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livello medio
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ARGOMENTO: PALEONTOLOGIA
PERIODO: DEVONIANO – PALEOCENE
AREA: DIDATTICA
parole chiave: fossili, ammoniti
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Le ammoniti, oltre che a essere stati magnifici animali del passato, sono anche un vero e proprio simbolo per noi geologi e soprattutto per i miei colleghi paleontologi. Nel periodo universitario passavo davvero tante ore sulle carte geologiche d’Italia, allo scopo di individuare il simbolo dell’ammonite, utilizzato come legenda per indicare la “presenza di fossili” nella taluna o nella talaltra Formazione geologica.
Le ammoniti sono ormai estinte; comparvero nel Devoniano inferiore (circa 416 milioni di anni fa) e si estinsero a cavallo tra il Cretaceo superiore e il Paleocene inferiore (tra i 70 e i 60 milioni di anni fa). I fossili di ammoniti erano già venerati dagli Egizi nel culto del dio Amon e lo stesso Plinio Il Vecchio (23 d.C. – 79 d.C., il celebre studioso romano autore di Naturalis Historia) le definì “Corni del dio Ammone”. Molte specie contengono il suffisso Ceras nel nome scientifico; tale parola “greca” significa appunto “corno”.

da http://palaeo.gly.bris.ac.uk/palaeofiles/fossilgroups/ammonoidea/Characters.html
Questi esseri affascinanti appartengono alla Classe Cephalopoda; questa parola sta a significare letteralmente piede-testa. Il corpo generalmente termina con un gruppo di tentacoli che circondano la bocca. La testa vera e propria è generalmente separata dal corpo e presenta, verso il basso, un sifone (o iponomo) che assolve il compito di propulsore; gli occhi si aprono lateralmente.
La classe dei Cephalopoda comprende centinaia di specie, sia fossili sia attuali, tra cui la grande piovra del nord Pacifico (Enteroctopus dofleini) ed il calamaro gigante (Famiglia Architeuthidae), uno degli animali più misteriosi nella storia dell’uomo. I cefalopodi possono avere una conchiglia, sia interna che esterna, o esserne privi; anche le dimensioni, sia nelle forme antiche che moderne, possono variare da minute a gigantesche. Le caratteristiche anatomiche dei cefalopodi sono estremamente affascinanti: il capo e i suoi tentacoli, la massa viscerale interna, le caratteristiche neurali, il sistema propulsore e il mantello sono solo tra le peculiarità principali. Recenti studi effettuati nel 2002 sui calamari Humboldt (dei voraci predatori di circa due metri di lunghezza, il cui nome scientifico è Dosidicus gigas) hanno mostrato un sistema neurale evoluto e complesso a cui si interconnette una vista eccellente e un sistema di mimetizzazione magistrale.
La Sottoclasse Ammoniti, simbolo della paleontologia, si distingue dalla cugina Nautiloidea (da cui si separò nel Devoniano) per la conchiglia generalmente a spirale involuta o evoluta. La linea di sutura dei setti è abbastanza semplice nelle forme devoniane, mentre, al contrario, è molto complessa in quelle del Giurassico e del Cretaceo. In queste ultime, in alcune specie più evolute, era presente anche un piccolo rostro alla base dell’iponomo (detto sifone o ciminiera) che probabilmente ne migliorava l’idrodinamicità. Sempre nel Mesozoico (Triassico, Giurassico e Cretaceo) le ammoniti raggiunsero il loro apice di sviluppo e diversificazione.
Caratteristiche morfologiche
Sottoclasse Ammonoidea
da @ the Ammonite Directory (peterbonapace.it)
Oltre che a presentare similitudini con i cugini nautili, le caratteristiche delle conchiglie delle ammoniti variano in base al tipo di avvolgimento, che ne definisce poi il grado d’involuzione e la forma della sezione del giro, fino all’apertura del cono.
Le principali forme descritte sono:
- Depressa a forma di botte.
- Globosa, involuta con ombelico.
- Lenticolare, arrotondata ventralmente.
- Discoidale involuta, con regione ventrale tagliente.
- Evoluta con numerosi giri contigui (serpenticona).
- Conchiglia con giri di spira staccati.
- Conchiglia diritta (baculicona).
- Conchiglia con giri iniziali abbracciati, terminante con uncino.
- Conchiglia con avvolgimento elicoidale sinistro.
- Conchiglia con giri irregolari.
La camera d’abitazione dell’animale, definita anche peristoma, è una zona priva di setti e la sua grandezza è piuttosto variabile. Il peristoma è molto variabile come forma, alcune specie hanno una semplice apertura, altre un solco, talune sono addirittura mantenute da seni carnosi e lobi a forma di orecchio. Inoltre il rostro ventrale può prolungare la carena dell’animale. Il sifone e la sua camera sono di natura calcarea, con forma sferica od ovale.
Il sifone si posiziona nei primi setti e diventa marginale, dorsale o ventrale a seconda della specie. Ci sono comunque sostanziali differenze tra le forme paleozoiche e quelle mesozoiche. Per quanto riguarda gli ornamenti, le forme devoniane presentano conchiglie prevalentemente lisce o con scarsi ornamenti, al contrario delle forme più evolute mesozoiche. Gli ornamenti possono essere radiali, trasversali,spirali e longitudinali. Nelle forme più stravaganti si può avere una sorta di spina che si erge a ogni sutura.
Negli Ammonoidea la linea di sutura è uno degli elementi più importanti per la sistematica; tale linea è quella che intercetta i setti con l’intersezione della parete interna della conchiglia. Per quanto riguarda invece la morfometria, questa è principalmente usata per definire numericamente la conchiglia. Nelle ammoniti i caratteri morfometrici identificativi sono: il diametro, l’altezza e la larghezza dell’ombelico.
Ordini
La Sottoclasse Ammonoidea è scientificamente suddivisa in otto ordini zoologici che si evolsero dal Devoniano al Cretaceo superiore:
Anarcestida
Si ritiene che quest’ordine visse per “soli” cinquanta milioni di anni in acque relativamente basse e ben ossigenate per poi estinguersi circa 350 milioni di anni fa nel Carbonifero inferiore. Tuttavia generò, da un punto di vista evolutivo, tre nuovi ordini (Clymeniida, Goniatitida, Prolecanitida).
Clymeniida
A causa del sifone posto in posizione dorsale quest’ordine fu inizialmente confuso come appartenente alla Sottoclasse Nautiloidea. Solo alla fine del diciannovesimo secolo, e grazie alla stratigrafia (una branca della geologia), fu possibile attribuirlo alla Sottoclasse Ammonoidea.

Clymenia laevigata da https://alchetron.com/Clymenia-laevigata
Goniatitida
L’ordine dei Goniatidi si sviluppò molto bene, in senso evolutivo, circa 370 milioni di anni fa. In quasi tutti i fossili rinvenuti è stato stabilito, con quasi assoluta certezza, una grossa similitudine con le ammoniti successive del Giurassico. Inoltre, fu possibile studiarne molto bene la camera abitativa e fu scoperto che le altre camere erano riempite di gas, cosa che ne migliorava la galleggiabilità negli ambienti nectonici e bentonici dove viveva.
Prolecanitida
Vissero fino al Triassico inferiore, circa 250 milioni di anni fa. Le caratteristiche peculiari di questi animali erano la comparsa di molti lobi ombelicali (fino a quindici) ed i colletti settali rivolti in direzione posteriore della conchiglia e non verso l’apertura (come negli altri Ammonoidea).
Esemplare di Churkites noblei, Jenks 2007 trovata nello Utah, USA.
Ceratitida
Tale ordine si diffuse tra il Permiano e il Triassico inferiore. Tuttora è oggetto di studi di sistematica poiché vi sono dubbi sulla sua corretta collocazione scientifica.
Ceratites nodosus Ceratiten (de-academic.com)
Sono stati identificati ben tredici generi che facevano parte dell’Ordine dei Ceratites che hanno gusci discoidali arrotolati che potrebbero essersi evoluti con spire interne a vista o solo con una proiezione ciclica esterna. In alcune forme più tarde, il guscio diventò sotto globulare, in altri, trocoidale o srotolato. Le suture sono tipiche con selle lisce e seghettate o lobate. In alcuni esemplari i punti di sutura sono goniatitici mentre in altri sono ammonitici.
Ammonitida
Quest’ordine comprende ben ventidue generi. Possiamo dire che queste ammoniti hanno scritto la storia della paleontologia.
esemplare di Asteroceras, un ammonite del Giurassico ritrovata in Gran Bretagna da Dlloyd – own work, CC BY-SA 3.0,
Comparvero nel Triassico e si estinsero nel Paleocene inferiore. La conchiglia è molto variabile tra i vari Generi, specialmente nelle componenti morfometriche e negli ornamenti. È stato accertato, mediante studi paleontologici, che questi cefalopodi erano in grado di regolare la quantità di gas da introdurre nei setti della camera abitativa in modo da regolare perfettamente la galleggiabilità. Gli scienziati ne deducono che erano degli ottimi nuotatori nell’ambiente nectonico. L’immagine mostra un Ammonite Asteroceras ritrovata in Inghilterra da Dlloyd.
Phylloceratida
Calliphylloceras Fósiles – Ammonites – Álbum de Lytoceratida – Región de Murcia Digital (regmurcia.com)
Quest’ordine si sviluppò nel Triassico medio e visse fino al Cretaceo superiore. La conchiglia si presenta involuta ornata da deboli coste. Nella figura un bell’esemplare di Calliphylloceras.

Nannolytoceras Fósiles – Ammonites – Álbum de Lytoceratida – Región de Murcia Digital (regmurcia.com)
Lytoceratida
Vissero dal Giurassico fino alla grande estinzione di massa del Cretaceo superiore. La conchiglia si presenta evoluta e l’ombelico è largo, con linee di accrescimento che appaiono sia lisce, sia a coste. L’esemplare rappresento in figura è un Nannolytoceras. Le ammoniti di quella specie raggiungevano un diametro di circa 46–75 millimetri. Il guscio appare evoluto, liscio, da tubolare a compresso, con un numero variabile di costrizioni profonde più o meno regolarmente distanziate. Le costole molto sottili che attraversano la regione ventrale sono appena visibili. Questi cefalopodi erano carnivori nektonici.
Con quest’ultimo ordine si conclude questa prima parte sugli aspetti di paleontologia, di tassonomia e di sistematica delle ammoniti. Nel prossimo articolo si analizzeranno i fattori ecologici, le tendenze evolutive, la distribuzione globale, i paleo ambienti, la geologia ed i maggiori ritrovamenti fossili nel globo. Per maggiori informazioni rimando a testi di Paleontologia sugli invertebrati (ce ne sono di ottimi anche in italiano come quello di Andrea Allasinaz).
Aaronne Colagrossi
immagine in anteprima da I fossili – Top Level Marble
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nasce a Campobasso nel 1980 ed ottiene, nel 2006, la laurea in Scienze Geologiche presso l’Università del Molise e, nel 2009, la laurea in Geologia Applicata all’Ingegneria presso l’Università “La Sapienza”. Scrive dal 2010, elaborando con uno stile personalissimo le sue passioni per la scrittura, le scienze, i viaggi, la fotografia e la storia navale. Ha pubblicato numerosi articoli su OCEAN4FUTURE dimostrandosi autore eclettico. Al suo attivo numerosi romanzi d’avventura sul mare e reportage di viaggio.