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livello elementare.
ARGOMENTO: OCEANOGRAFIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Satelliti, bacini acquiferi, monitoraggio dallo spazio
In maniera provocatoria potremmo dire che il nostro pianeta dovrebbe chiamarsi Oceano e non Terra, considerando che oltre l’80% della sua superficie è occupata dalle acque.
Una superficie liquida che svolge un’importante funzione di regolazione del clima terrestre e ci consente di poter vivere sul nostro pianeta. Grazie alla disponibilità di sempre nuovi sistemi satellitari è oggi possibile ricavare in near real time, ovvero in quasi tempo reale, le condizioni dei nostri oceani. Un importante e ambizioso progetto internazionale, Surface Water and Ocean Topography (SWOT) fornirà in un prossimo futuro dati ad alta definizione dei bacini di acqua salata e dolce sulla superficie terrestre, esaminando oltre il 90% della superficie del pianeta.
Il 12 dicembre, la NASA lancerà in orbita terrestre il satellite Surface Water and Ocean Topography (SWOT) dalla Vandenberg Space Force Base in California su un razzo Falcon 9. La missione nasce da un programma di collaborazione tra la NASA e l’agenzia spaziale francese Centre National d’Études Spatiales (CNES), con il contributo dell’Agenzia spaziale canadese (CSA) e dell’Agenzia spaziale britannica. Il satellite misurerà l’altezza dell’acqua nei corpi d’acqua dolce della Terra e negli oceani, fornendo informazioni su come l’oceano influenza il cambiamento climatico e sull’influenza antropica, in termini di contributo termico, su laghi, fiumi e bacini idrici. Dai dati raccolti sarà quindi possibile creare dei modelli più accurati per la prevenzione delle inondazioni e sugli innalzamenti futuri dei mari.

Vista dall’alto del Mar Nero: il satellite SWOT aiuterà i ricercatori a studiare caratteristiche oceaniche come correnti e vortici in luoghi come il Mar Nero con immagini più accurate rispetto ai precedenti satelliti di osservazione oceanica. Crediti: Osservatorio della Terra della NASA
Vediamo in particolare cosa si aspettano di trovare:
SWOT esaminerà per la prima volta quasi tutti bacini sulla superficie terrestre. L’acqua è essenziale per la vita su questo pianeta, non solo per motivi economici ma perché svolge anche un ruolo fondamentale nello stoccaggio e nello spostamento di gran parte del calore e del carbonio in eccesso intrappolati nell’atmosfera terrestre dalle emissioni di gas serra. Questo processo fondamentale per la nostra sopravvivenza Influenza anche il tempo meteorologico e, su scala temporale maggiore, il clima. Attraverso i dati raccolti i ricercatori potranno monitorare il bilancio idrico della Terra, in parole semplici, partendo dalla situazione attuale, valutare le dinamiche dei flussi d’acqua per poter prevedere la situazione futura. In pratica, il satellite contribuirà a colmare le lacune su come il livello del mare stia cambiando lungo le coste, offrendo dati più accurati che potranno essere utilizzati per migliorare i modelli per le proiezioni dell’innalzamento dei livelli del mare ed effettuare previsione più accurate sulle inondazioni costiere. SWOT consentirà di monitorare gli oceani e i corpi d’acqua dolce del pianeta con una definizione senza precedenti, inferiore a 60 miglia (100 chilometri), contribuendo a migliorare la comprensione da parte dei ricercatori del ruolo dell’oceano nel cambiamento climatico. I ricercatori ritengono che le caratteristiche oceaniche di breve durata, come fronti e vortici, assorbano molto del calore e del carbonio in eccesso, stimato oltre il 90%, intrappolato nell’atmosfera dalle emissioni di gas serra causate dall’Uomo. Comprendere le loro dinamiche porterebbe allo sviluppo di modelli per poter predire ondate di calore marino e valutare possibili conseguenze. Va compreso che è fondamentale comprendere quando l’oceano rallenterà l’assorbimento del calore in eccesso intrappolato in atmosfera, rilasciandolo nuovamente nell’aria. Questo fattore andrebbe ad aggravare l’attuale accelerazione del riscaldamento globale, causando disastri a livello globale.
Non ultimo, il satellite consentirà di ottenere una visione ad alta definizione dei corpi d’acqua dolce, per generare un quadro molto più completo del bilancio idrico della Terra con la possibilità di poter osservare l’intera lunghezza di quasi tutti i fiumi larghi più di 330 piedi (100 metri), visualizzandoli per la prima volta in tre dimensioni. Allo stesso modo, SWOT esaminerà oltre un milione di laghi di dimensioni maggiori di 15 acri (62.500 metri quadrati), monitorando le condizioni di siccità e migliorando le previsioni di alluvione per i fiumi. Queste ultime sono necessarie per le agenzie di gestione dell’acqua e tutti coloro che hanno necessità di monitorare le acque nelle loro aree locali.

Mappa generata al computer della topografia degli oceani della Terra, creata dai dati raccolti dal satellite TOPEX (Ocean Topography Experiment). Il satellite utilizza un altimetro radar per misurare le variazioni di altezza sulla superficie del mare, rivelando dettagli sulle correnti, i vortici oceanici, le strutture geologiche del fondo marino, venti e onde. (Foto di © CORBIS/Corbis via Getty Images)
Una missione così ambiziosa è stata resa possibile grazie alla collaborazione ormai decennale tra la NASA ed il CNES, iniziata negli anni ’80 per monitorare gli oceani tramite i satelliti, utilizzando i primi altimetri radar per studiare il livello del mare con il satellite TOPEX (Ocean Topograhy Experiment) lanciato nel 1992. La partnership NASA-CNES è continuata in questi ultimi trent’anni ininterrottamente, includendo nella ricerca altre agenzie, tra cui la CSA e l’Agenzia spaziale del Regno Unito per SWOT, nonché l’ESA (Agenzia spaziale europea), l’Organizzazione europea per lo sfruttamento dei satelliti meteorologici e la Commissione europea per il satellite Sentinel-6. Occhi dallo spazio che ci consentiranno di poter valutare il futuro prossimo del nostro pianeta e, forse, di aprire gli occhi a coloro che non vogliono vedere.
in anteprima illustrazione pittorica del satellite Surface Water and Ocean Topography (SWOT) in orbita con i suoi pannelli solari e le antenne dello strumento KaRIn dispiegate – Crediti: CNES
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Fonti
NASA
Home – NASA SWOT
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