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livello elementare.
ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Logistica
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Se il fattore tecnico può ovviare ad un più efficiente Supporto Logistico delle Forze Armate è evidente che gli ostacoli rimangono di tipo culturale, organizzativo e normativo, evidenziando lacune in termini di cooperazione, integrazione e fondi.
Sarebbe auspicabile dare maggiore impulso a strutture organizzative che compiano Ricerca Operativa in campo logistico, e soprattutto adeguare e rendere compatibili le normative amministrativo contabili dello Stato al nuovo panorama politico industriale (vedi Contabilità Generale dello Stato [1] e normazione in fieri per i contratti).
È qui, e non altrove, che sarebbe necessario intervenire in via interforze per permettere condivisibilità, interscambiabilità, esternalizzazione, evitamento ridondanze, anche in chiave internazionale, puntando ad una reale modernizzazione che incoraggi soluzioni tecnologicamente avanzate, riducendo i costi di produzione e migliorando la sostenibilità.
Perché si possa giungere a questi risultati, è tuttavia necessario che la cooperazione medi gli interessi nazionali, normando gli MoU che, se considerati come contratti tra governi, impongono cicli di approvazione eccessivamente lunghi e poco flessibili. In termini macro andrebbe poi rivista un’azione che valorizzi la popolazione dei dati offerti da tutti i campioni sul campo, ottimizzando la dislocazione territoriale delle risorse in base ad una valida Ricerca Operativa, studiando gli orientamenti già consolidati presso i Paesi alleati.
Si tratta, in sintesi, di operare una serie di scelte coraggiose, guardando ai successi del privato, e non alle inefficienze interne. In termini di efficientamento bisognerebbe passare dalla visione attuale ad una forma affine, concettualmente, al loger.
Sulla base dei dati ricavati sia in via contrattuale che sul campo, si potrebbero sviluppare attività di analisi e condivisione delle informazioni capaci di fornire sia previsioni logistiche attendibili sulle necessità, sia sulla distribuzione delle risorse sia sulla valutazione operata sull’impiego effettivo dei beni. Le idee generali che si stanno presentando si ispirano a concetti più moderni di procurement e di acquisizione di beni e servizi secondo la filosofia del “Just in time” piuttosto che di quella del “Just in case”.
A esempio, secondo le linee strategiche dello Stato Maggiore della difesa, in futuro si dovrà limitare l’accantonamento dei materiali (Just in case), privilegiare l’uso di Sistemi/Apparati commerciali (COTS [2]), incentivare le acquisizioni di beni e servizi “secondo esigenza” (Just in time), dare impulso ad una esternalizzazione dei servizi (outsourcing), aderire a più forme di cooperazione internazionale [3].
Premesso che sia sempre il comparto Difesa a rappresentare il segmento di maggiore produttività e redditività, nel coltivare i propri vicendevoli e leciti interessi, le Forze Armate e l’Industria devono poter rappresentare al decisore politico la necessità/opportunità di disporre più agevolmente di fondi, anche se allocati su più dicasteri.
Sarebbe quindi auspicabile definire politiche di intervento basate su di un’analisi preventiva del Supporto Logistico che consentano di ridurre gli accantonamenti delle scorte, adottando criteri manutentivi tesi a garantire l’efficienza dei Sistemi in funzione delle tipologie di impiego degli apparati stessi; la manutenzione deve quindi diventare di tipo produttivo, centrata sull’affidabilità dei sistemi e minimizzando i costi complessivi del Ciclo di Vita.
A questa visione si associano quattro fondamenti:
il Supporto Logistico Integrato (ILS) [4],
la Gestione della Configurazione,
il Concurrent Engineering
e la Gestione Totale della Qualità
sempre preceduti da un’analisi delle risorse necessarie/disponibili, ed utilizzando gli strumenti della Ricerca Operativa volti ad ottimizzare i costi del Ciclo di Vita dei materiali (CALS – Life Cycle Integration [5]).
In sintesi, laddove si volesse davvero impiantare una nuova Logistica, sarebbe necessario concretizzare sinergicamente innovazione scientifica, organizzativa e culturale, ottimizzando e razionalizzando l’impiego delle risorse finanziarie, tecniche, umane disponibili, in una visione complessiva. A questa visione non è estranea la concezione di comando e controllo integrata nella ForceNet [6], in particolare applicando la Network Centric Warfare al fine di valutare il valore dell’automazione nella costruzione del quadro operativo comune.
Se il principio di potere marittimo definisce tre concetti fondamentali (attacco, scudo difensivo, basi) va da sé che l’integrazione verticale e joint di forze combattenti, sensori, comando e controllo, piattaforma ed armi deve essere costantemente supportata da una base logistica agile, ben fornita, sempre pronta e, soprattutto, al seguito. Insomma, un deciso go! per la digitalizzazione, ma a patto che le risorse finanziarie siano disponibili e soprattutto gestite secondo paradigmi logistici più evoluti e razionali.
Un’ipotesi possibile è quella di seguire la metodologia del Defence Procurement della NATO, adottando il cosiddetto approccio a Spirale (spiral model), per il quale un programma negoziale viene strutturato per fasi per consentire flessibilmente risultati graduali con eventuali correzioni in corso d’opera. In realtà incombe sempre la difficoltà di disporre al momento opportuno delle risorse necessarie, cosa che porterebbe a differire sugli esercizi finanziari successivi gli oneri di spesa che non risultano al momento sostenibili. Il trend che si viene a creare vede dunque, sulle milestone dei contratti approvati, per i periodi temporalmente più vicini, importi relativamente più bassi, per poi sforare negli anni successivi, andando a cumulare volumi finanziari sempre più onerosi e creando una situazione di costante aleatorietà.
Progetti e modalità attuative sono dunque molto accattivanti, ma male si attagliano alla realtà, dato che non si riescono ancora a spuntare risorse sufficienti, che l’evoluzione tecnologica non è statica, e che esistono ancora visioni ed aree di antagonismo tra le Forze Armate.
Gino Lanzara
[1] Sarebbe auspicabile, ad esempio, che le cessioni di materiali producessero proventi riassegnabili alla Difesa e non genericamente all’Erario.
[2] Commercial Off-the-Shelf component, componenti non militarizzati e quindi con caratteristiche di durabilità non standard NATO (STANAG) ma di costo inferiore e maggiore facilità di approvigionamento
[3] Occar, NATO, WEAG
[4] Il supporto logistico integrato (ILS) è una tecnologia nell’ingegneria di sistema per ridurre i costi del ciclo di vita del prodotto e ridurre la domanda di logistica mediante l’ottimizzazione del sistema di manutenzione per facilitare il supporto del prodotto.
[5] processo di Analisi del Supporto Logistico, avviato dalle prime fasi acquisitive ed aggiornato durante tutte le successive fasi, e la conseguente progettazione della sua manutenibilità e mantenibilità. Perché si possa parlare di Supporto Logistico Integrato, è necessario che la progettazione del supporto interagisca con la progettazione del sistema, e viceversa
[6] FORCEnet è un’architettura operativo nell’ambito della Naval Warfare nell’era dell’informazione che integra personale, sensori, reti, comando e controllo, piattaforme e armi in una rete distribuita, scalabile. Fin dal suo inizio, FORCEnet ha migliorato il coordinamento e il consolidamento degli sforzi di comando, controllo, comunicazioni, computer e intelligence, sorveglianza e ricognizione (C4ISR) in tutti i servizi navali della USN.
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romano del ’65, Ufficiale in servizio della Marina Militare è laureato in management e comunicazione d’impresa e scienze diplomatiche e strategiche ed è specializzato in analisi geopolitica e sicurezza. Autore di numerosi articoli su riviste del settore, ha pubblicato un saggio sulla guerra economica. Specializzato sull’area MENA, collabora con testate online sempre in tema geopolitico.