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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: OCEANO PACIFICO
parole chiave: cacciatorpediniere O’Bannon, battaglia del Pacifico
Tra le tante storie bizzarre della storia navale, ne esiste una divenuta una leggenda … un pò per il nome di uno dei protagonisti coinvolti, un pò per essere tanto assurda da poter essere utilizzata per un film di Hollywood (cosa che non avvenne). La vera storia si è persa nel tempo ma la leggenda è sopravvissuta.

incuffiata di prua dell’O’Bannon, Pacifico, 1943
Tutto iniziò il 5 aprile 1943 quando un valoroso cacciatorpediniere classe Fletcher della US NAVY, il USS O’Bannon, avvistò in superficie il sommergibile giapponese Ro-34 e cercò di speronarlo. Mentre eseguiva la manovra il comandante della nave si rese conto che il battello nemico poteva essere impegnato in operazioni di posamine, per cui l’urto avrebbe potuto far detonare le mine navali e provocare seri danni al suo cacciatorpediniere. Il comandante ordinò quindi una accostata con tutta la barra per evitare la collisione, di fatto portando la sua nave parallela al sommergibile giapponese … tanto vicine da potersi quasi toccare.

il sommergibile giapponese Ro 34
Nel frattempo i marinai giapponesi cercavano freneticamente di portare il loro cannone da 3 pollici al tiro. Al termine dell’accostata, il USS O’Bannon si trovò troppo vicino per poter reagire con le armi di bordo e, nella frenesia, avvenne l’inverosimile. I marinai americani afferrarono delle … patate da delle casse sul ponte e cominciarono a lanciarle contro il sommergibile, cercando di colpire i marini giapponesi. Questi, a loro volta, vedendo quelle strane “bombe a mano” marroni rimbalzare fragorosamente sulle lamiere, abbandonarono il cannone e cercarono di mettersi in salvo. Naturalmente fiorirono molte versioni, tra cui quella che i marinai giapponesi, soggetti all’attacco proditorio delle patate a stelle e strisce, evacuarono il ponte del battello, pensando fossero ordigni sconosciuti americani, dando quindi all’equipaggio dell’O’Bannon il tempo di preparare le bombe di profondità e di guadagnare la posizione minima per poter sparare. Alla fine, il sommergibile giapponese, sebbene colpito alla torretta da un colpo di cannone, riuscì ad immergersi.
Sebbene la USN avesse dichiarato che il sommergibile giapponese fosse stato poi affondato dalle bombe di profondità dell’O’Bannon sembrerebbe che fu avvistato il 7 aprile 1943 e nuovamente attaccato dal USS Strong con le bombe di profondità. Nuovamente sopravvisse allo scontro e, il 16 aprile 1943, gli fu ordinato di tornare a Rabaul. Da quella data non se ne ebbero più notizie e, il 2 maggio 1943, la Marina imperiale giapponese lo dichiarò disperso nelle Isole Salomone con il suo intero equipaggio di 66 persone |
La nascita di una leggenda
Una storia curiosa sulla quale si creò subito una leggenda … anche perché il comandante della nave aveva un cognome decisamente particolare, McDonald, anzi Donald McDonald. Cosa ci sia stato di vero non si saprà mai, perché come tutte le storie di mare crescono nel tempo e diventano leggende. Nel caso è bizzarro che una nave così valorosa sia ricordata per un episodio così curioso e marginale.

a sinistra il comandante della O’Bannon, capitano di fregata Donald McDonald, riceve dal Comandante della 21esima divisione caccia, il capitano di vascello Ryan, la Navy Cross a bordo della sua nave il 22 agosto 1943. Official U.S. Navy Photograph – National Archives
La storia certa del cacciatorpediniere DD 450 USS O’Bannon
Il Capitano di fregata Donald “doc” Mc Donald era un ottimo comandante ed il cacciatorpediniere O’Bannon era considerata un’unità valorosa e efficiente. Entrata in servizio nel 1942, l’unità aveva combattuto durante la seconda guerra mondiale alle isole Solomone, svolgendo un ruolo importante che le aveva fatto ottenere una Presidential Unit Citation per il suo valore. Durante la scorta della portaerei di scorta Copahee, nelle acque della Nuova Caledonia, mentre si dirigevano verso Guadalcanal, l’USS O’Bannon avvistò e ingaggiò un sommergibile nemico emerso, consentendo al convoglio di passare sano e salvo. Nel pomeriggio del 12 novembre il caccia abbatté quattro dei sedici aerei nemici che avevano attaccato la forza navale.

batteria dello Hiei in addestramento del 1936
Il giorno dopo fu una delle unità americane che attaccò la potente corazzata giapponese Hiei, avvicinandosi così tanto che la corazzata non riuscì ad impiegare le sue batteria principali. Il suo contributo, insieme a quello combinato delle altre unità americane, danneggiò la grande nave giapponese che divenne poi un bersaglio facile per l’attacco aereo, che ne comportò l’affondamento il giorno successivo. Fino all’ottobre 1942, l’O’Bannon protesse gli sbarchi delle forze anfibie americane, svolgendo anche compiti di scorta da Nouméa ed Espiritu Santo a Guadalcanal (dove fu anche danneggiata gravemente) e Tulagi, unendosi ai bombardamenti contro costa.
Una nave valorosa per cui si comprende come l’episodio dell’“attacco con le patate” abbia messo in imbarazzo il povero comandante McDonald, che provò a dichiarare che alla base di tutto c’era stato un frainteso. La frase incriminata che aveva scaturito il tutto era che “il sottomarino era così vicino che il cuoco del cacciatorpediniere credeva di poterci lanciare una patata”.
Sebbene il comandante McDonald avesse affermato ripetutamente che nello scontro non erano state effettivamente lanciate delle … patate, la bizzarra storia di un cacciatorpediniere americano, che aveva messo in fuga (se non affondato) un sommergibile giapponese con il concorso del lancio di quei tuberi (prodotto tradizionalmente americano), piacque molto all’opinione pubblica e fu diffusa dai giornali e dai mezzi radiofonici dell’epoca, poi diffondendosi così profondamente nella tradizione della marina statunitense che ancora oggi molti credono che sia avvenuta in quei termini.
La notizia si diffuse al punto che venne offerta dall’Association of Potato Growers of Maine una targa commemorativa dell’evento (la scusa sembra che molti dei marinai del cacciatorpediniere erano originari del Maine) che fu esposta sino agli anni ’70. Si dice che la targa avrebbe dovuto essere trasferita, al momento della dismissione della nave, a bordo di una nuova unità della marina americana con stesso nome … ma della targa si perse traccia.
Dopo la guerra l’ USS O’Bannon fu temporaneamente sospeso dal servizio ma fu richiamato, nel febbraio 1951, con compiti di cacciatorpediniere di scorta, insieme ad un altro caccia della stessa classe, USS Nicholas, durante la Guerra di Corea.

USS O’Bannon (DD-450) e USS Nicholas (DD-449) all’ormeggio a Mare Island il 15 febbraio 1951, poco dopo la loro rimessa in servizio
A disposizione per l’operazione Ivy, il test della prima bomba all’idrogeno a Eniwetok, settembre-novembre 1952, e i test atomici a Johnston Island nel 1962, il USS O’Bannon partecipò anche alla guerra del Vietnam, eseguendo numerosi bombardamenti contro costa. Non ultimo, nel 1966, fu una delle navi di soccorso di emergenza del veicolo spaziale Gemini 11.

nel dopoguerra il DD 450 non si fermò e continuò a combattere
Il 30 gennaio 1970, il vecchio e glorioso cacciatorpediniere DD 450 fu dismesso e rottamato dopo 28 anni di onorato servizio a Pearl Harbor, insieme al USS Nicholas, con il quale aveva condiviso molte avventure, iniziando con il varo il 19 febbraio del 1942 e dopo il richiamo in servizio negli anni ’50. Una nave gloriosa, soprannominata “Lucky O“, che ricevette nel suo lungo servizio la Presidential Unit Citation e 17 battle star per il servizio nella seconda guerra mondiale (cosa che la colloca tra le navi statunitensi più decorate della seconda guerra mondiale) e tre battle star per il servizio prestato durante la guerra di Corea. E’ triste pensare che dopo ottant’anni venga falsamente ricordata come la nave che attaccò un sommergibile a colpi di patate.
Andrea Mucedola
Fonti
https://destroyerhistory.org/fletcherclass/ussobannon/
https://military-history.fandom.com/wiki/USS_O%27Bannon_(DD-450)
http://www.navsource.org/archives/05/450.htm
https://destroyerhistory.org/fletcherclass/index.asp?r=45007&pid=45019
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare.
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