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livello elementare.
ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XX-XXI SECOLO
AREA: REGNO UNITO
parole chiave: Elisabetta II
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La regina Elizabeth II, il monarca più longevo della storia britannica è morta all’età di 96 anni; la cui dedizione alla tradizione reale e il suo carisma l’hanno resa cara a generazioni di britannici.
Ritratto ufficiale della regina Elisabetta II che indossa la Tiara Vladimir, la Queen Victoria Jubilee Necklace, il Blue Garter Riband, il distintivo e la stella di giarrettiera e gli ordini della famiglia reale del re Giorgio V e il re Giorgio VI , versione 1959 – foto di Donald McKague File:Queen Elizabeth II 1959.jpg – Wikimedia Commons
La morte della amata regina è avvenuta dopo che Buckingham Palace aveva annunciato che i suoi medici erano “preoccupati per la salute di Sua Maestà“. Durante l’Estate, a seguito del COVID, Elisabetta era stata costretta ad abbandonare i numerosi impegni pubblici che celebravano il suo storico regno di 70 anni. In questi ultimi giorni la situazione era precipitata e ieri la famiglia reale ha annunciato la sua morte con un laconico Twitter, dicendo: “La regina è morta pacificamente a Balmoral questo pomeriggio“.
Il 9 settembre 2015 Elizabeth era diventata la monarca più longeva del regno britannico, battendo la sua trisavola, la regina Vittoria; una regina, Elisabetta, che sarà per sempre ricordata per aver saputo mantenere viva l’istituzione della monarchia britannica fino al 21° secolo.
La futura regina Elizabeth II, la principessa Elizabeth Alexandra Mary, nacque il 21 aprile 1926 a Londra dall’allora duca e duchessa di York. Essendo la terza in linea per il trono, figlia del secondo figlio di re Giorgio V, nessuno all’epoca si aspettava che diventasse regina; per cui godette di un’infanzia di ricchezza, privilegi e notorietà ma anche di tranquillità, favorita dal fatto che nessuno si sarebbe immaginato sarebbe diventata regina. La mancanza di aspettative in questi primi anni permise a Elizabeth, affettuosamente conosciuta come “Lilibet” dalla sua famiglia, di sperimentare una certa libertà prima di salire inaspettatamente ai ranghi reali. La famiglia viveva in una casa di città a Piccadilly, guardando, oltre Green Park, l’austero Buckingham Palace; questo, confessò, le dava un certo timore reverenziale e deferenza per la posizione di suo nonno re Giorgio V.
Tutto accade in fretta. Lo zio di Elizabeth, Edward, era il primo in linea di successione per il trono, ma alla morte di Giorgio V, nel 1936, abdicò, ufficialmente per una scelta d’amore, per la divorziata americana Wallis Simpson. In realtà, al di là dello scandalo, che sarebbe stato in qualche modo superato, il casus belli furono le simpatie che il futuro reale e la consorte avevano verso la Germania nazista, fattore che metteva a rischio il futuro della Corona. Con una certa titubanza il padre di Elizabeth dovette assumere il ruolo di re come Giorgio VI, ruolo che egli accettò per dovere il ma con una certa emozione e preoccupazione, forse perché già minato da una malattia che lo avrebbe portato ad una prematura morte. La sorella Margaret Rose ricordò in un’intervista che, dopo l’incoronazione del padre, chiese ad Elizabeth: ” [questo] … significa che diventerai regina?” e lei stoicamente rispose: “Sì. Suppongo di sì.”
Nel 1939 la Gran Bretagna entrò in guerra, ma la famiglia reale rifiutò gli inviti a trasferire le giovani principesse in Canada per evitare gli incessanti bombardamenti aerei dei nazisti; Elizabeth e Margaret Rose furono quindi spostate tra le residenze reali per tutta la durata del conflitto. Nonostante il suo rango Elizabeth non si tirò indietro e fece la sua parte per lo sforzo bellico: raccolse fondi per acquistare lana per le uniformi militari e, a 14 anni, fece la sua prima trasmissione radiofonica su “Children Hour” della BBC per i bambini che erano stati evacuati dalle loro case. Inoltre, si impegnò, senza alcun favoritismo, come autista e meccanico di autoambulanze. Cosa di cui fu sempre molto fiera.
La Principessa Elizabeth in Servizio territoriale ausiliario, aprile 1945, di fronte a un’ambulanza – autore Ministry of Information official photographer File:Hrh Princess Elizabeth in the Auxiliary Territorial Service, April 1945 TR2832.jpg – Wikimedia Commons
Fu in questo periodo che si innamorò del suo futuro marito, Philip Mountbatten, un lontano cugino, ufficiale della marina britannica, con radici nelle famiglie reali greca e danese. Philip era un affascinante cadetto navale e lei una giovane principessa che un giorno sarebbe diventata regina.

La principessa Elizabeth e il suo fidanzato Lieut. Philip Mountbatten posano per la telecamera il 17 settembre 1947 nel salotto bianco di Buckingham Palace a Londra in relazione al loro matrimonio. La coppia reale si sposerà il 20 novembre 1947 – Fonte Associated Press – Princess Elizabeth and Philip Mountbatten.jpg – Wikimedia Commons
La loro storia d’amore nacque da un incontro estivo al Royal Naval College di Dartmouth nel 1939 ed un’innamorata, seppur tredicenne, Elizabeth iniziò a corrispondere regolarmente con il diciottenne Philip. Un amore puro e vero che, tra non pochi problemi, durò fino alla morte di Filippo nel 2021.
Nel 1947, quando Elizabeth aveva 21 anni, la coppia si sposò nell’Abbazia di Westminster. Meno di un anno dopo, il 14 novembre 1948, nacque il principe Carlo. La principessa Anna seguì il 15 agosto 1950, a cui si unirono in seguito il principe Andrea il 19 febbraio 1960 e il principe Edoardo il 10 marzo 1964. Elizabeth sapeva che sarebbe diventata un giorno regina ma non si aspettava avvenisse così presto. Il padre, già malato da tempo, morì nel sonno il 6 febbraio 1952 mentre Elizabeth, che aveva solo 25 anni, era in viaggio in Kenya con la sua famiglia. Nonostante il dolore seppe affrontare il suo destino con determinazione e la sua incoronazione ebbe luogo nell’Abbazia di Westminster il 2 giugno 1953. Su suo volere, la cerimonia fu trasmessa per la prima volta in televisione, un mezzo di comunicazione che la regina impiegò durante tutto il suo regno.
Uno stile diverso
Dopo la sua incoronazione, la regina Elizabeth e il principe Filippo intrapresero un tour mondiale di sette mesi, percorrendo più di 40.000 miglia. Fu l’inizio del suo modo di gestire il regno, interfacciandosi con un mondo che stava cambiando, cercando di mantenere leali e soprattutto unite le ex colonie dell’Impero britannico sotto la bandiera del Commonwealth dopo la decolonizzazione.
Tra i suoi numerosi tour negli Stati Uniti, memorabile quello del 1976 per celebrare il 200° anniversario dell’indipendenza dell’America dalla Gran Bretagna. Nonostante il rapporto mai completamente sanato con i cugini di oltremare, Elizabeth seppe confrontarsi alla pari con tredici presidenti degli Stati Uniti, a cominciare da Herbert Hoover; stesso approccio aveva mostrato sin dall’inizio anche in “casa”, senza farsi intimorire dal suo primo ministro, Winston Churchill, un politico di razza dal carattere ostinato che la vedeva e cercava di trattare come una giovane nipotina. Durante il suo regno incontrò tanti leader politici, ben 15, tra cui Margaret Thatcher, Tony Blair, Theresa May (forse la sua preferita), Boris Johnson e l’ultima eletta Liz Truss. Certo non fu facile attraversare la guerra fredda, l’inesorabile sbriciolamento dell’impero britannico, i tanti conflitti tra cui, non ultimo, quello delle Falklands in cui non ebbe remore ad inviare suo figlio Andrea. Il suo segreto era di non mantenersi distante, come molti capi di stato, ma di ricercare sempre, con il suo carisma, soluzioni percorribili senza però mai cedere sui punti importanti.
Questa dedizione al suo incarico la portò apparentemente a sacrificare alcuni aspetti familiari; il rapporto con Philip non fu ideale ed ebbe alti e bassi e momenti di tensione. Philip argutamente commentò “Ci vuole tolleranza e mia moglie ne ha da vendere”. Anche i figli le diedero preoccupazioni con i loro tanti scandali come il rapporto mai concluso di Carlo con la sua chiacchierata amante Camilla). Non ultima la vita sregolata e turbolenta della amata sorella Margaret.
Elizabeth seppe mantenere il timone al centro anche quando scoppiò lo scandalo di Carlo e Diana che, nel 1992, si separarono. Un anno che Elizabeth definì” annus horribilis” quando, quasi per ironia, un incendio devastò anche il castello di Windsor, la sua residenza ufficiale. Nel 1997 la principessa Diana morì in un incidente d’auto a Parigi insieme al suo nuovo fidanzato Dodi Fayed. Dopo tante polemiche, la regina fu aspramente criticata da un Paese addolorato, che piangeva la popolare principessa Diana, per non essere accorsa immediatamente. In realtà, pochi giorni dopo la sua morte, le rese omaggio con un discorso televisivo di cinque minuti da Buckingham Palace, definendo Diana come “un essere umano eccezionale e dotato“. In seguito venne rivelato che la regina era rimasta a Balmoral dopo la morte di Diana per poter confortare i principi William e Harry, che allora avevano 15 e 12 anni. Un gesto da nonna affettuosa che poco si addiceva allo standard britannico che vede nella sovrana una guerriera più che una donna o una madre.
Un aneddoto curioso Dietro la sua maschera austera Elizabeth era dotata di un forte senso dell’Humour. Un ufficiale dell’esercito inglese mi raccontò che, da maggiore, aveva prestato servizio di guardia a palazzo ed aveva ricevuto l’invito a cena con la Regina. Il poco attento ufficiale si presentò alla cena in divisa mimetica. La regina gli domandò con grazia se non avesse una divisa più “cerimoniale” … e l’incauto rispose di si, ma che la indossava solo per gli eventi importanti. I valletti della regina si aspettavano qualche reazione, ma la Regina si limitò solo a sorridere. L’episodio non ebbe un seguito se non qualche lavata di capo da parte dei suoi superiori informati dallo stesso. |
Nel tempo, tra alti e bassi, la figura di Elizabeth giustificò la monarchia inglese nel mondo ed in patria attraverso il suo carisma difficilmente ripetibile, apparendo solo quando necessario e sempre nel modo giusto. Quando festeggiò il suo 90° compleanno, nel 2016, ottenne un punteggio di apprezzamento dell’86% tra i Britannici. Durante il periodo del coronavirus in Inghilterra, iniziato nel marzo 2020, la regina soggiornò nel Castello di Windsor, a ovest di Londra, con Filippo. Nel febbraio 2022, nonostante fosse vaccinata, contrasse la malattia dopo che suo figlio, il principe Carlo e Camilla erano risultati entrambi positivi. Ma le sciagure non erano finite. Poco dopo, scoppiò lo scandalo di Meghan e Harry che portò ad una ennesima rottura dei rapporti familiari. Non ultimo, Philip morì nell’aprile 2021, all’età di 99 anni, lasciando la regina in un profondo dolore. Un dolore che trasparì nel suo tradizionale discorso di Natale nel 2021, quando parlò con grande pathos della morte del marito. Ancora una volta la sua capacità mediatica fu esemplare.
La Regina durante la sua visita alla HMS Ocean a Devonport, per la cerimonia di ridedica della nave – autore Joel Rouse/ Ministry of DefenceFile:Queen Elizabeth II in March 2015.jpg – Wikimedia Commons
Ieri Elizabeth II ha lasciato questa vita, le succederà il figlio Carlo, con il nome di Carlo III.
La domanda che ci si pone è se sarà in grado di sostituire la madre in questo momento non certo facile per il Regno Unito, dopo una disastrosa Brexit ed una guerra in corso ai margini dell’Europa tra una superpotenza, la Russia, ed un Paese che cerca di salvare la sua libertà e indipendenza con il supporto del mondo occidentale e, in particolare del Regno Unito. Senza parlare dei problemi energetici e delle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici che potrebbero trovare in Carlo un poco imparziale e troppo orientato leader. Si rivelerà alla altezza di sua madre? Se la Gran Bretagna si identifica con il suo re, “God save the king”.
in anteprima la regina Elisabetta ed il principe Filippo a bordo della HMS Queen Elizabeth il giorno del suo varo – autore della foto CPOA(Phot) Thomas Tam McDonald (Royal Navy) File:Elizabeth II at the naming of HMS Queen Elizabeth.jpg – Wikimedia Commons
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare.