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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XVIII – XIX SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Napoleone, corsaro
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Parliamo oggi di un personaggio storico poco conosciuto ma non meno interessante nella grande storia marittima del bel Paese, Giuseppe Bavastro, marinaio e corsaro al soldo dei Francesi.
Giuseppe Bravastro nacque nel maggio 1760 da padre spagnolo, don Michele, assunto dal Governo Sardo per effettuare dei lavori nel porto di Nizza, ed una giovane ligure, Maria Geronima Parodi, nobildonna sampierdarenese, che da Nizza, dove si era trasferita col marito, volle partorire nella sua cittร . Si narra che la donna partorรฌ in spiaggia ed il bimbo fu lavato nell’acqua di mare. Fu poi riportato per mare a Nizza sul veliero a tre alberi, comandato dallo zio Giobatta, un battello chiamato lโIntrepido. Non sapremo mai se lโaria di mare ed il vento entrarono nella sua vita al punto di forgiare quello spirito ribelle e testardo che lo caratterizzรฒ tutta la vita. Di fatto sembra che fosse la disperazione dei genitori che alla fine lo imbarcarono su una fregata francese โLโAigle Marineโ, con la speranza che la vita dura dei marinai, con fatiche e disagi, lo aiutassero a darsi una regolata. Per due anni girรฒ i mari mediterranei fino in Oriente. Quando sbarcรฒ venne descritto come dotato di capacitร marinare di prim’ordine, salute di ferro, audacia e coraggio a tutta prova ma con scarso senso della disciplina. Caratteristiche che lo accompagnarono in tutta la sua vita.

ex voto scontro tra sciabecchi algerini e liguri – Museo Galata Genova www.sullacrestadellonda.it
Tornato a casa, si arruolรฒ nei dragoni di Savoia dove strinse fraterna amicizia con Andrea Massena, futuro generale napoleonico. Di fatto fu un periodo di grandi scelte personali, guidate dal suo carattere ribelle che lo pose sempre in disaccordo con la famiglia.

Capitan Bavastro
Si sposรฒ contro il parere del genitore con una nizzarda, Annette Feisolle, scelta che comportรฒ il suo allontanamento dalla famiglia ed il trasferimento dallo zio Giobatta a Genova (proprio quello che lo aveva riportato da neonato a Nizza). Lo zio gli affidรฒ la goletta โLa Nizzardaโ, un’imbarcazione da cento tonnellate per il trasporto di orzo, grano, frumento dalla Sicilia e Spagna. Sceltosi lโequipaggio, come dโuso, selezionรฒ i migliori marinai scelti tra quelli meno raccomandabili, ed iniziรฒ a girare il Mediterraneo su rotte poco raccomandabili, dove nessuno osava commerciale a dei corsari e pirati.
Durante uno di questi commerci, un giorno si scontrรฒ con una feluca di pirati algerini nel mare di Spagna; avendo solo quattro cannoni contro trenta, si fece abbordare dai pirati e, quando di fianco sparรฒ una bordata che la affondรฒ sugli scogli delle Columbretes. Un’altra interessante versione riporta che Bavastro si portรฒ all’arrembaggio impossessandosi della feluca e riuscendo poi a portarla a Genova dove fu rivenduta a Giuseppe Maria Balbi. Il Balbi la ribattezzรฒ poi โ Vittoriaโ usandola per trasportare derrate ed orzo sulla rotta con la Sicilia.
Qualunque sia stata la versione corretta, Bavastro divenne a Genova presto una leggenda e si mise in proprio commerciando tabacco e grano. Non disdegnรฒ di fare lavori sporchi dove poteva comunque trarre facili guadagni. La Rivoluzione francese, seguita dal periodo del Terrore, aveva causato una fuga di nobili e ricchi borghesi e Bavastro si rese disponibile per aiutare ad espatriare i condannabili alla ghigliottina โฆ in grado di pagare il viaggio. Con i proventi aumentรฒ la sua flotta inizialmente come armatore e poi comandante della polacca โLa Invittaโ e della nave โJolie Faisolleโ, dal nome della moglie, questa volta per trasportare approvvigionamenti per le truppe francesi di Nizza e Tolone.
Tra le sue numerose navi vi furono: la โSan Pietroโ e le polacche da 200 tonnellate la โSaint Josefโ e la โPrince Eugรฉneโ, che vennero poi affondate dagli Inglesi davanti al porto di Genova; inoltre la โSanta Geronima, due sciabecchi entrambi chiamati col nome di โMassenaโ e le fregate โN.S. Belvedereโ e lโโHeroiqueโ con la quale โmercatรฒ, trasportรฒ truppe e combattรฉ piรน volte contro gli Inglesi, riuscendo sempre vincitoreโ.
Tra le tante navi anche un brigantino, armato con equipaggio di settanta uomini per approvvigionare le guarnigioni Francesi della Catalogna ma anche per operazioni di โcorsaโ. Da buon corsaro, si scontrรฒ con tre legni da guerra inglesi che lo disalberarono. Bravastro, prima di abbandonare il suo veliero, accese una miccia lunga alla Santa Barbara. Gli Inglesi saliti a bordo per prendere possesso della nave saltarono tutti in aria.
Divenne quindi corsaro del governo francese, pagato e protetto dalle regole della Corsa

Marinaio dell’epoca rivoluzionaria. La divisa rispecchia quella dell’epoca precedente: Veste blu senza code e bottoni in rame Cappello in feltro nero, perde la coccarda bianca e compare l’ancora Mantiene la fascia rossa in vita I pantaloni si allungano e vengono confezionati in panno a righe, rosse o tricolori i piรน usati Anche la camicia รจ spesso e volentieri a righe tricolori Il figurino รจ rappresentato con una sciabola d’abbordaggio modello 1783. I capelli sono raccolti in una coda e incipriati e come tradizione, che proseguirร ancora per molto tempo, porta dei vistosi orecchini in oro (Tavola di Goichon 1937)
Questo rapporto, se vogliamo privilegiato, lo portรฒ ad essere lโarmatore di uno dei quattro convogli di supporto alla spedizione napoleonica, che Bavastro eseguรฌ senza richiedere compenso. I Francesi non lo ringraziarono adeguatamente e, dopo aver ricevuto il servizio, gli tolsero il Comando giustificando il fatto che era analfabeta. Ma Bravastro continuรฒ a mantenere una cieca ammirazione per Napoleone Bonaparte da cui, alla fine, ottenne soddisfazioni e riconoscimenti che lo portarono, pochi anni dopo, a rischiare tutto a favore del vecchio amico Massena durante lโassedio di Genova nell’anno 1800.
Genova era sotto assedio da terra dalle soldataglie austro-russe (circa 60 mila soldati accampati sullโAppennino) e, dal mare, dalla flotta inglese dellโammiraglio Brown che la rendeva praticamente impossibile da approvvigionare. Capitano Bavastro, sfuggendo al blocco inglese, portรฒ con le sue piccole navi da cabotaggio viveri, armi e messaggi. Avendo la famiglia a Genova, Bravastro (moglie e cinque figli) forzรฒ il blocco navale con la velocissima feluca โIntrepideโ carica di grano riuscรฌ a forzare il blocco ma, inseguito da una fregata inglese, fu affondato. Questo episodio, non certo di successo, alimentรฒ la sua fama. Ma il bello doveva ancora arrivare.

bombardamento di Genova
Da metร maggio la flotta inglese, approfittando del buio, si avvicinava tutte le notti alla costa e bombardava la cittร creando oltre al panico numerosi morti. Il 21 maggio, parte dei trenta legni da guerra – tra cui la ammiraglia di Keith, il โMinotaureโ, furono affrontati da Bavastro al comando di una galea genovese accompagnata da alcune unitร minori tra cui una nave che era stata regalata al Banco di San Giorgio dalla famiglia Raggio, equipaggiata con ben 115 galeotti ai 50 remi, ed armata – oltre la ciurma – di 40 granatieri liguri e sei ufficiali, e di tre soli cannoni (due da 24 libbre ed uno da 36). Lo scontro, sebbene inizialmente vittorioso, dopo lโeffetto sorpresa, girรฒ al peggio.

l’ammiraglio inglese Keith
La fregata โAuroraโ comandata da Beaver con 14 lance circondarono la galea rendendo impossibile difendersi ulteriormente. Bravastro si buttรฒ in acqua e fingendosi morto riuscรฌ ad arrivare a terra. Lโattacco disperato dei Genovesi comportรฒ lโarretramento al largo della flotta inglese e quindi la cessazione del bombardamento notturno su Genova. In seguito a ripetute prove di coraggio e di perizia marinaresca e militare, Bavastro ricevette la nomina a capitano di fregata della Repubblica genovese e il comando dell’unitร principale di Genova, la galera Prima.
Altra impresa lo vide, in una notte di burrasca, il 15 aprile 1800, forzare ancora il blocco per portare su un gozzo il Capo di Stato Maggiore francese, generale Oudinot a Loano da Suchet, comandante il settore centrale dellโArmata francese. Sulla via del ritorno gli inglesi cercarono di intercettarli ma , ancora una volta Bavastro li beffรฒ sbarcando i passeggeri a Cornigliano. Il 22 maggio, i cannoni della flotta inglese e degli austriaci Coronata, presero nuovamente San Pier dโArena sotto un violento fuoco dโartiglieria.

la resa di Genova
Il 2 giugno Massena accettรฒ di trattare la resa. In una cappelletta a metร del ponte di Cornigliano, attorno ad un piccolo tavolo, presero posto il generale Ott, l’ammiraglio inglese Keith, Massena e il ministro Luigi Crovetto per la Repubblica Ligure. Dallโimpresa dellโassedio, conclusosi il 4 giugno 1800 con lโonore delle armi, lโamico generale Massena fu autorizzato a lasciare la cittร con i suoi averi e gli amici (tra cui il marchese Luigi Serra, futuro ammiraglio della Marina sarda. Bravastro ebbe attestati di benservito ma “senza palanche” e privo del suo naviglio. Tornato a Marsiglia dalla madre, riprese subito il mare per fare il corsaro contro gli inglesi. Amava dire โrubare รจ peccato, ma rubare ai ladri, noโ. Un mestiere che sapeva fare benissimo e dopo mesi tornรฒ ricchissimo. A risollevarlo, ci pensรฒ anche unโingente somma proveniente dalla dote di nuove nozze a Malaga, con Mariquita Hudson de Merida.
Quando Napoleone intraprese il blocco economico inglese, non potรฉ non chiamare il Bavastro a dirigere quella guerra di corsa dove ogni preda diveniva bottino, Nel periodo 1803-1805 con lโIntrรฉpide, guadagnรฒ 2,5 milioni di franchi, catturando due navi inglesi ed un altro bastimento. I successi continuarono e Napoleone diede al Bavastro la patente internazionale, ulteriori premi, esenzioni tasse per le nuove costruzioni e la possibilitร di innalzare la bandiera genovese anzichรฉ quella francese. Ogni preda era poi rivenduta al miglior offerente. D’altronde in qualsiasi porto entrasse, cโera sempre qualcuno che comperava la nave e la merce, senza badare alla provenienza, pecunia non olet dicevano i Romani.
Bravastro, lโanalfabeta, lโastuto corsaro, odiato dagli Inglesi, temuto per la sua audacia al limite della pazzia, fu riconosciuto da Napoleone come โlโunico ammiraglio vittoriosoโ. Per meriti marittimi e di guerra, da Bonaparte gli fu riconosciuta โlโascia dโabbordaggio dโonoreโ una delle massime onorificenze marinare dellโimpero francese. Un fatto non comune, in quanto Napoleone non amava la Marina che vedeva come una forza perdente rispetto alle forze terrestri. Bravastro gli restรฒ fedele e sembra che fu proprio lui a progettare un audace piano per portare via Napoleone dall’Elba. Ma la disperata avventura durรฒ solo pochi mesi, ovvero sino alla tragica sconfitta di Waterloo. Ormai lโepoca napoleonica veniva spazzata via dalla Restaurazione che fece piazza pulita di tutti coloro che avevano servito fedelmente Napoleone.
Anche Bavastro, per i suoi noti precedenti, fu rimosso e venne rifiutato anche dalla Regia Marina Sarda (la sua fama di predatore non lo favorรฌ). Curioso il fatto che lui aveva addestrato Serra, che divenne poi un grande ammiraglio della Regia Marina Sarda. Luigi Serra (1774-1849), futuro viceammiraglio della Regia Marina sardo nonchรฉ zio dellโammiraglio e senatore italiano Francesco Serra (1801-1877), era imbarcato nel 1788 come novizio sulla marina mercantile e passรฒ nella militare nel maggio 1801, come insegna di vascello ausiliario e tenente dello sciabecco comandato proprio da Nicolรฒ Bavastro, cugino di Giuseppe. Fu un valoroso ufficiale della marina francese e poi, pensionato dalla Repubblica, il 16 agosto 1815 fu ammesso nella marina sarda come TV provvisorio e il 1ยฐ settembre partecipรฒ all’occupazione della Capraia al comando di una galera. Divenne poi viceammiraglio.
Gli ultimi anni di Bravastro
Dopo la morte della moglie, con la caduta napoleonica, si trasferรฌ in Sud America, mettendosi a disposizione del rivoluzionario Simon Bolivar con la nave โPoupรฉโ, armata in America, naturalmente continuando a predare inglesi, nord americani e spagnoli. Alla fine provรฒ a ritirarsi a New Orleans e a dirigere una piantagione. Bravastro non poteva restare troppo lontano dal mare. Il suo richiamo lo spingeva nelle calde ed umide notti tropicali a riprendere lโonda. Rientrato in Europa, diede suoi servigi al comandante in capo francese, ammiraglio Guy-Victor Duperrรฉ, nella spedizione di Algeri, sia nella predisposizione della scorta all’imponente convoglio di cinquecentosettanta due navi che trasportavano il corpo di spedizione, sia nella scelta del luogo dello sbarco. Ottenne quindi in Algeri la carica di capitano del porto. La vaga conoscenza della lingua araba ed il buon senso gli procurarono la fama di giusto amministratore.
Ma era un uomo stanco, la vita incominciava a scorrere velocemente, e fu proprio in Algeria che il 10 marzo 1833, ormai settantatreenne, morรฌ a seguito di una caduta da cavallo; si racconta che esalรฒ il suo ultimo respiro cercando inutilmente il mare attraverso la finestra. Lโindomito, testardo marinaio si spegneva cosรฌ in terra straniera โฆ lontano da quell’elemento che aveva sfidato tutta la sua vita, forse il suo grande amore. Sembra che le sue ultime parole furono: ยซ Aprite le finestre, voglio vedere il mareยป.
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Fonti
Molte informazioni sulla storia del Capitan Bavastro sono state attinte da questo link
– AA.VV.-Enciclopedia dei Liguri illustri-ERGA-vol.2-ritratto
– Brizzolari C. – Storia di Genova sul mare-Vallecchi-1981-vol.2-pag.289
– Cappi G.- Genova e le due riviere-Rechiedei.1892-pag.343
– Perri F. Capitan Bavastro- Milano, Garzanti, 1944; Soveria Mannelli, Rubbettino, 2006, ISBN 88-498-1544-1 Garzanti 1952-
– Ronco – Genova tra Massena e Napoleone – Sagep.88-pag.34.39.96.113.162
– Quacquarelli – Tavernese. Il corsaro di Napoleone– Mursia, 2007, ISBN 8842539333
– Tuvo, Campagnol – Storia di Sampierdarena-DโAmore,1975- pag.98
contrammiraglio in congedo della Marina Militare Italiana (riserva). Ha frequentato l’Accademia di Livorno dal 1977 al 1981. Nei suoi 40 anni di servizio ha servito 15 anni a bordo delle unitร di superficie, in numerosi Comandi nazionali e all’estero e in zone di guerra. E’ laureato in scienze marittime delle difesa presso lโUniversitร di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude allโUniversitร di Trieste. E’ un analista indipendente di sicurezza marittima per diversi Think Tank geopolitici e collabora con riviste on line del settore italiane ed internazionali. Istruttore subacqueo, con immersioni effettuate in quasi tutti gli oceani, si รจ brevettato Scientific Diver nel 1993 presso lโInternational School Scientific Diving di cui, l’anno successivo, รจ diventato docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare. Nel 2015 ha ideato OCEAN4FUTURE con lo scopo di divulgare la cultura del mare. Nel 2019 ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee.
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