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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XVII SECOLO
AREA: MAR BALTICO
parole chiave: pirateria
Oggi raccontiamo la storia curiosa di una nobildonna svedese, Christina Anna Skytte che, nel XVII secolo, fu descritta nei resoconti storiografici svedesi come uno dei pochi casi noti di una donna pirata svedese.
Cosa c’è di vero?
Christina Anna Skytte nacque nel 1643 e crebbe a nord della Danimarca, nella tenuta di Strömserum nello Småland. I suoi genitori erano Anna Nilsdotter Bielkenstierna e Jacob Skytte af Duderhof. Era di famiglia benestante essendo il padre governatore dell’Östergötland e nipote del salonista e poeta Vendela Skytte.
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Nell’agosto 1661 Anna e Gustaf salparono da Kalmar sullo yacht del fratello di Anna, con un equipaggio di tredici uomini. Un paio di settimane dopo, appena oltre la costa di Blekinge, attaccarono una nave olandese che trasportava sale, vino e vari altri beni di minor valore. L’intero equipaggio di cinque uomini fu assassinato per non lasciare testimoni e i pirati affondarono la nave da qualche parte tra Öland e Bornholm. Il crimine fu però scoperto in seguito alle indagini dei proprietari della nave, e Gustaf Adolph Skytte, fratello di Anna, fu condannato a morte e giustiziato nell’aprile 1663, insieme a tre membri dell’equipaggio che erano stati attivamente coinvolti nella pirateria.
Poco dopo l’arresto, Gustaf Drake, che era stato uno dei protagonisti dell’arrembaggio (se non l’istigatore nella decisione di attaccare la nave olandese) fuggì con Anna Skytte in Prussia nell’autunno del 1662. Essendo una donna sposata ma minorenne, nel diritto del tempo, Christina Anna non fu perseguita personalmente, ma il coniuge Gustaf Drake fu accusato e condannato alla confisca dei suoi beni. La coppia tornò in Svezia alla fine del 1663 in seguito alla decisione della corte d’appello di Göta di sollevare Gustaf Drake da tutte le accuse di complicità nell’attacco. Questo caso fu considerato scandaloso e chiacchierato, cosa che favorì la fama oscura della nobildonna svedese. In seguito Anna visse il resto della sua vita nella tenuta della famiglia Drake di Hagelsrum nello Småland. La coppia ebbe due figli di cui solo il figlio Gustaf sopravvisse fino all’età adulta.
Una donna vittima delle circostanze o conscia delle sue azioni?
Secondo lo storico Anders Fryxell nel suo Berättelser ur svenska historien, pubblicato nel 1846, Anna Skytte nel 1657 aveva già partecipato a un precedente caso di pirateria con il fratello. Fu in quell’occasione che lo stesso aveva catturato lo yacht successivamente utilizzato nell’attacco alla nave olandese quattro anni dopo. Considerando che Anna Skytte allora aveva 13 o 14 anni (un fatto ignorato da Fryxell), certi aspetti appaiono poco probabili. Secondo lo storico Anna insieme al fratello e ad altri complici avrebbero preso possesso dello yacht ed ucciso l’equipaggio dopo che aveva lasciato i Paesi Bassi trasportando gli svedesi come passeggeri.
Gustaf Adolph Skytte avrebbe quindi usato il sigillo del capitano assassinato per generare un falso titolo di proprietà dello yacht. Uno dei complici, che aveva minacciato di rivelare l’accaduto, sarebbe stato successivamente assassinato proprio da Anna Skytte e suo fratello.
Questo resoconto delle presunte attività piratesche di Anna Skytte venne in seguito studiato da un altro storico, Gustaf Volmar Sylvander, pochi decenni dopo la pubblicazione della versione di Fryxell. Sylvander, nella terza parte della sua opera monumentale intitolata Kalmar stads och slotts historia, pubblicata nel 1865, afferma che Anna Skytte partecipò “nelle vesti di una guerriera a tutti i tipi di atti pirateschi” con un atteggiamento di assetati di sangue. Questo avvenne quindi prima del suo matrimonio con Gustavo Drake. Le descrizioni di Sylvander delle attività piratesche di Anna Skytte e di suo fratello furono un grande successo ai loro tempi e fanno ancora da sfondo alle affermazioni secondo cui Anna Skytte fu una delle poche donne pirata svedesi.
Tuttavia, lo storico Rudolf Thunander ha messo in discussione le valutazioni di Fryxell, Sylvander e degli storici successivi, basandosi sulla presunta partecipazione di Anna Skytte alle attività piratesche di suo fratello e poi del marito. In particolare, in merito ai documenti legali della corte d’appello di Göta che portarono alla condanna schiacciante del fratello Gustaf ma all’assoluzione del marito Gustaf Drake.
In altre parole non furono trovate prove a sostegno delle affermazioni secondo cui Anna Skytte avesse veramente partecipato ai due documentati casi di pirateria nel 1657 e nel 1661, o in qualsiasi altro caso di pirateria.
Tuttavia, le indagini di Thunander rivelarono che Anna Skytte avrebbe potuto aver rubato il sigillo di suo fratello e generato una falsa lettera, datata 2 settembre 1662, in cui il fratello si addossava tutta la colpa per l’attacco alla nave olandese e quindi sollevava il cognato Gustaf Drake da ogni responsabilità facendolo assolvere da ogni coinvolgimento nell’impresa. Vero o falso che sia Anna Skytte la fece franca e visse in tranquillità fino alla sua morte, il 21 gennaio 1677, nella tenuta di famiglia Edeby gård a Nyköping in Södermanland.
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