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livello elementare.
ARGOMENTO: NAUTICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Antivegetativo, manutenzione dello scafo, antifouling
Da sempre il peggior nemico degli scafi, il fouling ha trovato nei giorni d’oggi diverse soluzioni pratiche, relativamente poco costose e rispettose dell’ambiente. Ce ne parla in questi due articoli l’architetto e perito navale Sacha Giannini. Buona e attenta lettura.
Una soluzione antivegetativa rispettosa dell’ambiente
Lโossido di rame รจ il principio attivo piรน utilizzato nelle pitture antivegetative attualmente diffuse. Il Regolamento di esecuzione UE (2016/1089) del 5 luglio 2016, ha approvato e autorizzato dal 1 gennaio 2019 un nuovo elenco di biocidi e โarticoli trattatiโ meno inquinanti e testati a livello dermico per la sicurezza degli operatori. Lโossido di rame e di “dirame” vengono riconfermati validi e tra i piรน diffusi principi attivi esistenti e destinati ad essere utilizzati nei prodotti di tipo 21 (16CE1724) โanticrostantiโ.
La svolta epocale nellโuso sostenibile e โverdeโ delle antivegetative non รจ tanto il 2019, come spesso molti considerano, ma รจ il risultato di un lungo percorso di date a partire dal Regolamento UE sui biocidi n. 528/2012 (in sostituzione della Direttiva Biocidi 98/8/CE), e ancor prima nel 5 ottobre 2001, quando a Londra lโIMO adottava la Convenzione internazionale per il controllo delle vernici antivegetative (Anti Fouling System Convention, AFS) bandendo di fatto il TBT (stagno), largamente utilizzato per oltre 30 anni nelle carene di barche e navi, ritenuto da quel momento e, improvvisamente, come โil piรน potente inquinante tossico che sia mai stato deliberatamente riversato in mare dallโUomoโ. Nel 2003, e ancora nel 2008, si rafforzava tale divieto ma siamo arrivati al 2012 (finalmente) per far recepire anche in Italia questo regolamento. Dunque, gli aggiornamenti al 2019 nellโutilizzo dei 22 prodotti BPR (European Biocide Product Regulation) usati come biocidi, divisi in quattro gruppi, riguardano in particolare molti altri settori specifici piuttosto che la nautica (disinfettanti, preservanti per alimenti, repellenti, pesticidi, โฆ). Il 4ยฐ gruppo (prodotti 21 e 22 ) relativo ad โaltri biocidiโ รจ quello di nostro interesse nautico per quanto riguarda almeno il prodotto 21 di โprevenzione della fissazione di organismi incrostanti su scafi e imbarcazioniโ; meno il 22 che, sebbene appartenente allo stesso gruppo, รจ relativo alle โimbalsamazioni di cadaveri umani e animaliโ. Con un tocco di humour inglese poteremmo dire che sempre di preservazione si tratta!
La legge n.163/2012 รจ dunque la vera svolta nazionale, anno in cui lโItalia ratifica la Convenzione di Londra e vieta lโapplicazione e lโutilizzo di composti organostannici (OTC) proibiti dallโIMO, in particolare il temibile e utilizzato tributil-stagno (TBT), pena lโarresto fino a due anni o lโammenda fino a 15.000โฌ con sanzioni estese anche allโarmatore e al comandante.
Nella nautica diportistica e commerciale lโossido di rame รจ ormai da anni il piรน diffuso, consolidato e confermato componente nella miscelazione delle vernici antivegetative. Ad oggi piรน del 90% delle pitture antivegetative attualmente in commercio contiene rame. Al momento, non cโรจ alcuna proposta da parte della IMO di bandire o restringerne lโuso. Il rame รจ quindi riconosciuto e registrato a livello internazionale ancora come un componente sicuro ed efficace.
Tutte le attuali antivegetative in commercio si basano essenzialmente su due principi.
Antiadesione ottenuta prevalentemente basandosi sulle proprietร dei siliconi, teflon e similari o sulla solubilitร e sfogliabilitร delle superfici (auto leviganti). |
Biotossicitร di sostanze โammesseโ come i composti del rame (o di zinco) e un certo numero di composti organici (fungicidi, battericidi, alghicidi) come i tannini, terpeni, nicotinammide o il temibile dichloro-N-[(dimethylamino) sulphonyl] fluoro-N-(p-tolyl) methanesulphenamide che, in questo caso, giร il nome รจ prevenzione! |
Negli anni passati la “cura” si รจ rivelata, come abbiamo visto, a volte piรน temibile della “malattia” (vedi lโuso dello stagno), ma fortunatamente oggi la tutela e protezione della natura ha arrestato un processo di lenta ed invisibile distruzione dellโambiente marino.
Il fouling รจ il tentativo dellโambiente marino di “appropriarsi” dei corpi estranei, in esso introdotti, creandosi un proprio invitante e disabitato nuovo habitat. Per noi invece รจ un danno e ciรฒ che viene immerso in acqua marina o dolce deve necessariamente essere trattato (in pratica avvelenato) per la propria resistenza
Un tempo (anni 60/70 fino agli anni ’90 ) cโerano meno barche da diporto e anche un pรฒ meno moda di โฆ dover fare carena! Cโerano i sommozzatori che raschiettavano a mano le navi per eliminare quei maledetti denti di cane (ma non solo), tanto che in una sola giornata, mentre si eseguiva lo sbarco o lโimbarco delle merci, si โfaceva scafoโ. Il problema era che veniva asportata anche parte della pittura antivegetativa (composta da rame e piombo) che era dannosa per lโambiente marino.
Oggi chiunque pulisce (in proprio) la carena in acqua puรฒ incorrere in una denuncia per inquinamento e sostenere un processo o una sanzione amministrativa. Lโunica pittura antivegetativa su cui รจ consentito intervenire, anche a barca galleggiante, รจ quella siliconica o a base dโacqua o limitati prodotti certificati e sperimentali che non contengono inquinanti.
Quali sono gli eventi che si verificano dopo lโimmersione di uno scafo in mare?
Entro pochi minuti inizia la deposizione di un biofilm macromolecolare organico che si trova disciolto nellโacqua e deriva dalla decomposizione di organismi vegetali ed animali, che rappresenta la โvita invisibile del mareโ. Il processo di formazione di questo primo involucro, che si realizza nel tempo di 1-3 giorni, rappresenta un evento “condizionante”, in quanto nessun organismo, vivente, morto o inorganico, puรฒ depositarsi prima che tale rivestimento sia completato. Studi particolari stanno valutando come ritardare questo processo naturale e mantenere lo scafo in uno stato di protezione permanente, evitando che si completi il ciclo di rivestimento del biofilm primordiale (Slim).
La fase successiva, anche questa della durata di pochi giorni, consiste nellโattecchimento al biofilm primario di organismi unicellulari tra cui prevalgono inizialmente batteri corti il cui numero diviene progressivamente dominante. La crescita del biofilm microbico, anche grazie allโaumento dimensionale degli organismi filamentosi, si realizza non solo come aumento di spessore, ma รจ generalmente caratterizzata dalla formazioni di vere e proprie appendici filamentose che agevolano la cattura e lโadesione di spore, microalghe, funghi e protozoi, oltre che di particelle inorganiche.
Il fouling (dal verbo inglese to foul, che significa insudiciare, incrostare) รจ ben noto a tutti i diportisti, almeno nel suo aspetto esteriore, visibile nelle formazioni che “ornano e decoranoโ la superficie dellโopera viva delle imbarcazioni e la linea di galleggiamento. Si parla di “biofouling”, poichรฉ lโintero processo รจ determinato dalla colonizzazione dinamica delle superfici sommerse ad opera di numerosi organismi viventi. Si parla di โantifoulingโ per indicare i veleni atti a combattere e contrastare questo naturale fenomeno. Infine di โbiocidaโ dal greco bios = vita e il latino caedere = uccidere indicando quindi qualcosa che โuccide la vitaโ.
Lโultimo stadio di sviluppo รจ rappresentato dalla crescita di organismi piรน complessi, tra cui tipicamente macro alghe e numerosi invertebrati marini come i Balanidi, detti per la loro forma “denti di cane“. In genere i materiali sommersi sono tutti potenzialmente colonizzabili, anche se con alcune differenze. Quelli che presentano bassa energia superficiale (polimeri come il teflon, silicone o il carbonio) resistono meglio allโiniziale formazione del biofilm, al contrario di quelli che hanno una elevata energia di superficie come i materiali acrilici.
Gli effetti dannosi del Fouling
Il fouling aumenta lโattrito, riduce la manovrabilitร , la velocitร , aumenta il consumo di carburante, di inquinamento e il tempo di percorrenza. Le imbarcazioni possono subire danneggiamenti, in particolare quelle in legno ma anche quelle in ferro, per effetto dellโattivitร corrosiva di molti batteri che “attaccano” il metallo. Al fine di prevenire e ritardare questo fenomeno esistono le vernici antivegetative che tutti i diportisti conoscono essere un appuntamento, come anche una spesa fissa, annuale.
Le vernici antivegetative sono dunque i prodotti in assoluto piรน importanti per la cura dello scafo della nostra barca. Per il momento il mercato รจ ancora improntato quasi esclusivamente su pitture contenenti sostanze tossiche nella loro matrice. La tossina (come il rame, lo zinco, โฆ) viene inglobata tra gli โingredientiโ della pittura (leganti, pigmenti, addensanti, solventi) che a contatto con lโacqua di mare si libera in acqua. I leganti sono le resine o polimeri che rappresentano la vera base della vernice. I pigmenti danno il colore. Nero o rosso sono i piรน puri perchรฉ sono del colore del veleno di cui sono fatti. Molto utilizzato รจ il blu o il bianco come le murate ma sono questioni mimetiche e di vestito. I solventi garantiscono la โstendibilitร โ e la viscositร del prodotto, e che evaporano dopo lโapplicazione e lโasciugatura.
La tecnica piรน diffusa รจ quella di creare dei film chimici in grado di dissolvere in acqua i composti tossici e inibire con efficacia repellente o letale organismi indesiderati. Auto levigante, erodibile, a solubilitร controllata, a rilascio progressivo, autopulente, self polishing sono tutti sinonimi di vernici antivegetative che rilasciano nell’acqua sostanze che inibiscono, respingono o ritardano l’attacco e lo sviluppo delle incrostazioni vegetali (alghe) o animali (molluschi). Per ottenere questo rilascio le pitture devono essere parzialmente solubili. Nelle imbarcazioni veloci (oltre i 25 nodi), o con navigazione costante, o che si fermano in acque caratterizzate da forti correnti (fiumi) sono indicate antivegetative non solubili o a bassissima solubilitร o erodibilitร : quelle chiamate a matrice dura. Qui il rilascio degli agenti inibitori รจ ottenuto con meccanismi non correlati alla solubilitร del legante ma ad esempio, attraverso alte concentrazioni di biocidi per cui il rilascio delle particelle avviene per contatto.
Nel tempo perรฒ sulla carena rimane solamente la matrice non attiva dell’antivegetativa e quindi vi sarร un accumulo di spessore con i successivi carenaggi che a discrezione andranno rimossi e carteggiati se si volesse ripristinare e mantenere sempre le solite due mani!
Le vernici โauto levigantiโ nel tempo si riducono di spessore e sono progettate per “sfogliarsi” durante l’utilizzo, e quindi, finchรฉ rimarrร uno strato di vernice sullo scafo, per quanto sottile, questo sarร sempre protettivo. In pratica, lโazione chimica dellโacqua, collegata allโazione meccanica causata dal movimento della barca, rigenera ogni mano di antivegetativa (azione ablativa).
Fine parte I – continua
Sacha Giannini
photo credit in anteprima e nel testo @andrea mucedola
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architetto, yacht designer, perito navale ed ex ispettore di sicurezza del diporto per il rilascio delle certificazioni di sicurezza, รจ un appassionato e profondo conoscitore delle imbarcazioni a vela che effettua valutazioni tecniche e stime commerciali. Dal 2000 esercita la professione di architetto, tra terra e mare, impegnato nellโarchitettura come nel refitting di barche.