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livello medio.
ARGOMENTO: SUBACQUEA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Mitchell, Di Ruzza,
Ed ora arriviamo ad un argomento sempre di interesse per molti. Ci sono novità sulla tossicità dell’ossigeno?
Anche questa è una buona domanda. Recentemente abbiamo pubblicato un lavoro di un israeliano, Ran Arieli, che si interessa da anni alla tossicità dell’ossigeno e che ha presentato un nuovo algoritmo per la previsione del rischio. La tossicità dell’ossigeno è in realtà una delle mie più grandi paure. Io non sono così preoccupato dalla decompressione, direi ovviamente che sono impensierito dagli aspetti decompressivi, ma la cosa che sento di più, solo perché è meno prevedibile e meno controllabile, è la tossicità dell’ossigeno.
Se hai una crisi epilettica sott’acqua è probabile che finisca male e la cosa frustrante di questo particolare argomento sono i limiti NOAA originali sui quali tutti vengono istruiti nei corsi nitrox. In realtà non c’è assolutamente alcuna evidenza dimostrata, non esiste un database dell’esposizione. È solo un’ipotesi approssimativa e prudenziale sulla quale dovrebbe essere stabilito il limite. Il problema che troviamo nell’immersione tecnica è che è praticamente impossibile fare alcune immersioni avanzate e attenersi a quei limiti. Mi riferisco all’oxygen clock al 150%, 200%, 300%. Non c’è niente che tu possa fare al riguardo. Se vuoi fare quelle immersioni non puoi evitarlo. L’esperienza ci dice che molte persone lo stanno facendo e abbiamo visto che hanno pochissimi problemi. Penso che la cosa fondamentale è che quando ci esponiamo a quelle percentuali di oxygen clock molto elevate, generalmente, siamo almeno nella fase decompressiva di un’immersione, ovvero verso la fine di una lunga immersione.
Il valore CNS (abbreviazione di Central Nervous System Oxygen Toxicity) è una misura di quanto tempo sei stato esposto a pressioni parziali elevate di ossigeno (PPO2) come percentuale di un tempo di esposizione massimo consentito. All’aumentare della PPO2, il tempo di esposizione massimo consentito diminuisce. In pratica è la dose totale, non la PPO2 che determina il tuo fattore di rischio. |
Quindi, siamo fermi in una sosta decompressiva, senza fare nulla. La cosa importante da ricordare per le persone è che la tossicità dell’ossigeno non è solo un semplice prodotto della pressione e del tempo di esposizione all’ossigeno, ma ci sono altri fattori di rischio che sono davvero importanti e uno di questi è il livello di anidride carbonica.
Se il tuo livello di CO² è alto corri un rischio molto maggiore. Questo è quasi certamente il motivo per cui le persone corrono un rischio maggiore in immersione piuttosto che quando sono, ad esempio, in una camera iperbarica. In una camera iperbarica sei seduto e non fai nulla, mentre in immersione si presuppone che tu stia facendo un esercizio e quindi c’è un rischio molto reale di avere livelli di anidride carbonica un pò elevati. Questo incrementa il rischio della tossicità dell’ossigeno.
Quello che non vogliamo fare, alla fine di una lunga immersione tecnica con una alta percentuale di ossigeno (ad esempio del 200%) è eseguire qualsiasi sforzo; dobbiamo solo rilassarci, respirare correttamente, non accumulare anidride carbonica. Questo è un consiglio davvero importante. Abbiamo fatto un piccolo studio all’atollo di Bikini, alcuni anni fa, dove abbiamo misurato i livelli di anidride carbonica nei subacquei che riposavano durante la decompressione e abbiamo scoperto che quando lo fai non hai alte concentrazioni di anidride carbonica.
Questo fatto l’ho trovato molto rassicurante. Quando sei fermo a riposo in decompressione nelle soste poco profonde non sembra che tu stia accumulando anidride carbonica e questo è importante perché è il momento in cui di solito si hanno queste percentuali molto elevate [di oxygen clock].
Lo abbiamo pubblicato su Aviation Space Environmental Medicine, ed è ormai pubblico. La tossicità dell’ossigeno è un problema reale e il dubbio è che non abbiamo un ottimo modo per prevederla perché l’oxygen clock non è molto valido. Devi insegnare qualcosa ai principianti, ma una volta che inizi seriamente questa attività, incontri inevitabilmente situazioni in cui sei ben al di sopra delle percentuali che dovresti avere.
Fine parte 5 – continua
Paolo di Ruzza
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PARTE II
PARTE III
PARTE IV
PARTE V
PARTE VI
PARTE VII
PARTE VIII
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blogger e divulgatore tramite la pagina Facebook TEORIA SUBACQUEA nata per condividere articoli ed interviste su mete subacquee, diving , biologia marina, scienze naturali, subacquea tecnica, teorie decompressive, fisiologia delle immersioni, fotografia subacquea e libri sul mare.
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