Ocean for Future

Ultima Clock Widget

  • :
  • :

che tempo che fa

Per sapere che tempo fa

Per sapere che tempo fa clicca sull'immagine
dati costantemente aggiornati

OCEAN4FUTURE

La conoscenza ti rende libero

su Amazon puoi trovare molti libri sulla storia del mare (ma non solo) e sulla sua cultura :) clicca sull'immagine ed entra in un nuovo mondo :)

i 100 libri da non perdere

NO PLASTIC AT SEA

NO PLASTIC AT SEA

Petizione OCEAN4FUTURE

Titolo : Impariamo a ridurre le plastiche in mare

Salve a tutti. Noi crediamo che l'educazione ambientale in tutte le scuole di ogni ordine e grado sia un processo irrinunciabile e che l'esempio valga più di mille parole. Siamo arrivati a oltre 4000 firme ma continuiamo a raccoglierle con la speranza che la classe politica al di là delle promesse comprenda realmente l'emergenza che viviamo, ed agisca,speriamo, con maggiore coscienza
seguite il LINK per firmare la petizione

  Address: OCEAN4FUTURE

La navigazione nel mondo antico – I parte

Reading Time: 7 minutes

.
livello elementare

.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: III millennio a.C. – I millennio d.C.
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: navigazione 

 

Iniziamo questo viaggio fantastico raccontando la storia della navigazione nel mondo antico dal III millennio avanti Cristo, età in cui si suppone siano iniziate le prime navigazioni commerciali nei mari del mondo. Come vedremo, questo periodo potrebbe essere spostato indietro di qualche millennio ovvero dalla fine delle grandi glaciazioni. Scopriremo insieme le prime tecniche di navigazione e soprattutto come il mare offrì alle prime civiltà la possibilità di crescere e svilupparsi. In questo articolo, parlerò dei primi popoli che abbandonarono le terre e si spinsero in mare, sfidando le onde e le tempeste, alla ricerca di nuove terre e prosperità. A questi uomini audaci dobbiamo lo sviluppo delle nostre civiltà.

Un oceano da scoprire
Probabilmente quando gli esseri umani raggiunsero per la prima volta l’oceano restarono pieni di stupore per tale bellezza. Possiamo immaginare che l’attraversare un fiume o cercare di raggiungere un’isola vicina furono azioni dettate da motivi di sopravvivenza più che da spirito di avventura. Eravamo agli albori del neolitico ed i raccoglitori si spostavano continuamente per trovare il cibo necessario alla loro sopravvivenza. L’agricoltura sarebbe nata solo in seguito con la creazione dei primi villaggi. Si pensa che i primi tentativi di navigazione iniziarono circa undici millenni fà come testimoniano i ritrovamenti di ancorhe litiche e petroglifici di navi incisi sulle pareti rocciose forse da qualche antico marinaio.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è NAUTICA-640px-Polynesian_navigation_device_showing_directions_of_winds_waves_and_islands.jpg

Dispositivo di navigazione polinesiano che mostra le direzioni dei venti, delle onde e delle isole – autore S. Percy Smith – Public domain
Polynesian navigation device showing directions of winds, waves and islands.jpg – Wikimedia Commons

Possiamo dire che le prime pagine della storia dell’Umanità furono scritte sul mare. Anche se non è possibile partire da una data certa, molti popoli antichi si distinsero per la loro marittimità. Furono loro ad iniziare la storia della navigazione, quell’arte di attraversare il mare dirigendo intenzionalmente verso una destinazione prestabilita. Il concetto iniziale di rotta era probabilmente più vicino a quello di direzione. In seguito, la capacità di osservare l’ambiente, riprodurlo su tela e carta, ed elaborare dati matematici al fine di disegnare rotte, consentì a questi popoli di navigare più scientificamente verso le loro destinazioni ed alle loro civiltà di prosperare. 

Una cultura antica tra le isole del Pacifico
Sembra incredibile ma nel lontano Oriente, nell’Oceano Pacifico, le popolazioni locali furono nell’antichità molto meno stanziali di quanto possiamo immaginarci. I Micronesiani ed i Polinesiani erano in grado di navigare dalle coste del sud America verso le isole del Pacifico, effettuando viaggi complessi senza l’uso di riferimenti costieri. Secondo Dennis Kawaharada, della Polynesian Voyaging Society, il loro punto di riferimento principale era il sole, ma non solo. Il punto in cui il Sole sorge o tramonta permetteva ai navigatori di orientarsi di giorno. Di notte, il navigatore stabiliva la rotta della sua canoa sfruttando i punti in cui sorgevano e tramontavano le stelle. A mezzogiorno e nelle notti nuvolose senza stelle, il navigatore dirigeva la canoa sfruttando i venti e le onde morte dell’oceano. Dal momento che le onde morte si spostavano in linea retta il navigatore poteva orientare la canoa in modo da seguire la rotta desiderata. In particolare, dal movimento della canoa, che viaggiava nella stessa direzione delle onde morte oceaniche oppure le tagliava, il navigatore poteva capire se l’imbarcazione stava andando nella direzione giusta. Per aiutarsi, questi antichi navigatori erano in grado di costruire “mappe” primitive del oceano Pacifico, realizzate con conchiglie fissate su una struttura di foglie di palma e fili di cocco. Interessante il fatto che i fili indicavano la direzione delle onde morte oceaniche mentre le conchiglie rappresentavano le isole da raggiungere. La loro navigazione avveniva quindi lungo dei treni d’onda oceanici, osservati e tramandati alle nuove generazioni tramite questi intrecci di fili di cocco e palma. Questa conoscenza era ancora nota ai tempi del navigatore Cook ma si è praticamente persa con l’avvento dei sistemi moderni. Per approfondire consiglio questo articolo.

Le prime civiltà
Spostandoci nei secoli verso Occidente, troviamo un’antica civiltà, quella di Harappa, sorta intorno all’omonima città, uno dei primi agglomerati umani significativi sorti nella valle dell’Indo.

La civiltà fiorì intorno al 3300 a.C. (Neolitico) e creò un’intensa rete di commerci in tutto l’Oriente fino alla penisola arabica. Sembra che avesse una popolazione di oltre quarantamila residenti, una città estremamente popolosa per quel tempo. Nelle rovine archeologiche di Harappa sono stati ritrovati numerosi reperti che dimostrano gli intensi contatti commerciali con il resto del mondo. Si ritiene che essi fossero stati resi possibili grazie alle molte rotte commerciali marittime nei mari adiacenti, verso la penisola arabica, il golfo Persico, l’Africa e l’India.

Esaminando la geografia dell’area ed i punti di contatto essi venivano raggiunti utilizzando delle rotte costiere che consentivano di raggiungere con sicurezza i prosperosi vicini. Questo è stato comprovato dal ritrovamento di numerosi resti che fanno comprendere come lo scambio di incensi, di diverse tipologie ceramiche, dei primi manufatti ricavati dalla lavorazione delle conchiglie marine e delle perle con pietre semi-preziose di agata, ambra e lapislazzuli fossero già comuni sei millenni or sono. L’India, la penisola arabica, gli attuali Bahrain e Irak, e gli approdi nel Golfo Persico erano importanti destinazioni commerciali per l’acquisto e la vendita di quelle materie prime. In pratica esistevano “autostrade” del mare dove piccole imbarcazioni, navigando per lo più sotto costa, trasportavano le loro merci. Voglio sottolineare che  stiamo parlando di migliaia di anni fa.

Erano navigazioni sicure?
Certamente no. Oltre ai rischi dovuti alle tempeste, all’epoca i mari erano già infestati dai primi pirati che attaccavano le piccole navi nella loro navigazione sotto costa per impadronirsi delle merci e catturarne gli equipaggi da rivendere come schiavi. Abili marinai, molti di loro erano commercianti che arrotondavano il “mestiere” con questa pratica redditizia riuniti in clan di diverse popolazioni che si erano dedicate a quella professione, genericamente chiamati i popoli del mare. 

popoli-del-mare-iscrizione

Battaglia navale nel delta del Nilo tra i popoli navali e le forze armate di Ramses III, 1198 – 1166 a.C. – rilievo del muro nel tempio di Medinet-Habu/Theben –  autore caricamento originale era Seebeer su Wikipedia tedesca – Dominio pubblico
Seevölker.jpg – Wikimedia Commons

Arriviamo ora nel Mediterraneo per incontrarne alcuni, forse tra i più famosi e misteriosi popoli del mare.  Non ci sono dati certi ma si presume fosse una confederazione di popoli provenienti probabilmente dall’Europa meridionale e dall’Egeo che,  sul finire dell’età del bronzo, invasero l’Anatolia, la Siria, Palestina, Cipro e l’Egitto distinguendosi per il loro coraggio e valore. Nonostante la loro origine e storia rimanga in gran parte avvolta nel mistero, i “Popoli del Mare” sono documentati da fonti scritte egizie della tarda Diciannovesima Dinastia. Nell’ottavo anno di regno di Ramses III, ovvero nella Ventesima Dinastia, tentarono di entrare in possesso del territorio egizio. Nella grande iscrizione di Karnak, il faraone egizio Merenptah parla di “nazioni (o popoli) stranieri del mare.

Chi erano i popoli del mare?
Il mistero, come ho premesso, avvolge ancora la loro origine; gli archeologi hanno identificato alcuni popoli come possibili candidati. Tra di essi i valorosi Shardana, citati per la prima volta dalle fonti egizie durante il regno di Akhenaton (1350 a.C. circa). Essi comparirono ripetutamente durante il regno di Ramses II, Merenptah e Ramses III con i quali ingaggiarono numerose battaglie navali lungo le coste e il Nilo. per il loro valore, alcuni Shardana (si dice 520) in seguito fecero addirittura parte della guardia reale del faraone Ramses II durante la battaglia di Qadeš..
Nelle raffigurazioni venivano rappresentati con lunghe spade triangolari, pugnali, lance ed uno scudo tondo. Portavano un gonnellino corto, una corazza e indossavano un elmo provvisto di corna; erano quindi molto simili ai personaggi dei bronzetti nuragici sardi. In effetti, senza molta fantasia, l’assonanza Shardana/Sardi Sardegna ha spesso fatto ipotizzare che essi fossero una popolazione proveniente dalla grande isola mediterranea o che vi si fossero insediati dopo la tentata invasione dell’Egitto. Sebbene un aiuto nell’identificazione della loro origine potrebbe venire dall’analisi del loro DNA, il processo potrebbe essere complicato dal fatto che in un bacino cosi ristretto come il Mar Mediterraneo gli scambi tra diverse etnie era decisamente facilitato.

Tra i Popoli del mare vanno ricordati anche i Sekeleš, associati ai Siculi, una popolazione indo-europea che si stanziò nella tarda età del bronzo nella Sicilia orientale, scacciando verso occidente i Sicani. Ma non erano soli nel Mediterraneo. Vi erano i Filistei, provenienti da una terra chiamata Kaftor, forse identificabile con Creta. I Filistei si insediarono sul finire dell’età del bronzo in Palestina dove costituirono varie città-stato; i ritrovamenti archeologici farebbero ipotizzare un’origine egea di questa popolazione, probabilmente ellenica o micenea. Altra teoria è che fossero i Libu, un popolo di stirpe non indoeuropea o egeo-ellenica che si era stanziato nella parte settentrionale dell’Anatolia e che potrebbero essere i progenitori dei Tirsenoi o “Tirreni”  chiamati poi Etruschi.

I terribili Tirreni
Pirati o commercianti? Forse tutte e e due. Il rinvenimento di rapporti commerciali dei Tirreni col mondo mediterraneo orientale dell’isola di Lemno sembrerebbero essere stati confermati dopo il ritrovamento sull’isola di una stele contenente un’iscrizione rinvenuta nel 1885, in cui è attestata la lingua lemnia ovvero un dialetto molto simile all’antico etrusco. 

Nella letteratura latina, i Tirreni erano descritti come terribili pirati con basi in Sardegna, Corsica e nell’arcipelago toscano. Anche Omero scrisse: « E presto, nella solida nave, apparvero veloci, sul cupo mare, pirati Tirreni: li portava la sorte funesta“. Quando Roma incominciò a comprendere l’importanza del controllo del mare per contrastare i pirati, il Senato ordinò al migliore dei suoi generali, Pompeo, di combatterli senza tregua. Pompeo, in seguito chiamato Pompeo Magno, suddivise il Mare Nostrum in diversi settori assegnati ai suoi Comandanti. Quindi, operando in maniera pragmatica, li sterminò senza pietà inseguendoli fino nelle loro basi: dalle Baleari alla Corsica, dalla Sardegna alle isole più nascoste dell’Egeo.

Un insieme di predoni del mare
Gli ultimi studi sembrano essere concordi che i popoli del mare furono composti da diverse etnie, ex commercianti, divenetati poi mercenari e infine pirati, che avevano un comune scopo, trovare sul mare, in un modo o nell’altro, la loro prosperità. Qualunque fosse la loro derivazione il mistero dei popoli del mare affascina ancora gli studiosi. Un ottimo riferimento librario è uno degli ultimi libri di Sebastiano Tusa, I popoli del Grande Verde, che tratta le loro possibili origini e interazioni.  Scopriremo gli Achei, i Troiani, ed altri popoli che effettuarono per secoli razzie nel Mediterraneo, spesso combattendo fra loro su un mare che era di nessuno. Per chiudere questo primo approccio ai primi navigatori, ecco un breve video sui mitici Shardana..

Come vedete non c’è nulla di nuovo sotto il sole e … sul mare. Torneremo presto a parlare di questi popoli misteriosi e sulle grandi civiltà che si opposero alla loro aggressività.

fine I parte – continua

in anteprima Europa neolitica – in A una piroga monoxila trovata in Olanda. 6300 a.C. circa. Può considerarsi il reperto più antico – in B pagaia trovata nella Germania Settentrionale
Europa neolitica – A piroga monoxila trovata in Olanda. 6300 a.C. circa. Può considerarsi il reperto più antico. B pagaia trovata nella germania Settentrionale (cherini.eu)

 

 

PAGINA PRINCIPALE - HOME PAGE

 

PARTE I
PARTE II
PARTE III

print

(Visited 2.955 times, 1 visits today)
Share
0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
vedi tutti i commenti

Legenda

Legenda

livello elementare
articoli per tutti

livello medio
articoli che richiedono conoscenze avanzate

livello difficile
articoli specialistici

Traduzione

La traduzione dei testi è fornita da Google translator in 42 lingue diverse. Non si assumono responsabilità sulla qualità della traduzione

La riproduzione, anche parziale, a fini di lucro, e la pubblicazione per qualunque utilizzo degli articoli e delle immagini pubblicate è sempre soggetta ad autorizzazione da parte dell’autore degli stessi che può essere contattato tramite la seguente email: infoocean4future@gmail.com


If You Save the Ocean
You Save Your Future

OCEAN4FUTURE

Salve a tutti. Permettetemi di presentare in breve questo sito. OCEAN4FUTURE è un portale, non giornalistico e non a fini di lucro, che pubblica articoli di professionisti e accademici che hanno aderito ad un progetto molto ambizioso: condividere la cultura del mare in tutte le sue forme per farne comprendere la sua importanza.

Affrontiamo ogni giorno tematiche diverse che vanno dalla storia alle scienze, dalla letteratura alle arti.
Gli articoli e post pubblicati rappresentano l’opinione dei nostri autori e autrici (non necessariamente quella della nostra redazione), sempre nel pieno rispetto della libertà di opinione di tutti.
La redazione, al momento della ricezione degli stessi, si riserva di NON pubblicare eventuale materiale ritenuto da un punto di vista qualitativo non adeguato e/o non in linea per gli scopi del portale. Grazie di continuare a seguirci e condividere i nostri articoli sulla rete.

Andrea Mucedola
Direttore OCEAN4FUTURE

Chi c'é online

14 visitatori online

Ricerca multipla

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
Archeologia
Associazioni per la cultura del mare
Astronomia e Astrofisica
Biologia
Cartografia e nautica
Chi siamo
Climatologia
Conoscere il mare
Didattica
Didattica a distanza
disclaimer
Ecologia
Emergenze ambientali
Fotografia
Geologia
geopolitica
Gli uomini dei record
I protagonisti del mare
Il mondo della vela
L'immersione scientifica
La pesca
La pirateria
La subacquea ricreativa
Lavoro subacqueo - OTS
Le plastiche
Letteratura del mare
Malacologia
Marina mercantile
Marine militari
Materiali
Medicina
Medicina subacquea
Meteorologia e stato del mare
nautica e navigazione
Normative
Ocean for future
OCEANO
Oceanografia
per conoscerci
Personaggi
Pesca non compatibile
Programmi
Prove
Recensioni
Reportage
SAVE THE OCEAN BY OCEANDIVER campaign 4th edition
Scienze del mare
Sicurezza marittima
Storia della subacquea
Storia della Terra
Storia Navale
Storia navale del Medioevo (post 476 d.C. - 1492)
Storia Navale dell'età antica (3.000 a.C. - 476 d.C,)
Storia navale dell'età moderna (post 1492 - oggi)
Storia navale della prima guerra mondiale (1914-1918)
Storia navale della seconda guerra mondiale (1939 - 1945)
Storia navale Romana
Subacquea
Subacquei militari
Sviluppi della scienza
Sviluppo compatibile
Tecnica
Uomini di mare
Video
Wellness - Benessere
 i nodi fondamentali

I nodi fanno parte della cultura dei marinai ... su Amazon puoi trovare molti libri sul mare e sulla sua cultura :) clicca sull'immagine ed entra in un nuovo mondo :)

Follow me on Twitter – Seguimi su Twitter

Tutela della privacy – Quello che dovete sapere

> Per contatti di collaborazione inviate la vostra richiesta a infoocean4future@gmail.com specificando la vostra area di interesse
Share
Translate »
0
Cosa ne pensate?x