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Petizione OCEAN4FUTURE

Titolo : Impariamo a ridurre le plastiche in mare

Salve a tutti. Noi crediamo che l'educazione ambientale in tutte le scuole di ogni ordine e grado sia un processo irrinunciabile e che l'esempio valga più di mille parole. Siamo arrivati a oltre 4000 firme ma continuiamo a raccoglierle con la speranza che la classe politica al di là delle promesse comprenda realmente l'emergenza che viviamo, ed agisca,speriamo, con maggiore coscienza
seguite il LINK per firmare la petizione

  Address: OCEAN4FUTURE

La battaglia di mezzo agosto, 11 agosto 1942 – parte II

Reading Time: 6 minutes

.

livello elementare

.

ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: battaglia di mezzo agosto


L’attacco dei mezzi veloci
Il peggio per il convoglio arrivò nel prosieguo della notte, quando a mezzanotte entrò nella zona assegnata alle motosiluranti e ai MAS, che attendevano i loro bersagli a motori spenti. Il convoglio apparve all’01:02 in un’ordine sparso, inutilmente scortati dalle navi minori inglesi che cercavano di raggrupparle. Le motosiluranti M16, comandata dal capitano di corvetta Giorgio Manuti (capo Squadriglia), e MS 22 (sottotenente di vascello Franco Mezzadra) scattarono nell’oscurità, lanciando i loro siluri mentre defilavano le navi nemiche a meno di 600 metri. I siluri colpirono la poppa del HMS Manchester mentre le due motosiluranti si allontanavano sotto il fuoco confuso del nemico.

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MS 16

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sul retro della foto del MS 16 si legge 

I siluri colpirono la poppa del HMS Manchester mentre le due motosiluranti si allontanavano sotto il fuoco confuso del nemico. Alle 01:50 fu la volta della motosilurante MS 31 (sottotenente di vascello Calvani) che con un siluro lanciato da 700 metri di distanza colpì e affondò il piroscafo Glenorchy.

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il MS 22, una delle due motosiluranti che attaccarono l’HMS Manchester

Non avendo più siluri, la motosilurante si lanciò contro un altro piroscafo, questa volta impiegando delle bombe antisommergibili. Alle 02:00, la motosilurante MS 26, comandata dal sottotenente di vascello Bencini, si lanciò fra le navi del convoglio, lanciando un un siluro da una distanza di circa 1.000 metri, che le costrinse a manovrare. Poi, adottando la stessa tecnica impiegata da Luigi Rizzo, si disimpegnò, lanciando le sue bombe antisommergibili di prora alle stesse.

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Il MAS 552, a destra, con i gemelli 553 e 554 della XX Squadriglia MAS (foto USMM, via Marcello Risolo e www.naviearmatori.net dal sito Con la pelle appesa a un chiodo)

Le operazioni continuarono fino alle cinque del mattino ed interessarono i seguenti MAS:
MAS 552 (sottotenente di vascello Perasso) affondò un piroscafo. Secondo Peter C. Smith, autore del libro “Pedestal: The Malta Convoy of August 1942”, il MAS 552 ed il MAS 554 avrebbero attaccato contemporaneamente la motonave statunitense Almeria Lykes (7.773 tsl) ed uno dei due la avrebbe colpita. La versione più accettata dagli storici, tra cui Francesco Mattesini e Giorgio Giorgerini, è che il MAS 552 abbia anche attaccato il gruppo di testa del convoglio formato dai mercantili WairangiSanta Elisa.
MAS 553 (tenente di vascello Carlo Paulizza) colpì con due siluri il piroscafo Wairangi (12.400 tsl), forse già colpito dal MAS 552, affondandolo;
MAS 554 (sottotenente di vascello Marco Calcagno) affondò il piroscafo da 18.000 tonnellate Almeria Lykes;
MAS 557 (guardiamarina Battista Cafiero) colpì gravemente il piroscafo Santa Elisa, carico di benzina, che si trasformò in una torcia, costringendo l’equipaggio ad abbandonarlo sulle imbarcazioni di salvataggio;
MAS 564 (nocchiere 2 classe Safrate) colpì, senza affondarlo, il piroscafo Rochester Castle. L’esplosione aprì un largo squarcio in corrispondenza della stiva ma le paratie ressero bene impedendo l’allagamento della sala macchine che continuò a funzionare, e permise alla nave di proseguire.
La nave, nuovamente colpita dalle motosiluranti tedesche S 30 e S 3, affonderà poi nel porto di Malta.

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schema degli attacchi delle motosiluranti e dei MAS italiani nel canale di Sicilia il 13 agosto 1942, estratto dal saggio di Francesco Mattesini
Operation Pedestal: La battaglia di Mezzo Agosto, 2014

Ormai il convoglio si era ridotto a cinque piroscafi con sei caccia e due incrociatori (il Kenya danneggiato e il Charybdis che era stato inviato in supporto). Se le due Divisioni degli incrociatori italiane fossero restare in zone avrebbero potuto dare il colpo di grazia al convoglio.

La decisione da parte di SUPERMARINA del disimpegno causò indirettamente,  purtroppo il grave danneggiamento di due degli incrociatori della 3a Divisione, il Bolzano e l’Attendolo, silurati da un sommergibile inglese nei pressi delle Eolie. In particolare, il Bolzano, pur gravemente danneggiato ed a rischio di affondamento a causa di un grosso incendio di nafta fu portato in secca sulla spiaggia di Lisca Bianca, a Panarea dove, dopo un mese di duro lavoro, venne rimesso in condizioni di navigare e fu rimorchiato trasferito le riparazioni nella base di Napoli. L’inizio di un odissea per il caccia italiano che, spostato alla Spezia per le definitive riparazioni, dopo l’8 settembre 1943, il 2 giugno 1944 fu affondato da un mezzo d’assalto britannico “chariot” guidato dal Lt Malcolm R. Causer, trasportato, per ironia, dalla motosilurante italiana MS74

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L’istante in cui un siluro del sommergibile Axum colpì con un siluro la petroliera Ohio – estratto dal saggio 
Operation Pedestal: La battaglia di Mezzo Agosto di Francesco Mattesini

Il 17 agosto Churchill dichiarò che l’operazione PEDESTAL era stata un insuccesso (ammettendo quindi un successo dell’operazione di mezzo agosto), che avrebbe influito notevolmente sul futuro della guerra nel Mediterraneo. In realtà, col senno del poi, non fu proprio così: gli Inglesi riuscirono a far pervenire sufficiente carburante a Malta e si resero conto della necessità di rinforzare Malta, divenuta sempre più fondamentale per il controllo del Mediterraneo centrale.

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estratto dal saggio Operation Pedestal: La battaglia di Mezzo Agosto di Francesco Mattesini

Per ironia, l’operazione “Pedestal” si concluse nelle acque di Malta con l’arrivo della petroliera Ohio, miracolosamente scampata a ripetuti attacchi aerei al convoglio WS.21/S, la cui odissea meriterebbe un’articolo a parte per ricordare quei straordinari marinai. Il mattino del 15 marzo la malconcia nave rimorchiata in porto dai tre caccia di scorta, riuscì a raggiungere il porto della Valletta, e riuscì a scaricare le sue preziosissime 11.000 tonnellate di carburante avio prima di affondare spezzata in due.

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La Ohio entra faticosamente nel Gran Harbour della Valletta, trainata dai rimorchiatori, sfilando onorevolmente nel canale tra le vecchie fortificazione militari … ma il suo destino è ormai segnato. A lì a poco, dopo avere ultimato il suo compito, a causa delle innumerevoli falle si spezzerà in due ed affonderà nel porto – estratto da opera citata
Operation Pedestal: La battaglia di Mezzo Agosto di Francesco Mattesini

In sintesi, la battaglia di Mezzo Agosto, anche se sarebbe forse più corretto parlare di un insieme di scontri aeronavali, da un alto fu una splendida vittoria per le Forze dell’Asse. Da un punto di vista navale, sebbene il contributo dei sommergibili, delle motosiluranti e dei MAS fu importante, il successo sarebbe stato più completo con un migliore impiego degli incrociatori che avrebbero potuto sfruttare a pieno la situazione, togliendo a Malta anche quelle poche risorse che gli permisero in seguito di risollevarsi. Questo errore portò, come prima conseguenza, l’aggravarsi dei trasporti dei rifornimenti tra Italia e Libia che influirono sulla controffensiva di Rommel, ma questa è un’altra storia.

Come conclude Mattesini sul suo saggio, che invito a leggere per la sua completezza, “… se le forze dell’Asse ottennero un’indubbia e notevole vittoria tattica, in realtà dal punto di vista strategico, l’operazione “Pedestal” fu un indubbio successo britannico, poiché l’arrivo a Malta di 32.000 tonnellate di rifornimenti, tra carico bellico, viveri e combustibile permise all’isola di incrementare le scorte fino all’inverno del 1942. Ma soprattutto, l’isola poté tornare nuovamente a disporre della benzina avio necessaria per riprendere le micidiali azioni aeree offensive contro il traffico dell’Asse diretto in Libia, proprio nel momento in cui si decideva la battaglia di El Alamein. Le perdite inflitte in mare ai rifornimenti dell’Asse, contribuirono non poco al successo dell’offensiva terrestre dell’8a Armata del generale Bernard Law Montgomery, iniziata il 23 ottobre 1942 a El Alamein“.

Concludo con un ricordo ancora a coloro che combatterono in quei caldi giorni, eroi sconosciuti di quelle tragiche pagine della storia del mare.

Andrea Mucedola

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Riferimenti
Walter Ghetti, Storia della Marina Italiana nella Seconda guerra mondiale, vol. II, De Vecchi editore, 1968
Marco Antonio Bragadin, Il dramma della marina italiana, 1940-1945, Mondadori, 1968
Corrado Capone, Siamo Fieri di Voi, Istituto Grafico Editoriale Italiano 
Francesco Mattesini, Operation Pedestal: La battaglia di Mezzo Agosto, 2014

 

 

Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

 

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