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livello elementare
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ARGOMENTO: SUBACQUEA
PERIODO: NA
AREA: DIDATTICA
parole chiave: grotte, speleologia
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A causa della impervietà delle grotte e caverne sottomarine esistenti, gli esseri umani possono entrare solo in una piccola percentuale di esse, spesso affrontando grandi rischi. La conoscenza delle grotte sottomarine è ancora molto scarsa e molte sono avvolte ancora nel mistero; in Messico è stata scoperta una rete di collegamenti tra i cenote di centinaia di chilometri. Alcune grotte non sono accessibili, a causa delle profondità in gioco, altre richiedono particolari attrezzature che le rendono di fatto visitabili solo da specialisti addestrati. Ne esistono però molte che possono essere visitate con relativa facilità, e ci rivelano ambienti particolarissimi ed affascinanti del nostro pianeta. E’ necessario e vivamente consigliato un serio addestramento per far vincere ai neofiti, che per la prima volta si avventurano nelle cavità sommerse, le sensazioni “claustrofobiche” e le paure di dover affrontare, in ambienti chiusi immersi, i comuni rischi dell’ambiente acquatico.
Niente di impossibile, ogni cosa può essere fatta con coscienza e professionalità
Essendo le immersioni in grotta, come quelle nei relitti, le forme più pericolose di esplorazione sott’acqua è quindi necessario un addestramento rigoroso e graduale. Oltre alla possibilità di esaurire l’aria, di affrontare le emergenze in ambienti chiusi, bisogna tener conto che le probabilità di disorientarsi e perdersi all’interno, a causa del sollevamento di nuvole impenetrabili di limo, sono alte, soprattutto per coloro che non hanno ricevuto una formazione di addestramento adeguata. Ma le emozioni che tali immersioni possono fornire sono uniche. Non a caso ogni anno un numero sempre maggiore di subacquei si avvicinano a questa specialità.
Oggi parleremo delle precauzioni da adottare in grotta non solo per motivi di sicurezza ma anche per ridurre il nostro impatto sull’ambiente all’interno delle grotte sottomarine.
Conservazione di un ecosistema delicato
Per molti anni in ambito scientifico si è affrontato il tema della conservazione delle grotte. In cavità non profonde si sono utilizzati sistemi ad ossigeno per ridurre l’impatto delle bolle nell’habitat. Con l’avvento dell’immersione tecnica le frontiere si sono allargate ed i speleo-sub hanno incominciato ad adottare attrezzature subacquee sempre più ingombranti, necessarie per la particolarità delle immersioni.
Quando si incominciò a parlare di conservazione ambientale delle grotte, la maggior parte dei speleologi subacquei pensò ci si riferisse a questioni legate ad interazioni con il mescolamento di diversi tipi di sedimenti, allo scarico di rifiuti o immondizie nei pozzi e di sostanze chimiche o acque reflue che potevano contaminare l’acqua che scorre attraverso i passaggi interni della caverna. Nessuno pensò che a queste cause esogene potevano aggiungersi quelle causate dal loro passaggio. Essendo aumentato in maniera esponenziale il numero di subacquei che si avventurano nelle caverne in questi ultimi anni, l’impatto sugli ecosistemi e sulle strutture geologiche al delle grotte è diventato una crescente preoccupazione per la conservazione di questi siti di immersioni da parte delle autorità preposte alla loro protezione.
Attenzione, non si tratta solo di non toccare le fragili formazioni geologiche delle grotte subacquee (purtroppo abbiamo ancora molti subacquei a caccia di ricordini che rompono stalattiti vecchie di milioni di anni per portarsele a casa) ma di adottare tecniche di immersione a basso impatto ambientale che dovrebbero essere insegnate nei corsi di specializzazione di speleo-sub, sia per ovvie ragioni di sicurezza che di preservazione dell’ambiente interno.
Proviamo a riassumerne alcune:
Assetto
L’assetto del subacqueo deve essere, a maggior ragione, curato per preservare la visibilità all’interno delle grotte, riducendo così rischi di perdita dell’orientamento che purtroppo hanno, in un recente passato causato, tante perdite umane. Per motivi di sicurezza si deve quindi porre la massima attenzione a non alzare con le pinne lo strato di limo o degli altri sedimenti non pienamente consolidati sul fondo. Questo vale anche per la parte superiore della cavità dove possono trovarsi popolazioni animali e vegetali locali che verrebbero compromesse dall’incauto passaggio. È opportuno quindi fermarsi prima di entrare all’interno della grotta per eseguire un controllo dell’assetto. La vecchia tecnica del pivoting appresa nel corso open water è sempre un buon inizio.
Il movimento all’interno delle grotte sottomarine
Le tecniche di pinneggiata utilizzate dai subacquei in caverna sono diverse da quelle usate nelle immersioni a cielo aperto. La normale tecnica di pinneggiata (flutter kick) non si adatta alle condizioni di un ambiente ristretto, caratterizzato da strettoie e prossimità con pareti e sedimento. I tecnici raccomandano una pinneggiata composta, simile a quella a rana, al fine di ridurre al minimo l’influenza con il sedimento del fondo che causerebbe un immediato peggioramento della visibilità per il subacqueo che ci segue. Una tecnica ancora più adatta è quella chiamata del “BENT-KNEE CAVE DIVER KICK”, un movimento limitato del corpo ottenuto da un leggero richiamo delle gambe combinato con un calcio simultaneo ottenuto con le caviglie.
Ovviamente la pinneggiata è meno efficiente delle precedenti ma decisamente più composta. Lo scopo è quello di ridurre al minimo il movimento del subacqueo per evitare il contatto con le pareti della grotta assicurando comunque uno spostamento nella direzione voluta. Se il passaggio della caverna è basso e largo, il movimento a rana è sicuramente l’ideale, perché le gambe spinte verso l’esterno non si avvicinano alla parte superiore della cavità. Quando il passaggio delle grotte è stretto, ma alto, si potrà modificare l’andatura mantenendo sempre le gambe lontano dalle pareti per adattarsi alla conformazione della grotta.
Un’altra tecnica per muoversi all’interno dei cunicoli, specie in presenza di corrente, è il Pull and Glide, praticamente tirarsi in avanti e lasciarsi andare in avanti. Si tratta di una tecnica di propulsione dove il subacqueo utilizza le braccia per afferrare una roccia di fronte alla sua traiettoria e tirarsi in avanti al fine di avanzare all’interno della grotta. Attenzione, in ambienti ristretti, questa tecnica può causare l’usura e la rottura di elementi interni della grotta e deve essere evitata. Nelle grotte di maggiore larghezza, dove è impossibile calciare per avanzare, è possibile utilizzare la tecnica del Pull and Glide solo toccando aree precedentemente toccate. Le sporgenze di soffitto dovrebbero essere evitate a causa di danni al soffitto della grotta da parte dei piedi del subacqueo e dall’urto con le sue bombole.
Uso e posizionamento delle bombole
Qualunque sia la loro funzione (di stage o per la decompressione) le bombole devono essere montate in modo da restare quanto più a contatto con il corpo.
Attraversando zone ristrette, le bombole dovrebbero essere sollevate, quasi cullate, per evitare di contattare il fondo. Qualora ci fosse la necessità di dover lasciare una bombola lungo il percorso è opportuno evitare aree fangose (siltiche /argillose) preferendo fondali rocciosi o con sedimento duro. Se possibile fissate la bombola alla linea guida per impedirne il movimento. Una volta che la bombola si è esaurita tenetela con voi finché potete o almeno fino a quando non si possa trovare un punto di caduta appropriato.
Ricordatevi che quando la bombola si sarà scaricata diventerà molto positiva per cui dovrete fare molta attenzione che non vada ad urtare sulla parete della grotta.
Continuate quanto più possibile a mantenere la bombola come se la cullaste per evitare il contatto con l’ambiente. Lo stesso sistema può essere usato per far passare una bombola attraverso una strettoia.
Ci fermiamo qui, per oggi. Questi primi consigli non sono certamente esaustivi e, trovano il tempo che trovano senza la necessaria esperienza. Come sempre, vi consiglio di seguire dei corsi di specializzazione adeguati: la sicurezza prima di tutto.
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