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Pippo Cappellano: una vita sul mare

tempo di lettura: 8 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: PROTAGONISTI DELLA SUBACQUEA
PERIODO: XX SECOLO
AREA: FILM MAKING
parole chiave: videosub, tridente d’oro

 

Non è facile raccontare la vita di Pippo Cappellano in poche righe. Forse la frase che più calza al suo personaggio è “ … l’ultimo dei pionieri ancora in fervore di attività … ”. Nella sua vita diventa giornalista professionista, documentarista, esperto skipper di barche a vela con esperienza atlantica, pilota di elicotteri e di aerei con migliaia di ore di volo, istruttore di cinematografia subacquea e molto altro, sempre fatto con rara passione e duro lavoro.

pippo-cappellano-oPippo Cappellano si avvicina alla subacquea negli anni ’50, come “ragazzino” appassionato che ha la fortuna di immergersi con i primi pionieri della subacquea. Agli inizi degli anni sessanta scatta le sue prime fotografie subacquee e da qui il salto per approdare al cinema ed alla televisione è breve. Come vedremo Pippo Cappellano diventerà, in breve tempo, uno dei più apprezzati documentaristi del settore subacqueo ed il suo nome comparirà nei titoli di coda dei filmati dei maggiori documentari dell’epoca. 

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Nel 1962 ad Ustica durante la Rassegna delle Attività Subacquee. Pippo è il primo a sinistra sulla barca, subito dopo Andrea Pittiruti, un famoso inviato RAI. Notare il tri-bombola da sette litri con erogatore Pirelli Explorer.

Nel 1962, a Ustica, si trova a fare da sommozzatore di soccorso ad Enzo Maiorca durante il mitico record in cui raggiunse i 51 metri. Negli anni ’60 inizia la collaborazione con le più prestigiose riviste del settore subacqueo e, nel 1968, gira il suo primo documentario subacqueo.

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Pippo Cappellano racconta con le sue immagini la Tonnara di Favignana, un documentario che riscuoterà un grande successo mediatico, ricevendo l’Oscar del Mare di Pegli nel 1970 ed il primo premio al Festival di Lussino nel 1972. Questo filmato rappresenta ancora oggi un documento storico di una tradizione antica ormai scomparsa nel nostro Paese.


Questo articolo ti interessa? Su OCEAN4FUTURE, il portale del Mare e della Marittimità, conoscerai i protagonisti del mare e la loro storia che merita di essere conosciuta e ricordata. Se hai suggerimenti o domande puoi lasciarci un commento in calce all’articolo oppure scriverci alla nostra mail: infoocean4future@gmail.com

Nel 1969 esplora le acque del Golfo Persico, scoprendo alcune piccole isole coralline ancora sconosciute. Nel suo viaggio si spinge a sud dell’Arabia fino alle acque dell’Oman, a quei tempi turisticamente ancora totalmente vergini e sconosciute a molti ed ancora predominio di pescatori di perle e pirati.

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Alla fine degli anni 60 in Oman per esplorare i fondali ancora vergini. Nella foto riceve i permessi dal Governatore che si chiede: “ma cosa troverà di tanto interessante in fondo al mare?”

Nel 1972/73 insieme a Jacques Mayol, esplora i blu hole dei Carabi e, insieme a lui e a Dimitri Rebikoff si dedica alla ricerca del mitico continente di Atlantide. Questa spedizione oceanica, potremmo dire mitica,  fu promossa da Mondo Sommerso ed iniziò il 13 dicembre 1980 per una durata stimata di tre anni. Nel corso del viaggio si fermò all’isola di Lanzarote, la più settentrionale delle Canarie. Fu durante questa missione vennero scoperti dei misteriosi gradoni discendenti verso il fondo del mare ed incisioni misteriose sulle rocce. Inoltre, scoprirono anche un tunnel lavico  (localmente chiamato Atlantida) in cui furono trovate ossa di animali, prova che un tempo il tunnel era al di sopra del mare.

Al lato avventuroso, Pippo unisce l’impegno costante per l’ambiente marino e la ricerca, uno sforzo che dal 1976 lo portò ad organizzare e condurre il primo censimento degli squali del Mediterraneo.

Nel 1980 attraversa l’Atlantico in barca a vela, con l’uso del sestante – ci tiene a precisare, fino al misterioso Triangolo delle Bermuda, realizzando una serie di lungometraggi per RAI UNO dal titolo “Dimensione Oceano”. Nel triangolo delle Bermude ritrovò, adagiato sul fondo del mare, i resti di un velivolo Constellation dell’aviazione statunitense, misteriosamente scomparso nel 1979. In seguito realizza per RAI UNO una serie di sette puntate (da un ora) sempre sull’archeologia subacquea nel Mediterraneo dal titolo “Nel mare degli antichi” di cui vedremo un piccolo spezzone.

In quegli anni partecipa come docente al primo corso di Comunicazione ed Educazione ambientale per giornalisti, organizzato dal Ministero dell’Ambiente. In quel fertilissimo periodo lavorativo, Pippo Cappellano realizza diversi impegnativi filmati in grotta, come al El Jameos del Agua, un tunnel lavico di Lanzarote nelle Canarie, al Bue Marino e Su Gologone in Sardegna, nel fiume sotterraneo Timavo nel Carso alla ricerca del Proteus anguinus, al “l’Occhio Verde” in Albania, al fiume sotterraneo dell’isola di Palawan nelle Filippine e, più recentemente, nel Pozzo del Merro che è il più profondo sink-hole esplorato al mondo e si trova a pochi chilometri da Roma. Con il termine “sink-hole” si intende una voragine creatasi per sprofondamento in vari tipi litologici che possono includere crolli sia in materiali di copertura che nel “bedrock”. Tali fenomeni sono diffusi in tutto il mondo e possono avere velocità di evoluzione molto variabili con diversa influenza sulla morfologia del territorio. Il loro studio è importante per valutare il potenziale pericolo che possono rappresentare per le infrastrutture e le attività umane.

In sintesi i suoi documentari assunsero una valenza scientifica notevole che andava oltre gli aspetti giornalistici.

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Pippo Cappellano in Mar Rosso, si prepara ad un’immersione a 115 metri per effettuare riprese su un relitto inesplorato, utilizzando miscele di gas

Non tutti sanno che Pippo Cappellano partecipò anche ai primi lavori di ricerca sulla balenottera del Mediterraneo con Giuseppe Notabartolo di Sciara e Bill Watkins del Woods Hole Oceanographic Institution, studi che porteranno alla creazione del Santuario Internazionale dei Cetacei

Esperto subacqueo profondista (uno dei primi in quegli anni) Pippo esplorò e filmò numerosi relitti nel Mar Rosso ad oltre cento metri di profondità. Durante quelle immersioni, che molti possono ricordare sui canali RAI e MEDIASET, furono realizzati filmati sugli squali in tutti i mari del mondo: dai fondali dei freddi mari del Nord alle calde acque dell’Oceano Pacifico. Nel 1976, Pippo Cappellano fondò con Marina Cappabianca, anche lei importante giornalista documentarista, la CAPMAR STUDIOS Srl, una società specializzata nella produzione di documentari in numerosi ambiti scientifici: dalla natura, alla biologia marina, alla storia e all’archeologia, diventata una delle società leader nel suo settore, con all’attivo oltre 200 ore di documentari di successo e di servizi filmati a carattere scientifico trasmessi dalle maggiori reti televisive italiane RAI e Mediatrade e distribuiti sul mercato internazionale.

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Pippo Cappellano riceve il tridente d’oro ad Ustica nel 1983 – nella foto a sinistra un altro famoso tridente d’oro, Paolo Colantoni

Grazie a questa  esperienza scientifica e divulgativa, che potremmo dire unica nel nostro Paese, nel 1983 fu insignito del prestigioso premio Tridente d’oro da parte della Accademia Internazionale delle Scienze e Tecniche Subacquee per l’attività divulgativa con la seguente motivazione: Ha realizzato sin dal 1967 filmati subacquei di altissimo interesse scientifico e divulgativo per la televisione italiana, riscuotendo ovunque notevoli consensi”.

Una piccola digressione su questo premio prestigioso è d’obbligo. L’Accademia, per chi non la conoscesse, ha tra le sue finalità lo  sviluppo, conoscenza e divulgazione delle attività subacquee scientifiche, tecniche, artistiche, culturali, divulgative e sportive, nonché la diffusione della cultura del mondo sottomarino in un contesto interdisciplinare. Il Tridente d’oro, un Nobel della subacquea, nacque nel 1960 e viene assegnato ogni anno a personaggi il cui impegno nel campo scientifico e divulgativo è ritenuto particolarmente significativo e meritorio. In  passato fu ricevuto dal Comandante Bucher, Folco Quilici, Luigi Ferraro, Roberto Galeazzi junior, Nino Lamboglia, Duilio Marcante, Enzo Maiorca, Bruno Vailati, Federico de Strobel, Alessandro Olschki, Danilo Cedrone, Francesco Cinelli, Paolo Colantoni, Gay, Enrico e Rosaria Gargiulo, Settimio e Anna Cipriani, Claudio Moccheggiani Carpano, Andrea Ghisotti, Sebastiano Tusa (Presidente dell’Accademia), Angelo Mojetta, Stefano Ruia e, tra gli stranieri, Hans Hass, Jacques Ives Cousteau, Jacques Mayol, Louis Marden, Walt Disney,  l’astronauta Scott Carpenter, Honor Frost, Jim Bowden, Charles Francois Boudouresque.

Tutti nomi ben conosciuti che con il loro contributo sono stati e sono protagonisti del mare e della subacquea. Pippo Cappellano fa ancora oggi parte dell’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee ed ha rivestito fino a pochi mesi fa l’incarico di Vice Presidente vicario curando l’organizzazione degli eventi principali.

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Ma torniamo alla sua biografia. Dal 2003 la produzione dei suoi  documentari viene realizzata a bordo dello sloop “Esplora“, una barca a vela appositamente attrezzata per le riprese in mare. Nel 2006, Pippo Cappellano realizza per “Ulisse” di Alberto Angela per RAI TRE, il primo documentario archeologico in Italia con riprese a oltre 100 metri di profondità, “L’enigma del Polluce”, dedicato al celebre relitto. Per questo documentario viene poi insignito del prestigioso premio Pinna d’Oro di Antibes come Migliore Film Storico. Non ultimo, non posso non accennare alla sua importante collezione privata di materiale subacqueo. Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Screenshot-2024-06-01-150225.png

La propensione a conservare con cura le attrezzature da immersione, di fotografia e ripresa da lui stesso utilizzate nel corso del tempo, si è trasformata in un vero e proprio collezionismo. Pippo Cappellano raccoglie reliquie del passato che gelosamente conserva in un piccolo museo dove conserva questi pezzi veramente unici. Numerose le attrezzature storiche che ha restaurato e che oggi mette a disposizione di chi vuole ripercorrere la storia della subacquea nei laboratori sul campo – i Vintage Scuba Lab – che lui stesso ha creato insieme a Stefano Ruia e Marina Cappabianca in seno alla PSS.

Recentemente, nel 2016, ha organizzato il primo raduno annuale in Italia: i VINTAGE SCUBA DAYS, che si sono svolti nello splendido scenario del lago di Bracciano nella sede dell’Hydra Ricerche di Andrea Balestri, con il patrocinio dell’Historical Diving Society Italia.

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una foto di gruppo di alcuni dei partecipanti al primo Vintage Scuba Day presso l’Hydra Ricerche di Andrea Balestri  a Trevignano, 2016

Ho avuto il piacere di partecipare all’evento del 2016 e posso dire che sono occasioni uniche per incontrare protagonisti della subacquea e apprendere dalla loro viva voce la storia del mare e dell’esplorazione degli abissi. 

Pippo Cappellano continua a realizzare documentari sempre più rivolti alla difesa del mare, ormai da tempo condivide con la moglie Marina Cappabianca, anche lei documentarista affermata, la grande passione per il mondo sottomarino. “Oltre il mantello blu della superficie degli Oceani” dice Pippo “c’è un mondo meraviglioso che chiede disperatamente aiuto, e spetta ad ognuno di noi fare qualcosa, prima che sia troppo tardi”. Non ultimo il 23 ottobre 2021 ha ricevuto il prestigioso premio Atlantide 2021 per la sua non comune esperienza, risultato di centinaia di ore di immersione in tutti i mari del mondo.

Andrea Mucedola

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