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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XVII SECOLO
AREA: OCEANO PACIFICO
parole chiave: pirateria
Il tesoro di Kidd
Sembrerebbe che parte del favoloso tesoro appartenente al famigerato Captain William Kidd sia stato ritrovato in Madagascar. Sarà vero? Ma chi era Captain Kidd? La vera storia di questo corsaro del XVII secolo merita di essere raccontata perché supera la miglior sceneggiatura di un libro di avventura.
William Kidd fu un controverso e spietato corsaro scozzese, assunto dalla Corona inglese per attaccare le navi straniere (soprattutto francesi) con una patente di corsa. Nato a Dundee, Scozia, nel 1645, dopo aver lavorato con molti equipaggi corsari, si fece, per cosi dire, un nome nel ramo. L’ambizioso Kidd salpò quindi per l’America per rifarsi una nuova vita e, soprattutto, alla ricerca di ricchezze; a New York, conobbe e sposò una ricca vedova ma, soprattutto, instaurò molte amicizie importanti che gli servirono per finanziare la sua particolare attività.
Il primo contratto di corsa di William Kidd
Quando la tensione tra Inghilterra e Francia si trasformò in una vera e propria guerra, Kidd fu incaricato, come Privateer (altro termine legale per corsaro), di proteggere le navi inglesi nei Caraibi dagli attacchi dei feroci bucanieri francesi. Nel 1695, tornato in Inghilterra per ricevere una commissione reale per la sua attività di corsaro conobbe l’ambiguo e corrotto Richard Coote Earl Bellomont, che era stato nominato governatore di New York. Nel maggio 1696, Captain Kidd salpò con l’Adventure Galley, una nave da 34 cannoni con un equipaggio ridotto di 80 uomini (la nave ne poteva portare 160). La nave era una fregata di 38 metri di lunghezza che poteva raggiungere la velocità di 16 nodi a vele spiegate e 3 nodi a … remi. Era infatti un vascello leggero ibrido che consentiva entrambe le propulsioni. La propulsione a remi era spesso usata anche in battaglia per facilitare l’arrembaggio.

Richard Coote Earl Bellomont
Nel 1697, fu raccomandato a Richard Bellomont di assumere William Kidd come corsaro nella lotta alla pirateria. L’incontro fra i due fu produttivo e Bellomont fece approvare il piano di impiego per il rilasciò a Kidd da parte della Corona inglese di una nuova lettera di corsa. Da parte sua Bellamont stanziò 6.000 sterline, di cui 1.000 di tasca sua, affinché Kidd potesse meglio equipaggiare la sua nave. Sotto la sua direzione e sostegno finanziario, Kidd poté operare nelle Indie Occidentali con il patto che il bottino sarebbe stato condiviso tra Kidd, i suoi uomini e naturalmente i suoi sostenitori. Con il senno del poi, gli storici pensano che ci fosse un patto occulto fra i due, che prevedeva una spartizione a due delle ricchezze catturate. Forse non si saprà mai, ma di fatto Bellomont fu in seguito rimosso dal suo incarico per la sua eccessiva benevolenza verso i pirati che venivano catturati (in cambio di cospicue somme di denaro).
Inizialmente Kidd fu incaricato di catturare le navi francesi e pirate che navigavano a largo delle coste del Madagascar, un punto di sosta per molti pirati. Prima di partire, nei primi mesi del 1697, il corsaro assunse una banda di marinai specializzati a New York di rinforzo al suo equipaggio. A questo punto la storia navale si mescola alla leggenda e si basa su testimonianze, spesso di parte e non provabili, che non fanno certo chiarezza. Il viaggio di corsa della Adventure Galley fu lungo e ricco di bottini, e non solo di navi francesi, accrescendo la sinistra fama del Capitano.
In realtà Kidd non si faceva molti problemi e arrembava qualsiasi nave incontrava. Il Capitano riferiva che tutto l’oro catturato era stato catturato solo a bordo delle navi francesi e dei pirati da lui arrembate. Nel gennaio 1698 la sua fortuna cambiò quando incrociò il Quedagh, un mercantile armeno da cinquecento tonnellate che trasportava un ricco tesoro di oro, seta, spezie ed altre ricchezze di proprietà in buona parte di un ministro indiano alla corte del Gran Moghul. La nave fu assalita e dopo un terribile combattimento, Kidd catturò il più grande tesoro pirata di tutti i tempi.
Il ministro indiano, colpito nei propri interessi, presentò subito una denuncia di pirateria alla East India Company, la grande e influente società di trading inglese. Grazie all’influenza politica del Gran Moghul, la denuncia fu immediatamente valorizzata e la stella di Kidd incominciò a tramontare. L’ultimo viaggio della sua nave, l’Adventure Galley, fu verso l’isola di Santa Maria.
In seguito Kidd riferì che la sua ” gally was very leaky, probably because of a rotten hull“. La nave giunse all’isola di Santa Maria il primo di aprile, accompagnata dalla ex Rouparelle ora chiamato November e dal Quedagh rinominato Adventure Prize. All’arrivo in rada parte dell’equipaggio, scontento della suddivisione del bottino della Quedagh, si ammutinò e si imbarcò sulla nave di un’altro pirata Robert Culliford affondando la November. Kidd restò con solo tredici uomini sulla Adventure Prize mentre la sua compagna di mille avventure, la Adventure Galley, irrimediabilmente danneggiata nel combattimento, incominciò ad imbarcare lentamente. Uno dei membri dell’equipaggio riportò che Kidd vista l’impossibilità di recuperarla portò la Adventure Galley in secca e la incendiò.
Il corsaro salpò quindi per i Caraibi ed arrivò poi a Boston dove però una sorpresa lo attendeva. Al suo arrivo Kidd fu immediatamente arrestato e trasferito a New York dove venne processato per direttissima, l’8 maggio del 1701. Il tribunale lo condannò a morte e decise di trasferirlo a Londra per un’impiccagione solenne. Durante il processo, gli ex membri del suo equipaggio testimoniarono (in cambio della propria libertà) che Kidd era colpevole ed aveva fatto un patto con altri pirati a Saint Mary.
Inoltre, testimoniarono che avevano visto il capitano Kidd prendere una tazza di rum e lime e giurare di essere fedele alla causa dei pirati violando il patto di corsa. Naturalmente nel processo Kidd negò: “Questo è solo ciò che questi testimoni dicono“. Interrogato sul suo favoloso tesoro disse di averlo seppellito in un’isola dei Caraibi. Considerando che i preziosi ritrovati sulla sua nave furono stimati in solo 30.000 sterline, l’equivalente di circa 10 milioni di sterline di oggi, è presumibile che il resto del tesoro sia stato nascosto dal pirata prima di essere catturato. Al termine del processo Kidd fu riconosciuto colpevole di pirateria e, alla presenza di una grande folla, impiccato il 23 maggio 1701.
Colpevole?
Certamente si ma con la sua morte sparì anche un importante e pericoloso testimone degli intrighi del perfido Bellemont. Le cronache dell’epoca raccontano che durante l’esecuzione la corda del boia si spezzò e Kidd cadde a terra ancora vivo; fu quindi ricondotto su per i gradini del patibolo per la seconda volta ma questa volta la corda lo mantenne forse spezzandogli il collo. Dopo l’esecuzione, il suo corpo venne immerso nel catrame e appeso ad una catena per due anni lungo una sponda del Tamigi, come monito per potenziali futuri pirati.
Un tesoro nascosto che gli è sopravvissuto
Nessuno conosce il luogo dove il tesoro del capitano William Kidd sia stato nascosto. Durante il processo Kidd disse di averlo seppellito nei Caraibi ma dove non fu mai rivelato. Forse un ultimo tentativo di salvare la sua vita in cambio di tanti preziosi? Kidd non aveva forse capito che Bellemont aveva amici potenti e molto da perdere. Il pirata doveva morire, costi quel che costi. Ad oggi, nessuno ha trovato tracce del favoloso tesoro. Con l’ultimo respiro di Kidd sotto il ponte di Londra la sua posizione andò perduta, forse per sempre. Ma le sorprese non mancano mai. Recentemente si è sparsa la voce che nelle acque dell’isola di Santa Maria sia stata trovata parte del suo “tesoro”, una grande barra d’argento. Nei fangosi fondali del porto, è stata infatti segnalata la carena di un vascello che potrebbe essere la sua sfortunata nave, bruciata ed affondata nel 1699. La barra è stata ritrovata da Barry Clifford, un cercatore di tesori nordamericano, che ha affermato di credere che ci siano molte altre barre nascoste nel relitto. Una squadra dell’UNESCO, organismo culturale delle Nazioni Unite, ha visitato il sito per verificare le affermazioni di Clifford ed ha dichiarato che il lingotto “argento” da lui ritrovato non è d’argento ma solo una barra costituita dal 95% di piombo. I ricercatori non si danno per vinti e la ricerca del tesoro di Kidd continua.
Andrea Mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. E’ docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione scientifica.
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