiungibili con il pollice e con l’indice. Anteriormente, sulla pulsantiera destra troviamo il pulsante di scatto e quello per la messa a fuoco indipendente mentre, posteriormente, i pulsanti di “Mode” per passare da manuale, priorità dei tempi e diaframmi e program. Subito sotto quelli per comandare i diaframmi (+,-), tempi (+,-) e gli iso (+,-) ed i pulsanti di accensione e di stand-by della centralina.
Sulla pulsantiera sinistra troviamo anteriormente il pulsante per modificare il tipo di autofocus (AF-S e AF-C) e quello per modificare il bilanciamento del bianco; posteriormente troviamo il selettore del sistema di lettura esposimetrica (centrale – spot – multizona), i quattro pulsanti per spostare il punto di messa fuoco all’interno del mirino (sopra, sotto, destra, sinistra). Al di sotto troviamo i pulsanti per starare l’esposimetro (+,-), utili quando usiamo la macchina con le priorità o in program. Inoltre un altro pulsante per spegnere o accendere la centralina. Su questa custodia si possono montare oblò di diverse marche come Subal, Seacam, Underwave e anche una nuova serie di oblò nata per questa custodia con un blocco di sicurezza supplementare. Sopra la custodia, fra le due boccole flash e sopra alle maniglie, sono stati creati dei fori, per poter applicare o una sfera singola o una slitta a T per poter montare i braccetti flash e la luce di puntamento. E’ stata prevista anche una placca in zinco sacrificabile per far si che le correnti galvaniche non rovinino la custodia, e vicino un bottone inox per una uscita remota video o un comando via wire della macchina. Con questa custodia è molto agevole anche fare video; se si usa una fotocamera Canon si può passare da foto a video anche sott’acqua mentre per chi ha Nikon deve deciderlo prima perché Nikon non consente lo switch photo/video elettronico (almeno fino ad oggi).
Prova in acqua
La custodia che testo è per una Nikon D800 e al equipaggio con i miei vecchi e pesanti flash: un Subtronic Alpha e una Ikelite 100. Sono abituato ad avere la macchina a tracolla anche sott’acqua ma questa volta ho usato solo il lacciolo per tenerla ferma alla mano destra, senza altre sicurezza (anche se il test è stato fatto durante una immersione notturna con il mare un po’ mosso). Scendo e anche con i guanti le impugnature sono comode e i pulsanti sono facilmente raggiungibili ed i pulsanti scendono fluidi. Usando i comandi remoti si ha la possibilità di scegliere tra due tipologie di scatto: con la prima, schiacciando il pulsante apposito, la macchina mette e a fuoco e scatta subito dopo, mentre nel secondo metodo, finché tengo premuto il pulsante la macchina mette a fuoco e quando lascio questa scatta. Prima imposto la macchina in AF-S e uso il modo uno di scatto, metto a fuoco prima con il pulsante AF e poi muovo velocemente il dito indice sul pulsante di scatto scattando la foto, essendo uno sopra l’altro e gestibili o con il dito indice oppure anche usando sia l’indice che il medio il tempo tra la messa a fuoco e lo scatto è veramente veloce già al primo utilizzo. Pensando che il metodo 2 di scatto si accoppiasse meglio con un messa a fuoco continua premo prima il pulsante del modo AF e poi tengo premuto il tasto per l’autofocus finché un led rosso all’interno della custodia non si accende per passare da modo 1 a modo 2 di scatto. Fatto questo cerco il soggetto, schiaccio il pulsante di scatto e la macchina mette a fuoco tenendo a fuoco il soggetto anche se sott’acqua era presente un po’ di risacca, quindi lascio e la macchina scatta. Pur avendo usato per più di un decennio custodie con leveraggi meccanici e facendo il fotografo di professione, quindi abituato al sistema di schiacciare a metà corsa il pulsante di scatto per mettere a fuoco e poi schiacciare tutto per scattare, non ho avuto incertezze e tutto è successo in modo naturale.
Devo dire che questa nuova pulsantiera è molto più pratica e con una corsa dei pulsanti più breve dei modelli precedenti che avevo visto e provato a secco durante le fiere delle subacquea italiana.
Un’altra preoccupazione che avevo prima di scendere in acqua era la mancanza di un mirino magnificatore, che ho sempre usato nelle mie precedenti custodie. Sott’acqua, già con il primo soggetto fotografato, ho trovato subito il mirino e riuscivo a vedere bene l’immagine ed i dati di scatti all’interno, permettendomi anche di spostare tempi e diaframmi senza togliere l’occhio dal mirino. Prima di acquistare la custodia chiesi al costruttore se fosse possibile montare il mirino magnificatore. Fabio Benvenuti mi disse che era possibile ma non serviva ed in effetti aveva ragione.
Per chi fa gare di campionato fotosub o di safari si potrebbe sentire la mancanza di poter vedere e cancellare le fotografie sott’acqua (comandi che si possono montare a discapito della universalità della custodia), ma per i fotosub che la usano in immersioni di piacere non è una gran mancanza. Impostando un preview della foto scattata lungo ci si può permettere di valutare la foto ed applicare delle correzioni per rifarla. Inoltre , con il costo abbordabile delle schede di memoria di grossa capacità, non abbiamo nemmeno problemi di spazio anche scattando in RAW.
Odio memorizzare la posizione dei comandi della macchina fotografica come nelle custodie sub, perché mi piace che tutto sia naturale e perciò sono sceso in acqua sapendo la posizione del pulsante di scatto e sapendo che i tempi e diaframmi erano a destra; usando i flash in manuale, anche nella macro-fotografia, mi sono trovato a dover cambiare velocemente i diaframmi. Devo ammettere che la prima volta è stato panico … avevo un bel punto di domanda sul mio volto; poi ho preso la torcia, ho guardato la pulsantiera destra e ho visto quali erano e da lì non li ho più persi nel corso dell’immersione. E poi appena sotto si possono modificare i tempi. La posizione è molto comoda anche per il pulsante più lontano (quello per aprire il diaframma) che si raggiunge con il pollice senza necessità di fare contorsionismi con la mano. Stesso discorso vale per il cambio del punto di messa a fuoco nel lato sinistro tutti i tasti sono a portata di pollice. Inoltre, facendo un confronto tra una mia vecchia custodia (contenente una NIKON D80) e la LEO 3 (con la D800), pur usando gli stessi strobe e braccetti, ho trovato la LEO 3, al termine dell’immersione, leggermente più pesante, anche se questo potrebbe essere dovuto al differente peso del corpo macchina.
Conclusioni
Dovevo aggiornare la mia vecchia custodia, ho optato per la LEO 3 perché, facendo il fotografo in altri settori, aggiorno le macchine ad un ritmo un po’ più elevato e questa mi permette di usare la macchine di ultima generazione. Avendola maneggiata solo alla fiera della subacquea, i dubbi iniziali sui comandi elettronici e sulla mancanza del magnificatore sono stati fugati dopo la prima immersione.
Per lavoro reputo la macchina fotografica un mezzo per fare ciò che ho in testa così come le custodie ma, dopo questa prima immersione con la LEO 3, non vedo l’ora di riutilizzarla … forse per le maniglie sinuose e sensuali, l’elettronica etc. Un accessorio che consiglio è la valvola Vacuum che crea il vuoto all’interno della custodia e toglie la paura che si accenda l’allarme di allagamento; questa valvola crea, attraverso un’apposita pompa, il vuoto all’interno della custodia e tramite due led (uno rosso e una verde) ci informa se la custodia è ben pressurizzata oppure no. Semplice vero?
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Per chi volesse passare a questo tipo di custodia mi permetto di dire che eventuali dubbi iniziali verranno sfatati già dalla prima immersione. Come vedrete, sebbene ad occhio sembri erroneamente più grande di tante altre, in realtà le dimensioni della LEO 3 sono comparabili, mentre per il peso è leggermente più pesante.
Cristian Umili
Foto easydive – Cristian Umili
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