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livello elementare
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ARGOMENTO: ECOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: OCEANO ATLANTICO
parole chiave: squali, protezione
L’attacco da parte di uno squalo è una paura atavica: un grande predatore degli oceani che incute terrore per il suo aspetto non sempre rassicurante. Nonostante descrizioni di squali famelici siano state descritte in letteratura da molti scrittori, che probabilmente non ne avevano mai visto uno, sembrerebbe che questa fobia (selacofobia) si sia particolarmente diffusa in seguito all’uscita del celebre film di Steven Spielberg “Lo squalo”, e di numerosi altri film incentrati sulla figura di squali bianchi assassini come Blu profondo, Open Water, Red Water e L’ultimo squalo.
bull shark point, Playa del carmen, 2013 – photo credit andrea mucedola
Lo squalo bianco, forse l’animale che incarna maggiormente nell’immaginario collettivo il pericolo derivato da questo predatore, fu inizialmente filmato in un criticato ed oggi discutibile documentario di Jacques Cousteau. Un video vintage che raccontava agli spettatori dell’epoca questo splendido incontrastato animale, signore dei mari, visto come mostro famelico degli abissi. Negli anni seguenti l’equipe Cousteau contribuì con nuovi documentari a dare giustizia agli squali, divenendo paladina della protezione di questi animali così importanti per l’equilibrio degli ecosistemi marini.
Una paura esagerata
Squali assassini a caccia di umani? Niente di più irrazionale; nel 2016, in tutto il mondo, furono registrati solo dieci attacchi da parte di squali con solo, per fortuna, cinque vittime. Gli appassionati di statistica si sono “divertiti” a calcolare la probabilità di un attacco da parte di uno squalo ed è risultata una su 3,7 milioni.
Numero totale di attacchi di squalo, inclusi incidenti fatali e non fatali, suddivisi in: incidenti provocati, non provocati, in barca e disastri del mare periodo 1749-2018 – autore: Our World In Data – Fonte: https://ourworldindata.org/grapher/total-shark-attacks-per-year – completely open access and licensed under the Creative Commons BY license. You have the permission to use, distribute, and reproduce in any medium, provided the source and authors are credited.” trasformato da file originale svg File:Total shark attacks per year, OWID.svg – Wikimedia Commons
Ogni anno muoiono più persone a causa delle punture delle zanzare o dal tocco delle meduse. Molto più alte le probabilità di soccombere all’influenza (una possibilità su 63), di morire in un incidente stradale (una su 90), di essere colpiti da un fulmine (una su 960 mila) o addirittura di essere centrati da un asteroide (una su 1,6 milioni).
Allora perché questa paura degli squali?
Si tratta di una paura primordiale indotta dall’istinto di sopravvivenza che ci avvisa di potenziali minacce, derivante da una coscienza ancestrale, che alberga dentro ognuno di noi; un terrore vissuto dai primi uomini di essere attaccati e divorati dagli altri animali. Se a questa paura si somma il blu intenso delle profondità dell’oceano, possono nascere reazioni irrazionali che si possono vincere solo scoprendo il mare nella sua interezza.
Per fortuna, lo studio di questi splendidi animali e la loro successiva interazione con i subacquei hanno dato giustizia a questi meravigliosi animali, troppo spesso fraintesi e diffamati. Vale la pena ricordare che tra le centinaia di specie di squali, solo dieci di loro possono essere considerate pericolose per l’uomo. In particolare, tre specie di squali, il grande bianco, il toro ed il tigre, sono responsabili di oltre la metà di tutti gli attacchi letali contro gli umani. In molti casi questi attacchi sono stati collegati alla presenza di altre prede ferite, infiocinate dai pescatori subacquei, o di surfisti distesi sulle loro tavole da surf che, viste dal basso, ricordano la forma di alcuni mammiferi marini particolarmente interessanti per questi predatori, le foche.
Con il tempo la lista degli squali potenzialmente pericolosi si è notevolmente ridotta e oggigiorno un gran numero, sempre crescente, di sostenitori ed appassionati di squali di tutto il mondo si prodigano per la loro conservazione.
Perché gli squali sono importanti?
Gli squali sono animali di per sè affascinanti ma c’è molto di più.
Un mondo senza squali avrebbe gravi conseguenze per molti ecosistemi marini e d’acqua dolce. Così come per le comunità umane e le economie che dipendono da loro. La salvaguardia delle diverse popolazioni di squali è importante per molti aspetti in quanto essi svolgono un ruolo vitale nel mantenere sano il nostro oceano. Lo fanno tenendo sotto controllo le altre popolazioni attraverso la predazione di esemplari malati e vecchi e quindi impedendo la diffusione delle malattie. Inoltre, selezionano il pool genico delle varie specie.
Non ultimo, negli ultimi anni gli squali sono diventati fonte di guadagno economico: non per le loro carni ma per il loro contributo indiretto all’eco turismo, un’industria fortemente in crescita. E’ stato calcolato che gli squali valgono molto più da vivi che da morti. Un singolo squalo vivo può generare $ 73 al giorno – più di $ 200.000 nella sua vita, attirando subacquei interessati ad incontrarli nel loro ambiente naturale. Di fatto, molti subacquei raccontano di esperienze indimenticabili nei loro incontri con gli squali, spesso momento clou di ogni viaggio subacqueo. Sono nati tour specialistici come il white shark diving company, in Sud Africa, per vedere d vicino il grande bianco, o l’italiano Macana Maldives per incontrare i pacifici squali balena tra gli atolli delle Maldive. Non sono i soli, basta andare su internet e ne potrete trovare tantissimi.
Quindi una risorsa non solo ecologica ma anche economica per quelle aree turistiche spesso caratterizzate da economie depresse che trovano nel turismo una ragione di crescita.
Eppure in molti Paesi, sebbene vietato severamente dalle leggi locali, questi splendidi animali soffrono il fenomeno dello shark finning ovvero di una pratica crudele che consiste nel tagliare le pinne dello squalo mentre è ancora vivo e di gettare il resto del suo corpo nell’oceano. Il povero animale non muore immediatamente, a volte ci vogliono dei giorni, tra sofferenze che ci possiamo solo immaginare. Alcuni squali, ormai incapaci di muoversi, muoiono di fame, altri vengono mangiati lentamente da altri pesci e alcuni annegano, non essendo in grado di forzare l’acqua attraverso le branchie per ossigenarsi.
Le pinne di squalo sono utilizzate come ingrediente principale della zuppa omonima, considerata una “prelibatezza” asiatica. La zuppa di pinne di squalo, un tempo destinata solo a pochi per via del suo costo, che può facilmente costare $ 100 a ciotola, viene ora spesso servita anche nei comuni ristoranti. I pescatori sono interessati solo alle pinne perché la carne di squalo è di basso valore economico e occupa troppo spazio nella stiva. Inoltre, contenendo urea, una volta che lo squalo muore contamina gli altri pesci. Di fatto la pinna di squalo è insipida e fornisce solo una massa gelatinosa per la zuppa che, per essere consumata, viene in realtà aromatizzata con pollo. Non ultimo le analisi biochimiche hanno riscontrato nella pinna la presenza di molte sostanze tossiche, dannose per il nostro organismo.
Conclusioni
Gli squali sono parte integrante e fondamentale del nostro mondo naturale. La loro importanza ecologica e economica dovrebbe essere maggiormente considerata per la conservazione degli habitat marini e salvaguardare le biodiversità. Sebbene la pericolosità degli squali sia stata ampiamente ridimensionata grazie al mondo della subacquea, purtroppo il loro numero si è ridotto sensibilmente e molte specie si avvicinano all’estinzione. Spero che questo breve articolo vi aiuti a cambiare opinione sugli squali, non predatori ma predati in un oceano sempre più deserto.
squalo toro, Playa del Carmen, 2013 – photo credit andrea mucedola
Gli squali si stanno estinguendo a causa della stupidità umana. La più grande minaccia è dovuta alla pesca eccessiva che li vede vittime, spesso inutili, da parte delle flotte pescherecce di altura. Un’assurdità in quanto la loro carne non ha valore commerciale e contiene molte sostanze nocive per la salute.
Salviamo gli squali e salviamo il futuro del nostro mare.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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